Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: lotti_    03/05/2011    6 recensioni
Harry alle prese con la famiglia Malfoy quasi al completo.. ma del resto, di Malfoy ne basta uno solo per creare scompiglio, questa è storia nota.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A







Harry era stato convocato per le nove e trenta del mattino.
Come capo degli Auror sapeva esattamente cosa era successo, ma continuava a chiedersi il motivo di quella missiva ricevuta via gufo il giorno precedente.
Alzò gli occhi al cielo, quel palazzo era, se possibile, più enorme di quello che ricordava; si chiese quanto tempo fosse passato dall’ultima volta, forse otto anni o poco più.
Si era smaterializzato fuori dall’ingresso principale e quindi cominciò a percorrere il viale di tigli che portava al portone rimuginando tra se e se.
C’era qualcosa di diverso, forse sarebbe stato impercettibile per chiunque altro ma tutto in quel posto era diverso, sapeva di lei.
Arrivato davanti all’ingesso si guardò intorno, cercando un modo per manifestare la sua presenza, quando un maggiordomo anchilosato ma dall’aria serena aprì i battenti senza che lui avesse dovuto bussare. Sorrise pensando a quale bislacco metodo poteva aver ideato la padrona di casa per avvertire dell’intrusione da parte di un ospite inatteso l’intera servitù. Troppo meschino come comportamento, forse era stato il padrone, a inventarselo, quel ingegno.
A volte ci prendiamo cura delle più piccole premure e poi sottovalutiamo le cose più inaspettate, del resto era esattamente quello che era capitato alla famiglia Malfoy pensò sentendo a malapena le parole del maggiordomo e seguendolo lungo la scalinata principale dopo essere stato accolto cordialmente.
Il solo pensiero di famiglia collegato a loro smise di dargli fastidio nell’esatto momento in cui varcò il salone principale. Lei era li. Era in tutto quello che lo circondava.
Seguì il maggiordomo per un lungo corridoio,poi lo vide fermarsi davanti all’ultima porta della fila bussare due volte e poi spostarsi lateralmente per lasciarlo passare. Una voce lo distolse dai suoi pensieri riportandolo alla realtà.
“Ah, signor Potter, è lei! la stavo aspettando!”
La sua mascella probabilmente era schioccata alla sola vista di quell’ometto buffo, sicuramente babbano, che si stava presentando come il legale dei coniugi Malfoy. Poteva essere vero? Poteva una persona riuscire a cambiarne un altra così radicalmente?
Il buffo ometto si avvicinò sorridente, allungando una mano verso di lui, poi gli mostrò una sedia invitandolo ad accomodarsi.
Tutto era caldo e accogliente in quella stanza: le librerie a parete, stracolme di libri, lo scrittoio leggermente in disordine, l’album da disegno lasciato in un angolo sul pavimento con una scatola di matite sparse per il pavimento..
Quella era assolutamente una casa, una casa vera, fatta di persone vere a cui lui non aveva voluto credere in tutti quegli anni. E adesso quella verità gli veniva sbattuta in dritta in faccia in ogni sua sfaccettatura.
“Signor Potter mi sta ascoltando?”
“Si mi scusi.” Harry si avvicinò con la sedia accavallando le gambe e prestando finalmente attenzione.
“..dicevo, l’ho fatta venire qui per spontanea volontà dei coniugi Malfoy, come sa, sono il loro legale da parecchio tempo e abbiamo preso degli accordi per situazioni di questo genere.”
Hermione pensava sempre a tutto, non sarebbe stata lei altrimenti.
“Non lo metto indubbio, ma mi chiedevo come la cosa potesse riguardarmi, oltre ovviamente alle ricerche che il mio reparto sta effettuando..”
“Beh vede, i coniugi Malfoy, o meglio Lady Malfoy ha lasciato questa per lei, in caso la sua condizione fosse divenuta.. possiamo definirla precaria?”
L’avvocato si tamponò la fronte con un fazzoletto poi afferrò una busta, adagiata sullo scrittoio allungandola nella sua direzione. Non poteva accettarlo, non voleva. Come poteva lei aver pensato a lui in un momento del genere? Per tutti i Maghi, non si parlavano da dieci anni, non si parlavano da..
Non fece in tempo a formulare quel pensiero, i suoi occhi, essendosi alzato di scatto per evitare di afferrare quella busta e da tutto il peso delle sue colpe, si concentrarono sul giardino.
Smise di respirare.
Due bambini si inseguivano felici nel prato fiorito, due bambini bellissimi.
Appoggiò il palmo della mano al vetro tiepido, lievemente scaldato dal sole primaverile che invadeva quella casa.
Forse anche le pareti erano diventate calde. Forse era stata lei a scaldare tutto.
Per la prima volta dopo otto anni ammise a se stesso che poteva aver fatto un errore. Per la prima volta, dopo aver visto quei due bambini biondissimi e ricciuti abbracciarsi nel prato felici ammise che Hermione le era mancata.
“Signor Potter, la prego.”
Si voltò lentamente, come se non volesse abbandonare quel piccolo siparietto di pace a cui aveva appena assistito.
“E’ necessario che lei legga la lettera, queste sono le esplicite richieste di Lady Malfoy!”
Afferrò la busta questa volta, facendo scorrere lievemente le dita sul sigillo posto a chiusura, fermandosi solo un momento per osservare quello stemma inciso nella ceralacca che sigillava la carta delicata. Poi con uno strappo netto l’aprì.
Il suo profumo lo pervase, quanto le era mancata.

“Harry, mi dispiace doverti scrivere queste poche righe veloci dopo le tante parole che invece volevo dirti ma non ci siamo detti, ma la situazione è più grave di quello che pensavo.
qualcuno ci da la caccia, o per lo meno la sta dando a Draco, e temo per la nostra incolumità.
Harry, ti prego, in nome di quanto mi è più caro, di superare la tua rabbia, di superare tutto il rancore e di pensare a quanto ti voglio bene. Te ne ho sempre voluto, te ne vorrò sempre.
Sei come un fratello, sei stato la mia famiglia fino a quando non hai voluto farne più parte, ma per me non è cambiato niente. Per questo ti chiedo di pensare a loro, è la mia famiglia. Sono tutto. So che capirai.
ti voglio bene
Hermione.”

Lanciò un’altra occhiata fuori dal vetro. Poi si rivolse all’avvocato, in piedi accanto ad un alta finestra intento a scrutare l’orizzonte, probabilmente per lasciargli la privacy che si concerne in quelle occasioni.
“Loro lo sanno?”
“Non gli è stato ancora detto niente, ma spesso i loro genitori viaggiano per lavoro, probabilmente non hanno notato stranezze”
Annuì impercettibilmente. “Penso che dovrò essere io a farlo.”
L’avvocato rispose a sua volta con un cenno affermativo.
Dopo essersi congedato, ripercorse il corridoio, questa volta da solo. Si soffermò solo un momento al termine delle scale, davanti al salone principale. Sulla parete più lontana, sopra un camino scoppiettante, faceva bella mostra di se un ritratto di famiglia.
Sorrise pensando a quanto Hermione doveva essersi lamentata di quell’usanza arcaica delle famiglie magiche. Avrebbe voluto sentire quelle lamentele.
Notando che nessuno gli veniva incontro decise di trovare da solo la strada per il giardino interno, fu più semplice di quello che pensava, la vetrata del salone dava direttamente sull’estero.
Sentì degli schiamazzi e si avvicinò al rumore, dietro una siepe trovò immediatamente quello che stava cercando.
“Io lo so chi sei tu” il bambino, con uno sguardo austero gli si era avvicinando, osservandolo dall’alto verso il basso nonostante fosse decisamente alto come un soldo di cacio. Si avvicinò alla sorella afferrandole una mano, protettivo, poi affermò dopo un ulteriore analisi e un cenno affermativo del capo “tu devi essere Harry Potter!”
La bambina improvvisamente s’illuminò e lasciando la manina del fratello gli corse incontro per controllare che fosse veramente lui.Gli fece segno con l’indice della mano di abbassarsi, come se volesse che si avvicinasse ulteriormente per controllare la sua autenticità.
Era sconvolto. Quel sorriso.. Se il bambino lo aveva appena squadrato come l’allora Draco Malfoy su quella famosa scalinata durante quel primo incontro ad Hogwarts, adesso era la bambina a stupirlo. L’esatta copia di Hermione, il suo stesso sorriso.
Posò un ginocchio per terra, come attratto, arrivando alla sua altezza, e le sue manine  avvolsero il suo viso scrutandolo ancora più da vicino.
“Non ci sono dubbi, tu sei lo zio Harry!”
“Violet, non chiamarlo così, lo sai che papà si arrabbia ogni volta!” Il bambino con le braccia incrociate restava immobile e manteneva le distanze. Lei si voltò inondandolo con il profumo di quei riccioli ribelli, così simili ma così diversi da quelli di sua madre.
“Fa silenzio Severus, sai benissimo che è la mamma ad avere ragione, ogni volta!”
Era un dèjà vu. non c’erano dubbi. Se avesse chiuso gli occhi avrebbe potuto pensare di essere tornato bambino. Quelle voci, quel modo di litigare, una giornata qualsiasi in un corridoio di Hogwarts.
“Lo scusi tanto, mia madre dice sempre che dobbiamo lavorarci su, sui suoi metodi d’approccio, in ogni caso faccio le presentazioni, io sono Violet e quello e mio fratello Severus.. piuttosto, cosa ci fai qui, signor Potter?” La bambina si voltò nuovamente, i suoi profondi occhi castani lo scrutarono pieni di curiosità, poi la sua espressione mutò improvvisamente, piena di preoccupazione.
“Oh ma perché stai piangendo zio Harry? Scusaci, mio fratello non voleva essere scortese, è che quando non ci sono i nostri genitori è convinto di essere il padrone di casa e di doversi comportare da scorbutico, come dice sempre la mamma”
“Visto Violet, ha ragione papà, è il signor Potter quello scorbutico! Solo gli scorbutici frignano per niente!” affermò con convinzione.
Il sopracciglio leggermente sollevato del bambino lo fece sorridere,e Violet perplessa inclinò la testa con un improvvisa decisione.
“Zio Harry, temo tu abbia bisogno di una cioccolata calda.”
“Temo anche io, Violet.”
Lo afferrò per la mano, trascinandolo verso l’ingresso principale, Severus li seguiva a passo lento a pochi metri di distanza, curioso di sentire cosa si stessero dicendo ma non volendo apparire troppo interessato.

Doveva occuparsene, doveva farlo per Hermione.
Lo avrebbe fatto per lei, solo per lei.
E li avrebbe ritrovati, per vedere coi i suoi occhi quella famiglia a cui non aveva mai voluto credere.











parti pomeridiani cervelloticamente sconclusionati, come al solito del resto.
miky è tutta per te, adoratrice di momenti gne gne che continuo a non comprendere.
basta che non mi chiedi di J&N non ce la posso fare ( e poi lo sai che non vado oltre le 30 parole scarse!)
^__^
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: lotti_