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Autore: Mirin    03/05/2011    4 recensioni
Partecipante al concorso " Spring Contest!" indetto da Silvar tales
La luna splendeva in quel vasto empireo viola scuro, ad un passo dalla primavera completa.
Il massimo fenomeno primaverile era vicino, l’equinozio stava per compiersi.
Riservava a quell’evento un posto particolare in un cantuccio vicino al suo cuore, aspettando il suo avvenire con devozione religiosa, eppure le sembrava strano che anche adesso, anche in quel momento la luna avesse la forza di brillare radiosa.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Partecipante al concorso " Spring Contest!" indetto da Silvar tales

Finche morte non li separi.

Autore/ autrice: LadieBlue
Titolo fan fiction: Finche morte non li separi
Sottotitolo: Un bacio al chiaro di (lunga) luna
Tipo di fan fiction: One-shot
Rating: Giallo
Personaggi principali: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara (agisce Sakura Haruno per un breve tratto)
Pairing: ShikaIno
Genere: Malinconico, sentimentale, a lieto fine
AU: No
Avvertimenti: (se presenti)
Note dell'autore / autrice: Un po’ triste, al chiaro di luna dell’equinozio. Ino ripensa alla morte di Asuma, pensiero che l’affligge da molto tempo, in quanto crede di essere lei l’artefice del decesso.
Introduzione: (Non inserita solo per motivi di suspense)

 

Sotto quell’albero di ciliegio, Ino guardava il cielo a testa in giù.
Forse così le sarebbe parso meno strano, meno stupido, meno indifferente ai problemi degli altri.
La luna splendeva in quel vasto empireo viola scuro, ad un passo dalla primavera completa.
Il massimo fenomeno primaverile era vicino, l’equinozio stava per compiersi.
Riservava a quell’evento un posto particolare in un cantuccio vicino al suo cuore, aspettando il suo avvenire con devozione religiosa, eppure le sembrava strano che anche adesso, anche in quel momento la luna avesse la forza di brillare radiosa.
Adesso che ci faceva caso sembrava che il suo sfavillio fosse ancora più intenso del solito, quasi come se la invitasse a lasciar perdere il proprio dolore anche se ella sapeva era impossibile ignorare lo squarcio profondo aperto nel suo petto che sanguinava copiosamente.
Chiuse gli occhi, cercando nel suo corpo il minimo battito e con sua sorpresa lo trovò. Era sconvolta: con tutto quello che era accaduto, possibile che il suo cuore avesse l’energia di adempiere al suo compito?
Lei non ce l’avrebbe fatta. Era troppo difficile non pensare a quel male robusto che le pervadeva l’animo, pronto a traboccare quando non ce l’avesse fatta a trattenerlo. E più lo spingeva infondo più esso si nutriva delle sue paure, più diventava forte. Era come avere dentro di sé un essere parassita che annullava ogni tentativo di essere felice.
Ricacciò con forza le lacrime, pronte a sgorgarle dagli occhi cerulei adesso che aveva abbassato le proprie difese.
Aveva paura di affrontare il domani che le si apriva davanti, fatto di nuove perdite e nuovo coraggio da ritrovare, le sembrava irrispettoso continuare a respirare.
Lui era morto e non era giusto, non era lecito che Ino prolungasse le sue pulsazioni quando lui non poteva farlo. Forse morendo avrebbe trovato rimedio alle sue colpe, espatriato i suoi peccati.
E non avrebbe più provato dolore.
Era questa la tentazione massima che più la spingeva a porre fine ai suoi respiri, ma pensava che poi anche altri avrebbero assaggiato la disperazione che l’attanagliava in quel momento e lei non voleva esserne la causa.
Ma lui si era permesso di morire, di far sì che lei adesso fosse disperata.
E anche la rabbia si mescolava al tormento, mentre stringeva furiosamente i pugni, lottando con una nuova ondata di sofferenza che la invadeva e questo la sbalordì: non aveva già superato il limite dell’afflizione?
Una nuvola oscurò per un attimo la luna abbagliante, così che il buio calasse sulla bionda.
Percepì un movimento nell’ombra, scattando a sedere.
<< Fatti vedere! >> ordinò alla tenebra, fissando un punto impreciso da cui emerse una figura.
<< Ah, sei tu. >> sussurrò, stendendosi di nuovo.
La figura le si avvicinò circospetta, come un agnello ad un leone svenuto.
<< Ino …? >> chiamò, incerta.
La ragazza sbuffò, guardandola scettica negli occhi smeraldo.
<< Sakura …? >> la scimmiottò, neutra.
 La rosa si sedette sulle ginocchia al suo fianco, anche ella con gli occhi rivolti verso il cielo.
<< Aspetti l’equinozio? >> chiese, scrutando le stelle in cerca di qualche gruppo di costellazioni.
<< Credo di sì >> rispose, insicura.
Sakura la guardò,  sbigottita.
<< Che significa “ credo di sì” ? >>
<< Che lo aspetto per tradizione, non perché abbia voglia di vederlo. >> spiegò, ancora una volta con la voce piatta.
“ Per Asuma-sensei “ avrebbe tanto voluto dire Sakura, ma sapeva per esperienza che se lo avesse fatto l’avrebbe aggredita. Le avrebbe detto che non era morto per colpa sua, a differenza di ciò che credeva Ino, che Shikamaru e Choji lo sapevano e infatti non avevano mai minimante pensato che lei fosse la causa del decesso del loro amato maestro ma la bionda se ne sarebbe andata con una scusa rifiutando di vederla per qualche giorno.
<< Beh, ci sono io a farti compagnia adesso! >> disse in tono forzato, cercando di smorzare la tensione.
Ino la guardò, una punta d’incredulità sotto la maschera apatica.
<< Credi sia rimpiazzabile, Sakura? >> esordì, un velo di accusa nel tono altrimenti privo di emozioni  << credi davvero che io possa ridere e scherzarci sopra solo perché oggi è il mio giorno preferito? >> scoppiò in una risata senza la minima traccia di allegria, che fece rabbrividire la rosa.
Non sapeva come prenderla e le era difficile crederlo. Ino era sempre stata facile da comprendere, perché schietta ed impulsiva. Non era abituata a questa sua versione tenebrosa e riflessiva.
Osservò meglio il viso pallido incorniciato da lunghi fili d’oro scarmigliati.
Sembrava invecchiata di colpo e - con suo disappunto - più magra, come se non mangiasse da giorni interi.
La perdita di una delle persone più care al mondo doveva averla resa più fragile di quanto non fosse già.
<< Ino io- >>
<< Disturbo? >>
Sakura si voltò a guardare sorpresa il nuovo arrivato.
<< Shi-shikamaru? >> nominò incerta, mentre il moro la superava senza degnarla del minimo sguardo.
La kunoichi si diede la pena di lanciargli un’ultima occhiata, prima di dileguarsi nell’oscurità.
Ino guardò di nuovo il cielo, mentre la nuvola che aveva coperto la luna sparì  inondando la terra di nuova luce.
<< Vattene. >> sibilò, senza voltarsi a guardarlo.
La ignorò, stendendosi al suo fianco. La osservò di sottecchi, pronto a cogliere i primi segni di isteria mentre il cervello lavorava furioso alla ricerca di qualcosa da dire seppur mantenendo il suo ruolo da misogino.
Gli occhi antracite si soffermò sui lineamenti finemente sbozzati nel marmo pregiato, sugli occhi celeste tenue così diversi dal cielo indaco che li sovrastava.
Quanto era bella. Non una domanda, no, ma un’affermazione, l’unica convinzione in cui Shikamaru poneva estrema fiducia: la bellezza della sua compagna di squadra.
A volte si chiedeva se fosse possibile pensare talmente tanto ad una persona da farsi scoppiare la testa  per poi giungere alla conclusione che per lui era non solo lo era ma era anche normale.
Il pensiero di Ino era quasi un’ossessione, un’idea morbosa che l’opprimeva tanto forte quanto la prima volta che aveva casualmente posato gli occhi su di lei, ed era ancora più difficile resistere all’impulso di saltarle addosso adesso che quel profumo di ciliegio mandava in estasi ogni neurone.
Ma a distrarlo fu lei, spezzando lunghi minuti di silenzio.
<< Non credi sia in qualche modo triste che la notte debba essere costretta ad essere più lunga o più corta del giorno, sempre? >> gli domandò. Aveva gli occhi lucidi. Probabilmente questo fenomeno la immalinconiva più di quanto fosse lecito e, sempre per ipotesi, la bionda dava a questa frase apparentemente innocente un significato che lui avrebbe dovuto cogliere. Sorrise. Ino era famosa per il suo modo di nascondere  riflessioni filosofiche fra espressioni semplici.
<< In effetti direi che potrebbe essere deprimente il fatto che la luna sia obbligata a dover vivere sempre più o meno del sole. Ma non lo è altrettanto il fatto che non possano mai incontrarsi insieme nel cielo? >>
chiese lui, guardandola intensamente, quasi a voler trasmettere un significato redivivo.
A volte Shikamaru si comportava così, in un modo che la insospettiva, come se si aspettasse che lei distorcesse le sue frasi e vi guardasse dentro, scovando ogni volta sensi diversi.
Ino non era tanto intelligente da poterlo fare, non era brava quanto lui a sottintendere cose. Non era alla sua altezza, come non lo era di nessun’altro, ma quando si trattava del compagno di squadra  si sentiva male (beh, più male del solito in effetti) perché avrebbe davvero voluto elevarsi al suo livello. Almeno così sarebbe potuta brillare agli occhi di colui di cui aveva bisogno, più di tutti gli altri, il perdono perché cosciente del fatto che il suo dolore per la perdita di Asuma era nulla in confronto a quello del Nara perché il maestro aveva insegnato a Shikamaru a vivere e Shikamaru era l’unico orgoglio di Asuma.
A differenza di lei, la donzella del Team, l’incapace.
Sentì come al solito l’impulso di scoppiare a piangere ma lo ricacciò giù ad unghiate: il ragazzo aspettava ancora una risposta.
<< Esiste l’eclisse. >> replicò Ino, amareggiata.
<< Davvero prendi in considerazione l’eclisse? >> sbottò, meravigliato e forse irritato, << l’unico fenomeno celeste in cui il Sole oscura la Luna? Andiamo Ino! Quello non è in conto, è davvero ingiusto. >>
<< Forse la luna se lo merita. >> azzardò noncurante. Grosso errore, Yamanaka.
<< N-NANI?! >> sbraitò Shikamaru parandosi davanti alla bionda, questa volta davvero furioso. Era stano vederlo così, quando in genere era tranquillo e discreto. Probabilmente anche lui se ne accorse, perché inspirò profondamente, nel vano tentativo di sbollire la rabbia.
<< Perché dovrebbe? La luna illumina da sempre i cieli, proprio come il sole! >> ribatté lui, tornato all’apparenza sereno.
<< E’ vero, mala luna a differenza del sole non ha nessun ruolo. Potrebbe esistere come non esistere. >>
<< Non ti sembra di interiorizzarti troppo in questa figura, hime? >>
<< E a te non sembra di interiorizzarti troppo nel sole, crybaby? >>
Sorrisero insieme, poi il moro guardò verso l’alto.
<< Credo sia mezzanotte, il cielo è davvero scuro. E’ ufficialmente Primavera! >> disse, prima di sentirsi scivolare a terra, le labbra di Ino dolcemente appoggiate alle sue, lei accoccolata al suo petto.
Era così la primavera giusta, era così che sarebbe dovuto essere da sempre. Sotto quel ciliegio, lui che le accarezzava i capelli, lei che gli indicava le costellazioni e i vari nomi.
Adesso il cielo lo guardava a testa in su, perché adesso era perfetto.
Perché questa volta uniti.
Perché il dolore non li avrebbe sorpresi.
Né ora ne mai.
Finche morte non li separi.


Kiss,
Ladie
   
 
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