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Autore: vega    11/02/2006    6 recensioni
-Oh, insomma Remus! La vuoi fare finita una buona volta?- Il tono di Tonks sembrava più rassegnato che arrabbiato. -Lo sai bene come la penso- sbuffò contrariata riafferrando al volo un mestolo...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao gente…

Ciao gente…

Come promesso (ahimé tanto tempo fa…^^’) eccoci finalmente arrivati al continuo di Blue Star! Per di più, ora anche Mamma Rowla è dalla nostra parte… ^_-

Eh sì, è stata lunga… Ma alla fine ce l’ho fatta! Una sorta di storia posteriore alla “dichiarazione” girava già nella mia testolina bacata, ancora prima di finire Blue Star, ma non sapevo come buttarla giù, dove ambientarla… Insomma, non avevo idee che mi stuzzicassero l’immaginazione. Ho iniziato questa storia… In estate credo, ma l’ho completata soltanto qualche giorno fa alle 2.30 del mattino. Meglio tardi che mai!

Vorrei precisare alcune cose… Come vedete, beh, prima del titolo abbiamo un bel “Chap. I”, che vi fa presagire che continuerò a tormentarvi ancora per un po’…^^

Seconda cosa, ho riletto un po’ del V libro, ma non ho trovato qualcosa che potesse confermare il mio dubbio che Tonks appartenesse a Grifondoro. Quindi, beh… Per me non era a Grifondoro ^^.

E’ passato un anno dalla fatidica “dichiarazione” e ci sono stati dei cambiamenti, che spero di non aver reso troppo scontati.

Un consiglio… Per chi non ha letto Blue Star: potrebbe capire ma perderebbe dei doppi sensi e alcune cose interessanti. Per chi l’ha già letta: beh, c’è un particolare riferimento per il quale vi consiglio di rileggere l’ultima parte.

Grazie infinite di tutta l’attenzione e per tutte le recensioni, a cui trovate le risposte in fondo.

Spero che questo lavoro sia all’altezza del precedente, anche se non ho la presunzione di considerarmi una “scrittrice”. Do solo forma ad un sogno, e cerco di farlo nel modo migliore possibile, per quanto mi riesce.

Grazie e recensite!

 

 

***                                                                   ******                                                                    ***

Al mio nonno, che continua a sopportarmi e sostiene ogni mia pazza idea con mestoli, fornelli e macchine da cucire… Un bacio.

***                                                                   ******                                                                    ***

 

 

Chap. I

-Quando di Silente luccica l’occhiale, per te si mette male-

Da una storia vera.

 

************

If you said goodbye to me tonight
There would still be music left to write
What else could I do
I'm so inspired by you
That hasn't happened for the longest time

The longest time, Billy Joel

 

************

 

#21 Dicembre di quest’anno; Nelson Street 4b, periferia di Londra.#

-Oh, insomma Remus! La vuoi fare finita una buona volta?- Il tono di Tonks sembrava più rassegnato che arrabbiato.

-Lo sai bene come la penso- sbuffò contrariata riafferrando al volo un mestolo che aveva urtato per sbaglio, mentre toglieva il coperchio dalla pentola dove stava bollendo lo stufato. Anche questa era una ricetta di sua madre.

Doveva ammetterlo, aveva davvero fatto un salto di qualità. Dopo i biscotti, aveva iniziato a cimentarsi con i primi. E dal profumino che sentiva sembrava che tutto stesse andando per il meglio.

Si tolse una ciocca di capelli dagli occhi e si sistemò meglio il nodo del grembiule.

Possibile che quell'uomo fosse così testardo?

-Ninpha, cerca di capirmi. Dopo gli ultimi sviluppi io non posso più permettere che--

-Tu non permetti proprio niente! E' la mia vita!-

-Che tu lo voglia o no, la tua vita mi riguarda!-

-Che tu lo voglia o no, io non rinuncerò al mio lavoro!-

-Ma--

-Niente ma! Il discorso è chiuso!... Ehi, cos'è quest'odore?- Tonks fece appena in tempo a girarsi verso i fornelli, da cui si era allontanata per discutere, per vedere il coperchio dello stufato che lasciava uscire una sottile scia di fumo nero.

-Rem, questa me la paghi...-

 

 

E gliel'aveva pagata sul serio.

Lo stufato non era andato completamente distrutto, ma ci sarebbe voluta almeno un'altra ora perché l'incantesimo rivitalizzante a cui la ragazza l'aveva sottoposto riuscisse a renderlo commestibile.
Morale della favola: erano lì, l’uno di fronte all'altra, nella cucina della casa di Tonks, che ormai era diventata anche casa di Remus nei weekend, quando tornava dal suo posto di lavoro a Hogwarts.

 

 

*#29 Dicembre dell’anno precedente; Garner Avenue n°3. Nuova base dell'Ordine della Fenice. Indisegnabile.#

-Remus, hai un minuto?- Silente gli fece cenno di sedersi sul divano del soggiorno.

-Dimmi pure Albus-

-Verrò subito al punto. Ora che quella... Affezionatissima collega della Umbridge ha deciso spontaneamente di lasciare il suo posto, ho bisogno di qualcuno che la sostituisca. Seriamente, intendo. Non come abbiamo fatto io e gli altri insegnanti durante questi primi mesi di scuola-

-Beh... Sì, suppongo di sì... Non avete ancora trovato nessuno? E’ un problema…-

Gli occhiali di Silente luccicarono per un attimo di una luce sinistra.

-Sapevo che avresti afferrato subito. Bene, allora ci vediamo a scuola il 7 Gennaio. Ti spiacerebbe venire con i ragazzi? Così gli dai un occhio, eh? Grazie figliolo- Si alzò, dirigendosi verso a cucina, battendogli una mano sulla spalla.

-M-ma... Silente! Io... Non so... N-non credo... Ho delle mansioni da svolgere per l'Ordine, come faccio...-

Il vecchio preside si voltò verso di lui. I loro occhi si incontrarono.

-Questa sarà la tua mansione. Anzi, io la vedrei più come una missione-

I suoi occhiali scintillarono di nuovo.

-Sei l'unico a cui posso affidare la cattedra di Difesa. L'unico che sappia davvero cosa deve insegnare... E come insegnarlo-*

 

 

Aveva tentato di farlo ragionare, ma il vecchio preside gli aveva assicurato di sapere ciò che faceva. E' vero, dopo il ritorno di Voldemort a Giugno il Ministro ce l'aveva avuta con lui... Per i primi due o tre minuti, fin quando la sua indole da vigliacco voltagabbana non aveva preso il sopravvento. Non ci si poteva certo fidare, ma Silente era di nuovo sovrano a Hogwarts, e questo per ora bastava. Ergo, poteva assumere, se lo desiderava, anche un lupo mannaro. Tanto ormai, dopo un mezzogigante, un centauro e un fantasma... Roba d'ordinaria amministrazione.

 

 

In quei mesi che finora aveva trascorso nella sua vecchia scuola aveva cercato di iniziare l'opera di "restaurazione" chiestagli da Silente. Non era stato facile convincere i ragazzi a fidarsi di lui, soprattutto i Serpeverde. Tuttavia ormai la maggior parte erano abituati alle scelte azzardate del vecchio preside. Non per niente, la Umbridge non l'aveva scelta Silente e questo era risultato come un grande punto a suo favore. Non so, aveva come l'impressione che i ragazzi avessero toccato così il fondo che qualunque insegnante -tranne forse Piton- gli sarebbe potuto andare bene. D'altre parte aveva visto grande curiosità nei loro occhi quando aveva esposto il suo programma, che si basava essenzialmente sulla parte pratica.

La cosa più difficile era stata forse il dover affrontare Harry. La morte di Sirius era stato quanto di più doloroso avesse mai affrontato in vita sua. L'unica figura che avrebbe potuto ricondurre ad un padre spazzata via in un secondo da un velo traditore. E tutto per una sua ingenuità.

Ci era voluta tutta la sua pazienza per fargli capire che in realtà l'ingenuità in questione era quella di Sirius. La sua impulsività, la sua testardaggine, il suo senso di dovere e di lealtà nei confronti di quel migliore amico che, invece di salvare, aveva spinto giù dal precipizio, consegnato su un vassoio d'argento a Voldemort. Per quanto non avesse la presunzione di esprimere giudizi su quello che il suo amico avrebbe potuto pensare in questo momento, aveva la netta sensazione che fosse in qualche modo in pace con la sua coscienza.

Aveva tentato di spiegarlo a Harry, ma il ragazzo sembrava particolarmente cocciuto. Finché una sera non se l'era visto comparire nel suo studio con una luce che aveva visto solo una volta nella sua vita. Quando James gli aveva detto che si sarebbe unito all'Ordine.

Era quasi Natale ormai e i loro rapporti erano tornati quelli di un tempo, forse addirittura migliorati. Avrebbe dovuto fare un bel regalo a Ron ed Hermione per la loro inesauribile pazienza, mostrata nel gestire la situazione.

 

 

Mentre lui si perdeva in questi pensieri la ragazza aveva già finito il suo panino con frittata e si accingeva a mettere in ordine la tavola. Il suo sguardo si posò sulla silouette della compagna, appoggiata ora al bancone del lavello. In quel quarto d'ora che erano stati a tavola non gli aveva rivolto una parola. Brutto segno, quando non parlava. Ma lui non poteva cedere. Non doveva cedere.

Si alzò e le si avvicinò da dietro con passo sicuro, ma silenzioso. Pochi passi e l'aveva fra le sue braccia, il viso nell'incavo del suo collo.

-Amore, dài... Non mettermi il muso-

-Non ti sto mettendo il muso, lo sai-

-Ah, no?-

-No-

Remus si allontanò dal collo della ragazza per guardare meglio il profilo del suo viso, inarcando un sopracciglio.

-Sono solo incazzata-

-Oh-

Il suo viso si riposò dove prima.

-Ninpha, non possiamo continuare così. Dobbiamo raggiungere un accordo...-

-Per me l'unico accordo esistente è quello di lasciarmi la libertà di decidere che cosa fare- La ragazza si stava scaldando, si era girata e teneva le mani sui fianchi.

Remus si mise una mano sulle tempie.

-Sono pienamente d'accordo con te- Alzò gli occhi e li incatenò a quelli di lei.

-Ma devi anche riconoscere come la situazione si sia fatta più pericolosa...-

-Lo è sempre stata. Lo sapevamo che saremmo andati incont-...-

-Un conto è fare il tuo lavoro, un altro è quando combattiamo e ti circondano perché ti vogliono fare fuori intenzionalmente-

-Questo non vuol dire che...-

-Questo invece, vuol proprio dire che... Ti hanno presa di mira. O meglio, Bellatrix ti ha preso di mira. Probabilmente non ci sono altre ragioni se non la sua dilagante pazzia, ma questo non cambia i fatti. Vuole eliminare te e tutta la parte della famiglia che considera indegna di vivere, secondo i suoi parametri-

Tonks fece qualche passo e si appoggiò al tavolo della cucina.

-Rem... Silente ha già provveduto a mettere al sicuro la mia famiglia. Lui stesso si è fatto Custode Segreto. E sai bene come io sia già stata esclusa dalle missioni troppo pericolose. Lo sai che trovo superfluo e inutile anche tutto questo, per non parlare di quanto lo ritenga profondamente ingiusto nei confronti degli altri- Alzò una mano, come per arginare le proteste dell'uomo.

-Ma è Silente che decide e la sua motivazione davanti a tutti, in riunione l'altra sera, è stata che io sono diventata "un bersaglio" e che quindi mandarmi in missioni ad alto rischio equivarrebbe al patibolo e procurerebbe all'Ordine solo la perdita di un membro e non una vittoria. Le missioni che d'ora in poi io considererò ad alto rischio devono essere quelle che per voi vengono definite come "rischio calcolato"-

 

 

Sospirò. Era stanca di quella situazione. Stanca della guerra che, in quel periodo, la stava colpendo in più modi, togliendole anche l'affetto dei suoi cari, che ora erano lontani, anche se protetti dall'Incanto Fidelius.

L'unica cosa di cui aveva bisogno era il suo uomo. Le sue braccia forti attorno alla sua vita, le sue labbra sul suo viso, il calore del suo corpo stretto al suo. E invece quel cretino si era messo d'impegno per farle perdere anche quel poco di lucidità mentale che le era rimasta. Erano lontani per cinque giorni su sette, e in quei due in cui si vedevano lui perdeva tempo nel convincerla a ritirarsi, non solo dall'Ordine, ma anche dagli Auror. Esatto, perdeva tempo. Perché quello era il suo lavoro, la sua missione, e non ci avrebbe rinunciato. Mai.

Quello che sembrava preoccuparlo di più pareva proprio l'accanimento che sua zia aveva dimostrato negli ultimi combattimenti, ma soprattutto il fatto che lui non potesse essere lì con lei a proteggerla. Stando a Hogwarts, le aveva confidato, era costantemente in apprensione. Certo, poteva capirlo... Non è facile quando vorresti proteggere una persona e invece sei lontano. Quando hai poche informazioni a tua disposizione, non sai i termini delle missioni.

Però doveva riuscire a superare tutto questo. Anche lei era stata male in passato, quando non lo vedeva per giorni, e non sapeva neanche se il suo amore fosse ricambiato.

 

 

-Ascolta, Silente mi ha parlato di un nuovo corso che vorrebbe istituire ad Hogwarts per il secondo quadrimestre... Un corso obbligatorio per ogni anno, di Difesa Pratica. Si tratterebbe di insegnare i più elementari incantesimi di difesa ai più piccoli, e di simulare vere e proprie situazioni critiche per i più grandi- Sussurrò Remus nel suo orecchio, mentre tornava ad abbracciarla.

-Questo vuol dire che avrai molto più lavoro da Gennaio in poi?- I suoi occhi cominciarono a pizzicare. Già si vedevano soltanto nei fine-settimana...

L'uomo le accarezzò i capelli.

-Beh, sì... Ma significa anche che avrò bisogno di un aiutante-

La ragazza sembrò risvegliarsi di colpo dopo tutte quelle coccole. Si tirò un po' indietro, per riuscire a guardarlo negli occhi.

-Che stai cercando di dirmi? No aspetta, non lo voglio sapere, grazie- Con una piccola spinta lo fece spostare e si avviò in camera da letto.

 

 

Prevedibile. Perfettamente, dannatamente prevedibile. Sapeva che avrebbe avuto questa reazione, ma sperava che alla fine la ragione avrebbe prevalso.

Invece era ancora lì, con la fronte appoggiata alla porta della loro camera, che implorava come un disperato che gli venisse aperto.

Da più di quaranta minuti.

-Ninphadora, ti prego…-

-E non chiamarmi Ninphadora!-

Oh Signore grazie, almeno aveva ricominciato a parlare.

Sospirò. Intravedeva una speranza.

-Ninpha, senti, perché non ne parliamo con calma e mi lasci spiegare…?-

-Spiegare?! E cosa, di grazia?! Ho capito, sai?!?! Volete segregarmi a Hogwarts, così che non vi crei più problemi, eh?! Tu te ne stai tranquillo, e pure l’Ordine non deve più preoccuparsi di me!!! Ma bravi, complimenti!!!- si sentì rispondere dall’interno.

La speranza era stata appena oscurata da un grosso nuvolone nero… che lanciava pure fulmini.

-Amore, se solo tu mi lasciassi par-…-

-Non ci penso proprio!!!-

-Il corso era già previsto da Settembre, prima che la situazione cominciasse a degenerare!-

-Certo, come no, e io sono Piton coi capelli lavati!-

-Tonks…! Ma lo vuoi capire che Silente aveva pensato a te fin da subito?! Anche perché, sapendo ciò che ci lega pensava…-

-…Di farti un favore, pensava! Ma pensava male!!! Perché io non asseconderò i vostri sporchi giochetti, oh no…- Dall’altra parte si udirono rumori di sedie spostate e le ante dell’armadio aprirsi.

-Ninpha, che stai facendo? Apri immediatamente!-

Nessuna risposta.

-Ninpha, fallo o giuro che butto giù la porta!-

Ancora niente.

-Ninpha!!! Dannazione! Ma lo vuoi capire che è un incarico di grande responsabilità?! E che per giunta ci consentirebbe di stare insieme? Non è come pensi, davvero…-

Dentro la stanza continuavano i tramestii. Remus decise di giocare la sua ultima carta.

-Senti, è vero… Sono stato oppressivo, ma l’ho fatto soltanto perché ti amo… E non voglio che ti accada niente perché altrimenti so che morirei dal dolore. Tu forse non te ne rendi conto, ma sei l’unica cosa che mi tiene in vita… E mi da la forza di combattere. Se ho accettato di restare nell’Ordine dopo la morte di Sirius è stato solo perché così avrei potuto lottare per garantire una vita migliore a Harry e a te… E… ai nostri figli, se un giorno verranno-

I tramestii cessarono di colpo con un ultimo tonfo sordo. Il rumore che produce una valigia piena quando cade a terra.

Passarono ancora alcuni minuti di silenzio, in cui nessuno dei due osò aprire bocca.

Alla fine la porta si aprì con un leggero cigolio e la ragazza emerse da dietro con la testa bassa. Pochi secondi e i loro sguardi si incrociarono.

Aveva pianto. Lo vedeva dai suoi occhi appena un po’ rossi ma ancora lucidi. E il fatto che fosse lui la causa di tanto dolore lo fece sentire un verme. Non osava avvicinarsi, non osava toccarla, per paura di poter spezzare quella tregua che si era istituita fra loro.

Fu lei a fare la prima mossa, prendendogli le mani e guardandolo negli occhi. Lui tuttavia, aveva esaurito la scorta di coraggio della serata e non riusciva ad alzare lo sguardo: non avrebbe potuto sopportare il suo abbandono.

-Guardami-

Si costrinse a farlo.

-Io… Sono stata precipitosa. Ero molto arrabbiata-

-Eri furiosa- Si lasciò sfuggire lui con un debole sorriso, recuperando un po’ del suo coraggio.

-E lo sono ancora- Rispose lei abbassando un attimo lo sguardo per poi tornare a fissare gli occhi nei suoi.

-Ma credo anche che tu sia sincero e… E che… Insomma, alla base del nostro rapporto c’è sempre stata la fiducia reciproca, vero?-

-Vero-

-Bene, allora… tu dici la verità quando sostieni che tutto questo fosse già stato deciso? Aspetta- disse bloccando un suo immediato tentativo di risposta. –Rispondi sinceramente. Significa molto per me- E non voleva dire soltanto che avrebbe potuto prendere in considerazione l’idea di accettare se le cose stavano davvero così. Era soprattutto la sincerità della risposta che la interessava. Era il loro rapporto, e la sua base per continuare a funzionare.

Remus non sapeva cosa avrebbe fatto se tutto quello che aveva appena detto fosse stato falso. Avrebbe detto la verità? Oppure l’avrebbe ingannata per proteggerla?

Ringraziò il cielo che questo non fosse il suo caso.

-Come ti ho già detto, è da molto che Silente ha in mente quest’idea. Me ne parlò proprio il primo giorno di scuola e fece il tuo nome, chiedendomi consiglio. Beh, che cosa gli risposi lo puoi ben immaginare…- Fece una pausa mentre un sorriso spento gli affiorava sulle labbra.

-Davvero, a parte il fatto che ti vorrei con me a prescindere, credo che questo lavoro sia fatto apposta per te e che potresti svolgerlo egregiamente-

Tonks lo guardò con i suoi occhioni azzurri in cui lui si perse per un momento. La abbracciò stretta e di lì a poco il semplice contatto non bastò più. Le loro bocche si toccarono e fu come lo scatenarsi di un temporale: non ne avevamo mai abbastanza e anche il vicino sembrava sempre troppo lontano. Dopo pochi passi alla cieca caddero sul letto e dettero libero sfogo ai loro sentimenti.

 

 

Un raggio di luce entrava dalla finestra, le cui persiane erano state lasciate aperte.

La sveglia sul comodino segnava le 9:12; sotto le coperte, due sagome abbracciate dormivano ancora beatamente mentre un gatto si stiracchiava e balzava giù dalla coperta posta sopra l’armadio, che era stata il suo letto per quella notte.

-Mmmmhm…-

Il gatto si voltò cautamente, appena prima di uscire dalla porta. Accertatosi che il mugolio veniva dalla sua padrona riprese il suo cammino verso la cucina, e quindi verso la sua colazione.

Tonks aprì un occhio, ma lo richiuse subito a causa della troppa luce a cui non era abituata così di prima mattina. Si stiracchiò un po’, cercando di non svegliare l’uomo che le teneva ancora un braccio sulla vita, quasi come a voler marcare il suo territorio.

-Mhm…- Ecco, dannati sensi di lupo! E lei che avrebbe voluto portargli la colazione a letto…

-Buongiorno amore… Yahw…- Farfugliò Remus, ancora non del tutto sveglio.

-Buongiorno a te… Dormito bene?-

-Magnificamente- Aveva finalmente aperto gli occhi e la stava guardando con un enorme sorriso stampato in faccia.

-Cosa c’è da essere così contenti?- Chiese lei, mentre un sorriso si affacciava anche sul suo volto.

-Vediamo…- Remus si alzò su un gomito, lasciando che la trapunta gli scivolasse via mostrando il torace solcato da profonde cicatrici. Ninphadora lasciò vagare il suo sguardo su tutti quei segni: era inutile, non riusciva a non amare anche quelli, nonostante gli deturpassero la pelle e fossero la prova della sua continua sofferenza.

-Mi sono svegliato e la prima cosa che ho visto sei stata tu…-

-Allora è un miracolo che tu non sia ancora scappato a gambe levate! Guarda che capelli… E che occhiaie- Rispose lei toccandosi i ciuffi disordinati.

Remus si chinò e le dette un bacio a stampo sulle labbra.

-E allora? Ho sempre avuto un debole per le occhiaie, io-

-Ah, sì?-

-Sì-

Il sorriso dell’uomo si allargò ancora di più.

-E poi oggi è un anno che ti sopporto… Un record da guinnes dei primati-

Anche Tonks ormai sorrideva raggiante.

-Guarda, caro il mio primato, e con questo intendo -ah, ah, fermo!- “Uomo primitivo” -ah, smettila!- che mi sopporti da molto di più!-

Due sagome che ridevano e cercavano di darsi battaglia a colpi di solletico fu lo spettacolo che si presentò a un contrariato gatto venuto a reclamare la colazione a base di squisiti croccantini che la sua padrona si era dimenticata di preparare la sera prima.

 

 

-Non gliene avrai data troppa?- Esclamò Remus, seduto al tavolo a leggere il Profeta, mentre Tonks preparava la colazione.

Il micio, come se avesse capito quello che aveva detto, smise di mangiare la sua pappa e lo guardò torvo.

-Ehi, quel gatto mi guarda male-

-Non ti guarda male. E no, non gliene ho data troppa, è la sua dose-

-Sarà- Riportò i suoi occhi sul giornale.

-Cosa si dice di nuovo?- Chiese mentre friggeva le frittelle.

-Niente di che. E’ un periodo relativamente tranquillo…-

-…E questo ti preoccupa. Preoccupa anche me-

-E Silente. E l’Ordine. E Harry- Remus aveva ripiegato il giornale e aveva ripreso a guardare il gatto che per tutta risposta si era girato dandogli le spalle. L’uomo aggrottò le sopracciglia e lanciò uno sguardo alla cuoca. Era inutile, qualsiasi suo commento sarebbe stato ignorato. Ma lui ne era convinto ormai. Tornò a guardare il gatto. Quel felino lo odiava.

O meglio, probabilmente era soltanto geloso della sua bella padrona. Sì, geloso marcio di lui. Era un animale, sentiva gli odori. E non gli andava giù che un cane grande e grosso (rispetto a lui, ovviamente) dormisse con lei quando a lui non era permesso. Era particolarmente scostante i primi giorni successivi alla trasformazione, poi si calmava, ma le cose evidentemente continuavano a non tornargli.

-Eccoci qua-

-Mhmm… Che odorino. Ma lo sai che sei proprio una donna da sposare?-

Tonks per poco non fece cadere piatti e tutto. Due volte a distanza di poche ore era troppo anche per lei!

-Ah, sì? Allora avrò bisogno di un marito che abbia il coraggio di fare da cavia per i miei esperimenti… Te la senti, Godric?-

-Ehi, cara la mia Priscilla Corvonero, guarda che il qui presente ha militato tra le file dei Grifondoro per sette lunghi anni, capito?-

Ma si erano già alzati in piedi e avevano preso a rincorrersi come due bambini, dimentichi della colazione che li guardava invitante, dalla tavola apparecchiata. Dopo poco caddero entrambi sul divano, posto davanti ad un bel fuoco scoppiettante.

-Re-remus… Dai… Ho preparato tutto…-

-Sì amore, ora…- rispose, tracciandole una scia di baci dall’orecchio alla mandibola.

-Che poi, ci siamo pure alzati adesso…-

-Io non ti ho mica proposto di ritornare a dormire-

-Vorrei ben vedere, è una così bella giornata! Fredda naturalmente, ma questo, oserei dire, gli conferisce un po’ l’aspetto di un invitante ghiacciolo al limone… Voi che ne pensate?-

Un breve tramestio precedette il corale, quanto improvvisato -Siamo d’accordo!- che uscì dalle labbra dei giovani.

La faccia di Silente era improvvisamente apparsa tra le fiamme del camino e la sua voce era suonata come un campanello d’allarme nella testa dei due, che adesso fingevano indifferenza mentre l’uno si teneva un piede dolorante a causa della sonora batosta presa contro la gamba del tavolino basso e l’altra si riparava alla ben’e meglio dietro di lui tentando, invano, di riallacciare velocemente i bottoni della camicia da uomo che indossava. Che poi, non era già equivoco indossare quello che stava indossando? Tanto più che le lasciava scoperte gran parte delle gambe…

-Cari ragazzi, buongiorno!-

-Buongiorno!-

-Scusate se vi… Ehm, disturbo così di prima mattina. Remus, hai esposto a Tonks la mia idea?-

-Sì, signore… E-ehm, lei…-

-Ho accettato! Sì, io…-

-Bene! Benissimo, oserei dire! Allora inizierai proprio dopo le vacanze di Natale. Dovremo parlarne, naturalmente, discutere insieme del programma… Che ne direste di essere nostri ospiti a Garner Avenue, per Natale? Capisco benissimo Ninphadora cara, che tu avresti preferito passare il Natale con i tuoi genitori, ma sono costretto a esprimere un parere negativo sulla questione, per ragioni di sicurezza…-

Tonks sorrise tristemente, scordandosi per un momento dell’assurda situazione in cui era venuta a trovarsi.

-Lo so. E sono d’accordo, anche se a malincuore. Ti prego soltanto, quando ci andrai, di portargli qualcosa da parte mia-

-Lo farò- Era possibile che gli occhiali del preside riuscissero a luccicare anche nel fuoco?!

-Allora ci vediamo la sera della Vigilia. Venite quando volete-

Detto questo sparì, lasciando i nostri eroi ancora rossi dalla vergogna.

-Hai accettato-

-Sì-

Un secondo di silenzio.

-Dài… Secondo me non ha mica immaginato che noi…-

-No, certo che no, Rem, tanto abbiamo di fronte solo un simpatico vecchietto rincoglionito, mica quello che ha sconfitto Grindelwald e l’unico che Voldemort abbia mai temuto… Ah ah ah- Ironizzò Tonks alzandosi e dirigendosi di nuovo verso il tavolo. Remus la seguì a ruota. La fame iniziava a farsi sentire.

-Accidenti… Le frittelle si sono raffreddate… Proviamo con…- Sfilò la bacchetta che teneva nei capelli e pronunciò sicura:

-Frittella inflamatus!-

Una frittella si rizzò improvvisamente dal piatto, per poi prendere fuoco e diventare nera come il carbone.

Il silenziò scese in cucina. Pure il gatto guardava dalla frittella alla sua padrona, ammutolito.

-Ehm… Forse dovevo dire “inflamata”-

-Forse il coraggio del vecchio Godric sta venendo meno…- Tonks si girò verso il suo uomo, prima di mollargli uno spintone ed esclamare:

-Taci, cavia da strapazzo!-

Altre risate si levarono, prima che Remus prendesse il piatto di frittelle e lo infilasse nel fedele microonde, che si accontentava soltanto della giusta digitazione del tempo di cottura e non era tanto ambizioso da voler imparare le declinazioni del latino.

 

 

Quel giorno, nonostante le proteste di Remus –Lo sai, è pericoloso… Bla bla bla-, Ninphadora riuscì a convincerlo a ritornare al locale dove erano stati l’anno prima, Blue Star. Non era cambiato di una virgola, anche se si notava qualche miglioria qua e là.

Per l’occasione i suoi capelli erano diventati di un appariscente blu elettrico.

Si sedettero al solito tavolo e ordinarono due cioccolate calde, piccante per lui, alla menta per lei. Eh, i gusti si erano evoluti e raffinati… Si notava che ne avevano prese molte altre di cioccolate insieme, vero? Remus si alzò e scelse Michelle al jukebox che ancora funzionava nell’angolo.

Non erano mai tornati lì prima di quel giorno. A Tonks era venuto in mente tante volte, ma non glielo aveva mai proposto… Forse perché aspettava proprio questo momento, chissà. Nonostante avesse fatto tante storie, era convinta che anche lui ci avesse pensato…

Bevvero la loro cioccolata parlando del più e del meno, ma i loro sguardi si stavano dicendo molto di più. Forse l’anno prima, nell’euforia del momento, avevano ingenuamente pensato che sarebbe stata tutta in discesa. Che cosa c’è di più difficile di dichiararsi? Beh, si erano presto resi conto che, per quanto si amassero alla follia, se mettersi insieme era stata un impresa, restarci stava diventando un avventura. Proprio così, come ogni neo-coppia che si rispetti avevano dovuto affrontare tutte le questioni che prima, quando erano amici, non avevano nemmeno notato.

E non mi riferisco solo al fatto che Remus russasse.

C’erano stati alti e bassi, e anche qualche momento in cui tutto sembrava pronto per andare a rotoli. Purtroppo, come si erano aspettati, era stata dura fare i conti con la guerra. Quella era stata forse la questione più impegnativa che avevano dovuto affrontare. Ma ormai anche questa, per fortuna, sembrava momentaneamente archiviata.

-Questa volta pago io-

-Ah, ah… Ti vuoi vendicare?-

-No, devo soltanto consegnare una cosa-

Ninphadora si alzò e si avviò verso il bancone, seguita da Remus.

-Ecco, 1£ e 75. Senta, scusi, è lei il proprietario del locale, vero?-

Il signore dai capelli brizzolati la guardò sorridendo.

-Sì signorina, lo gestiamo insieme, io e mia moglie-

Tonks rispose al sorriso. Remus la guardava interrogativo mentre, con non-chalance, rimetteva di nascosto i soldi nel suo portafoglio rimasto aperto proprio di fronte a lui.

-Allora, questo deve essere vostro- Detto questo gli consegnò un pacchetto incartato in carta da pacchi marrone con un fiocco blu.

-Grazie di tutto- Prese Remus per mano e uscì.

-Che cos’era?- Chiese l’uomo appena si furono incamminati verso il parco che li aveva visti dichiararsi impacciatamene il loro amore. Tonks non rispose ma si limitò a sorridere e a baciarlo appassionatamente una volta che si furono seduti sulla stessa panca dell’anno prima.

 

 

Nel frattempo nel locale, la coppia aveva aperto il pacco trovandovi con gran sorpresa una palla di vetro, al cui interno faceva bella mostra di sé una miniatura della facciata del locale, con loro due abbracciati sulla porta.

La donna la girò, per far scendere la neve, e un biglietto scivolò dalla base:

 

Non so cosa ci fosse nella cioccolata del mio fidanzato, l’altr’anno, ma la nostra felicità dipende da questo bar! Grazie di cuore, Ninphadora&Remus

 

 

Ninphadora lo guardò, il vento che le sollevava dolcemente i capelli.

-Adesso hanno la statua che si meritano-

Remus spalancò gli occhi.

-Sei incorreggibile, lo sai?-

-Lo so-

-Ma ti amo lo stesso-

-So anche questo-

Rispose lei, prima di venire trascinata in un altro bacio mozzafiato.

Forse la statua non era abbastanza…

 

 

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I don't care what consequence it brings
I have been a fool for lesser things
I want you so bad
I think you ought to know that
I intend to hold you for
The longest time

The longest time, Billy Joel

 

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FINE

 

 

 

 

 

 

Ed eccoci qui… Ed è finita anche questa… Che ne dite? Piaciuta?

Beh, non so quando, ma state sicuri che arriverà l’ennesimo continuo… Ho un po’ di ideuzze per la testa…^^ Grazie del sostegno a tutte quelle persone che hanno recensito e a tutti gli amici, parenti, fidanzati, e “amanti” (questa è per te, Pippo! ;-P). Alla prossima e correte a leggere “I know”, la storia che scrivo insieme a Iago!

 

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Iago: grazie cara… Ti ricordi di quella proposta di matrimonio??? Potrei anche acconsentire al comune… Ti adoro anch’io…^^

Sere: grazie mille della recensione, mi fa piacere di averti reso piacevole la coppia Remus/Tonks, anche se sei un fan delle Remus/Sirius! I Beatles sono dei grandi, purtroppo devo ancora approfondire per bene la loro conoscenza… Alla prossima!

Caillean: grazie dei complimenti sul mio stile e sulla storia! Sono contenta che ti sia piaciuta, a presto.

daffydebby: grazie anche a te dei complimenti. Mi fa piacere che tu abbia trovato la storia originale. E il miglior complimento che mi si possa fare! Fammi sapere anche su questa, mi raccomando… Alla prossima!

piropiro: ma grazie! Un’altra (o un altro, non si capisce e non vorrei sbagliare ^^’’’) a cui ho fatto apprezzare la coppia! Me felicissima ^^! Visto che alla fine il continuo è arrivato? A presto!

Sunny: ciao tessssssora! Alla fine ce l’ho fatta… Vengo da un periodo molto duro, ed è un sacco che non mi dedicavo a questo mondo… Sono finalmente in pari con la tua storia, quindi recensisco! Povera Amely… A presto, sei grande!

Savannah: mostro sacro! Anche a te le mie umili scuse, recensisco presto. Visto che alla fine il continuo è arrivato? A presto e… Non è che hai in mente una one-shot sul continuo di Original Sin??? Io ci provo…^^’

L’uomo_dal_fiore_in_bocca: grazie dei complimenti e anche della sincerità! Spero tutto bene… A presto!

AleLupin: grazie anche a te dei complimenti! Spero che ti sia piaciuta anche questa! Ciao!

Hoimi Slime: ciao amore, già lo sai, ma la tua è una delle recensioni più belle che mi siano mai state fatte… Ti ho già risposto: tutte e due le cose insieme. Adesso il continuo ti convince di più? Conoscendoti… No, credo di no…^^

ciuccine: ehm… dal tono confidenziale direi che mi conoscete… O no? E’ che non ho capito bene a che cosa rispondiate nella recensione… Cmq grazie e a presto.

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