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Autore: feeltheromance    04/05/2011    5 recensioni
-Oh, cazzo Billie!- ribattè esausto –Togliti di dosso quello stupido mantello e scendi da li!-
Se il cantante non avesse avuto gli occhiali scuri, Mike avrebbe senz’altro notato la scintilla rossa di consapevolezza e perversione che gli passò negli occhi verde smeraldo, sporcandoli.
(Scritta per il compleanno di Mike, auguri! *w*) [BIKE]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You’re my only family.
 

-Mikeeee!-
L’interpellato sbuffò, stanco di continuare a sentire il proprio nome urlato ai quattro venti da quel matto. Scese le scale e si trovò davanti la scena che ormai conosceva a memoria.
-Mike! Quante volte ti devo chiamare prima di vederti comparire?!- sbraitò Billie Joe in piedi sul suo divano leopardato. Si sentiva estremamente potente, da li sopra poteva vedere quasi tutto!
Mai si era sentito così importante prima d’ora, nemmeno quando calcava il palco di uno degli enormi concerti dei Green Day.
Mike squadrava il suo amante dalla testa ai piedi, e beh, non ci si impiegava molto tempo, dato il suo metro e un tappo.
Il cantante indossava un mantello nero con cui si copriva interamente e un paio d’occhiali da sole scuri.
-Billie, scendi da li, avanti.- disse il bassista sbuffando –Su, dai.-
L’altro lo squadrò come se fosse ammattito.
-Che cosa?!- esclamò sconvolto –Spero che tu stia scherzando!-
-Oh, cazzo Billie!- ribattè esausto –Togliti di dosso quello stupido mantello e scendi da li!-
Se il cantante non avesse avuto gli occhiali scuri, Mike avrebbe senz’altro notato la scintilla rossa di consapevolezza e perversione che gli passò negli occhi verde smeraldo, sporcandoli.
-Ubbidisco subito.- proclamò con uno strano sorriso, sfilandosi il mantello e gettandolo dietro di sé.
Mike si ritrovò la gola secca in meno di un secondo, cominciò ad avere caldo e a sentirsi bruciare il petto e soprattutto l’inguine, mentre ammirava estasiato il proprio amante completamente nudo –se non si contavano gli occhiali scuri-.
-Uhm…eeehm…- biascicò Mike ammaliato da quella visione paradisiaca.
-Bè, Mikey? Che c’è, hai perso la voce?- ghignò lui –Dov’è finita tutta la tua voglia di sgridarmi?-
Michael Ryan Pritchard si chiedeva continuamente come mai era stato scelto proprio lui come persona più fortunata di questa terra. Insomma, avere accanto a sé un uomo del genere, averlo come migliore amico, amante e cantante della propria band, non è certo una fortuna che capita a chiunque. Anzi, era capitata soltanto a lui.
Fecero l’amore avvinghiati l’un l’altro, in una nuvola di passione bollente, tra risate sommesse e gemiti d’estasi, come ogni volta.
Alla fine, il moro si accoccolò tra le braccia dell’altro, facendo le fusa come un micio.
-Billie.- ghignò Mike –quello era l’inizio di una crisi di mezza età, per caso? Devo preoccuparmi?-
-Ma quale crisi di mezza età,- sorrise il più basso, stretto nel suo abbraccio –No, avevo pensato soltanto che potesse piacerti…e mi sa che non avevo tutti i torti, eh?- sghignazzò soddisfatto.
-Già, come al solito, tu e il tuo cervelletto malefico l’avete avuta vinta.- sorrise Mike, -ma state attenti. Avrò la mia vendetta, vi avverto.-
-Certo, certo. Non mi fai paura, biondino.- ghignò Billie –Ah, comunque…buon compleanno, Mikey.-
Sorrise, baciandolo dolcemente. Mike si lasciò trasportare in un’altra dimensione, popolata dalle labbra morbide e calde del suo amante, dei suoi occhi luccicanti e dei suoi capelli morbidi e profumati. Era un bacio dolce, a differenza di quelli che si erano scambiati fino ad un attimo fa, era caldo e confortevole, e aveva il sapore delle sue labbra. Si divisero soltanto quando entrambi erano rimasti senza fiato.
Maledetto ossigeno…Pensò il bassista.
-Grazie, piccolo.- rispose sorridendogli. Erano fronte contro fronte, cuore contro cuore.
-Prima o poi verrà anche a te una crisi di mezza età, sappilo.- ghignò il moro, baciandogli una guancia.
-Forse sì o forse no, ma di certo non mi metterò addosso un mantello e comincerò a saltare sul divano,io!- rise.
-Ma zitto che ti è solo piaciuto quello che abbiamo fatto.- disse sicuro di sé. Tutt’a un tratto spalancò gli occhi e si tirò a sedere di scatto, come fulminato dalla corrente –Cazzo! Non ti ho ancora dato il mio regalo, merdamerdamerda!-
E prima che il bassista potesse bloccarlo e dirgli che non aveva bisogno di regali materiali quando possedeva già il suo cuore, scese dal divano e così, come mamma l’aveva fatto –‘Complimenti, Ollie!’- si lanciò su per le scale, sparendo alla sua vista.
Mike si rivestì con un sorriso che gli illuminava il volto. Quanto lo amava, mhh, quanto?
Billie ricomparve poco dopo, rischiando di inciampare per le scale. Aveva un sorriso a quarantadue denti e un pacco regalo più grande di lui stretto tra le braccia.
-Ecco qui.- disse porgendogli la scatola.
-Billie, sai che non voglio regali.-
-Non fare lo stupido, ti conosco da vent’anni ed ogni quattro maggio mi ripeti sempre la stessa cosa.- disse, risoluto -Beh, sai che c’è? Comincerò anche io a ripetere le mie battute. Ti amo, Mike, non so se l’hai capito bene. E amo vederti felice, quindi ora apri questo fottuto regalo o ti ammanetto al letto e ti faccio cose che è meglio non dire a voce.-
L’altro rise, felice. Prese il regalo e cominciò a scartarlo. Che diamine ci aveva messo dentro?! Pesava due quintali!
-Billie, non mi avrai regalato un mattone, vero?- esclamò –No, perché pesa una marea questa cosa!-
Il moro rise e gli fece segno di continuare a scartare la scatola.
Mike strappò l’ultimo strato di carta e l’aprì. Dentro c’era…polistirolo?!
-Ma che cazzo…?- alzò un sopracciglio, fulminando l’altro che scoppiò a ridere.
-Forza, forza, non è finito!- esclamò.
Mike capì che probabilmente quello era uno di quei pacchi regalo dove dentro ad una scatola ce n’è sempre una più piccola e bisogna aprirle tutte per arrivare all’ultima e trovare il dono.
Infilò le mani nel polistirolo e infatti trovò una seconda scatola, anche questa perfettamente impacchettata.
-Non avevi proprio niente da fare, eh?- lo apostrofò, sorridendo.
Billie si mise praticamente a saltellare sul posto, era curioso di sapere che cosa avrebbe pensato Mike del suo regalo. Lo esortò a scartare più velocemente e finalmente, dopo scatole, scatoline e scatolette, il biondo raggiunse un piccolo cofanetto di quelli delle gioiellerie, rivestito di velluto blu.
Oddio, se ora si inginocchia, svengo.’
Fortunatamente, Billie rimase in piedi davanti a lui, torcendosi le mani, agitato.
-Aprilo.- sussurrò.
Mike rimase per un attimo intrappolato nei suoi enormi occhi verdi, ma si riscosse, curioso di vedere cosa gli avesse regalato.
Aprì il piccolo contenitore e sorrise. Dentro, poggiata su uno strato di raso bianco, c’era un bracciale in quello che sembrava acciaio. Era una catenina abbastanza spessa che si interrompeva con una parte completamente liscia. Era semplice. E perfetto.
Mike alzò lo sguardo sul suo uomo.
-Sai che ti amo?- gli domandò, felice come soltanto Billie riusciva a farlo essere.
-Aspetta, guarda all’interno del bracciale.- suggerì il moro, con le guance imporporate.
Fece come gli aveva detto.
All’interno della parte liscia c’erano incise delle lettere.
4.05.2011 Ops!
Mike rise, con il cuore che minacciava di scoppiare di gioia. La data, naturalmente era quella del suo compleanno. Quella stupidissima esclamazione, ‘Ops!’ era la prima cosa che Billie gli aveva detto quando si erano conosciuti. Mike sorrise al ricordo. Aveva le lacrime agli occhi.
 
Mike è incazzato nero. Insomma, incazzato per quanto un bambino di dieci anni possa esserlo. È uscito di casa sbattendosi la porta alle spalle e poi ha cominciato a correre, con il vento che gli schiaffeggia il volto rigato di lacrime bollenti. Li odia, odia i suoi genitori.
Scaccia l’immagine di sua madre che gli urla contro e fa ancora più forza sulle gambe, per correre più veloce, come se potesse scappare una volta per tutte lontano da quella dannata famiglia.
La famiglia dovrebbe essere il posto in cui tutti noi stiamo bene, il luogo nel quale ci sentiamo in pace con noi stessi, invece lui non sta per niente bene tra quelle quattro mura con sua madre. La sua non è una famiglia, lui non ha una famiglia.
Non ha più fiato, ogni muscolo urla di dolore, i polmoni gli bruciano e gli occhi sembrano sanguinare, più che lacrimare.
Svolta l’angolo del quartier-SDENG!
-Cazzo!- urla tra i singhiozzi. È andato a sbattere contro qualcosa- Fanculo!-
Alza lo sguardo offuscato di lacrime e si accorge di aver travolto, non qualcosa, ma qualcuno. È un ragazzino che non ha mai visto, finito anche lui col culo a terra, per l’impatto. Si tiene la testa con le mani e ha gli occhi chiusi, il volto tirato in un’espressione di sofferenza.
Mike si alza, asciugandosi velocemente le lacrime e gli porge la mano.
-Scusami, non guardavo dove stavo andando. Ti ho fatto male?- chiede. All’improvviso si è come dimenticato dei suoi problemi. L’immagine di sua madre è svanita, si è dissolta nel nulla.
-Ops…- dice soltanto il ragazzino.
Poi, succede una cosa che il piccolo Mike non si sarebbe mai dimenticato.
Il ragazzino apre gli occhi e li punta nei suoi.
Un prato. Due smeraldi.
Luccicanti. Immensi.
Un luogo dove rifugiarsi.
Mike capisce che quegli occhi, d’ora in avanti, sarebbero stati la sua famiglia.
 
Il biondo strinse il bracciale tra le mani e abbracciò forte il suo amante. Si era commosso, perso nei ricordi e non voleva che Billie notasse quelle piccole lacrime che gli erano sfuggite. Rifugiò il viso nell’incavo del suo collo.
-Ti amo. Non hai idea di quanto.- mormorò sulla sua pelle.
-Invece sì. Mi ami tanto quando io amo te.- sussurrò stringendolo a sé –Buon compleanno, Mikey.-

 
 
 
 
 
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Saaaalve! Non ho nulla da dire su questa stupida fic XD se non…AUGURI MIKEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE *urla* *W*
Spero sia piaciuta, in questo caso lasciate una bella recensione, dai çVç
Ci si vede presto u.u
Byebye!
 

  • Susan
  
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