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Autore: SunnySideOfTheStreet    04/05/2011    2 recensioni
Ron si è appena messo con Lavanda. Hermione è fuori di sé. Malfoy le propone una passeggiata nel parco e lei decide di accettare. Tanto, peggio di così...
Questa storia si è classificata seconda su sei posizioni al Contest dei Titoli & Pacchetti Coordinati di nausicaa black
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lavanda Brown | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Questa storia ha partecipato al Contest dei Titoli & Pacchetti Coordinati di nausicaa black, classificandosi seconda su sei posizioni (yay!). Sotto riporterò il giudizio ^^

Non sono pro Dramione, però questo era il pacchetto ricevuto: il titolo era "Dieci cose che odio di te", il pairing Draco/Hermione e la citazione "Non pensare mai di meritare ciò che vuoi". Le dieci cose del pacchetto sono utilizzate solo come spunto per l’inizio, perché mi sarebbe sembrato troppo cliché metterle nella storia come cose che Hermione odia di Malfoy o viceversa JIl vero motivo per cui Malfoy piange e Hermione accetta di chiacchierare con lui è che siamo al sesto anno, e al sesto anno stavano tutti un po’ perdendo la testa: io ci ero rimasta veramente male quando Ron ed Hermione, dopo quel po’ po’ di dialogo a Erbologia che sembrava dovesse portarli direttamente all’altare, avevano litigato di nuovo per quella stupida partita di Quidditch, e avevo pensato che anche Harry aveva la sua parte di colpa (anche se Hermione non lo pensa, nel libro); la storia è ambientata proprio il giorno dopo, quindi la rabbia di Hermione è ancora fresca. In quanto a Malfoy, sappiamo benissimo che per tutto l’anno è andato a piangere da Mirtilla Malcontenta, per cui i nervi a pezzi ce li aveva. Tuttavia, la giudiciA l'ha trovato comunque OOC, quindi mi è sembrato giusto mettere l'avvertimento. Detto questo, buona lettura!

 


Ci sono dieci cose che odio di Ron Weasley, in questo momento– scriveva Hermione Granger in biblioteca, la testa in fiamme, gli occhi rossi – e mi sento proprio in dovere di elencarle.

  1. Non fa mai i compiti e chiede sempre a me di farli per lui
  2. Non ha mai letto un libro in vita sua se non la biografia dei Cannoni di Chudley
  3. Si dimostra sempre così stupidamente stupito per ogni cosa babbana
  4. A Natale e ai compleanni mi regala sempre solo dolci e non cose carine come libri o piume
  5. Non ha il minimo tatto e non capisce niente di ragazze
  6. Mangia sempre e a tavola è disgustoso; non solo, ma sembra che gli importi più del cibo che di tutto il resto, in certi casi
  7. Quando è con Harry, dimentica me, perché lui è molto più interessante di me; e stiamo quasi sempre con Harry!
  8. È molto umorale e da quando è nella squadra di Quidditch è ancora peggio
  9. Pensa di essere molto furbo e invece non lo è
  10. Sta con Lavanda Brown!!!
 
Hermione era fuori di sé. Solo il giorno prima, la squadra di Quidditch di Grifondoro aveva vinto, anche grazie alla straordinaria performance di Ron Weasley, il Portiere; ma Hermione aveva avuto motivo di credere che Harry Potter avesse messo della pozione illegale per le competizioni sportive nel succo di zucca di Ron prima della partita; cosa avrebbe dovuto fare, starsene zitta? È illegale bere Felix Felicis prima delle gare! E poi naturalmente quell’altro cretino buono a nulla di Harry aveva rivelato che lui non aveva messo proprio un bel niente nel succo di Ron e che era stato tutto uno stupido effetto placebo! E quindi Ron se l’era presa con lei, e visto che era una persona famosa per le reazioni equilibrate, la sensibilità, l’acutezza e un sacco di altre qualità positive, appena arrivato nella sala comune di Grifondoro si era messo a baciare quella deficiente di Lavanda Brown, che per tutto l’anno gli aveva praticamente lasciato dei comunicati stampa su quanto le sarebbe piaciuto mettersi con lui, di modo che anche il sagace Ron Weasley, che ci aveva messo più di tre anni a capire che lei, Hermione, era una femmina, e più di cinque a capire che sì, voleva uscire con lei, ecco, persino lui aveva capito che Lavanda gli andava dietro!
 
Ma la stupida sono io– scrisse ancora Hermione, folle di rabbia e con le guance che le bruciavano al ricordo della sera prima – la stupida sono io, perché se fin da subito mi fossi messa al collo un cartello con su scritto IO AMO RON WEASLEY, come ha fatto Lavanda, invece di avvicinarmi gradualmente a lui in modo che tutto risultasse naturale, tranquillo e non gli mettesse ansia, adesso noi due staremmo insieme da secoli, e io non sarei qui come una cretina a fare liste inutili e infantili! Insomma, Harry avrebbe potuto dirmelo, no? Avrebbe potuto dirmi che non era vero, così io sarei andata alla partita tranquilla, sarei stata felice per la vittoria perché avrei saputo che era davvero merito di Ron, e... e... oh, ma insomma! A che serve ormai...
 
In quel momento, arrivò l’unica persona, forse, che poteva contribuire ad abbassare ancora di più l’umore di Hermione: Draco Malfoy, stranamente senza Tiger e Goyle, ma sempre con il suo solito ghigno beffardo. Ovviamente la notizia che Ron si era messo con Lavanda lasciando Hermione con un pugno di mosche era già di dominio pubblico, e lei pensò disgustata che questo gli dava un pretesto in più per darle fastidio.
«E allora, Granger, come va la vita?» chiese Malfoy, sedendosi accanto a lei.
«Bene. Sai, Grifondoro ha vinto, quindi ora siamo in testa. In più, fra poco cominciano le vacanze di Natale. Tutto alla grande»
«Già, peccato che il fidanzato ti abbia mollata, eh?»
«Ma quale fidanzato, Malfoy!»
«Ah, non stavate nemmeno insieme, Granger? Ma allora sei proprio l’eroina di un romanzo tragico! Oh, quanto mi dispiace! Certo, forse è più che altro la parodia di un romanzo tragico: quell’impiastro di Weasley come eroe, te come eroina, e quella pigna bacata di Brown in mezzo a voi! Che bel quadretto, davvero!»
«Ah, sì? Be’, almeno io ho una vita sociale interessante, se tu perdi così tanto tempo a farti i film mentali sui miei presunti triangoli d’amore!»
«Mamma mia, Granger! Questa sì che mi ha fatto male! Penso di non aver mai sentito nulla di più perfido in vita mia!»
«Ma insomma, cosa vuoi da me, Malfoy?» chiese Hermione sconfortata, mettendo le sue cose nella borsa e alzandosi per andarsene.
Inaspettatamente, Malfoy la trattenne per un braccio. «Aspetta, Granger. Io voglio solo... parlarti» disse, e sembrò stupito dalle sue stesse parole. O forse dal tono in cui le aveva pronunciate, così diverso da quello usato fino a un attimo prima. Hermione si fermò a fissarlo. Lui continuò: «Ti va... ti va di fare un giro nel parco?».
Hermione sospirò. Il ragazzo che le piaceva (nonché suo migliore amico) si era appena messo con la peggiore ragazza del suo anno a Grifondoro (va bene, erano solo in tre, ma almeno Calì non saltellava da tutte le parti ridacchiando), e in questo era stato aiutato, anche se involontariamente, dall’altro suo migliore amico (buono per la tosse anche lui); lei non aveva altri veri amici con cui stare, in quel momento, gente estranea alla faccenda ma abbastanza in confidenza con lei da poter costituire un diversivo ora che le cose si erano messe male. C’era Ginny, è vero, ma non avrebbe fatto altro che parlare male di Ron, e lei non voleva proprio sentirne parlare.
In fondo... cosa aveva da perdere, nell’accettare l’invito di Malfoy a passeggiare nel parco? Aveva voglia di fare qualcosa di diverso dal solito restare appiccicata a quei due scavezzacollo, che la consideravano solo quando c’era da usare il cervello (perché fra tutti e due non ne mettevano insieme uno!) e per il resto del tempo ridevano delle cose che aveva a cuore, come leggere o migliorare le condizioni di vita degli elfi domestici...
Uscì nel parco con Malfoy.
 
 * * *
 
Faceva freddino, ed entrambi si stringevano nei mantelli. Quella era una passeggiata strana, quasi sospesa nel tempo. C’era una tregua non detta delle ostilità, una piccola pausa, come se l’odio secolare fra Serpeverde e Grifondoro fosse stato per un momento accantonato; come quel giorno di Natale, pensava Hermione, durante la prima guerra mondiale, in cui inglesi e tedeschi avevano giocato a calcio insieme nella terra di nessuno. Chiacchierarono dei compiti di Trasfigurazione ed Erbologia, Malfoy prese in giro Hermione perché si stava facendo superare da Harry in Pozioni, Hermione prese in giro Malfoy perché non era riuscito a farsi ammettere nel Lumaclub...
«Be’, sì, almeno io non ho il problema di chi invitare alla festa di Natale, adesso che l’unico candidato si è messo con una pigna bacata, eh Granger?» rispose Malfoy, ma quando Hermione lo fissò con uno sguardo accigliato, vide che lui le faceva l’occhiolino.
Non è Malfoy, si disse. È Ron con una Pozione Polisucco... Ma poi vide Ron appostato sotto un albero a sbaciucchiare Lavanda, e si mise una mano davanti agli occhi. Malfoy notò il gesto e guardò nella stessa direzione in cui aveva guardato lei.
«Lascialo stare, Granger... lascialo perdere... tu non te lo meriti, un cretino così»
«Ma sì, invece... io vorrei essere al posto di Lavanda, in questo momento... Io voglio Ron, e quello che dice sempre mia mamma è Non pensare mai di non meritare ciò che vuoi
«Sembra proprio una tipica frase melensa da Babbani, Granger» commentò Malfoy, stizzito. «Dove l’ha trovata, nei cioccolatini? Se tu vuoi a tutti i costi un paio di scarpe nuove, ma ne hai già un armadio pieno, e in più non hai neanche preso un bel voto che meriterebbe un premio, anzi hai dato degli esami veramente schifosi, pensi di meritarti quelle scarpe?»
Il tono di Malfoy, che era diventato molto più morbido e umano nel corso della loro passeggiata, era ritornato improvvisamente sardonico e annoiato... e anche arrabbiato. Hermione prese di nuovo le distanze.
«Non lo so, Malfoy» replicò, gelida «io non prendo mai brutti voti agli esami».
Questa battuta, però, sembrò calmare Malfoy. La sua voce scese di un’ottava e il suo viso si rilassò. «Già, dimenticavo con chi sto parlando, Granger. E adesso dimmi» e la prese per un gomito e ricominciò a camminare, lasciandosi alle spalle l’albero di Ron e Lavanda (che peraltro non li avevano manco visti, troppo occupati a mangiarsi la faccia l’un l’altro) «anche se lo vuoi, pensi di meritarti un ragazzo che non ti ha invitata al Ballo del Ceppo, che è stato veramente geloso di Krum ma non ha fatto niente per dimostrarsi al suo livello, che ci ha messo – cosa, cinque anni? di più! – a capire che tu gli piaci, e anche tanto, ma si è rivelato abbastanza idiota e orgoglioso da dimenticarti per una semplice... fan... non una che gli è stata amica dal primo anno, non una che gli ha parato il culo miliardi di volte, non una che l’ha aiutato, sostenuto, consolato, abbracciato, ma semplicemente una, una che gli cinguetta intorno tutto il giorno come una groupie e lo ammira solo perché è bello e gioca bene a Quidditch, forse le due ultime qualità che ti verrebbe da elencare se qualcuno ti chiedesse di descriverlo? O non pensi forse di meritarti qualcosa di più di quello che in questo momento ti sembra di volere?». Malfoy tremava, e le sue guance avevano abbandonato il loro solito pallore per divenire rosa. La voce gli si spezzò, mentre continuava a parlare. «Ma forse... forse quella Babbana di tua madre ha ragione, Granger. Forse è vero che noi meritiamo ciò che desideriamo... dopotutto, io desidero solo un po’ di pace, un po’ di solitudine, un po’ di calma, e invece... sono costretto a... a fare cose che mai mi sarei... e a perderci il sonno, sempre minacciato, sempre controllato... perché non ci vado di mezzo solo io, ma anche mamma e papà... e non mi merito questo, no! No... no...».
Si erano fermati in un angolo del parco molto vicino alla Foresta Proibita, dove l’ombra degli alberi diventava più fitta e il canto degli uccelli più debole. Ormai Malfoy aveva una nota di pianto nella voce ed Hermione non riusciva a capacitarsi di come lui facesse a sapere così nel dettaglio le dinamiche fra lei e Ron, né del perché gliene importasse tanto, né cosa intendesse quando diceva di volere solo un po’ di pace...
Ma guardandolo mentre si voltava per nascondere le lacrime che gli stavano già rigando le guance, mentre traendo grossi respiri cercava di calmarsi, e mentre sussultava per i singhiozzi che lo stesso gli scuotevano le spalle, capì... capì due cose che la fecero inorridire. Si avvicinò a Malfoy lentamente, e da dietro gli toccò una spalla.
«Allora è vero, Draco...? Sei... un Mangiamorte?» la parola le morì in gola, tanto le faceva paura.
Malfoy si staccò da lei, ritraendo la spalla come se avesse voluto mettersi a correre... poi si voltò e la guardò. «Hermione... tu sei intelligente... tu l’avevi già capito, non è vero? Certo... sono anni che mi osservate in silenzio, tu e i tuoi amichetti, non è vero? Anni che aspettate che io cada... perché non ci può essere, e non ci sarà mai, un altro motivo per cui tu dovresti volermi guardare, non è vero, Granger? Perché per te io sono solo un ragazzino idiota, che vive all’ombra di suo padre, e che ora si è fatto coinvolgere in qualcosa più grande di lui, eh? Io questo sono per te... e non dovrei lamentarmi, considerato quello che tu sei per me... Ma non è sempre vero! Non è sempre così! Tu sei... oh, vaffanculo, Granger... tu incarni tutto ciò che mio padre, il mio signore e io disprezziamo, ma... ma non è sempre vero... ci sono volte in cui vorrei... avere la tua vita, Granger. Andare bene a scuola, avere degli amici sinceri, non dovermi preoccupare per nulla di più che una A in Pozioni... ma» e abbassò la voce fino a farla diventare un sussurro «ma ci sono altre volte in cui non vorrei la tua vita, Granger... ma quella di Weasley. Capisci quanto mi faccia schifo la mia vita, a volte, se devo desiderare quella di Weasley?! E sai perché la desidero? Perché lui ha la fortuna... il privilegio... di stare sempre accanto a te!».
Quest’ultima affermazione sembrava averlo completamente spossato. Non tentava più di controllare le lacrime che gli bagnavano le guance; voltò solo la testa dall’altra parte, vergognandosi che la sua compagna dovesse vedere ciò.
Hermione aveva ancora le mani davanti alla bocca, adesso che il suo secondo sospetto era stato confermato. Ma non aveva senso... non era possibile... e soprattutto, non poteva essere...
«Draco... Draco, vieni qui. Calmati» ed Hermione fece quello che avrebbe fatto a Harry e Ron, se fossero stati loro il ragazzo piangente davanti a lei. Aprì le braccia e strinse Malfoy a sé, in un lungo, caldo, dolce abbraccio. «Calmati, Draco, non piangere. Non piangere, ti prego, stai tranquillo. Andrà tutto bene»
«Hermione, io... non mi piace la mia vita. Io ti voglio bene...»
«Lo so, Draco...»
«Ho bisogno di qualcuno che mi stia accanto... ma non c’è nessuno, nessuno, e io sono solo di fronte al mio compito...»
«Stai tranquillo, Draco, non ti preoccupare...»
«Hermione» disse improvvisamente lui, alzando la testa dalla sua spalla e guardandola fisso negli occhi «vuoi...».
Ma Hermione non seppe mai cosa le avrebbe chiesto Malfoy, perché in quella apparvero Ron e Lavanda. Si bloccarono e rimasero a fissare Malfoy ed Hermione abbracciati, anche se loro, appena li videro, si staccarono immediatamente l’uno dall’altra, come se si fossero scottati. Ron era inorridito, Lavanda affascinata. Entrambi erano senza parole.
I quattro rimasero ammutoliti e immobili per un secondo. Poi Ron prese Lavanda per la vita, disse: «Vedi, tesoro, è per questo che ho scelto te: perché a Hermione piace Malfoy!», e folle di rabbia se la trascinò via.
Scioccata, Hermione non lanciò neanche un’occhiata a Malfoy prima di mettersi a correre gridando: «Ron! No! Torna qui... non hai capito... fammi spiegare...».
Malfoy rimase a guardare la coppia rossa-bionda che camminava via a grandi passi, rincorsa dalla gran massa di capelli cespugliosi, e si diede dell’idiota per aver aperto il suo cuore a una ragazza che non era sua e che non lo sarebbe mai stata. Hermione Granger poteva anche accogliere la sua richiesta d’aiuto, poteva anche abbracciarlo e dirgli di calmarsi e non preoccuparsi; la sua voce poteva diventare dolce e i suoi modi affettuosi, ma il suo cuore apparteneva a un persona che non era lui. Tirò fuori un fazzoletto con le sue iniziali ricamate e si asciugò le ultime lacrime.
Draco Malfoy era solo, com’era e come sarebbe sempre stato. Non era riuscito a cambiare gli equilibri in un giorno, e come avrebbe potuto? Il mondo non andava così. Gli amici restavano amici, i nemici restavano nemici e gli amanti inconfessi restavano tali, se vedevano che la loro era una battaglia persa. Malfoy era troppo Purosangue per non conoscere queste elementari regole di cavalleria; per cui, riponendo idealmente al fondo del suo cuore la miniatura di Hermione, alzò il bavero della veste, si mise le mani in tasca e si avviò verso il castello.






Giudizio di nausicaa black

Grammatica: 8/10 
Originalità 10/10 
Attinenza al titolo 10/10 
Caratterizzazione personaggi: 7/10 
Punti Bonus: 10/10 
Gradimento Personale: 10/10 

Totale: 55/60 

Non ci sono particolari errori gravi per quanto riguarda la grammatica. Vorrei solo dirti di rivedere le virgole, in alcuni casi prima della e non vanno usate. Per il resto, hai sbagliato solo un verbo all'inizio: […] Ci sono dieci cose che odio (presente)[...] ed era ora che le elencassi (passato). Visto che Hermione scrive il diario al presente, andrebbe coniugato diversamente. Poi, vi è una ripetizione che stona leggermente: […] Mangia sempre e quando mangia è disgustoso[...]. Invece di ripetere l'azione, ci starebbe meglio: e quando lo fa, nel mentre. 
Non credo di doverti segnalare nient'altro, i periodi sono fluidi e la sintassi non risente delle scelte di stile che appare semplice e immediato. 
Hai scelto un momento poco chiaro nel libro, sbrogliandolo a modo tuo e questo mi è piaciuto molto, tanto che come originalità ti ho dato il punteggio pieno. Per quanto nelle Dramione sia difficile non ricadere nei clichè, sei riuscita a svincolarli tutti. 
E' nella caratterizzazione che hai sforato maggiormente. Sei stata altalenante, passando da un IC disarmante ad un melenso OOC per quanto riguarda Draco. 
Ma parliamo di Hermione, prima: mantenuta canon per tutta la storia, credo che pecchi solo nel finale, quando corre dietro a Ron. Dopo essersi mostrata così disponibile con Malfoy, il correre dietro a RonRon e LavLav non è da lei, vista la rabbia che lascia fluire all'inizio della storia. 
Totalmente OOC il "Ti voglio bene" di Draco: non credo sia il tipo da dichiarazioni improvvise, lo trovo un personaggio molto insicuro nei libri, quindi non si rispecchia pienamente nella tua descrizione. L'introspezione che viene subito dopo, è fuori dalle sue corde, fatta esclusione nell'ultima considerazione, che ho amato letteralmente. Rassegnazione, coda tra le gambe: tipico dei Malfoy 
Le frasi sono inserite nel modo giusto. Non potevi fare di meglio. Mi è piaciuta particolarmente la frase assegnata alla bocca della madre di Hermione, un'idea che ritengo impeccabile. 
Il mio gradimento è alto, all'inizio mi ha divertita tantissimo, mentre nel finale ho assaggiato l'amarezza di Draco, rattristandomi esattamente come lui. Ma è stata un'emozione positiva. Sarebbe stato più elevato senza la smielatezza che non è consona al personaggio.
In ogni caso, i miei complimenti, ti ringrazio per aver partecipato. 

Gli errori di grammatica rilevati dalla giudiciA sono stati prontamente corretti, non vi preoccupate.
Grazie per la lettura, gente!
  
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