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Autore: Frozen Jude    04/05/2011    1 recensioni
Ciao a tutti. Mi chiamo Blaise Zabini e sono un Mangiamorte.
Oddio sembra assurdo dirvelo così, non è vero? Eppure io discendo da una lunga e rinomata stirpe di.. Cacasotto, e dato che questo per me è un vero e proprio insulto, ho deciso da tempo di non seguire le orme dei miei rinomatissimi e famosissimi avi.
Magari ho sbagliato parte da cui stare, non lo metto in dubbio. L’ho capito due anni fa, quando con Draco presente mi hanno marchiato. Appena un mese e mezzo dopo di lui a dirla tutta.
Piccola One-Shot su Zabini, cosa è successo ai nostri Serpeverde dopo il sesto anno?
[Questa storia ha partecipato al The Shakespeare's quotest contest]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Pansy Parkinson, Theodore Nott
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Da Epilogo alternativo
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Ciao a tutti. Mi chiamo Blaise Zabini e sono un Mangiamorte.

Ciao a tutti. Mi chiamo Blaise Zabini e sono un Mangiamorte.

Ciao a tutti. Mi chiamo Blaise Zabini e sono un Mangiamorte.

Oddio sembra assurdo dirvelo così, non è vero? Eppure io discendo da una lunga e rinomata stirpe di.. Cacasotto,  e dato che questo per me è un vero e proprio insulto, ho deciso da tempo di non seguire le orme dei miei rinomatissimi e famosissimi avi.

Magari ho sbagliato parte da cui stare, non lo metto in dubbio. L’ho capito due anni fa, quando con Draco presente mi hanno marchiato. Appena un mese e mezzo dopo di lui a dirla tutta.

Lo vedevo distrutto dalla missione che gli era stata affidata dal Signore Oscuro, e dal fatto che non poteva parlarne con nessuno. Solo Tiger e Goyle avevano una specie di collaborazione con Draco, eppure nemmeno loro sapevano l’entità della immane stronzata che il loro amico stava facendo. Che il nostro amico stava facendo. Volevo stargli vicino, per quanto possibile, ma nonostante la marchiatura l’ho visto allontanarsi sempre di più, da chiunque. Non giocava più a Quidditch, non ci provava più con Pansy, che anzi aveva ripiegato sul caro e vecchio Nott, non beveva più, aveva cominciato a fumare e a frequentare sempre più assiduamente l’infermeria, la biblioteca e la Stanza, e decisamente molto meno le classi e le lezioni.

Si è perso le tracce di Draco Malfoy dopo quella storia per un anno intero. Si è ripresentato alla mia porta lo scorso inverno, durante le mie ultime vacanze di natale da Hogwarts, come un magnate russo, tutto impellicciato e con un colbacco grigio che si confondeva tra la neve e i suoi capelli, con una cicatrice che attraversava la sua faccia da parte a parte e offrendomi una bottiglia di vodka in regalo.

Ricordo che anche Theo aveva riso in quel caso.

Ricordo bene anche come marchiarono Pansy e Theo, qualche settimana dopo il ritorno di Draco, un anno e dieci giorni dopo di me. Ricordo che anche in quel caso era stato presente. Muto, mezzo cieco e sordo di un orecchio, ma era stato presente, partecipe della nostra scelta e del nostro errore, consapevole di non poter più tornare indietro.

Questo non sarebbe mai successo se Harry Potter non si fosse fatto infinocchiare dalla morte. Lui che per sette fottutissimi anni era sfuggito ad ogni sorta di problema e situazione, era morto per una stronzata. Non era nemmeno arrivato allo scontro ad Hogwarts, era morto annegato in un laghetto si dice, alla ricerca di una Spada di Gryffindor  che nessuno ha mai più visto.

L’unica cosa che ho sentito dire a Draco la sera in cui festeggiavamo l’anniversario dal giorno in cui noi tutti eravamo ormai stati marchiati è stata “Se non fosse già morto, lo ucciderei con le mie mani per averci portato a questo.”

Non c’era assolutamente bisogno di spiegare di chi stesse parlando Malfoy, lo sapevamo tutti, e tutti, contemporaneamente, avevamo bevuto dal bicchiere quella stessa vodka che il biondo mi aveva portato dalla Russia. Finendola.

**

Sapete quella che Theo e Pansy guardano troppo poco per occuparsi di cose ben più ludiche (tipo il sesso per intenderci) e che mi costringono a guardare troppo spesso? Quella scatola che potrebbe sembrare magica  ma che non lo è affatto, quella piena di immagini in movimento e suoni contrapposti, luci e personaggi demenziali che dovrebbero  far ridere ma che non lo fanno per niente? Beh, si. Io, Blaise Zabini, Mangiamorte, erede di una somma cospicua di codardia, guardavo la televisione.

Da quando Draco è partito per una delle sue missioni non ho molto da fare, e inventare nuove pozioni nocive non è semplice né rapido, quindi mi limito a distrarmi così. Ed è stato proprio in una di quelle tante sere di settembre, uggiose, piovose, noiose e da overdose, con niente da fare ne da pensare ne da inventare che mi sono imbattuto in un programma che parlava della regina Elisabetta I e dell’Inghilterra ai suoi tempi.

Ho sempre stimato molto quella donna, in grado di tenere ai suoi piedi un’Inghilterra come quella del 500, in grado di apprezzare il buon teatro e allo stesso tempo progettare la colonizzazione di tre quarti delle terre selvagge, in grado di far fronte a problemi con la flotta e risolverli combattendo anche contro gli Aragonesi. Beh, era stata una gran donna senza dubbio, nessun’altra mai era stata grande quanto lei, e nessun’altra mai lo sarebbe stata. E beh, nel programma c’era anche un accenno a Shakespeare, e sentendo quel nome mi venne in mente un giorno, in cui ero chiuso in biblioteca ed in cui sentivo le voci della Mudblood  e dello Sfregiato, parlare sussurrando per non disturbare nessuno. Era circa il sesto anno, e sapevo come la situazione del Trio Miracoli fosse alla frutta. Weasel se la faceva con Lavanda-Zoccola-Brown, e la Granger si era vagamente inacidita per la situazione delle due sanguisughe dietro ogni angolo.

Stavo facendo una ricerca per Cura delle Creature Magiche, ed il nostro caro  professore ci aveva dato da svolgere un tema sulle Acromantule. Io da bravo Serpeverde potevo fare due cose: o pagare un primino per farmi fare il tema, o copiare di sana pianta il tema da “Animali fantastici, dove trovarli”. Ed era esattamente questo che stavo facendo, per poi pagare un primino per farmela fare e decidere quale delle due mi interessasse di più.

L’Acromantula è un ragno velenoso con otto occhi, originario del Borneo, caratterizzato da una fitta peluria, un'apertura delle zampe superiore ai 4 metri e poderose pinze che producono un caratteristico ticchettio quando è eccitato o arrabbiato.

Mi venne in mente la sala comune poco prima di una festa, il ticchettio delle scarpe con tacchi infiniti delle ragazze e l’eccitazione palpabile nell’aria. Otto occhi, o forse ottocento, sempre intorno, pronti a giudicare ogni singolo capello messo male o un vestito che poco si intonava con un altro dall’altro capo della sala. E poi riguardo all’apertura delle zampe, mi veniva più in mente l’apertura delle gambe delle ragazze, eccitate ed esaltate dopo la festa.

L’Acromantula è carnivora e predilige le prede grosse, fra cui non disdegna l’uomo, inoltre produce una secrezione velenosa con cui paralizza le proprie vittime prima di divorarle. Tesse tele a forma di cupola sul terreno. La femmina è più grossa del maschio e può deporre fino a cento uova alla volta.

Una voce interruppe il mio lavoro ed il flusso dei miei pensieri.

“Romeo e Giulietta, Otello, Amleto, Re Lear… Harry queste sono le più famose tragedie di Shakespeare, ed ognuna di queste rispecchia una parte del mio carattere.”

“La cosa che mi spaventa, Herm, è che in ognuna di queste il protagonista muore.”

“Tesoro, se non morisse non sarebbe una tragedia, non credi?”

“Spero che allora questa  non sia una tragedia.”

“Credimi, questo compito lo è. Come pretendi di prendere una A con Piton se gli rispondi anche nel compito che i fantasmi sono trasparenti?! È ovvio che ci toglierà dei punti! E abbasserà ulteriormente la tua media!”

Ridacchiai io, e come me sentii ridacchiare Potter. Era ovvio che la sua era una sana provocazione. L’ho ammirato per circa venti secondi, ma non ditelo a nessuno, soprattutto a nessuna Serpe. Potrei essere decapitato per una cosa del genere, e potreste vedere in un futuro la mia testa rinsecchita e appesa al muro insieme a quelle degli elfi domestici in qualche Manor – eh già, la moda dei Black ha preso piede un po’ ovunque tra i purosangue.

Insomma quei due che continuavano a parlare mi distraevano, e decisi di farglielo sapere, lanciando su di loro un Silencio che li sconvolse. Vidi la Granger voltarsi e guardarmi oltraggiata, mentre prendeva la bacchetta per annullare gli effetti dell’incanto.

“Mi disturbavate…” spiegai, guardandola e rispondendo alla sua muta domanda.

“Oh… scusa” sentirla scusarsi ed arrossire non aveva uguale soddisfazione in nulla.

Però mi avevano intrigato i loro discorsi, quindi nei mesi successivi, mi dovetti costringere a leggere qualche opera shakespeariana.

Ricordo che Draco mi aveva preso in giro parecchio. Era stata una delle poche volte che lo avevo visto ridere quell’anno. E una delle ultime.

Mi ero sentito maledettamente in colpa per non essere riuscito a salvarlo per anni, ma lui pareggiò i conti qualche giorno dopo, quando per stargli accanto ero andato contro tutta la mia famiglia e avevo preso una decisione. Avevo deciso da che parte stare.

Mi aveva picchiato a sangue quella sera, tornati a Hogwarts. Mi aveva dato dell’idiota e dell’incosciente.

Io ero stato zitto e lo avevo abbracciato, e per la prima volta in sedici anni, Draco Malfoy aveva pianto sulla mia spalla.

“Blaise, credimi, è stata la stronzata più grossa che avremmo mai potuto fare. Non esiste cosa peggiore che avessimo potuto fare…”

“Credimi Draco, finchè possiamo dire ‘questo è il peggio’ vuol dire che il peggio deve ancora venire…” e avevo dannatamente ragione.

L’anno dopo tutto andò decisamente peggio, Potter morì, Pansy e Theo, ormai Mangiamorte per costrizione di convenienza, si consolavano della loro miserabile situazione cercando in tutti i modi di fare tanti piccoli Nott da farmi accudire, Draco era tornato ma era come morto dentro, e io… Io sognavo.

Nonostante il Ministero fosse ormai nelle mani del Signore Oscuro, e io due volte a settimana ero costretto ad inginocchiarmi al suo cospetto e baciare una veste sulla quale avrei voluto vomitare, si. Ero ancora in grado di sognare.

Sognavo di tornare indietro al sesto anno, impedendo a Draco di farsi marchiare e impedendolo a tutti noi.

Perché nonostante ormai il mondo magico fosse nelle mani dei Mangiamorte, non ero contento. Non ero soddisfatto. Non sarei mai stato felice.

Spensi la televisione, ed in quel momento rientrò Draco. Il mio cuore fece un balzo.

Ah, non ve l’ho detto? Sono innamorato del mio migliore amico si, l’ho seguito anche per questo dopotutto. Ho rigirato la città, poi il paese e infine il mondo, per trovarlo dopo la sua sparizione, ma niente. Ed ero stato l’uomo più felice al mondo nel rivederlo qualche settimana fa.

Il mio cuore fece un tuffo, nel vederlo zoppicante e pieno di sangue. Gli corsi incontro e lo strinsi cercando di sorreggerlo. Cademmo entrambi, ed il trambusto fece scendere anche i due piccioncini, che evidentemente avevano smesso di fornicare.

“Blaise…” un sussurro da quell’angelo sfigurato. Era sempre dannatamente bello, ed era sempre stato dannatamente troppo per me.

“Draco ascoltami, non mi lasciare ok? Non mi abbandonare. Non ci provare assolutamente. Questo è solo un momento, passerà, ma tu non mi lasciare. Parla con me, non chiudere gli occhi. WILFRED!!” Gridai il nome del mio elfo domestico, che apparve all’istante. “Chiama un guaritore!” sparì con un ‘pop’ ma io non lo sentii.

Sentivo solo la vita di Draco attraversarmi le dita e abbandonarlo, ma l’avrei tenuto con me. Finché sarebbe stato possibile. Sentii un singhiozzo, ed ero certo fosse di Pansy, che si stringeva a Theo come quando voleva fingere che quello che stava succedendo non stava realmente succedendo.

Entrambi sapevano dei miei sentimenti, e forse ne era a conoscenza anche Draco, quindi non provai nemmeno a ritrarre i miei occhi lucidi nel vedere i suoi che si spegnevano.

“Blaise, ti prego, non piangere.”

“No Draco… No!”

“Per favore…”

“Ok…” tirai su col naso, ma chiusi gli occhi cacciando indietro le lacrime.

“Devi farmi una promessa Blaise. Non pensare mai che non ci sia niente di peggio di questo…” sorrise triste, Draco Malfoy negli ultimi istanti della sua vita.

“Sicuro Draco… Finché possiamo dire: "quest'è il peggio", vuol dir che il peggio ancora può venire.”

“A presto Blaise…” disse il biondo tra le braccia dell’unica persona al mondo in grado di amarlo in una maniera così pura da prendere la decisione più difficile al mondo. Rinunciare a se stesso.

Pianse Blaise Zabini, come un bambino, sul corpo del suo migliore amico, dell’uomo che aveva amato e del ragazzo che aveva visto annullarsi.

Pianse ogni sua lacrima, per quelli che forse furono giorni.

Era sordo ai richiami di Pansy e Theo. Era cieco al cibo che gli lasciavano accanto. Era insofferente alle mani che lo toccavano cercando di scostarlo dal corpo del ragazzo o cercavano di togliergli il cadavere dalle braccia. Lentamente il freddo prese corpo dentro di lui, come il freddo aveva accolto il corpo di Draco dentro di se.

Un giorno d’improvviso alzai gli occhi. Ero tornato sensibile al mondo che mi circondava, e mi voltai.

Theo era dietro di me, e mi sorrise triste.

“Lo so. Aspetta solo che mandi via Pansy.” Annuii. Aveva capito.

Dopo qualche minuto ci fu solo un enorme lampo verde.

**

Ciao a tutti. Mi chiamo Blaise Zabini e sono un Mangiamorte.

Oddio sembra assurdo dirvelo così, non è vero? Eppure io discendo da una lunga e rinomata stirpe di.. Cacasotto,  e dato che questo per me è un vero e proprio insulto, ho deciso da tempo di non seguire le orme dei miei rinomatissimi e famosissimi avi.

Ognuno di loro era morto in veneranda età, dopo essersi schierati sempre dalla parte del vincente, o non essersi schierati affatto. Io no.

Ero morto giovane, per mano di un amico che mi aveva visto demolito e distrutto dal dolore di aver perso la persona che più contava per me.

Ero morto per non soffrire più, quindi di nuovo il mio lato Slytherin aveva vinto, e di nuovo avevo pensato che non ci potesse essere niente di peggio di cosa stessi passando.

Mi sbagliai solo di poco, perché rimanendo per qualche momento ancora in giro il mio spirito aveva visto cosa realmente avessi fatto e il mio stomaco (O almeno la sensazione del mio stomaco) si era girato e rigirato, preso dalle convulsioni dei sensi di colpa.

Avevo visto Pansy e Theo e la loro reazione a ciò che era successo e mi ero finalmente convinto di ciò che due anni e mezzo fa avevo detto a Draco e di cosa lui stesso mi avesse fatto dire in punto di morte.

Finché possiamo dire: "quest'è il peggio", vuol dir che il peggio ancora può venire.

Ed il peggio, erano coloro rimasti in vita. Costretti a raccogliere i cocci che i morti avevano fatto cadere a terra.

Angolo Autrice

Dunque, un paio di chiarimenti. Non inserisco OOC tra gli avvertimenti perchè non ritengo che I personaggi che cito siano stati talmente caratterizzati dalla Rowling per rappresentare in questo modo degli OOC, ad eccezione di Draco, che infatti l’unico momento in cui potrebbe sembrare andare OOC sia quando piange sulla spalla di Blaise. Tuttavia anche nel sesto libro lo vediamo preso da un momento di debolezza e sfogarsi, quindi non vedo perché non potrebbe essere capitato al sicuro nella sua stanza. Come avrete capito la Shot non tiene conto degli eventi del settimo libro, anche se qualche cosa è ovviamente presa dall’evidente conseguenza degli eventi nel settimo nel caso in cui Harry non sia riuscito nel suo intento. 

Ora, finita la parte burocratica... CHE NE PENSATE?!

Ero incerta se postarla o meno, non ne ero soddisfatta al massimo, però quando sono arrivata VI al contest, su tredici, diciamo che mi sono fomentata! Certo, non sono tra le prime, ma per essere il mio primo concorso, e la prima volta che baso una storia interamente su Blaise, beh, posso esserne soddisfatta credo!

Ora vi lascio... Fatemi sapere! :)

Baci, Frozen Jude <3

  
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