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one-shot partecipa all’iniziativa della community 1frase su LiveJournal
Solace
Set Epsilon
“Dale
Academy ~ Vampires’ rebellion”
Etienne
d’Arcy/Charlotte Mackinnon
#01.
Gelosia
A Charlotte non era mai
capitato di essere invitata ad uscire da un ragazzo – non
credeva certo di
essere una gran bellezza, ma non era proprio da buttare – e a
volte si
ritrovava ad imbellettarsi e sperare con tutto il cuore che succedesse;
ma
quando passava per i corridoi, ben pettinata e leggermente truccata,
sembrava
che tutti i ragazzi la ignorassero e lei si rese conto che era
l’avere un
vampiro ringhiante alle spalle a non darle nessuna
possibilità.
#02.
Lenzuola
Era già tanto che avesse
accettato la sua presenza nel letto, decidendo saggiamente di non
continuare a
lamentarsi – anche perché lui non le avrebbe mai
dato ascolto – ma quello che
davvero non riusciva a sopportare era dover rifare il letto con le
lenzuola che
sceglieva lui, perché almeno non erano “da
donna”: dopotutto nessuno
lo obbligava a passare la notte nel suo letto.
#03.
Caffè
Charlotte amava bere il
latte di prima mattina: la nutriva in modo giusto ed equilibrato; ma da
quando
si era ritrovata a svegliarsi ogni giorno accanto ad Etienne la
caffeina era
l’unica sostanza in grado di non farla impazzire.
#04.
Interrogatorio
Deglutì rumorosamente,
facendo vagare velocemente gli occhi su qualsiasi cosa potesse darle
un’opportunità di fuga; sapeva di essere in
trappola, sapeva che avrebbe
rischiato troppo, ma non era riuscita a non farlo ed ora si trovava
chiusa in
un angolo, in trappola, con Etienne che incombeva su di lei, braccia
incrociate
e cipiglio alterato,
ed era sicura che
non l’avrebbe passata liscia: «Dove sei
stata?»
#05.
Melodia
Abbracciare Charlotte era
la cosa che preferiva di più al mondo, persino
più di nutrirsi, perché quando
gli era accanto, pelle contro pelle, riusciva a sentire i battiti del
cuore di
lei come se fossero stati i suoi e per un istante – sulle
note di quella
melodia – poteva fingere di essere ancora vivo.
#06.
Lavoro
Se qualcuno gli avesse
chiesto cosa l’aveva convinto a diventare compagno di squadra
di Charlotte,
probabilmente avrebbe mentito; non era stato perché era
stanco di stare con le
mani in mano, né perché erano risultati
compatibili – sebbene in realtà fosse
anche per quello – né perché era il suo
lavoro, ma perché il suo sangue l’aveva
chiamato e lui l’aveva scelta – e non
se ne sarebbe mai pentito.
#07.
Denti
Etienne l’aveva sempre
affascinata e Charlotte non l’avrebbe mai negato; fin dalla
prima volta che
l’aveva visto il suo stomaco si era contorto in maniera
spiacevole e i battiti
del suo cuore avevano aumentato il ritmo – le era sembrato un
sogno essere
stata così fortunata da avere quell’angelo
come compagno di squadra – ma
era bastato un solo sorriso, divertito da qualcosa che lei ancora non
capiva, e
i suoi occhi si erano spalancati di fronte a quei canini decisamente
più lunghi
e appuntiti del normale, perché forse Etienne non
era affatto un angelo.
#08.
Libro
Aveva aspettato quasi un
mese per poter leggere quel libro, chiedendo ogni giorno alla
bibliotecaria se
l’avessero riconsegnato, e finalmente era tra le sue mani; il
problema era che
l’avrebbe trovato ancora più interessante se
Etienne avesse smesso di
giocherellare con i suoi capelli e di continuare a distrarla.
#09.
Chiave
Lui era sempre stato
inaccessibile a tutti e non aveva mai fatto amicizia con nessuno, poi
era
arrivata quella piccola ragazza umana e ci era voluto poco per capire
che
l’unica in grado di farlo aprire al mondo era lei.
#10.
Sguardo
Era bastato che lei
l’avesse fissato con quegli occhi incredibilmente grigi
– brillanti come la
prima volta che li aveva incrociati – e dirle di no era
diventato impossibile.
#11.
Biancheria
Erano di pizzo grigio, con
qualche fronzolo e davvero invisibili,
e si sentì bruciare le guance per
averle soltanto guardate – o meglio, per essersele trovate ad
un centimetro dal
naso – mentre lì accanto Etienne se la rideva di
gusto e con un dito le
allungava anche il resto del completo: poteva scordarselo che avrebbe
indossato
quella roba indecente.
#12.
Massaggio
Non l’avrebbe mai ammesso,
ma aveva paura, una paura folle, e si rese conto di avere tutte le
ragioni per
tremare quando Charlotte gli pinzò nervo e muscolo con una
forza che di umano
non aveva niente: la prossima volta avrebbe chiesto a qualcun altro per
farsi
fare i massaggi.
#13.
Sete
Era sempre riuscito a
resistere senza sforzo alla bruciante sensazione di vuoto che lo
prendeva
quando i giorni senza bere diventavano più di quelli in cui
si saziava – aveva
duecento anni, non era più un infante – ma dal
giorno in cui aveva iniziato il
Patto il suo livello di sopportazione si era abbassato sempre di
più, fino a
quando sentire l’odore del sangue e non attaccare diventava
una battaglia
destinata alla sconfitta; ma quando il profumo di Charlotte gli
penetrava le
narici, si ritrovava a stringere i denti e i pugni e voltarsi con
fatica dalla
parte opposta, perché lei era troppo importante,
più importante ancora della
sua stessa natura.
#14.
Regalo
La prima volta che Charlotte
era riuscita ad entrargli davvero nell’anima era stato con un
sorriso, mentre
gli porgeva un pacchetto colorato e gli diceva quello che da ormai
duecento
anni non aveva più sentito: «Buon
compleanno!».
#15.
Fotografia
L’unica immagine che aveva
di quando era ancora umano era un piccolo ritratto a figura intera, che
Charlotte si era presa non appena venuta a conoscenza della sua
esistenza e che
lui le aveva regalato volentieri, scambiandolo con qualcosa che valeva
immensamente di più: la prima fotografia di loro due insieme.
#16.
Istante
Era una ragazza
incredibilmente fortunata – e non
avrebbe mai smesso di ripeterselo – perché se
soltanto lui fosse arrivato un
istante più tardi, quel pugnale l’avrebbe
trapassata senza alcuna pietà.
#17.
Cane
Fin da piccola Charlotte
aveva desiderato un cagnolino, tutto quello che aveva avuto invece
erano stati
due fratelli; ma quando poi era arrivata a Dale si era ricreduta,
perché non
voleva un animale che la seguisse ovunque, che la annusasse in
continuazione, che
dormisse con lei ogni notte,
che avesse
bisogno di coccole e che ringhiasse quando qualcuno le dava fastidio: a
tutto
quello ci pensava già Etienne.
#18.
Rossetto
Charlotte aveva un solo
rossetto – color rosso veneziano – era sempre
chiuso, appoggiato su una mensola
del suo bagno in attesa di essere utilizzato, ma lei si limitava a
guardarlo,
sistemarsi i capelli ed uscire; gli aveva detto che l’avrebbe
usato solo per
un’occasione davvero speciale che fino a quel momento non era
ancora arrivata –
ma ad Etienne non importava, perché le sue labbra erano
stupende anche senza.
#19.
Orologio
Non era preoccupata,
affatto, semplicemente quell’orologio era proprio davanti ai
suoi occhi e non
poteva fare a meno di guardarlo – il fatto che erano passate
ben tre ore e
quarantasette minuti da quando lui se n’era andato via con
Solène non c’entrava
nulla.
#20.
Computer
Etienne e la tecnologia
non andavano molto d’accordo, Charlotte se n’era
accorta quasi subito: gli
aveva detto di mandare dei dati via e-mail ai loro amici rimasti
all’Accademia,
era uscita dalla stanza per un paio di minuti e quando era tornata
l’aveva
trovato a scuotere il suo portatile, con lo schermo affollato di
messaggi di
errore – e per il povero computer non c’era stato
più niente da fare.
#21.
Salato
Charlotte non piangeva
quasi mai e quando lo faceva stava ben attenta a non lasciare prove, ma
ad
Etienne bastava accostare le labbra alla sua guancia per accorgersene,
perché
la sua pelle era sempre più salata.
#22.
Pelle
Le notti che passava
sdraiato accanto a Charlotte erano gli unici momenti di pace delle sue
giornate: sapere che lei respirava a pochi centimetri di distanza, al
sicuro da
ogni pericolo, che il suo profumo l’avrebbe avvolto per le
ventiquattro ore
successive e che il calore della sua pelle morbida riusciva a scaldare
anche
lui – mentre con una mano la accarezzava più
leggero di un soffio di vento –
era l’unica cosa in grado di far palpitare per un attimo il
suo cuore privo di
vita.
#23.
Dolce
Sempre più spesso si
ritrovava a fantasticare su come sarebbe stato assaggiare finalmente il
sangue
di Charlotte: era sicuro che fosse dolce quanto il suo profumo.
#24.
Maglia
Aveva iniziato ad
indossare magliette solo dopo aver conosciuto Charlotte,
perché aveva scoperto
che gli bastava lasciarne incustodita una ed automaticamente quella
diventava
sua proprietà – e lui adorava sentire i loro odori
mischiarsi in uno unico.
#25.
Gelo
La pelle di Etienne era
fredda e d’inverno le era quasi impossibile stargli troppo
vicino, ma stringeva
i denti e cercava di resistere, perché il vuoto che la sua
lontananza le
portava era ancora più gelido.
#26.
Pallone
Non aveva mai avuto amici
durante la sua vita da vampiro, almeno finché non era
arrivata Charlotte, da
allora si era aperto sempre di più ed era per lei che
sopportava l’inutilità di
correre dietro ad una palla bianca e nera, lottando contro gli altri
per
conquistarla e per calciarla tra due pali; lo faceva soltanto
perché lei gli
sorrideva e tifava per lui.
#27.
Alba
Aveva visto i suoi capelli
biondi brillare di mille sfumature scarlatte sotto i raggi del sole,
mentre i
suoi occhi grigi l’avevano oltrepassato senza cura, quasi
fosse invisibile; ma
quell’attimo era bastato a farlo tremare intimamente e non
appena distinse il
suono della sua voce nel cicaleccio dell’Accademia seppe per
certo che da quel
giorno tutto sarebbe cambiato, perché quel giorno era solo
l’inizio.
#28.
Oscurità
L’aveva fissata con quegli
occhi troppo azzurri e profondi e non era riuscita a dire di no
– troppe
emozioni a stringerle l’anima – allora si era
lasciata affondare in quel mare
di velluto che erano le parole che le sussurrava all’orecchio
e aveva accettato
il Patto, senza sapere con esattezza cosa l’aspettasse, ma
non trovando né la
forza né la voglia di pentirsene.
#29.
Lacrime
Charlotte era forte,
Charlotte era determinata, Charlotte sapeva quello che voleva e se lo
prendeva,
Charlotte non aveva paura, Charlotte se l’era sempre cavata
da sola senza
dipendere da nessuno – ma quando Charlotte scoprì
che lui
era partito
senza dirle niente, le lacrime non poterono che scendere
sulle sue guance: mai si era sentita più sola.
#30.
Tatuaggio
Se Charlotte fosse stata
in grado di guardargli dentro, forse si sarebbe accorta che non era lei
ad
appartenere ad Etienne, ma era lui ad essere suo, perché le
era bastato un solo
sguardo per marchiarlo – e da quel momento il suo nome si era
inciso a forza
sul suo inutile cuore.
#31.
Occhiali
Aveva sempre odiato il
sole: prima perché lo obbligava a rimanersene al chiuso, ben
sigillato al mondo
esterno, poi perché gli impediva di godersi appieno la vista
di Charlotte in
piena luce, senza essere costretto a soffrire di atroci emicranie; fu
con
incredibile gioia quindi che accolse il regalo che lei fece un giorno
– e non
si sarebbe mai stancato di ripetere che grande invenzione erano stati
gli
occhiali da sole.
#32.
Latte
Charlotte aveva sempre
bevuto il latte con la stessa passione con cui lui beveva il sangue, ma
anche
sforzandosi non riusciva a capire cosa ci fosse di gustoso in quel
liquido
bianco, l’unico motivo per cui lo sopportava era
perché vederla camminare per
l’Accademia con un baffo bianco sul labbro non aveva prezzo.
#33.
Taglio
Era sempre stata attenta a
quello che faceva – e non avrebbe potuto essere altrimenti
con un vampiro come
compagno di squadra – per quello imprecò quando la
pagina del libro che stava
sfogliando troppo velocemente le tagliò la pelle del dito,
facendo stillare
minuscole gocce di sangue che però furono abbastanza
perché Etienne – fino a
quel momento seduto comodamente al suo fianco – inspirasse
bruscamente e
scappasse fuori dalla biblioteca.
#34.
Anniversario
Non era mai stata una
ragazza sentimentale, ma in quel periodo non poteva fare a meno di
lambiccarsi
il cervello in cerca di qualcosa da regalare ad Etienne per festeggiare
un
altro anno passato come compagni di squadra, sapendo già che
come ogni altro
anno passato si sarebbero limitati a stare seduti vicini a
chiacchierare e
scherzare per tutta la notte.
#35.
Quadro
Nonostante odiasse il
sole, aveva sempre amato il fatto che Charlotte dormisse con le tende
aperte,
perché i raggi di luce che entravano nella stanza
all’alba e si posavano su di
lei gli stringevano l’anima e gli toglievano il respiro
– se solo ne avesse
avuto ancora bisogno – perché quella era
l’immagine più perfetta su cui i suoi
occhi si erano mai posati.
#36.
Ripetere
Etienne si voltò a
guardarla, spalancando gli occhi e mostrando al mondo la sua migliore
espressione stupefatta, perché quella era la proposta
più assurda che Charlotte
gli aveva mai fatto, in tutti e quattro gli anni che si conoscevano:
«Scusa,
potresti ripetere?!».
#37.
Sfumature
Erano compagni di squadra
e prima ancora erano amici, ma Etienne fu il primo ad accorgersi che
oltre a
quello c’era qualcos’altro, che Charlotte
continuava ad ostinarsi a non vedere
e che andava bene al di là dell’essere
semplicemente “amici”.
#38.
Significati
Per quanto le fosse
piaciuto negarlo, Charlotte sapeva che ogni volta che Etienne la
chiamava
“chérie” era per ricordarle quanto fosse
preziosa ed importante per lui; quando
invece pronunciava il suo nome – con quella r
tipicamente francese –
erano i momenti in cui smetteva di scherzare e la verità
veniva a galla, erano
i momenti in cui non riusciva a nascondere tutto l’amore che
provava per lei.
#39.
Ossessione
Ogni volta che i suoi
denti si avvicinavano troppo al collo di Charlotte, lei scattava a
controllare
che non l’avesse morsa, con un’apprensione che non
le era affatto propria; ma
Etienne la rispettava troppo per attaccarla alle spalle e aveva deciso
di
aspettare il suo permesso per farlo, nonostante ogni giorno che passava
diventasse sempre più difficile resisterle.
#40.
Sabbia
D’estate passavano sempre
i pomeriggi al lago, nonostante l’acqua fosse fredda, e
Charlotte era contenta
di poter passeggiare sulla sabbia, tirando Etienne per mano e ridendo
come una
bambina.
#41.
Aereo
L’unica volta che avevano
preso l’aereo era stato per una missione in Francia e
Charlotte si era
ripromessa che non avrebbe mai più rimesso piede su quel
trabiccolo: passare
tutto il viaggio con un sacchetto di carta in mano
nell’attesa di rigurgitare
la colazione non era il massimo.
#42.
Viaggio
Ogni volta che Charlotte
lasciava l’Accademia da sola – per poche ore o per
giorni interi – smetteva di respirare
e rimaneva in attesa di vederla ricomparire, per poterla abbracciare e
darle il
bentornato – e riprendere a respirare, perché se
non poteva sentire il suo
profumo mischiato all’aria, allora l’ossigeno non
gli serviva.
#43.
Bosco
L’Accademia era circondata
da una fitta foresta, che Etienne imparò ad apprezzare
soltanto quando arrivò
Charlotte: nascondeva gli ultimi attimi che potevano passare soli prima
di
tornare a Dale.
#44.
Bracciale
Charlotte aveva un
braccialetto che suonava ogni volta che si muoveva – come
tante piccole
campanelle – ed Etienne avrebbe voluto che se lo togliesse,
perché l’avrebbero
individuata subito se si fosse nascosta, ma non era mai riuscito a
dirglielo,
perché infondo amava sentire quel rumore cristallino vicino
alle orecchie,
quando gli passava le braccia intorno al collo per abbracciarlo.
#45.
Sesso
Era uno dei pochi
argomenti tabù: entrambi sentivano la tensione, ma facevano
finta di niente,
perché se si fossero abbandonati alle loro fantasie non ci
sarebbe più stata via
di scampo.
#46.
Polvere
In una scatola di cartone,
rovinata ed impolverata, teneva tutte le cose importanti della sua vita
da
vampiro; accanto a quella, in una più nuova e pulita,
custodiva con cura i
ricordi che aveva creato con Charlotte.
#47.
Penna
C’erano molte cose che
Charlotte non sapeva di Etienne: una di queste era che lui era il
motivo per
cui le sue biro sparivano in continuazione – era una
tentazione troppo forte
vederla mangiucchiare il tappo con aria pensierosa e non fare niente
per farla
smettere, prima di perdere totalmente la ragione.
#48.
Lingua
La prima volta che Etienne
l’aveva battuta era stata anche la prima volta che
l’aveva messa in imbarazzo –
se solo ripensava alla scia umida lasciata dalla sua lingua mentre le
aveva
mordicchiato l’orecchio, andava a fuoco anche a distanza di
anni.
#49.
Note
Aveva sempre pensato che
lui fosse perfetto: era bello, gentile, educato, intelligente, forte e
coraggioso; ma tutto svaniva e perdeva importanza davanti alle melodie
che era
in grado di creare.
#50.
Manette
Avrebbe tanto voluto
mandarlo al diavolo e andarsene, eppure rimaneva inchiodata
lì, davanti a lui,
prigioniera dei suoi occhi.
N/A:
Credo che chiunque abbia cliccato sul titolo di
questa shot abbia idea di chi sono i personaggi, in caso contrario qui
c’è il
link della storia: Dale Academy ~ Vampires' rebellion
A tutti coloro che la
seguono e che mi seguono, una piccola informazione: come avrete notato
sono
bloccata (non che sia una novità, io sono sempre bloccata),
ma la nota positiva
è che ho scoperto a cosa è dovuto il mio blocco
dello scrittore. Ogni storia
che scrivo è collegata ad un certo stato d’animo e
se non lo provo diventa
difficile mettere insieme più di un paio di parole. Non
credo proprio di essere
l’unica, ma non ci avevo mai pensato; mi è come
venuta un’illuminazione questa
sera mentre pulivo la cucina, in queste ultime ore mi sento piuttosto
apatica e
mi sono resa conto che è l’esatto stato
d’animo che avevo quando ho iniziato
un’altra storia ("It's all about love", per chi fosse interessato) e di colpo mi
è
tornata l’ispirazione per andare avanti con quella.
Tutto questo (inutile)
paragrafo per dire che non so quando aggiornerò
“Dale Academy” o qualsiasi
altra storia, ma sono vicina all’uscita della galleria e
forse riuscirò
a
buttare giù qualcosa e già il fatto che abbia
scritto queste cinquanta frasi
dovrebbe essere un buon presagio. Certo, con la sfilza di esami che si
avvicinano sarò davvero tanto impegnata, ma nessuna delle
mie storie verrà
abbandonata!
Spero che continuerete a
seguirmi e che mi facciate sapere cosa ne pensate di questa,
perché è la prima
volta che scrivo qualcosa di simile e se devo essere sincera ho paura
di aver
creato frasi troppo lunghe.
Alla prossima!