Liberi

Il lupo vaga nella notte silenziosa: fa la guardia, con le orecchie ben tese per avvertire anche il minimo suono.

In casa è tutto silenzioso, e per la prima volta può tirare un sospiro di sollievo: lei sta bene, la cosa che porta in grembo le sta dando un po’ di tregua.

Non sente i suoi due amici e compagni: che siano tornati a casa?

Lo esclude, e questo gli fa male: quella è la sua lotta, la sua battaglia… loro possono andarsene in qualsiasi momento vogliano, ma sa che non lo faranno.

La porta d’ingresso si apre e ne esce una figura alta, snella.

Per un folle istante spera che sia lei, la donna che ama più di se stesso, ma non può essere: lei è là dentro che lotta per la vita.

E poi la sua donna non è così alta, così… così bionda.

La riconosce subito, e suo malgrado si ritrova a sorridere: ah, quanto avrebbe bisogno di una sana lite!

La vede accovacciarsi sui gradini e tenersi la testa tra le mani.

Non capisce, e questo non gli piace.

Sente il respiro di lei diventare affannoso, e questo non fa che aumentare la sua confusione: lei e quelli come lei non hanno bisogno di respirare…

Poi un pensiero attraversa la mente del lupo: è sicuro che, se non fosse intrappolata in quel limbo di non morte, avrebbe potuto piangere.

Ma il destino per lei ha scelto diversamente.

Lentamente si avvicina; vorrebbe non essere sentito, ma ha imparato che lei, come gli altri suoi simili, ha i sensi molto sviluppati.

Lei alza lo sguardo e lo posa, gelido, su di lui.

Poi si alza e in un battito di ciglia raggiunge un albero poco distante.

Qualcosa non va, ma il lupo non sa cosa possa essere andato storto: non ha sentito nulla, nessun grido provenire da dentro casa.

Ma forse è questo… forse è il silenzio che regna sovrano a essere messaggero di morte.

Cauto, le si avvicina sempre più.

« Vattene, cane » ringhia lei, ma il lupo non si lascia intimorire.

La guarda e ora ne è certo: legge il dolore nei suoi occhi, ma è un dolore antico, che niente ha a che fare con la donna che, a pochi metri da loro, sta rischiando la vita.

Il lupo sa che non dovrebbe farlo, ma con il muso sfiora la spalla della donna.

È pronto a difendersi, invece lei china ancora di più la testa e la nasconde tra le mani. Cade in terra e si rannicchia come a volersi nascondere dalla vista altrui.

Il cuore del lupo perde un battito: non l’aveva mai vista così scossa… lei è, tra tutti, la più forte, mentre ora appare… fragile.

Il lupo sente che lei è un suo spirito affine, nonostante la natura li voglia nemici mortali.

Ora vuole sapere.

Si allontana da lei per qualche istante, e al suo posto ritorna Jacob Black.

« Rosalie » sussurra, e contro ogni buon senso le circonda le spalle con un braccio.

La vampira si volta di scatto verso il giovane, il suo sguardo non promette nulla di buono: è arrabbiata per quell’intromissione. « Sparisci, lurido cagnaccio. »

Ma Jacob cerca con lei un contatto visivo, incurante delle minacce che quello sguardo promette.

È tutto surreale, pensa, ma dopotutto cosa non lo è?

« Perché? » domanda, e si rende conto che, sul serio, vuole sapere cosa ha reso la sua nemica così vulnerabile.

Rosalie apre e chiude la bocca più volte, come in cerca di una risposta, ma la sola cosa che riesce a dire è « Perché lei? »

Jacob non ha bisogno che aggiunga altro, perché più volte si è posto la stessa domanda: Perché Bella?

Si rende conto che non ci sono risposte, e sa che anche Rosalie l’ha capito.

Un singulto, e Jacob stringe ancora più forte la presa attorno alle spalle della bionda.

Sta giocando col fuoco, ma per questa sera è disposto a tutto pur di… è strano, non sa neanche lui cosa stia cercando, ma sente che deve andare così.

Si perde nei suoi pensieri: passato, presente e futuro si mescolano, dando vita a nuovi scenari e nuove possibilità se quello che è non lo fosse, e quello che non è lo fosse.

Non si accorge degli occhi ambrati al suo fianco che lo guardano come cercando risposte.

Quando alza lo sguardo, Rosalie sembra troppo occupata a studiarlo per rendersi conto della situazione paradossale in cui si trovano: vita e morte non sono mai state così vicine senza tentare di annientarsi a vicenda.

Jacob fa per dire qualcosa – non sa neanche lui cosa voglia dire, ma qualsiasi cosa andrà bene – ma Rosalie lo precede, sfiorandogli le labbra con le sue.

Jacob la guarda confuso: vorrebbe – dovrebbe – allontanarsi, ma non può muoversi.

Prima che possa dire o fare qualcosa, si trova a rispondere al bacio, un bacio gelido, che niente ha di romantico o passionale.

È un bacio pieno di rabbia, ed entrambi ne sono consapevoli. Ma non sembra essere importante.

Niente ha importanza, ora: ci sono solo mani che ci cercano, labbra che si sfiorano, corpi che si esplorano.

Sanno che è sbagliato, ma non possono fare a meno di cercarsi: si sentono liberi, per la prima volta dopo tanto tempo non hanno muri attorno a loro, e questa sensazione, nuova e conosciuta allo stesso tempo, li fa sentire… vivi.

E caldo e freddo si mescolano in quella antica danza creata per creature simili, ma che adesso unisce quanto di più diverso esista al mondo.

Libertà. Rabbia in te. Chiamala: Libertà

Libertà. Fuoco in te. Chiamala: Libertà

Libertà. Stringila. Vita in te. Vivila

Sogno in te. Sognala. Libertà: Prendila

(Liberi – Notre Dame de Paris)

La notte è testimone di quel momento d’amore che amore non è.

Il silenzio è un patto tra i due amanti: mai nessuno saprà quanto hanno condiviso in quella ricerca di libertà, una libertà che a causa del loro essere è stata loro preclusa.

È stato un gioco, niente di più.

Non sono necessarie parole; solo uno sguardo e il patto viene suggellato; porteranno il segreto nei loro cuori fino alla fine dei tempi.

Andranno avanti con le loro esistenze, saranno avversari, nemici, e se anche qualche volta ripenseranno al momento condiviso assieme niente mai cambierà.

Prima che l’alba presenti il nuovo giorno, uno sguardo, un sorriso e la promessa di silenzio.

E quando ne sentiranno la necessità, con la memoria torneranno a quei momenti tanto preziosi quanto nocivi: ripenseranno a quando la libertà ha bussato alla loro porta e si cercheranno pur consapevoli che mai potranno ritrovarsi.

Quello che è stato, mai più lo sarà.

Ma quello che è stato ha donato tanto a entrambi.

E loro sapranno trarre forza dal ricordo di quella notte in cui erano, di nuovo e per sempre, spiriti liberi che urlavano le loro promesse al cielo.

***

Note varie.

So che non ce ne sarà bisogno, ma lo dico comunque: la storia è ambientata in Breaking dawn, dopo che i piccioncini (urgh -.-) tornano dalla luna di miele…

La canzone inserita è Liberi, tratta dal musical Notre Dame de Paris, di Riccardo Cocciante.

La storia si è classificata quarta al contest  Scambio di coppia. Second edition indetto da Mafra e settima al contest  Carta bianca?, di Only_me

Onestamente è da un po’ che avevo in mente di scrivere qualcosa su loro due, e i contest sono stati come una spinta, dato che ogni volta rimandavo l’inizio della stesura.

Non son sicura che il risultato finale possa essere di vostro gradimento… in ogni caso, anche se suona strano, sono soddisfatta di quanto ne è uscito ^^ più che altro perché non vedo bene Jake con nessuno che non sia Bella (per quanto lei mi stia un po’ – troppo – antipatica U.U ) e pensare a un qualcosa con qualcuno di diverso (Rosalie, poi!) è una sfida enorme, e la storia è uscita esattamente come la pensavo…

A prescindere da tutto il resto, quindi, mi ritengo contenta di essere riuscita nella mia impresa personale =)

Spero comunque che la shot sia di piacevole lettura, e ringrazio chiunque abbia avuto la forza di arrivare fino alla fine ;)

Bax, Kla