Buona lettura.

-Noi membri del Wizwengamot riunito condannano Bellatrix Lestrange a mille ore di lavoro socialmente utile nel ministero della magia; affiancando, a causa degli atti commessi contro babbani o nati babbani, un membro dell'ufficio che lavora con i babbani-
Bellatrix Lestrange spalancò gli occhi, incredula. -Babbani? Ma dico, voi scherzate? Io non lavoro con i babbani. Andrebbero cruciati tutti.-
Si dimenò, ma le manette magiche la legarono velocemente alla sedia.

Il mattino seguente, come tutti i giorni Arthur Weasley andò al lavoro, interrogandosi su come facessero i babbani a comunicare tra loro. -Anche se c'è il feletono, come faccio a sapere con chi parlo?- Pensò sedendosi alla sua scrivania colma di carte. Sentì bussare e alzò gli occhi.
-Prego.-
Disse nascondendo velocemente una papera di gomma. La segretaria, una copia in giallo della Umbridge entrò e gli comunicò la notizia che gli cambiò la giornata, se non la vita.
-Verrà affiancato da una condannata per atti contro i babbani, signor Weasley. La donna in questione è...- Sfogliò la lista che aveva in mano e lesse il nome. -Bellatrix Lestrange.-
Il nome le copriva i folti capelli ricci, e copriva anche le maledizioni che tentava di lanciare con la piuma che aveva in mano.
Entrò nello studio e fu lasciata in consegna all'uomo.
-Bene.- Disse il rosso sorridendo, -oggi ti spiegherò una cosa molto importante. i babbani...-
Disegno un uomo e una donna, -sono esattamente... uguali..- disegnò un altro uomo e un'altra donna, -a noi maghi. Gli mancano soltanto i poteri e la bacchetta.-
Parlò invano perchè, durante la sua spiegazione, Bellatrix stava cercando un modo per farsi attestare le ore senza farle.

-Hey, Arthur- disse la mora, provando ad essere sensuale. -Questa cooperazione...- si sedette languida sulle sue gambe. -Beh, entrambi vogliamo che finisca presto, no? Perchè...- gli sfiorò il viso, e lo sguardo cadde su una paperella di gomma gialla. -E quella cos'è?- urlò con voce stridula. Saltò lontano, poggiando le spalle al muro.
Arthur sgranò gli occhi. -Niente. Cioè, solo... NON GUARDARLO.- Urlò, portandosi le mani alla bocca.
La Lestrange afferrò una penna babbana e la agitò contro la paperella. -Avada Kedavra.- Scappò correndo via. Arthur la seguì di corsa, -Bellatrix, se scappi ti mandando ad Azkaban.-
La donna si fermò, ma non era intenzionata a tornare in quell'ufficio. -Preferisco essere mandata lì piuttosto che tornare in quell'ufficio pieno di oggetti babbani.-
Arthur mise in moto il cervello. Doveva trovare presto un' escamotage per farla restare. Si avvicinò piano a lei e con fare ammiccate le sfiorò un braccio.
-Bella, perchè non torniamo nel mio ufficio?- Provò ad essere provocante.
Lei, ricordandosi il suo piano si avvicinò a lui, sorridente. Lui, mettendo in atto il piano, si avvicinò al suo viso.
-Lo so che mi trovi sexy.- Esclamarono entrambi all'unisono.
-Cosa?- Bellatrix seguì la sua domanda con una smorfia.
-Eh?- confuso il signor Weasley si grattò la testa.
-COSA SUCCEDE QUI? BRUTTI FEDIFRAGI.- Entrò in scena Molly Weasley a passo di carica, spedita verso i due.

Arthur si svegliò di colpo e vedendo la moglie dormire serena tirò un sospiro di sollievo. -Oh, sia ringraziato merlino.-
Si alzò e si diresse al lavoro, inpegnandosi a fondo.
Sentì bussare e alzò gli occhi.
-Prego.- La segretaria, una copia in giallo della Umbridge entrò. -Verrà affiancato da una condannata per atti contro i babbani, signor Weasley. La donna in questione è...- Il signor Weasley non fece in tempo a sentire il nome che cadde svenuto a terra.

-Thiana.