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Autore: sweetlady    06/05/2011    1 recensioni
questa non è altro che la storia di due ragazzi,due ragazzi qualunque di un liceo italiano, le cui strade finiranno per incrociarsi per puro caso portandoli a un punto di non ritorno. è la storia d'amore di due ragazzi diversi tra loro eppure molto simili, che riusciranno a cedere e a concedersi l'uno all'altro, alimentando di giorno in giorno il loro amore, perchè è come la pioggia nella siccità: indescrivibile. recensite in molti, è la mia prima storia su efp!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si alzò di scatto dopo un sonno agitato, i sensi vigili, pronto a scattare a qualsiasi movimento sospetto, ma subito si accorse di essere nel suo letto, madido di sudore, segno della notte agitata e capì che era stato solo un sogno, anzi un incubo.                       Buttò uno sguardo sul comodino e vide che la sveglia segnava le 7.45. Realizzò subito il fatto che rischiava di arrivare in ritardo il primo giorno di scuola dell’ultimo anno. Com’era passato il tempo….le superiori erano letteralmente volate, e così quest’anno gli toccavano gli esami di maturità. In meno di cinque minuti si infilò jeans e maglietta e scese di sotto,da dove proveniva un forte odore di caffè,segno che sua madre era in piedi e stava preparando la colazione.
  • Buongiorno! Come va? Dormito bene? Sbrigati che fai tardi a scuola! E ricordati di fammi sapere cosa hai in programma per stasera! Non fare tardi e attento per strada!! – concluse la madre facendo spuntare un sorriso che illuminò il volto del ragazzo.
  • Sii non ti preoccupare, non l’ho mica presa ieri la patente, sai? Se continui a preoccuparti ancora in quel modo, o ti verranno le rughe prima del previsto! – la canzonò il figlio, sempre con il sorriso stampato sul volto e lo sguardo malandrino.
  • Ti conosco troppo bene, Step. Hai delle brutte occhiaie e ti ho sentito parecchio agitato stanotte. Tutto bene? Qual è il problema? – domandò preoccupata la madre
  • No nessuno, non preoccuparti. È stato solo un brutto incubo, che neanche ricordo in realtà!- questo era vero, ma ricordava le sensazioni, era stato molto vivido, quasi….REALE, ma decise di ignorare tutto. Era il suo primo giorno di scuola, e questo significava amici, risate, niente compiti dopo scuola e..il permesso di guidare la sua nuova macchina! Da giorni ormai aspettava quel momento. Prese la giacca e si fiondò in garage. Non vedeva l’ora di rivedere i suoi amici, nonostante avessero passato la maggior parte dell’estate insieme, ma era curioso di sapere le  novità. Uscì sul vialetto con la sua porsche e si diresse verso la scuola. Infilò un cd nello stereo e alzò il volume della musica, che ben presto si diffuse per tutto l’abitacolo. Ad un certo punto sbucò un motorino da dietro l’angolo che non si accorse subito della presenza dell’auto, che prontamente inchiodò, ma la ragazza alla guida della moto mise le mani sui freni così bruscamente, da sbandare e cadere per terra. Stefano scese immediatamente dalla macchina e corse verso la ragazza, che per fortuna era rimasta illesa.
  • Ehi tutto bene? Meno male che ho i riflessi pronti altrimenti..non staremmo qui a parlarne! Le ossa sono ancora al loro posto? – chiese lui con voce tremante, preoccupato per la ragazza, ma la contempo rilassato vedendola rialzarsi senza troppa fatica e controllare i danni al motorino.
  • Sì, sono bene grazie. Scusa è stata colpa mia, ero distratta e non ho frenato in tempo. Tu stai bene? – e nel dir ciò si tolse il casco, rivelando una chioma castano lucente, che emanava riflessi rossi alla luce del sole.
  • Ehm..sì certo..- rispose Step, rimasto incantato dalla bellezza della persona di fronte a lui.
  • Comunque piacere, io sono Claudia- disse lei prendendo l’iniziativa.
  • Io sono Stefano, ma chiamami pure Step – sorrise lui, abbagliando la ragazza con il suo sorriso mozzafiato e i suoi denti bianchissimi.
Lei era davvero bella. Capelli castano dorati con riflessi rossi, occhi verde smeraldo con uno sguardo in grado di guardarti nell’anima, e soprattutto quel sorriso stupendo, radioso. Era abbastanza alta, mi arrivava un po’ più su della spalla. Era piuttosto magra da quello che riuscii a intravedere, perché portava un vestitino al ginocchio color avorio, che faceva risaltare la sua abbronzatura, e nel complesso era davvero molto bella.
Entrambi si riscossero e ricordandosi degli impegni scolastici si salutarono velocemente, rassegnandosi entrambi a non vedersi mai più, ma la parte più sorprendente doveva ancora arrivare.  

  
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