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Autore: redcokehobos    08/05/2011    11 recensioni
18 Gennaio 2005.
Il mio sguardo incrociò per la prima volta quello di Edward Cullen.
18 Gennaio 2005.
Il giorno in cui i miei occhi incontrarono quei due meravigliosi profondi occhi color cioccolato, rimanendone colpito.

La storia degli Edward e Bella della shot "Corri, amore. Corri." raccontata attraverso una serie di one-shot.
Edward e Bella, entrambi umani, ma pur sempre loro.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Avete presente la mia shot “Corri, amore. Corri.”?
Ecco, non era ancora pronta a lasciare quegli Edward e Bella, quelli umani. Non ci riesco.
Quindi ho deciso di cominciare questa raccolta di shot su di loro – non in ordine cronologico. Pian piano li conosceremo e scopriremo la loro storia.
Spero vogliate seguirmi in questa nuova avventura!
Tutto questo macello lo dedico alla mia Zocco, che mi ha aiutata tanto tanto… I love you <3
Buona lettura! 
 

 

menta e cioccolato
sguardi – 18 gennaio 2005

 

18 Gennaio 2005.
Il mio sguardo incrociò per la prima volta quello di Edward Cullen.
Era il mio primo giorno alla Forks High School. Mi ero appena trasferita in quella piccola cittadina sperduta nello stato di Washington, dalla quale mia madre mi aveva portata via alla tenera età di 6 mesi, per non condannarmi – ma soprattutto condannarsi – ad una vita provinciale, fuori dal resto del mondo. Ma pur avendo passato la maggior parte della mia vita in California e poi a Phoenix, non potevo di certo dire che la mia adolescenza fosse stata quello che si può definire uno spasso. Pochi amici - neanche molto stretti -, tanti libri, nessun ragazzo, nessuna attitudine particolare, nessuno sport praticabile visto il mio precario equilibrio e la mia goffaggine. Zero vita sociale. Un’esistenza anonima, grigia, un po’ come il cielo di Forks, perennemente coperto di nuvole, a quanto avevo capito. Avevo deciso di trasferirmi lì, tornare nella mia città natale e vivere con mio padre Charlie, per lasciare mia madre libera di godersi il proprio matrimonio con il suo nuovo marito, Phill, un giocatore di baseball continuamente in trasferta, quindi continuamente lontano da Phoenix. Non volevo che fosse costretta a rimanere in città con me e stare lontana da lui, non era giusto. Il mio trasferimento avrebbe facilitato la vita un po’ a tutti. Sì, mi sarebbe mancata casa, ma non ne facevo una tragedia. Non avevo nulla che mi legasse così tanto a quel posto da non poter andar via. Era la scelta più giusta.
Ma cominciavo a credere che in realtà fosse stato altro a portarmi lì: il mio cuore, il destino, pure coincidenze… non potevo definirlo. Sapevo solo che non mi sarei mai pentita di averlo fatto.
Perché quella scelta mi aveva portata a Forks.
Perché quella scelta mi aveva portata ad Edward.

 

 
18 Gennaio 2005.
Il giorno in cui i miei occhi incontrarono quei due meravigliosi profondi occhi color cioccolato, rimanendone colpito.
Ormai trasferirci da una città all’altra era diventata routine, non ci facevo più caso e non me la prendevo più di tanto. Avevo imparato a non affezionarmi ad un luogo, a delle persone. Ovviamente non mi impedivo di socializzare, fare amicizia con i miei coetanei, ma senza legarmi troppo. Carlisle veniva trasferito di ospedale in ospedale, costringendoci a cambiare Stato ogni 4 o 5 anni circa. Era questa la vita di un medico totalmente devoto alla propria professione. La medicina era una vera e propria vocazione, ed io non potevo di certo rimproverargli nulla perché era la stessa che sentivo nascere dentro me. Lo consideravo un mito, il mio punto di riferimento, oltre che praticamente mio padre, anche se non lo era dal punto di vista biologico. Lui e sua moglie Esme mi avevano accolto in casa che ero poco più di un neonato e, nonostante avessero già due figli a cui badare, mi avevano cresciuto senza mai farmi mancare niente, dandomi tutto l’amore possibile. E lo stesso avevano fatto molti anni dopo con Rosalie e Jasper, pur avendo già tre adolescenti da tenere sott’occhio. Benché fosse un po’ complicata, amavo la mia famiglia. Loro erano ciò che mi rallegrava nelle giornate tristi, il mio rifugio e la mia distrazione, ciò che mi aiutava ad andare avanti nella monotonia di quelle giornate, in attesa del trasloco successivo. Soprattutto in quella noiosa cittadina. Avevo deciso di non abbattere mai completamente quel muro che mi divideva dal resto del mondo, ma solo di aprire una finestrella per non esserne completamente emarginato. Dopo aver pianto 6 mesi per essermi dovuto allontanare da quella che consideravo la mia fidanzatina alle scuole elementari, avevo deciso di non voler più soffrire il distacco. Era stato traumatizzante.
Ma come potevo pretendere di lasciare le difese alzate davanti a lei? Non sarebbe stato umanamente possibile.
E non potei mai ringraziare di più Carlisle per un trasferimento.
Perché mi aveva portato a Forks.
Perché mi aveva portato dalla mia Bella.






EDIT: mi sono dimenticata le note!
Ho voluto cominciare con questa specie di prologo per dare un quadro generale della situazione.
Inizialmente era nata come una long fic, ma… non è il mio genere, lo ammetto: sono un tipo da shot xD
Per scriverlo mi sono aiutata un po’ con Twilight e Midnight Sun – sono pur sempre loro, no?
La vita familiare di Edward è comunque un gran casino, mentre la storia di Bella... è sempre la stessa.
La timeline cerca di seguire quella del libro, ovviamente.
Alla prossima shot. Addio!

 

  
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