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Autore: report    09/05/2011    16 recensioni
Il tempo ormai è passato. di quella piccola bambina che mi trottorellava dietro non c'è più traccia. Adesso è una donna, adesso Rin dovrà cercare la sua strada.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Io sono la neve.
Sono ghiaccio e sangue.
Sono l’oscurità senza sole.
Il calore, io… non so cosa sia.
Coloro che mi si avvicinano lo fanno con terrore e paura.
Tutti, perfino i miei simili si comportano così, tranne te.
Tu che anni or sono ti sei legata a me. Senza un motivo logico, senza una titubanza, senza mai un rimpianto.
Mi hai seguito in silenzio, sempre ad occhi bassi, obbedendo ad ogni mio ordine e così… Gli anni sono passati inesorabili.
Sei mutata, cresciuta, maturata, trasformata in una donna e adesso un solo pensiero balena nella mia mente.
Cosa sei adesso?
Cosa pensi adesso?
Cosa... Farai adesso… Rin.
Ti vedo correre insieme a quel piccolo rospo verso un campo fiorito, la tua passione per i fiori non è mutata, ma il tuo sguardo sì… Sai l’ho notato, adesso mi guardi… sì…. alzi spesso lo sguardo su di me, ma… Il tuo… sguardo… È mutato… è… accusatorio.
Di cosa mi accusi Rin?
Mi siedo ai piedi di un albero e chiudo gli occhi, poi, all’improvviso, la tua ombra mi sovrasta.
Apro gli occhi “Rin” sussurro e tu resti immobile “Padron Sesshomaru… restiamo qui per la notte?” annuisco e tu ti allontani subito.
Ti osservo preparare da mangiare e poi d’improvviso, girarti verso di me, osservarmi due secondi e rigirarti subito.
Perché?
E all’improvviso capisco.
Lo sento… strano, inaspettato, nel mio cuore un… No… Non può essere… Un battito strano, un battito sconosciuto... Un battito mai sentito… il battito della consapevolezza.
Tu adesso non hai più bisogno di me.
Tu vuoi la libertà e io… maledizione… non voglio.
Come, come è potuto accadere!
Come un essere insignificante come lei… No… non insignificante, ma… essenziale. Sì essenziale perché in tutti questi anni, mi sei stata affianco e io adesso, solo adesso mi sono reso conto che non mi dispiace averti al mio fianco, che adesso che ti stai allontanando mi mancherai.
Sorrido.
Lo sapesse quel mezzo demone di Inuyasha si farebbe quattro risate.
Ti vedo avvicinarti al fuoco e rannicchiarti su te stessa, la sera è fredda e il leggero vestito che indossi ti copre poco.
Mi alzo e poso la mia pelliccia su di te. Tu alzi leggermente gli occhi e ti avvolgi in essa. Vedo i tuoi lunghi capelli neri mischiarsi al bianco della pelliccia, vedo le tue lunghe e affusolate gambe stringerla intorno a te e io in quell’istante vorrei essere quella pelliccia.
Scuoto la testa e mi allontano.
Questi pensieri non mi si addicono. Non sono da me. Io non ho pensieri del genere, io non posso provare niente. Tutto deve esswere solo pure e fredda neve.
Cammino, verso un piccolo laghetto e mi siedo lì, sulla riva e osservo le mie mani e capisco la netta differenza tra di noi.
Tu raccogli i fiori, io mozzo le teste.
Se ti toccassi con queste mie mani, tu periresti. Sono mani da assassino, sono fatte per uccidere non per sfiorare la tua pelle. I miei artigli, per te sono veleno, sono mortali.
Inoltre, il mio cuore… Io non ho un cuore, o forse sì?!
Contemplo la luna finché le tue urla mi richiamano, tre secondi e sono davanti a te che siedi terrorizzata stringendo la mia pelliccia, ma non vedo nessuno.
“Rin! Perché hai urlato!”
“Scusate padron Sesshomaru non succederà più!” sussurri, stringendo la mia pelliccia e io m’inginocchio davanti a te.
“Non mi hai risposto!” esclamo impassibile e tu sussulti “I lupi!” sussurri e io ti fisso non capendo, non ci sono lupi, non li sento.
“Ma cosa dici Rin?”
“Loro… loro mi cercano… loro… mi rivogliono!” e vedo una lacrima solcarti il volto, ma resto immobile, anche se il mio animo n’è scosso, ma niente trapela.
“Rin i lupi non ci sono!”
“Invece sì!” urli “Loro tutte le notti sono nei miei sogni… loro… si chiedono perché?”
Le afferro un mano sentendo il calore della sua pelle invadermi “Perché cosa?”
“Perché io sono viva se loro mi hanno uccisa tanti anni fa!” sgrano gli occhi “Lo sai Rin! È stata Tenseiga!”
Lei scuote la testa “No… sei stato tu!” e appena lo dice abbassa la testa “Perché… perché mi avete salvato? Perché sono ancora con voi?”
La lascio all’improvviso “Perché… dovevo provare il potere della spada. Era il momento perfetto per ciò” esclamo e vedendo il suo viso sbiancare “Ah… certo. Però… mi avete tenuto con voi per anni… io… Dovrei essere morta. Io… non esisto. Nessuno mi cerca, nessuno mi ama, a nessuno importa se io domani scomparirò dalla faccia della terra. Solo i lupi… solo i lupi mi vogliono. Forse…. Dovrei morire di nuovo per mano loro”.
La fisso, il viso illuminato dal fuoco. Bellissima e inerme.
“Non dire sciocchezze!” esclamo dandole le spalle, ma lei mi si piazza davanti “Perché sono sciocchezze? Anche a voi, non importerebbe se io morissi adesso!”
Resto immobile e lei continua “Io… Non sono nulla!” urla furiosa slegandosi con rabbia il nastro tra i capelli, lasciandoli così liberi al vento e dandomi le spalle, sento le sue lacrime e poi quella frase “Andrò via! È inutile restare… non si può…. Sciogliere il ghiaccio! Ci ho provato, ma ho fallito”
Sono immobile, non riesco a muovermi.
Via.
Andrà via.
Sì… è giusto così… lei alla sua vita, io alla mia. Non avrebbero mai dovuto incrociarsi.
All’improvviso, si gira, correndo verso di me e buttandosi fra le mie braccia. La sento stringermi mentre io non muovo un muscolo.
“Non avresti dovuto salvarmi Sesshomaru. Perché salvandomi allora bambina, mi hai condannato alla solitudine e alla sofferenza. Non sai come è triste avere davanti il sole, ma sapere di non poterlo mai toccare? Io sì, ti strazia l’anima. La mia ormai non regge più, devo sparire, o davvero morirò per la seconda volta”.
Si stacca e corre via, tra gli alberi e io senza rendermene conto le corro dietro afferrandole un polso.
“Rin!”
“Lasciatemi!” bisbiglia e io obbedisco, consapevole solo adesso di aver stretto troppo, osservo il suo polso e lei sorride “Non mi hai fatto male” ma io continuo ad osservare il suo polso “Sesshomaru, devo andare!”
Lo dice di nuovo e per la prima volta nella mia vita, agisco d’impulso.
Allungo le mani e afferro il suo viso, adagiando le mie labbra sulla sue. Sono calde, saporite. Socchiude le labbra e la mia lingua balla con la sua. Una danza lenta, assaporata fino all’ultimo istante.
Quando mi stacco, lei mi fissa mentre io abbasso le mani, poco dopo, sento le sue dite farsi spazio tra le mie e stringere. Cerco di allontanarmi, ma lei stringe più forte. “Sesshomaru….!” sussurra e io la lascio fare.
Poggia le mie mani sui suoi seni, coperti dalla stoffa e sento inequivocabilmente un brivido percorrermi il corpo “Sono un demone Rin! Potrei ucciderti!” lei scuote la testa “Io… muoio solo senza di te!” e allora cedo.
La bacio di nuovo, con più passione, stendendola sull’erba fresca sotto di noi. Sento il calore della sua pelle riscaldare la mia. Lentamente elimino il vestito e ammiro la sua bellezza. Il suo corpo, è il corpo di una donna.
La sento rimuovere i miei vestiti e quando i nostri corpi si sfiorano, un calore nuovo m’invade.
Cos’è?
Percorro il suo corpo con le mani, ma quando lei appoggia le sue sulla mia schiena, perdo il controllo.
Quel contatto gentile, mai assaporato.
Afferro i suoi polsi, portandoli sopra la testa ed entro in lei.
Sento il suo urlo e vedo le sue lacrime e adesso so anche cosa vuol dire il dolore, perché solo adesso capisco quello che le ho fatto.
“Rin…!” esclamo fermandomi preoccupato, ma lei alza leggermente il busto, afferrandomi la testa “Continua Sesshomaru”.
“Ma Rin…!”
La vedo sorridere “Amami… Sesshomaru!” afferma stringendo le gambe intorno al mia vita e accompagnando i miei movimenti.
Questo, per me è nuovo. Io… non ho mai sentito un tale calore, Mai… mai ho sentito queste emozioni. I nostri corpi, fusi in uno solo e i nostri cuori battere all’unisono.
Quando lei si accascia su di me la sento ridere mentre le accarezzo i capelli simili alla seta.
“Perché ridi?” si alza, coprendosi con il vestito e osservandosi intorno “Rin… cosa cerchi?”
“La pozza!” mi metto seduto osservandola “Che pozza?”
“Quella del ghiaccio che si è sciolto!” e detto ciò, mi regala un sorriso sincero, un sorriso che fa sorridere anche me.
L’afferro per la vita “Andrai ancora via?”
Si stringe a me “Io… tu… cosa…” balbetta mentre la stringo forte “Io… ti chiedo di restare. Restare con me” si gira annuendo.
Forse, anni fa, quei lupi in realtà l’hanno uccisa solo per me. Perché io potessi trovarla e capire. Capire mio padre, capire Inuyasha, capire cosa sia in realtà quel sentimento che negavo di provare.
Capire che in realtà anch’io avevo un cuore che aspettava solo di essere sciolto.




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