Anime & Manga > Shadow Lady
Segui la storia  |       
Autore: Rik Bisini    13/02/2006    0 recensioni
Ad ogni giovane idol si presentano serie difficoltà per raggiungere e conservare il successo.
In genere, nessuna di loro è tenuta a preoccuparsi della più formidabile e sensuale ladra del pianeta.
Per una in particolare, il possesso di un singolare oggetto diventerà occasione di scontrarsi con le mire di Shadow Lady.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Shadow Lady torna, oggi, con il quarto episodio della serie che le sto dedicando.
Un ritorno la cui lettura mi auguro soddisfi i fan della ladra quanto scriverne ha divertito me.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Ho spostato QUI le note sulla pubblicazione e le risposte alle recensioni di Andy Grim.
Genere: Commedia, Sovrannaturale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Il ritorno di Shadow Lady'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Shadow Lady e le luci della ribalta
---------------------
Una maschera si scioglie

Il trucco si era sciolto con le lacrime ed assieme ad esso era caduta per sempre anche la fragile maschera di Karin. Aimi Komori aveva ancora le manette ai polsi e lasciava che due agenti in uniforme la facessero salire su una vettura, sotto lo sguardo determinato di Bright.
Aimi cercò ancora una volta gli occhi dell'agente e gli sembrò di intravedere in essi un briciolo di compassione o pietà, ma anche la volontà di perseverare nel suo operato.
Dal momento in cui Bright sparì dalla sua vista, Aimi colse passivamente lo svolgersi del suo viaggio in macchina. Sapeva che era diretta verso il Commissariato per un interrogatorio e che le sarebbe stato impossibile trovare una giustificazione plausibile all'aver utilizzato la falsa identità di Karin senza confessare quella di Shadow Lady.
"Se dicessi la verità" pensò, "metterei solo in pericolo tutti quanti. Oh, stupido di un Bright. Se è questo che vuole magari è quello che si merita. Un bel combattimento per la sopravvivenza contro un esercito di demoni."
Il cuore le mancò un battito.
"No" si disse, "lui non sopravviverebbe ed io nemmeno. Che devo fare? Vorrei che qualcosa mi guidasse."
Una piccola luce apparve davanti agli occhi di Aimi e l'esserino all'interno di essa alzò un pollice facendo un segno di approvazione. Aimi sbatté le palpebre. Il motore fece un rumore a decisamente inquietante.

Bright attraversò la strada, dirigendosi verso la luce di un lampione.
"Il bambino è sparito." pensò. "Sul momento non volevo distogliere lo sguardo da Aimi, mi sembrava essenziale che non avesse occasione di fuggire. Eppure anche il bambino deve avere un ruolo importante in questa storia."
Raggiuse il cono di luce e si incamminò lungo il marciapiede.
"Lime non ha tutti i torti." osservò. "Non ho la solita attenzione alle indagini, nel momento stesso in cui ho preso l'ombretto, avrei dovuto bloccare anche quel bambino."
Improvvisamente Bright tornò sui suoi passi, attraversò la strada nel medesimo punto e si diresse guardando in terra verso la casa di colei che si faceva chiamare Karin.
Svolazzando immobile nel punto in cui l'agente aveva attraversato la strada, il piccolo demone simile ad un pipistrello teneva stretto in una mano l'ombretto di Shadow Lady.

Un macchina perfettamente identica si affiancò all'auto della polizia ormai ferma da diversi minuti. Il finestrino si abbassò rivelando il volto di Bright Honda.
"Che accidenti succede?" chiese con voce autoritaria.
"Motore in panne, signore." spiegò il più anziano dei due.
"Beh" commentò l'agente, "la ragazza non più restare qui in attesa. Deve essere sentita come testimone."
"Testimone?" chiese il più giovane. "Credevo fosse in arresto?"
Bright sorrise.
"Doveva sembrare così per le esigenze dell'indagine, grazie per la collaborazione. Posso accompagnarla io, adesso."
I due agenti lo guardarono perplessi, mentre scendeva dalla vettura ed apriva lo sportello dell'auto ferma.
"Devo lasciarti le manette" disse Bright in un udibile sussurro facendo l'occhiolino ad Aimi, "non siamo ancora abbastanza vicini al commissariato."
La ragazza si alzò con fatica cercando di apparire disinvolta e si lasciò aiutare dal più giovane degli agenti a salire sulla macchina di Bright. Le manette che aveva ai polsi le sembrarono muoversi, come se avessero la necessità di tornare in tasca al soprabito da cui erano state prese.
Sedette sul sedile acconto al conducente ed attese che l'agente mettesse in moto. I due colleghi rimasero accanto all'auto in panne in attesa della vettura che attendevano per ritornare in centrale.
Aimi teneva le mani legate in grembo. Pochi isolati più in là, Bright fu avvolto da una sottile colte di fiammelle rosa e il suo corpo si trasformò in quello di Setna.
Una sfera luminosa di dimensioni non molto superiori ad una palla da tennis apparve sul sedile posteriore.
"Divertenti questi veicoli" disse Setna con un sorriso, "non ne avevo ancora guidato uno."
"Spero che Aimi perdoni i suoi servitori per la loro lentezza e per avere lasciato che l'umano Bright la catturasse." disse Vaar
Ad Aimi sfuggì un sorriso.
"Vaar ti ringrazio per l'aiuto, invece. E mille grazie anche a te, Setna."
Sospirò.
"Ho dato troppa fiducia a Bright e non ho preso le precauzioni necessarie a sfuggirgli. Aveva ragione Demo, stavo cercando di fare in modo che la mia vita somigliasse il più possibile a quella di un essere umano."
"Se è questo che desidera Aimi," disse Vaar solenne, "noi faremo senza dubbio che avvenga."
"Vorrei solo sapere come tutto questo potrebbe finire." sussurrò.
Setna guardò di sottecchi Vaar. Il piccolo demone si agitava in una pioggia di scintille, sintomo inequivocabile del suo nervosismo.
"La mia padrona," disse Setna seria, "può essere certa che i suoi servitori operano in modo che questo avvenga il prima possibile."
"Sarebbe bello," osservò Aimi, "ma meglio non illuderci troppo. Bright non è stupido ed ora capirà anche che hai il potere di assumere qualsiasi sembianza. Un problema in più, ma ne parleremo dopo."
Aimi tacque. Per le dimensioni che avevano, le manette che aveva ai polsi le sembravano un peso enorme.

Bright Honda era nuovamente seduto alla sua scrivania, all'apparenza imperturbabile di fronte al suo interlocutore.
Sutsumu aveva l'aria rassegnata e lo sguardo spento.
"Una interminabile sequenza di sabotaggi realizzati da una mano invisibile," cominciò Bright, "il cui intento è quello di far cedere i nervi a Keiko Okuma, nota idol attualmente impegnata in una serie di concerti in questa città."
Sollevò gli occhi verso Sutsumu.
"Questa è la sua accusa, giusto?" chiese.
"Esattamente." disse Sutsumu scuotendosi dal suo vago torpore.
"Esclude la possibilità che la signorina Okuma sia ricattata ed invece trova che un maniaco o un rivale potrebbero avere la responsabilità dell'avvenuto." continuò.
"L'ultimo episodio, come ho spiegato al suo collega," Sutsumu tradì una certa impazienza con un fremito della voce, "non può essere opera di qualcuno interessato ai soldi. Se un tipo di quel genere avesse foto compromettenti di Keiko, che una rivista potrebbe pagare a peso d'oro, le venderebbe piuttosto di farne delle gigantografie in una camera di albergo."
"Lei però è certo che quella non sia Keiko Okuma." osservò Bright. "Forse una rivista si sarebbe accorta dell'inganno."
Sutsumu scosse la testa.
"Capisco che sembri contraddittorio. Io sono certo che non sono foto di Keiko perché ho visto la sua reazione e perché la conosco da anni. Ma se le avessi viste pubblicate su di una rivista avrei avuto parecchi dubbi... e non sono poche le riviste che pubblicano immagini anche meno attendibili sulle personalità pubbliche."
Bright batté con forza il pugno sulla scrivania. Sutsumu scattò all'indietro.
I due uomini si guardarono. L'agente aveva una nuova luce di comprensione negli occhi, l'altro era confuso e sospettoso.
"Shadow Lady." disse Bright.
"Esiste davvero?" chiese Sutsumu.
"Puoi giurarci che esiste!" esclamò Bright.
"E che cosa c'entra?"
"Ultimamente lei..." spiegò Bright "o qualcuno molto vicino a lei, ha cominciato a rubare la forma alle persone."
Sutsumu soffocò una breve risata.
"Incredibile, vero?" chiese Bright "Pensa a quanti possono credere alla tua storia, quindi."
Sutsumu aggrottò le sopracciglia.
"Lei non è per caso uno che si occupa di..." cercò una frase adeguata, "testimonianze poco credibili e casi di paranoia?"
"Mi ci imbatto a volte" confermò Bright, "ma nella maggior parte dei casi faccio il solito lavoro di ogni agente investigativo. Comunque, so che dici la verità."
"Insomma mi crede..." insisté Sutsumu, "non vuole solo verificare che non ho inventato tutto."
"Ti credo eccome!" concluse Bright "Non più di due ore fa qualcuno ha impersonato me stesso così bene che si è fatto consegnare un auto della polizia ed ha convinto due agenti a rilasciare la persona che avevo arrestato. Abbiamo ritrovato la macchina in periferia, ovviamente vuota."

Le luci del palcoscenico si sovrapponevano accecanti e il suono amplificato degli strumenti e della voce di Keiko Okuma giungeva ben oltre le mura del grande teatro dove si esibiva. Per le strade, nelle case, sui tetti.
Shadow Lady era accovacciata sul tetto di una palazzina a diversi isolati di distanza. Di tanto in tanto si massaggiava i polsi. Accanto a lei svolazzava pigramente Demo, anche egli indistinguibile nel nero di una notte nuvolosa. Il suo sguardo si incupì quando colse il gesto della ragazza.
"Ti fa ancora male, Aimi?" chiese.
"No," lo rassicurò lei, "non fisicamente. Mi fa male il pensiero di chi mi ha fatto indossare quelle manette. Ma questo è il secondo problema da risolvere. Keiko sembra in ottima forma, nonostante la sua giornata sia stata a dir poco devastante."
Un piccolo puntino luminoso apparve dall'ombra e si allargò fino a raggiungere la forma e le fattezzedi Vaar. Alcune vivaci scintille sfuggivano dalla luminosità del demone.
"Aimi non sarà contenta del suo servitore, questa volta." disse Vaar "Setna mi disse che la ragazza era affranta, nel momento in cui l'ho convocata per impersonare l'umano Bright. Tuttavia la sua volontà di servirsi dell'artefatto demoniaco per raggiungere i suoi scopi è ancora salda."
"Credo di ammirare sinceramente il suo coraggio di proseguire nonostante i tranelli che le ho teso." confessò Shadow Lady. "Anche se la cupidigia è un sentimento umano che non dovrebbe avere nulla di ammirevole."
"Forse non si tratta di cupidigia." osservò Demo.
"Che dici?" chiese Shadow Lady.
"Hai detto che il suo atteggiamento è ammirevole e diverso da quello di chi agisce per pura cupidigia." continuò, "Potrebbe esserci un altro tipo di potere, diverso, che la sostiene per andare avanti. Qualcosa di cui, nonostante le umiliazioni e le difficoltà, non siamo riusciti a privarla. Una forza grazie alla quale continua a cantare."
Shadow Lady si corrucciò.
"Nessuno di voi due ha idea di che cosa possa essere, ammesso che esista?"
Seguì un lungo silenzio.
"Aimi perdoni il suo servitore, ma se si tratta di una cosa di cui né il Principe Demo, né Setna, né io ci siamo resi conto, è molto facile che sia qualcosa di esclusivamente umano, come quel legame che chiamate affetto."
"Vaar sei un genio!" esclamò Shadow Lady, "Ed io nemmeno me ne sono accorta! Sutsumu!"
"Il ragazzo che era con lei?" domandò perplesso Demo.
"Ne è innamorata. Forse senza nemmeno accorgersene, per questo può compiere azioni di cui lei stessa non avrebbe pensato di avere le capacità."
"Come nel tuo caso, nell'ultima notte di Shadow Lady." concordò Demo, ricordando i fatti di alcuni mesi prima. "Che possiamo fare?"
Shadow Lady si fece triste.
"Non posso farcela, privare qualcuno della persona che la ama e la sostiene è un'azione troppo malvagia per me. Io so quello che si prova. Si può rinunciare a tutto per impedire che questo legame venga spezzato."
Demo si avvicinò a Shadow Lady ed appoggiò una piccola mano sulla sua spalla, confortandola con carezze e dolci colpettini. Vaar invece parlò come se, invece di uno sfogo, avesse ascoltato una descrizione fenomenologica.
"Anche ad usare un artefatto demoniaco?"

Un antico pianoforte a coda era al centro della sala. Un ragazzo dietro il bar asciugava con uno straccio bicchieri immacolati. Pochi tavolini di legno pregiato e alcune soffici poltroncine erano disposti ad una distanza sufficiente da permettere una certa discrezione ai loro occupanti. Un paio di coppie si guardavano teneramente sui tavolini ai due lati. Al più vicino al pianoforte sedevano Bright, Sutsumu e Keiko.
La ragazza aveva i capelli in disordine e gli occhi un po' stanchi.
"Perché ha voluto parlare direttamente con lei, agente?" chiese Sutsumu "Keiko ha avuto una giornata pesante ieri, conclusa con un faticoso spettacolo. Non poteva aspettare, almeno?"
Bright scosse la testa ed accennò a rispondere, ma Keiko lo predecette.
"Sutsumu è meglio così." disse. "Non so per quale motivo Shadow Lady potrebbe avermi preso di mira, ma hai visto tu fino a che punto mi ero ridotta ieri." Si interruppe.
"Devo ancora ringraziarti" continuò, "senza il tuo sostegno non sarei nemmeno riuscita ad arrivare al teatro, mi hai dato la scossa di cui avevo bisogno."
Si rivolse a Bright.
"Comunque voglio fare quello che posso perché questa persecuzione finisca al più presto. Lei pensa sinceramente che io possa sapere qualcosa che abbia una utilità rilevante per le indagini?"
Bright trattenne un sorriso.
"Io credo che potrebbe essere determinante, ma non voglio stancarla troppo, quindi vengo subito al punto. Risulta attualmente che Shadow Lady è interessata ad oggetti particolari, di una foggia insolita, spesso esotici. Lei ne possiede?"
Keiko fece una risatina sciocca.
"Queste sono cose che non mi sono mai interessate. E poi con il lavoro che faccio, immagini quante cose posso portarmi appresso."
Una riga comparve sulla fronte di Bright. Si infilò le mani nelle tasche come a cercare lì dentro la domanda successiva. Un lampo gli apparve negli occhi dell'agente.
"Poche cose, quindi ricorderà come ha avuto ognuna di esse?"
Keiko annuì e riprese.
"Le ho acquistate quasi tutte tramite il mio agente. Una raccolta di fotografie di scena mi è stata regalata da un fan, ho un vecchio portaoggetti appartenuto a mia nonna... poi non mi separo mai dal mio microfono portafortuna che..." tossì.
Bright sembrò attraversato da una scossa di corrente elettrica.
"Come?" chiese
"Dicevo..." un altro colpo di tosse la interruppe, "io..." altri due colpi.
"Basta così" la interruppe Bright, "è sufficiente. Un oggetto che non è facile trovare in commercio, questo è l'importante."
"Vuole vederlo?" chiese Keiko. "È..." un nuovo colpo di tosse.
"Keiko, stai bene?" si interessò Sutsumu.
"Deve essere la stanchezza." sentenziò Bright. "Non credo di avere bisogno di altro, le consiglio di andare a riposare."
"Continuerà ad indagare per scoprire se è Shadow Lady a perseguitarmi?" domandò Keiko.
"Certamente no." replicò Bright. "Ho raccolto tutti gli elementi di cui avevo bisogno. Sono certo di avere a che fare con Shadow Lady."

La stanza era piccola, ma pulita. Gli arredi e i mobili non sembravano di pregio, ma erano in ottime condizioni. Peraltro, nonostante le finestre chiuse e senza abbandonarla, l'essenzialità del mobilio era sufficiente a rivelare che si trattava della stanza di un modesto hotel.
Aimi sedeva sul letto in attesa con le mani sul grembo. Una fiammata in aria diede l'impressione che qualcosa di invisibile stesse prendendo fuoco, pochi istanti prima che la figura di Vaar fosse chiaramente visibile nella stanza.
Demota entrò dalla porticina accanto, che dava nel bagno. Aimi gli sorrise.
"Avrò fatto di nuovo arrabbiare Bean, dicendogli di venire di giorno." disse con una smorfia. "C'è una cosa di cui dobbiamo parlare," spiegò Demota, "e deve esserci anche Bean. Dovremmo discutere del modo in cui prepararci a sfuggire a Bright."
Il cuore di Aimi fece un salto.
"Non voglio che Bean sappia nulla di Bright. Possono cancellargli la memoria, possono..." la sua voce divenne un sussurro ed il suo viso si colorì appena, "impedirgli di ricordarsi di me."
"Il problema è che la polizia è molto vicina a noi e di conseguenza anche a lui."
Lo sguardo di Aimi passò velocemente da Demota a Vaar e viceversa.
"Cosa succede?" chiese "c'è qualcosa che non mi avete detto?"
Vaar sprizzò una cascatella di scintille. Demota si schiarì la voce.
"In effetti, sì, Aimi." Ammise Demota. "Il punto è che Vaar ha scoperto proprio di recente che siamo sorvegliati."
Aimi spalancò la bocca, ma Demota continuò bloccandola.
"Non io o te, Bean non osa mettere i suoi agenti accanto al Messaggero del Sovrano del Fuoco. Nemmeno Vaar credo sia sotto il controllo della polizia. Ma sono certo che Setna e gli altri demoni al tuo servizio lo siano."
"Perché mai?" domandò Aimi.
"A questa domanda dovrà rispondere Bean."
Dall'ombra di un armadio prese forma la figura del demone appena nominato.
"Cosa succede, Shadow Lady?" chiese il nuovo arrivato. "Mi hai chiamato per parlarmi anche oggi e nuovamente di giorno. Non hai la mimina intenzione di cooperare con la polizia? Atteggiamento inaudito per il Messaggero del Sovrano del Fuoco."
Si avvicinò alla ragazza stringendo nel maggior modo possibile i suoi occhi a palla.
"E di che si discuteva tra voi, se la cosa mi riguarda? Ho impegni importanti e non vorrei che la mia presenza fosse di troppo."
"La padrona Aimi" intervenne Vaar, "mostra la sua benevolenza nei tuoi confronti, esentandoti dal rivolgerti a lei con la deferenza dovuta al Messaggero del mio Sovrano."
"Deferenza verso un'umana?" schernì ironico Bean.
"Certamente, demone Bean." replicò Vaar, "La natura umana di Aimi è stata considerata anche dal Sovrano del Fuoco che ha conferito ad Aimi i compiti del Messaggero e dal Signore del Tempo che come tale l'ha accolta."
Bean incassò con un amaro sorriso.
"Shadow Lady" disse rivolto ad Aimi "il tuo servo ha chiarito perfettamente la situazione. Posso comunque chiederti con il dovuto rispetto di non abusare del mio tempo?"
"Vengo subito al punto, Bean" rispose la ragazza "sono venuta a conoscenza del fatto che i miei servitori sono talora controllati dalla polizia e mi domando il perché ciò avvenga."
"In talune occasioni" spiegò Bean "quando la loro presenza tra gli uomini non è prossima a quella del Messaggero, riteniamo nostro dovere sorvegliarli, come altri criminali ed in osservanza alla legge dei demoni. L'omissione di custodia delle Pietre del Diavolo non è un reato che possa essere cancellato."
"Non sono liberi ora?" chiese Aimi.
"La loro pena è semplicemente sospesa. Torneranno alla loro prigionia quando il loro compito sarà finito."
Nelle orecchie di Aimi giunse una lontana eco del pianto di Setna, rinchiusa in un sotterraneo nel paese dei demoni.
"È orribile." commentò.
"È la nostra legge, Shadow Lady." la contraddisse Bean "La loro colpa è grave ed ha quasi causato la distruzione totale anche per gli stessi uomini."
"Ad ogni modo" intervenne Demota, "ora non sono prigionieri. Non devono essere seguiti. La presenza della polizia potrebbe rivelarsi non opportuna."
"Per chi cospira contro l'Antica Legge, certamente."
"Bean" tuonò Aimi improvvisamente decisa, "io rispondo di loro, credo. Per questo sono liberi, mi sbaglio? Sono miei assieme al mio incarico di Messaggero."
"Questi sono gli accordi." ammise Bean.
"Quello che fanno è solo affar mio. Delle loro azioni e dei loro intenti io sola la giudice, ti basta?"
Bean sgranò gli occhi. Il suo volto si irrigidì e le sue labbra si strinsero.
"Sia." esclamò. "Ma stai attenta a coloro su cui riversi fiducia, Messaggero. Potrebbero portare alla tua rovina."
Bean tornò nell'ombra e svanì. Aimi si rilassò e crollò sul letto.
"Tutto bene Aimi?"
"Aimi si sente bene?"
Furono le contemporanee richieste di Demota e Vaar.
"Non avevo scelta." commentò, "Non voglio che scoprano Bright mentre mi segue."
"Il suo servo" disse Vaar, "a cui sta a cuore che Aimi sia onorata da ogni demone ed ogni umano, crede che la fiducia in Setna sia ben riposta. Ed anche gli altri servitori del Messaggero non faranno alcunché di disonorevole per Aimi."
"Ti ringrazio Vaar" replicò Aimi, "e terrò conto delle tue parole e del tuo consiglio. Mi hai dimostrato più volte quello che dici. Ma mi domando quante volte ancora dovrò allontanare da me Bright. Mi costa fatica farlo per la sua tenacia ed anche perché è l'esatto contario di quello che il mio cuore vorrebbe."
Si scosse, sollevandosi a sedere.
"Ora ho altro a cui pensare. Shadow Lady ha bisogno di un nuovo alleato. Deve convincere Sutsumu a passare dalla sua parte."
"Dubito che Sutsumu sarà mai disposto ad agire contro Keiko." puntualizzò Demota.
"Io spero che raggiungeremo il nostro obiettivo agendo in suo favore."

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Shadow Lady / Vai alla pagina dell'autore: Rik Bisini