Ahah, sorpresa! XD Sì lo so che
dovrei aggiornare Kiss of
voice ma questa storia mia girava nel cervellino malato da un po’ di tempo e
dovevo metterla su carta per liberarmene completamente XD Allora, premetto che
nasce come One-Shot ma che potrebbe tranquillamente
diventare una Long Fic se lo voleste, ma questo
dipende da voi ^^
Quindi, vabbè, vi lascio alla lettura
e alla fine mi dite se vi sono sembrata pazza o l’idea vi è piaciuta XD Un
bacione fortissimo e grazie in anticipo a chiunque leggerà ^^
One night, one night to change
your life.
One love, one love to lose your
mind.
Heaven can wait…this I know.
Heaven can wait…it’s not the time
to go…
Los Angeles, Hollywood.
Ore 22:22, Jared.
Mi sto annoiando.
Rigiro tra le mani il bicchiere di champagne che non ho ancora
bevuto e mi guardo un po’ intorno. Solita festa in gran stile organizzata dal
primo riccone della zona a cui è venuto in mente. Soliti visi visti e stravisti
che dovrebbero mettermi a mio agio ma in realtà non lo fanno, anzi ho voglia di
sparire da qualche parte per evitare di dovermi cimentare nella solita farsa,
fatta di sorrisi e di chiacchierate la cui intelligenza è pari a zero.
In verità non so nemmeno perché ci sono venuto, avrei potuto
tranquillamente starmene a casa a riposare un po’, ma d'altronde tengo sempre
fede al mio essere masochista.
Non vedo l’ora di partire di nuovo per il tour.
Quando sono lontano, casa mi manca in un modo quasi disperato,
eppure bastano poche ore in questa città e la voglia di scappare diventa più
forte di ogni altra cosa.
La chiamano città degli angeli, ed io ancora non ne ho
incontrato nemmeno uno, anzi, più
conosco gente e più mi rendo conto che chi le ha affibbiato questo nome
la stesse prendendo in giro.
Mi stringo nel vestito elegante che mi sta alla perfezione e
sospiro stanco di tutti questi sguardi puntati su di me, in genere godo delle
attenzioni di chi mi sta attorno, ma stasera sono insofferente persino all’aria
che respiro, abbasso il viso e controllo l’orario.
22:22
Esprimi un desiderio Jared.
Mi viene da ridere per le stronzate a cui penso, ok credo che
ora possa bastare, Jared Leto ha già dato per stasera, se ne torna a casa.
Cerco con gli occhi mio fratello per avvertirlo, ma dove
diavolo si è cacciato? C’è decisamente troppa gente, impreco mentalmente
rendendomi conto che per trovarlo dovrò inoltrarmi nel bel mezzo della festa,
dal quale non so se uscirò interamente vivo o vivo solo per metà. Inutile stare
qui a pensarci, alzo gli occhi al cielo, prendo un profondo respiro e mi
immergo nella folla, esattamente come farebbe chi si prepara ad andare in apnea
sapendo di poterci restar secco.
C’è un chiacchiericcio infernale, mani che mi toccano, per la
maggior parte femminili, voci che cercano di attirare la mia attenzione,
rivolgo a tutti un sorriso tirato che, conoscendomi, risulterà affascinante e continuo imperterrito a
camminare, lanciando occhiate un po’ dappertutto per cercare di riconoscere
Shannon in mezzo a tutta questa marmaglia di gente vestita in modo elegante.
“Oddio ma tu sei davvero Jared Leto???” domanda una voce
squillante che nella mia mente viene immediatamente associata ad una gallina,
mi volto appena alla mia destra per ritrovarmi di fronte due vivaci occhi verdi e capelli biondi sparsi
dappertutto, la osservo mentre lei sorride mostrandomi una dentatura perfetta,
il bicchiere di un qualche alcolico in mano e il bel corpo stretto in un
vestitino blu striminzito.
Sorrido di rimando guardandola negli occhi, i suoi diventano
grandi e lucidi di emozione, mi lascio sfuggire una mezza risata, adoro
l’effetto che ho sulle donne.
“Sei stata tu a dirlo” la mia non è una confessione e lei
diventa tutta rossa mentre mi allontano appena, le cade il bicchiere da mano
bagnandomi il vestito, impreco, questo vestito mi è costato abbastanza da farmi
sperare di non rovinarlo completamente in una serata.
“Oddio mi dispiace!” squittisce lei attirando l’attenzione di
tutti su di noi, se non sparisco ora potrei pentirmene amaramente.
Mi faccio largo tra la folla e una folata di vento mi spinge
ad alzare lo sguardo davanti a me, come se d’improvviso ci fosse il vuoto più
assoluto e non troppi corpi accatastati
l’uno accanto all’altro.
Quello che riesco a vedere è solo un leggero velo bianco
semitrasparente sparire tra la folla, mi sfiora la pelle delle mani e il mio
cuore perde improvvisamente un battito, il mio intero corpo si spinge nella sua
direzione, come se ne fosse attratto, dimentico di ciò che stavo cercando lo
seguo come se potesse indicarmi la via giusta per uscire da questo casino ma
non riesco più a vederlo.
Mi faccio spazio e scorgo dei lunghi capelli neri ondulare
quasi fossero fatti di seta al passo della proprietaria e il velo bianco
avvolgere delicatamente le sue gambe trascinando con sé un po’ di strascico che
non so come facciano tutte queste persone a non calpestare.
Deglutisco a vuoto mentre il bisogno di seguirla ed afferrarla
diventa pressante, quasi insopportabile.
Aumento l’andatura del passo, riesco quasi a sfiorarle un braccio nudo
quando lei si volta verso di me e il mondo smette di esistere per un istante
che sembra durare in eterno, mi perdo completamente in due pozzi dorati, i
lineamenti perfetti che mi guardano in modo perplesso, quasi come fossi una
rarità da segnare e tener conto, i lunghissimi capelli neri che scendono
distratti in onde che le coprono il corpo dolcemente avvolto da un velo bianco
che sfuma in fucsia, ed è tutto lasciato all’immaginazione. Mi accorgo troppo
tardi che deve sembrare scortese questo mio fissarla, distolgo appena lo
sguardo anche se non riesco a fare a meno di tornare su di lei, mi sorride e io
ricambio sperando di non sembrare troppo stupido, almeno non quanto sembro a me
stesso in questo momento, poi lei si volta e sparisce ancora tra la folla.
Improvvisamente torna insistente il vociare delle persone
intorno a me, come se qualcuno avesse rialzato il volume, mi guardo attorno
passandomi una mano tra i capelli e senza pensarci su due volte mi spingo nella
sua direzione per cercare di ritrovarla.
Non ci metto molto, o almeno così mi sembra, è lì, qualche
metro avanti a me, che svolazza tranquilla nel suo velo di seta e nello stesso
istante in cui il mio sguardo si posa sulla sua figura, lei si volta verso di
me, quegli assurdi occhi mi fissano spalancati come se riuscissero a penetrare
attraverso tutti questi corpi e posarsi direttamente nei miei. Sbaglio o quella
mi sembra paura?
Si dirige verso le porte che danno all’interno della villa ed
io la seguo imperterrito incurante di qualsiasi altra cosa che non sia lei.
La perdo di vista solo per un secondo e mi ritrovo in un gran
bel giardino caratterizzato da una piscina al quanto coreografica, qui non c’è nessuno.
Sospiro, lei non c’è, l’ho persa.
“Mi sta seguendo, signore?” domanda una voce troppo dolce per
appartenere ad un essere umano, mi volto di scatto ed è lei che mi fissa, c’è
qualcosa di assurdamente indescrivibile che la riguarda, potrei restare ore ad
osservarla senza riuscire a capirlo.
“Jared. Mi chiamo Jared” balbetto poco sicuro e lei inclina
appena la testa sorridendo divertita.
“D’accordo, Jared. Mi stai seguendo?” ripete cominciando a
camminare verso la piscina e costringendomi a seguirla.
“Scusami io…ti ho vista alla festa e…”
“Mi hai vista?” domanda lei piacevolmente colpita regalandomi un
altro splendido sorriso.
“Sì” sospiro ammaliato, ma cosa mi sta succedendo?
“Dovrò ricordarmi di te, Jared” il mio nome sulle sue labbra
piene ha un sapore così dolce da convincermi del fatto che non può davvero
appartenermi “spesso le persone tendono a non accorgersi della mia presenza”
sorride ancora anche se non mi guarda, i suoi occhi sono puntati verso qualcosa
di indefinito e io non riesco a smettere di guardarla.
“E’ difficile non notarti” mi lascio sfuggire e lei punta gli
occhi spalancati e spaventati nei miei azzerando ogni mio possibile barlume di
lucidità.
“Se fosse davvero così, ci sarebbe di che preoccuparsi”
sospira enigmatica.
“Hai dei begli occhi” conclude prima di tornare a fissare il
vuoto ed io arrossisco senza riuscire a trovare nemmeno le parole per
ringraziarla.
“Qual è il tuo nome?” domando agognando una risposta, forse
perché mi aiuterebbe a farla sembrare più concreta di quanto mi appaia in
questo momento.
“Sceglilo tu” mi incoraggia lei, facendomi sprofondare in un
abisso.
“Io…non ne ho idea” e sono sincero,
non so ma è come se la sua presenza avesse azzerato ogni mia capacità logica
“non puoi semplicemente dirmelo?” domando sperando che lei capisca.
“Il mio nome non ha importanza Jared” taglia corto lei
incamminandosi verso le piante alte del giardino, la seguo senza un preciso
motivo.
“Angel, ti chiamerò Angel” butto lì e il mio tentativo di
attirare ancora la sua attenzione sembra riuscire in pieno.
“Perché?” domanda fermandosi di colpo ed io sorrido
riacquistando un po’ del mio amor proprio.
“I tuoi capelli sono lunghi e morbidi come la seta” comincio
accarezzandoglieli appena, lei si lascia toccare guardandomi fiduciosa.
“Ma non sono dorati come vuole la tradizione no?” sorride
portandosi una mano davanti alle labbra.
“Non ha importanza, sono i tuoi occhi ad essere dorati”
giustifico il tutto passandole una mano sul viso.
“Ma dovrebbero essere azzurri come il cielo, anzi no, come i
tuoi” mi fa notare lei “sei sicuro di non essere tu l’angelo?” domanda
lasciandosi sfuggire una risata cristallina.
“Gli angeli scapperebbero da me se mi incontrassero!” esclamo
esagerando teatralmente la cosa, lei scoppia a ridere.
“Bugiardo. Io sono ancora qui, no?” sottolinea la sua voce
melodiosa ed io mi sciolgo appena sotto il peso leggero delle sue parole.
“Allora hai appena confessato, angelo” le faccio notare e lei
scuote il capo divertita.
“E dimmi, gli angeli se ne vanno in giro ai party
Hollywoodiani?” domanda.
“Ah! Colpito e affondato, angelo” scoppiamo a ridere entrambi
“Scommetto che ci sei capitata per caso” azzardo e lei mi sorride.
“Più o meno” concorda lei.
“ E poi queste sono le tue ali” aggiungo toccandole i due veli
del vestito che partono dal fianco e terminano tra le sue dita “dimmi, gli
angeli sanno volare?” domando sfiorandole il viso morbido e pallido.
“No, ma sanno correre” mi fa notare lei avviandosi tra gli
alberi, il vestito che le volteggia attorno e la risata cristallina che
l’accompagna attirandomi come una calamità, accolgo ben volentieri la sfida e
la inseguo nel giardino che non può essere così grande come sembra, ridendo e
beandomi di questo gioco che ci rende così complici, come mi è capitato poche
volte nella vita.
Lei devia a destra per cercare di non farsi prendere, ma io
continuo a correre diritto sperando che andando più avanti possa ritrovarmela
più vicina di quanto lo è ora e così succede, bastano pochi secondi e la
stringo tra le braccia mentre lei scoppia a ridere.
“Presa!” esclamo vittorioso incastrandola tra me e il tronco
di un albero, lei continua a sorridere ed io la fisso facendomi passare una
ciocca dei suoi capelli tra le mani, è bella, Dio se è bella, non credevo
potesse esistere qualcuno come lei.
Lentamente mi avvicino sperando che non mi rifiuti, sento il
bisogno estremo di assaporare quelle labbra carnose e rosee per sentirne la
consistenza e convincermi che è vera.
A pochi centimetri da lei la sento muoversi appena e voltare
il viso verso sinistra.
“Ehm…mi dispiace io…dovrei
andare” balbetta allontanandomi appena ma senza scivolare dalla mia presa, mi
guarda negli occhi quasi supplicandomi di assecondarla.
Passo una mano sul suo viso e tra i suoi capelli, scendendo
fin sulle sue labbra che accarezzo leggermente e lentamente.
“Non è il momento di andartene…”
dico solo spinto non so da quale forza o da quale bisogno.
“Devo…” ribatte lei ma non riesce a
convincere nemmeno se stessa.
“Il Paradiso può aspettare” taglio corto e poso le mie labbra
sulle sue beandomi del suo sapore. Come prima, ogni cosa scompare, gli alberi,
il giardino, la piscina, la musica, la festa, le persone, i nostri corpi,
esistono solo le sue labbra e nelle sue labbra mi perdo come fossero l’unico
motivo che mi ha spinto a venire qui stasera.
“Jared ma dove diavolo ti eri cacciato?? Ti ho cercato per
tutta la sera benedetto iddio! Che cazzo ci fai qui fuori da solo???” riapro
gli occhi per ritrovarmi da solo di fronte ad un albero, mi porto una mano alle
labbra col cuore che batte all’impazzata senza riuscire a capire, mi volto
verso mio fratello e lui mi osserva a braccia incrociate e cipiglio nervoso.
“Sono le tre di notte, io me ne vado. Se hai finito di parlare
con il tuo albero potresti venire con me!”
“Le tre?” domando incredulo “ma cosa, Shan saranno appena le
undici!”
“Ossignore ma quanta roba ti sei
fatto? Tu non eri quello salutista che non tocca la droga nemmeno se pagato?
Avanti Jay torniamocene a casa” Shannon si avvia senza aspettarmi convinto che
lo seguirò, mi guardo un secondo intorno prima di farlo davvero.
Cosa diavolo è successo?
Los
Angeles, un punto imprecisato.
Ore
03:14, Angel.
Il vento scivola trasparente tra
i miei capelli muovendoli appena. Jared sta andando a casa, questa notte la
ricorderà come un sogno ed io non sarò mai esistita come non lo sono mai stata.
“Ti ha vista” mi volto appena per
ritrovarmi di fronte ad un uomo alto e canuto che mi osserva con un sorriso
dolcissimo in volto. Nascondo le lacrime e sorrido a mia volta.
“Non capisco il perché” dico
sincera tenendomi al muro per evitare di farmi sopraffare dalla delusione.
“Ha espresso un desiderio” mi spiega lui ed io lo guardo con gli occhi
spalancati.
“Da quando diamo retta ai
desideri degli uomini?” domando tornando a guardare Jared, mentre scende dalla
macchina e si avvia in casa col fratello.
“Lui ne aveva bisogno” sospira l’uomo
osservandolo a sua volta con il sorriso sulle labbra, deglutisco cercando di
cancellare il nodo che mi stringe la gola ma è difficile, troppo difficile.
Cosa mi prende?
“Perché proprio io?” una lacrima
abbandona le mie ciglia ed è inutile che tenti di asciugarla , in questi casi
non ci è permesso nascondere il dolore.
Sto peccando.
“Perché tu lo ami” mi posa una
mano sulla spalla e il conforto che dovrebbe derivarne purtroppo non arriva.
“Sono solo il suo angelo custode”
taglio corto allontanandomi da lui.
“Dove vai?” domanda leggermente
preoccupato.
“A fare il mio lavoro” lo
tranquillizzo confondendomi nel vento.
Anche stanotte non dormirà, come
fa da più di metà della sua vita, solo che ora non ce la faccio a cercare di
tranquillizzarlo perché almeno riesca a riposare per qualche ora, è agitato e
scrive come un forsennato con la chitarra tra le mani dando vita a melodia
straordinarie, quasi impossibili da credere.
Mi tengo le ginocchia strette al
petto mentre il velo mi svolazza leggero attorno, io non sono fatta di carne e
nemmeno di vento.
All’improvviso i suoi occhi si
alzano e si fissano nei miei, se avessi un cuore potrebbe anche fermarsi
completamente.
“Dove sei finita?” domanda e
percepisco chiaramente che non può vedermi ma solo immaginarmi, mi avvicino
lentamente al suo viso e una lacrima scivola via dai miei occhi ambrati.
“Io sono sempre qui” solo che lui
non può saperlo.
Oh allora, eccoci
qui. Ora posso tranquillamente dirvi che questa storia nasce da un sogno che ho
fatto in cui mi è apparsa, chiara e nitida Angel (XD ok non è che ho le
visioni) anche se lei non si chiama Angel, un nome non ce l’ha è solo Jared che
la chiamerà così in base all’impressione che ha avuto di lei…e
ahimè, quell’uomo ci vede mooolto lungo ^^
Ho fatto un disegno
e credo di essere stata abbastanza ispirata dato che Angel è assolutamente lei http://tinypic.com/r/dh7m06/7 oddio la
scansione fa un po’ schifo ma non è colpa mia ç.ç il
disegno è venuto meglio XD
Allora, ditemi voi
cosa ne pensate e se credete sia il caso di farne una long fic
^^
Un bacione a tutti
=**
Rò