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Autore: Armida    09/05/2011    3 recensioni
Come nel migliore degli Happy-Ending, la storia di Harry Potter si conclude con la pace. Ma mantenere la propria felicità nella vita reale, non è sempre facile come sembra. Anche i problemi apparentemente più insignificanti possono causare situazioni inaspettate, situazioni spinose. La vita reale è spinosa senza dubbio. Per questo a volte è bello perdersi in un libro... Guardava fuori la finestra della camera di Ron, alla Tana. Non poteva essere possibile, non poteva essere successo davvero tutto questo...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Guardava fuori la finestra della camera di Ron, alla Tana. Non poteva essere possibile, non poteva essere successo davvero tutto questo...
I Weasley erano ancora al cimitero, con Fred. Lui, Harry, aveva fatto tutto ciò che avrebbe dovuto fare: aveva salutato coloro che erano morti lottando per la sua causa, per la causa del mondo... Era stato il più vicino e presente possibile a tutte le famiglie che avevano bisogno di conforto, tutte. Aveva addirittura preparato un discorso. Si era assicurato persino che Kingsley ricevesse una lista completa di persone a cui conferire una suprema onoreficenza... valeva poco, niente... ma era qualcosa. Aveva abbracciato e rincuorato. Si era materializzato continuamente per essere con tutti. Ora aveva bisogno di pace. Pace.
Guardava ancora fuori dalla finestra, Harry. È successo solo stanotte. Stanotte. Sembrava una vita. Si alzò pesantemente allentando il nodo della cravatta.
Aveva un dannato bisogno di mettere in ordine le sue idee.
Aveva bisogno di rosso. Rosso. Aveva bisogno di Ginny.
Si accasciò sul letto, la testa nelle mani. Lord Voldemort era sparito. Non ci sarebbe stato più. Mai più. Ora bisognava ricominciare. Già. Tutto andava portato avanti.
Sentì un leggero scalpiccio. Alzò piano la testa. Ginny entrò nella stanza. Posò la testa sulle sue ginocchia e scoppiò a piangere.
In un lampo Harry rivide Cho piangere allo stesso modo. Cacciò il ricordo con una smorfia: Ginny non era Cho.
Gli accarezzò la testa, piano, e lei come cullata dalle sue mani smise di singhiozzare e lo guardò, spaccandogli l'anima. Voldemort non era niente in confronto a Ginny, pensò con un sorriso, nessuno sa leggermi come lei... E infatti...
"Fingi che io non sia mai scoppiata a piangere ok? Non voglio essere confusa con Cho" La voce le tremava ancora.
"Non c'è niente di male a piangere, ogni tanto" disse sollevandola dai fianchi e facendola sedere sulle sue ginocchia.
"Il problema è che se cominci poi non finisci più e..." Ginny non ebbe modo di concludere la frase, perchè Harry la baciò, prima con calma, poi con una forza sempre maggiore. In poco tempo scoprirono di essere metà perfetta di un tutto, complici di un segreto forse pericoloso per loro, e per questo ancora più interessante.
Il tutto fu interrotto dai rumori della porta, dal passo pesante del signor Weasley e quello strascicato di Ron, i singhiozzi ancora sommessi di qualcuno e poche chiacchiere monotone.
"HARRY, GINNY, siete sù?"
Fu un secondo: Harry strinse a sè la rossa e afferrando con l'altra mano gli abiti sparpagliati si smaterializzò un secondo prima che la porta venisse aperta. La Signora Weasley rimase un secondo interdetta, poi riconobbe una cravatta sotto il letto e le mutandine di Ginny poco lontane. Sorrise bonariamente e urlò affacciata al parapetto delle scale: "Non sono qui... anzi credo non siano proprio rientrati, Arthur" poi corse dentro la stanza per nascondere le prove. "Hermione cara puoi salire un secondo?" doveva assolutamente saperlo qualcuno... La sua piccola... magari l'avrebbe raccontato alla sua mamma...
Intanto Harry e Ginny erano atterrati in una foresta, sulla riva di un lago. Si guardarono un secondo poi scoppiarono a ridere. Ci vollero diversi minuti prima che smettessero. Quando finalmente riuscirono a riprender fiato... si ricordarono di essere nudi. Ginny non pareva per niente imbarazzata. Harry invece era rimasto pietrificato.
"Ehm... qui tuo fratello mi ha salvato dall'Horcrux... lì è spuntata la cerva di Piton e..." La faccia di Ginny era diventata un punto interrogativo alla parola "Horcrux".
"Gli Horcux sono la causa di tutto vedi..."
"Harry."
"Si?"
"Direi che avrai molto tempo per spiegarmi queste cose... non ci sono altri signori oscuri da vincere giusto? Quindi... ora..."
Gli si avvicinò con passo felino.
Harry non oppose resistenza.

Era quasi il tramonto quando il giovane decise di alzarsi. Ginny sonnecchiava rannicchiata sul suo petto. Gli balenò davanti l'immagine dei suoi genitori: non solo come avrebbero reagito se gli avesse presentato Ginny, ma anche come doveva esser stata per loro quell'esperienza. Se li immaginava anziani...
Ginny lo stava fissando.
"Che succede" bisbigliò la rossa.
"Pensavo..." disse sorridendo Harry, non voleva metterle in testa strane idee. Ma le idee assurde fiorivano nella testa di Ginny come il prezzemolo.
"È successo qualcosa mentre..."
"NONONONONONO!" Il ragazzo scosse la testa con vigore e la strinse più saldamente al suo petto. Le annusò i capelli. "No..." bisbigliò. Il baciò che seguì nacque spontaneamente. Era difficile frenare l'istinto, ma dovevano calmarsi, doveva parlarle.
"Ginny...?"
"Mh...?"
"E ora?"
"Ora... preparati al terzo grado di mia madre, al rossore di Ron, agli urletti di Hermione, alle battute di Fred e George..." Ginny tremò leggermente "Cioè di George..." Harry la strinse, se possibile, ancora più a sè. La cullò piano e quando immaginò si fosse calmata riprese.
"Io non intendevo esattamente questo. I problemi al ministero, li stiamo risolvendo... cioè ci pensano Kingsley e tuo padre, Percy, l'Ordine." Ginny annuì "Alla scuola invece pensano i professori, con la McGranitt come preside direi che Hogwarts risorgerà in un baleno"
"Voi tornerete, no, Harry?" Adesso era il ragazzo ad avere la faccia a punto interrogativo.
"Kingsley ha detto che potrete frequentare ugualmente l'ultimo anno di Hogwarts, dare gli esami e tutto il resto... no?"
"Si però credo sia complicato..."
"Direi che hai affrontato questioni più complicate di un branco di ragazzi che ridono perchè frequenti ancora l'ultimo anno a 18 o 19 anni e comunque voglio vedere chi avrà il coraggio di prendersi gioco di te dopo tutto..." Harry si morse il labbro: per lui il problema non era nemmeno quello. Stava per risponderle ma si bloccò: cominciava a tirare un po' d'aria e loro rimanevano nudi. Non che avesse freddo in quel momento, ma non potevano rischiare di prendersi un malanno. Sarebbe stato ancora più sospetto.
Mentre si rivestivano Ginny sbottò, quasi contemporaneamente ad Harry: "Le mutande!" "La cravatta!" si guardarono e risero di nuovo. "Beccatissimi!"
Il mago provò ad accendere delle fiammelle di fuoco galleggianti, ma, essendo sempre stata quella una specialità di Hermione (Harry non si era mai dilettato nel tentativo di accenderne una) riuscì solamente a creare qualche sbuffo di fumo. Al terzo vano tentativo, Ginny gli rubò di mano la bacchetta e accese quattro scoppiettanti fuocherelli che cominciarono a girare lentamente sospesi nell'aria intorno a loro. La ragazza lo guardò con un cipiglio severo, tremendamente simile allo sguardo arrabbiato della signora Weasley.
"Le ha sempre accese Hermione..." si giustificò inutilemnte.
La rossa si fece ancora più seria "Harry ascolta, devo dirti una cosa..."
Harry sapeva che quando una ragazza pronunciava le parole "devo parlarti" o "devo dirti una cosa" voleva dire che c'erano guai in vista.
"No, aspetta... Io non è che non voglio tornare ad Hogwarts per causa tua o per quello che potrebbe dire la gente" Ginny tentò di interromperlo, ma ormai era lanciato "il fatto è che Kingsley ci ha dato un'alternativa a quella di tornare a scuola cioè dare gli esami alla fine dell'estate, anche quello di smaterializzazione, e poi cominciare direttamente con il corso per Auror... vedi è quello che ho sempre desiderato e per di più ora c'è un particolare bisogno di personale... scusa... io per questo volevo chiederti: se la scuola starà bene, la comunità magica e le nostre famiglie idem... noi invece? Noi cosa faremo? Scusa, Ginny..." sbottò tutto d'un fiato. La ragazza rimase interdetta. Non se l'aspettava, non poteva immaginarlo.
"Harry c'è un altro problema." parlò con calma e il ragazzo si fece paonazzo. "cosa?" biascicò.
"Vedi, io... non voglio diventare subito una donna... di casa... Io voglio viaggiare. Alla fine di quest'anno so già che parteciperò ad un concorso come rappresentate della magia inglese nel mondo se mi accetteranno. Potrà durare poche settimane, mesi o un paio d'anni... dipende da tanti fattori. È tutto un po' complicato da spiegare..." Ginny si bloccò per guardare il giovane in volto.
Anche se mostrava uno sguardo d'acciaio dentro di lui era il finimondo. Non aveva mai pensato di sposarsi, quantomeno non così presto. Anche se, ora che gli veniva rifiutata quella possibilità sentiva fortemente il desiderio che quello diventasse il suo futuro. Il loro futuro.
Ginny aveva ricominciato a spiegargli qualcosa riguardo "l'amore che non deve tarpare le ali ai sogni" e "il suo profondo desiderio di creare una famiglia con lui ma non così presto".
Harry era pressochè sconvolto. Nonostante questo provò a ragionare un istante: che problema poteva esserci, in fondo? Anche lui seguiva il suo sogno di diventare Auror... e alla fine i conti ridavano... ci sarebbe voluto del tempo per lui prima di guadagnarsi un lavoro sicuro e contemporaneamente Ginny avrebbe potuto realizzare il suo desiderio di viaggiare... c'era bisogno solo di una cosa.
"Ginny, tu mi ami? Io ti amo e se mi dici che dopo tutto starai ancora con me, io sopporterò senza fare una piega." La rossa si interruppe bruscamente.
"Si, Harry, ti amo..." era senza parole. Divenne tutta rossa e si ricordò distrattamente la prima volta in cui l'aveva incontrato, mentre cercava il pullover...
"Allora ve bene così... basta che dirai sempre di avere un fidanzato. Un fidanzato ufficiale. Cioè non ho ancora un anello, però il senso è quello." Ginny l'abbracciò forte e lo baciò piano bisbigliando "torniamo a casa".
In un attimo furono davanti la Tana. Entrarono ancora abbracciati, senza proferir parola. Arthur, che stava in cucina, quasi si strozzò con l'acqua e Hermione scattò in piedi appena li vide. Ron, invece, come previsto si fece tutto rosso e fissò ostinatamente la finestra. La signora Weasley si caracollò giù dalle scale, li fissò e domandò: "dove siete stati?"
"Cominciamo" bisbigliò il giovane sorridendo.


Armida dice che:
è la primissima storia che pubblico. Ammetto di essere seriamente combattuta dentro... Fatemi sapere ciò che pensate se la leggete!

  
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