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Autore: KanraChan    09/05/2011    3 recensioni
- AAAAAAAAAAH!!!!!!! -
Un urlo disumano riversato con un'intensità tale da dilaniare i timpani anche ad un sordo catapultarono giù dal letto una chioma rossa e spettinata che, per l'impatto dei numerosi decibel che trasfondò con tutto il fiato presente nei suoi polmoni, si ritrovò a rotolare verso il capo opposto della stanza come se avesse appena incrociato lo sguardo di un mostro.
- Shoichi? -
- Spanner... -
Avvertì le sue lenti ruzzolare nuovamente sul pavimento, finendo questa volta in chissà quale buco o angolo di quella stupida camera.
- Piuttosto, perchè sei TUTTO nudo, nel MIO letto e nella MIA camera?! -
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shoichi Irie, Spanner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4851 What the hell... ?


















- AAAAAAAAAAH!!!!!!! -
Un urlo disumano riversato con un'intensità tale da dilaniare i timpani anche ad un sordo catapultarono giù dal letto una chioma rossa e spettinata che, per l'impatto dei numerosi decibel che trasfondò con tutto il fiato presente nei suoi polmoni, si ritrovò a rotolare verso il capo opposto della stanza come se avesse appena incrociato lo sguardo di un mostro.
Era spaventato, o meglio, non era soltanto spaventato, era terrorizzato, scioccato, attonito. Insomma, un volto paonazzo era in grado di esprimere una mescolanza di trepidazioni che lo avrebbero presto condotto ad un collasso emotivo.
Il cuore sembrava sul punto di crollare, minacciando il possessore di sfondare con poche palpitazioni la cassa toracica e rotolare sulla moquette.
Sul fascio di coperte su cui era comodamente accoccolato pochi secondi prima, una capigliatura bionda si fece spazio alle ricerca dell'orlo delle lenzuola, probabilmente tentando di districarsi da quell'immacolato groviglio.
Un'aria assonnata, uno sguardo inespressivo che sembrava aver combattuto con qualche bullone di troppo la scorsa notte cercarono di capire il perchè il suo orecchio sinistro fischiasse come un treno a vapore.
- Shoichi? -
- Spanner... -
- Shoichi. -
- SPANNER! - il medesimo strepito riuscì a far tingere maggiormente le sue guance di un rosso scarlatto.
- Che c'è? -
Il rosso tastò con la stessa goffaggine di un elefante il terreno, alla ricerca delle lenti perdute durante lo spolmonamento iniziale. - Come "Che c'è?" Quello dovrei dirlo IO! - con un gesto secco si ritrovò ad additare l'aria circostante.
Un'interminabile minuto di silenzio lasciò interdetto il biondo che, con un'espressione che rasentava la sonnolenza personificata, si limitò a fissare il compagno che, ancora applicato alla ricerca degli occhiali, si agitava come un forsennato palpando qualsiasi cosa gli capitasse a tiro.
- Shoichi. -
- ... C-che c'è? - domandò ancora con il fiato mozzato dall'imminente infarto mattutino.
- Cosa stai facendo lì per terra? -
Se avesse avuto i suoi occhiali ancora sul naso, era sicuro che gli sarebbero scivolati per tutto lo stupore che sprizzò dai suoi pori.
- Spero tu stia scherzando! - esclamò, riprendendo a fendere il vuoto.
- Uhm... No. -
Con un gesto secco il rosso si ritrovò ad agguantare le lenti con ferocia, quasi avesse paura della loro scomparsa da un momento all'altro. - NO?! - un acuto inviperito venne rivolto contro Spanner, ancora per metà coperto dalle lenzuola. - Che cosa ci fai nel MIO letto?! -
Il biondo meccanico si grattò la nuca, biascicando una motivazione priva di fondamenta. - Dormo. - poi, parve rifletterci sopra. - Anzi, dormivo. -
Una giustificazione più che razionale.
- Nel MIO letto?! -
- La mia camera era troppo distante. -
- Questo non è un movente che ti permette di fare quel che vuoi! -
Repentinamente inforcò gli occhiali spessi e cominciò a gettare vari sguardi esterrefatti alla sua stanza che, di ridondanza, era un cumulo di disordine nel quale scartoffie e libri imperavano sovrani.
Dopo essersi stropicciato gli occhi, le sue iridi balzarono sul letto con una veemenza tale da accentuare quel mal di testa che oramai sembrava essersi impadronito dei suoi poveri neuroni.
Quello che susseguì furono una serie di urla, braccia che in preda a convulsioni davano l'impressione di essere animate di vita propria. - SPANNER! -
Avvertì le sue lenti ruzzolare nuovamente sul pavimento, finendo questa volta in chissà quale buco o angolo di quella stupida camera.
- Che c'è? -
- Basta con questi "Che c'è?"! - sbraitò. - Piuttosto, perchè sei TUTTO nudo, nel MIO letto e nella MIA camera?! - e si ritrovò ad additare quella figura sfocata che, ringraziando la sua vista da talpa, non riusciva a distinguerne i contorni.
Spanner piegò la testa di lato, corrucciando la fronte ed incrociando le gambe. - Non sono "nudo", come vedi ho i boxer. - spiegò con naturalezza, sorridendo quasi.
Un viso più rosso dei precedenti andò completamente in fiamme. - Questo non c'entra nulla! Sei comunque nudo e nel mio letto! -
- Ti da fastidio? -
- SI! -
- Ieri sera non mi sembrava che ti desse così dispiacere... -
La tipica goccia che fece straripare il vaso.
- C-CHE?! - il tono di voce si alzò di un'ottava, traboccava incredulità e allo stesso tempo un feroce imbarazzo che a stento riusciva a celare dietro uno sguardo indecifrabile.
- Vuoi che lo ripeta? -
- NO! Per carità no! - esclamò tappandosi le orecchie e accasciandosi su sè stesso in posizione fetale.
Che tutto quello fosse soltanto un orribile incubo animato dal mostro in questione?
Nonostante stentasse a crederci era tutto così reale, il cervello che gli scoppiava e... e... Spanner tutto nudo!
Tentò con tutto sè stesso di pensare ad altro, ma la cosa gli risultò più complessa del genere.
- Shoichi? -
- Oh mio Dio... -
- Hm... Shoichi? -
Un flebile mormorio fuoriuscì dalle sue labbra, non poteva essere che lui e Spanner, insomma, lui e Spanner! Benchè si conoscessero dai tempi delle superiori, nella base si erano incontravano si e no tre volte a settimana e a stento riuscivano a scambiare quattro chiacchiere.
- C-C... -
- Vuoi sapere cosa abbiamo fatto? -
- Abbi un po' più di tatto e decenza per piacere! -
Con le poche forze che gli restarono fece leva sulle braccia fino a stendere la schiena contro la parete bianca, sperando di riuscire a formulare una frase con un minimo di senso compiuto.
Spanner perpetuò a studiarlo con le sue iridi azzurre, il gomito poggiato sul ginocchio e l'aria di uno che la sapeva lunga. Shoichi, invece, strinse fra le mani gli occhiali, ancora indeciso se indossarli o meno.
Inspirò profondamente e si azzannò il labbro inferiore. - Uhm... B-Beh, allora? - no, non voleva saperlo e forse non era neanche curioso di scoprirlo, forse.
Un sorriso velato quasi di una malizia impercettibile si mostrò con quieta audacia. - Vuoi davvero saperlo? -
- No! Cioè, SI! - urlò battendo i palmi delle mani contro la moquette.
Spanner roteò le pupille prima di scostarsi i lembi delle coperte dalle gambe ed alzarsi dal morbido materasso. - Non riesci a capirlo, Shoichi? - chiese con una nota di rammarico.
Si che lo capiva, e fu proprio in quel momento che sperò di diventare cieco e sordo per il resto della sua vita.
Il rosso si sporse leggermente in avanti, questa volta deciso a mettere un punto a quella situazione degenerata; così, ripose gli occhiali sul naso evitando accuratamente di incrociare il corpo mezzo nudo di Spanner.
- Spanner, c-cosa diamine è successo in questa stanza? - un mormorio che a stento venne intercettato dal fine udito dell'inventore.
- Non ti ricordi cosa hai fatto? -
Il suo cuore perse un battito e fu sicuro che i suoi neuroni cominciarono ad implodere uno dopo l'altro per l'immenso sforzo nullo del suo cervello che a prima mattina faticava a lavorare.
Aprì la bocca, spalancò letteralmente le labbra ma non fuoriuscì alcun suono. - ....! -
- Dalla tua faccia non si direbbe. - constatò accuratamente, sorridendo soddisfatto. - Comunque, eri davvero carino. -
- M-Ma! I-Io... -
- Davvero. - continuò con enfasi. - Mentre ritornavo in camera ti ho visto addormentato vicino lo stipite della porta, così ti ho portato sul letto e mentre ti trascinavo mi hai sbavato sopra la tuta, aveva un odore orribile. Così l'ho tolta e visto che il corridoio era troppo lungo mi sono sdraiato accanto a te, e poi mi hai abbracciato credendo che fossi un certo orso Tabbly... o qualcosa del genere. - annunciato il suo verdetto, il biondo varcò la porta del bagno riacquistando la medesima espressione atona e assonnata.
Shoichi osservò l'amico scomparire dietro la porta bianca mentre la sua bocca non accennava a chiudersi.
Perchè a prima mattina? Perchè?!
- SPAAAAANNEEEEEER!!!! -













Che cosa orribile, la mio senso dell'umorismo è penoso ma non posso farci nulla. Idealmente, era nata come un'8059 ma alla fin fine è diventata tutt'altro, un disastro.
Questa coppia mi è ancora estranea e non so se riuscirò mai a scrivere decentemente su di loro, ma spero che un giorno ci riuscirò.
Comunque, la storia è ambientata ancora nella Base dei Millefiore, perchè io altrove non riesco a descriverli.
Non sono molto brava a descrivere scene più "allegre" e spero di non aver tolto l'idea di nessuno sennò provvederò ad eliminarla con piacere.
Spero di non aver reso entrambi OOC, in ogni caso qualcuno mi avverta.
Che possa piacere a qualcuno. (Si spera sempre.)
Grazie per la cortese attenzione!



Golden Brown



 

 










   
 
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