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Autore: Nate__    11/05/2011    5 recensioni
100 all'ora.
Matt era inseguito dalla polizia.
Tutto iniziò, quando Matt entrò a far parte della Wammy's House. Aveva solo otto anni: il suo talento fu scoperto da Roger.
Il cuore.
Si fermò.
Game Over, Matt.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matt, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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100 all'ora.
Matt era inseguito dalla polizia.
<< Cazzo! Devo seminarli. >> pensò il ragazzo, mordendosi le labbra.
Frenò bruscamente. Un ammasso di sbirri attorno a lui. Ormai era in trappola.
<< Bene. Vorrà dire che è giunta la mia ora. Ma se pensano che mi arrenda tanto facilmente si sbagliano. >>
Era un tipo competitivo, estremamente combattivo. Non voleva perdere la sua vita.
<< Questa volta non si tratta di un videogame Matt: qui c'è in ballo la tua vita. Sei sicuro? Non obbligo nessuno. >> esclamò Mello, qualche minuto prima.
<< Sì, Mello. Sono sicurissimo. >> rispose, con convinzione, la figura rossa.
Mello. E dire che ne era passato di tempo dalla volta in cui i due si erano conosciuti.
Tutto iniziò, quando Matt entrò a far parte della Wammy's House. Aveva solo otto anni: il suo talento fu scoperto da Roger, che si era recato in Città, per comprare i viveri.
L'uomo osservò il bambino: era davvero bizzarro. Teneva un videogioco nella mano sinistra, e portava degli strani occhiali, che gli stavano pure grandi.
E fu in quell'istante che Roger notò l'abilità di Matt: il fanciullo stava truffando alcune persone, proponendo per strada di giocare a " Carta vince, carta perde"; o almeno era così che lui chiamava quel gioco.
Si trattava di quel gioco in cui devi indovinare dove si trova l'asso, scegliendo tra una delle tre carte. Ma vincere, era praticamente impossibile: Matt girava le carte con una velocità tale, da confondere anche le persone che vi si avvicinavano.
Roger rimase per qualche decimo di secondo a bocca aperta, ma subito dopo la richiuse, riassumendo il suo portamento elegante.
L'uomo si avvicinò al bambino.
<< Ciao. >>
<< Non devo parlare con gli sconosciuti. >>
<< Ce l'hai una mamma ed un papà? >>

Matt esitò per qualche secondo, poi rispose:
<< Sì. >>
<< Mh, ok. Loro sanno che truffi le persone? >>

Matt annuì.
<< E sono daccordo? >>
Il bambino annuì nuovamente, sempre con meno convinzione.
<< Come ti chiami? >>
Non rispose: il fatto è che non si era mai posto il problema, è che nessuno mai gli aveva rivolto una domanda del genere.
<< Tu sei orfano vero? >>
<< Tu chi sei? >>
domandò.
<< Io mi chiamo Roger >> l'uomo tese la mano verso il bambino, sorridendo.
<< Non voglio venire con te. >>
Per qualche secondo, il Direttore della Wammy's House restò in silenzio, osservando silenziosamente Matt.
<< Ma io non ti ho ancora chiesto niente. >> rispose, infine.
<< Non mi importa. Non voglio andare e basta. >>
Sì. Infatti il giorno dopo si trovava nell'orfanotrofio fondato da Quillsh Wammy.
<< D'ora in poi, ti chiamerai.. Matt. Sì, Matt. >> esclamò Roger.
Incontrò Near, qualche giorno dopo ma non gli rivolse mai la parola. Intuiva che l'albino voleva essere lasciato in pace, e così fece.
Ma il tredici dicembre fu un giorno davvero speciale: incontrò Mello.
Il suo migliore amico.
Mello era appena stato accolto alla Wammy's, ed aveva un' aria piuttosto sperduta e disorientata.
<< Vuoi una mano? >> gli propose gentilmente Matt, sorridendo appena.
<< No. Grazie. >> rispose acido Mello.
Una cosa si doveva necessariamente dire; Mello era orgoglioso anche da bambino.
<< Come ti chiami? >> domandò Matt.
<< Mello. >> bofonchiò il bambino.
<< Sei sicuro di non voler essere aiutato? >> insistette.
<< In effetti no. >> ammise Mello. Certo era orgoglioso, ma almeno ad otto anni accettava gli aiuti che gli altri gli proponevano.
<< Certo che ne è passato di tempo.. >> sussurrò Matt, lasciandosi travolgere dai ricordi.
Mello era il suo migliore amico, e su questo non vi era alcun dubbio. Per lui era disposto anche a .. Morire.
Ed era ciò che stava accadendo. Stava donando la propria vita, per Mello.
Matt aveva sempre visto la vita come un grande videogioco: a volta si vince altre volte si perde.
Con la differenza che, non si aveva tre vite ma una; e che una volta che si perdeva quest'ultima, non si poteva più rinascere.
Il ragazzo non aveva mai avuto paura della morte. Piuttosto odiava il fatto che morendo avrebbe dovuto lasciare l'unica persona che l'abbia mai capito, l'unica persona a cui voleva davvero bene, e che l'aveva aiutato Sempre.
Scese dalla macchina.
<< Ho delle dichiarazioni, vi conviene non sparar.. >>
Il sangue percorreva la fronte di Matt. Quel liquido rosso che non prometteva nulla di buono, e che era così simile al suo colore di capelli.
Il cuore.
Si fermò.
<< Addio Mello. >> sussurrò, con un filo di voce. La sua vita ormai non vi era più nel corpo di quel ragazzo scapestrato, dai capelli rossi.
L'anima ormai leggera si innalzava e lasciava del tutto quel corpo così pesante.
Quel corpo che ne aveva viste davvero tante.
Game Over, Matt.

Se un uomo non ha scoperto nulla per cui vorrebbe morire, non è adatto a vivere.
Martin Luther King.


Nate dice:
 
Allora? Che ne pensate? Aspetto, come sempre, le vostre recensioni. Spero questa One-shot vi abbia colpito, perchè ho cercato di immedesimarmi in Matt, e di esprimere il bene che provava per Mello. Mi secca scrivere, recensite e basta, ok?
 

   
 
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