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Autore: Simple_    11/05/2011    1 recensioni
Leggevo soltanto i libri che mi veniva richiesto di leggere ,di giorno, mentre di notte sfogliavo pagine proibite. Pagine che parlavano di veri ideali. Pagine che mi avrebbero insegnato come era davvero la vita, che mi avrebbero reso in grado di non essere solo una marionetta nelle mani di estranei, di parenti che neanche avevo mai conosciuto. Semplice carta che mi permetteva di conoscere errori che non si sarebbero ripetuti, di dare uno sguardo nel passato di persone che avevano avuto la mia stessa sorte, e che non erano state in grado di liberarsi.
E, mentre leggevo quei libri proibiti, promettevo che io sarei riuscita a fuggire, a divincolarmi dalla presa che quelle mani estranee avevano sulla mia anima. Che sarei stata la prima a fuggire dalle mani avide del potere. Che sarei stata giusta, e imparziale in ogni mia decisione, senza che nessuno guidasse i miei passi.
Perché era questo ciò che il popolo si sarebbe aspettato dalla sua regina.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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   Quella che rompe...
Prima di lasciarvi alla lettura volevo fare una piccola premessa. Non so se questo è il luogo giusto dove pubblicare questa fanfic, se è così, vi prego avvisatemi. Ho creato questo fantomatico personaggio, da inserire nella linea di re e regine d' inghilterra, su cui sviluppare la mia trama. Quindi, per qualunque errore, avvisatemi! 

 Prologo

La mia vita è sempre stata, fin dal momento in cui sono nata, guidata da mani estranee, che prendevano decisioni al mio posto. Artigliavano la mia anima per tenerla immobile dove volevano che io rimanessi. La laceravano, la strappavano, la malleavano a loro piacimento dandole forme che non erano quelle con cui era nata. E la mia anima, si piegava, si irrigidiva, ma non si spezzava. Rimaneva muta, in attesa del momento in cui sarebbe tornata alla sua vera forma, ricambiando i finti sorrisi dei suoi aguzzini. Facendo credere a ogni persona che anche solo per un' istante incontrasse il mio sguardo che non mi sarei ribellata, che avrei vissuto guidata da quegli artigli ruvidi e freddi che mi tenevano stretta. Trattandomi all' apparenza come un fiore delicato sul quale non dovevano crescere spine, tentando invece di plasmarmi come un burattino che avrebbe dovuto muoversi a loro piacimento.

Leggevo soltanto i libri che mi veniva richiesto di leggere ,di giorno, mentre di notte sfogliavo pagine proibite. Pagine che parlavano di veri ideali. Pagine che mi avrebbero insegnato come era davvero la vita, che mi avrebbero reso in grado di non essere solo una marionetta nelle mani di estranei, di parenti che neanche avevo mai conosciuto. Semplice carta che mi permetteva di conoscere errori che non si sarebbero ripetuti, di dare uno sguardo nel passato di persone che avevano avuto la mia stessa sorte, e che non erano state in grado di liberarsi.

E, mentre leggevo quei libri proibiti, promettevo che io sarei riuscita a fuggire, a divincolarmi dalla presa che quelle mani estranee avevano sulla mia anima. Che sarei stata la prima a fuggire dalle mani avide del potere. Che sarei stata giusta, e imparziale in ogni mia decisione, senza che nessuno guidasse i miei passi.

Perché era questo ciò che il popolo si sarebbe aspettato dalla sua regina.

E, anche se ritenuta indegna, indegna perché donna, io sarei salita al trono, senza nessuno a guidare i miei passi, a tentare di plasmare una mente già formata.

Ogni singolo uomo del mio paese credeva tuttavia che io, giovane principessa, seguissi alla lettera il volere dei miei insegnati, vivessi secondo uno stile di vita agiato e compromesso dalla sete di potere, nascosta dietro abiti sfarzosi e ricevimenti importanti. Credendo che sarei stata solo una dei tanti sovrani-burattini che si erano succeduti nei secoli.

Credevano che la mia vita fosse già stata scritta nel momento in cui mio padre annunciò che io sarei stata l' unica erede al trono.

Ma si sbagliavano.

Perché da quel giorno, il giorno in cui all' età di diciotto anni, io Catherine Mary Victoria divenni ufficialmente Sua altezza reale, regina di Inghilterra, tutte le aspettative su quella che sarebbe stata la mia esistenza caddero al suolo.

La mia anima era libera.

  
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