Era il tramonto.
Una brezza fredda proveniente dai monti giocava con i lunghi capelli neri di una giovane seduta fuori da una capanna.
“Inuyasha…perché sei andato a cercarla?” sospirò sconsolatamente la giovane “Non posso dirti nulla, alla fine tu sei legato a Kykio e so che soffriresti sapendola morta di nuovo, ma non ce la faccio più!”.
“Kagome! Vieni dentro che è pronta la cena!”. Una voce femminile riscosse la ragazza dai suoi tristi pensieri.
“Arrivo Sango…Mmh che buon profumino!”
“Divina Kagome, secondo voi dovremmo tenerne da parte un po’ per Inuyasha?” chiese Miroku, monaco libertino ma maledetto da un vortice sulla sua mano destra.
“NO! Quell’idiota non merita nulla visto come sta trattando Kagome!”. A parlare era stato un piccolo demone volpe con i pugni stretti e lampi di rabbia negli occhi.
“Non preoccuparti piccolo Scippo! Io sto bene! Certo Miroku è meglio se lasciamo qualcosa da parte…avrà sicuramente fame!”
“Vedrai Kagome, non preoccuparti! Inuyasha tornerà presto!”.
Con queste parole Sango, la giovane sterminatrice di demoni, cercava di risollevare il morale all’amica.
Kagome sorrise forzatamente e il gruppo continuò a mangiare in silenzio per poi coricarsi, in attesa del mezzodemone che ancora non si faceva vedere.
 
-Aiuto! Ti prego Kagome, aiutami!-
Kagome si svegliò di soprassalto. Il richiamo di quel sogno l’aveva scossa, lasciandole una sensazione di disperazione addosso.
“Divina Kagome, che succede? Perché siete sveglia?”.
“Non lo so Miroku! Ho appena fatto un sogno strano…qualcuno mi stava chiedendo aiuto, sembrava disperato e…”
La ragazza non fece in tempo a finire la frase che impallidì vistosamente.
“NARAKU! È QUI!”.
A quell’urlo tutti si alzarono velocemente e uscirono con le armi in pugno.
-Dannazione Inuyasha! Dove sei finito?!- pensava Miroku mentre caricava i suoi ofuda purificatori.
Arrivati ad una radura dove sembrava essersi fermato il loro acerrimo nemico si trovarono davanti una scena raccapricciante.   
Una giovane dalle vesti molto simili a quelle di Kagome stava a terra in una pozza di sangue mentre Naraku le torreggiava sopra con un ghigno, molto simile ad una smorfia di dolore.
“Hiraikotsu!”. La voce di Sango interruppe la stasi.
Naraku si limitò a schivare l’enorme boomerang e sempre ghignando si rivolse al gruppo:
“è un piacere rivedervi tutti, ma ora non posso trattenermi oltre in vostra compagnia! Ci rivedremo presto!” e scomparve.
Kagome si avvicinò al corpo esangue in terra e con delicatezza lo girò. Paralizzata dallo stupore si ritrovò a fissare due profondi occhi violetti.
“Cough, cough…grazie Kagome di avermi salvata!”.
“Helena! Che cosa ci fai tu qui???????”.