A
purpetta98
Ogni
sfida è dovere, e ogni promessa è debito.
Aggettivi
Settembre
Accanto
al nome mio c’è l’aggettivo stronzo e
non si leva più.
Hai il passo
diverso.
O forse è il pavimento, le pareti attorno a te sono state
completamente
trasfigurate rispetto a qualche anno fa. La guerra rivoluziona tutto, e
anche
se lo sai, continui a chiudere gli occhi desiderando che non sia
così.
Sei tornata tra
le
mura del vecchio castello con la speranza di risentire un po’
la leggerezza di prima. Prendere i
tuoi M.A.G.O. Sì, come
se ne avessi davvero bisogno. Della calma, hai bisogno. Della
normalità. Di
puntare il naso nelle pagine giallognole di un consunto manoscritto che
solo
nella tua Biblioteca puoi trovare.
Di
punzecchiare Ron e Harry fino a che non portano a termine la relazione
di
Erbologia.
Ron e Harry sono
in
Accademia. E Ginny e Luna le portano sempre a termine le relazioni.
Cammini piano.
Hai
cinque minuti per raggiungere l’aula di Pozioni, ma tanto
Lumacorno pende dalle
tue labbra: la più intelligente.
Due bambini,
forse del
primo anno, corrono con la divisa ancora svolazzante e non del tutto a
posto.
La loro più grande preoccupazione è quella di non
arrivare in ritardo a
lezione. Sorridi. Harry lo ha fatto per loro. Tutti insieme lo avete
fatto per
loro. Ne è valsa la pena.
Svoltando
l’angolo, ti
accorgi che uno dei due piccoli corridori è fermo,
l’altro è a terra. Qualcuno
gli porge la mano e la cartella, qualcuno che di certo non è
al primo anno.
Malfoy.
Non sai
trattenere la
tua occhiata incredula, mentre i due ragazzini borbottano qualcosa come
‘scusa’
e ‘grazie’ e vanno via.
Malfoy?
Malfoy non aiuta
i
bambini a rialzarsi: Malfoy si lamenta di essere stato sfiorato. Malfoy
non
alza lo sguardo – spento
– verso di
te, e ti fa un cenno – muto
– :
Malfoy ti guarda con disprezzo e ghigna i suoi adorabili appellativi
– Sanguesporco.
Rispondi al
cenno, e
tiri dritto.
No. La guerra
non può
aver rivoluzionato anche questo.
Dicembre
Ti
ho fermata in tante foto ma davvero non ti ho vista mai.
Sanguesporco.
Perché
ti sembra di
non ricordare più cosa voglia dire? Perché quando
si siede di fronte a te in
Biblioteca non hai la forza di sputare qualche vecchio insulto per
mandarla
via?
Sanguesporco.
Rosso,
come il tuo. L’hai visto scorrere dalla sua spalla, mentre
metà di questo
vecchio castello scoppiava e tu stringevi i pugni per afferrare quel
piccolo
brandello di sopravvivenza che scorgevi. Per afferrare la mano di
Potter. Che
sei sopravvissuto a fare? Per avere a vita un debito col fottuto Harry
Potter?
Per sfuggire Azkaban grazie a una parola di quel coglione?
Vorresti non
farti
tutte queste domande. Vorresti avere dietro Vincent e Gregory che ti
spalleggiano a prescindere, vorresti alzare le sopracciglia ai
ragionamenti di
Blaise, e accettare le avances di Pansy. Ora le avresti accettate, le
avances
di Pansy.
Invece, passi i
pomeriggi perso in qualche volume che parla di Pozioni, o
Trasfigurazioni
Avanzate, o Legge Magica. Quasi quasi ti piace, la Legge Magica. E la
Granger
si siede di fronte a te, in silenzio, con la sua mole impressionante di
testi
da analizzare. E tu non la mandi via.
Uno a un certo
punto
si abitua.
È
l’abitudine.
L’abitudine di alzare lo sguardo e trovarla lì a
succhiarsi il labbro e
aggrottare la fronte, mentre le sfugge qualcosa sul processo per
assumere la
propria forma Animagus. L’abitudine di incrociarne ogni tanto
gli occhi scuri.
Ha gli occhi strani, la Granger; marroni, quasi noiosi, ma poi si
accendono, quando
trova qualcosa che la soddisfa, o quando incontra Potter e Lenticchia a
Hogsmeade.
Li hai
osservati, quel
pomeriggio, ai Tre Manici di Scopa, mentre ti riparavi dalla troppa
neve; e
ancora non ti sai spiegare come facciano quei
due a farle risplendere lo sguardo.
Rimette a posto
i
libri e si avvia verso l’uscita. Ti guarda. “Buon
Natale, Malfoy.” È un saluto?
Poi ti volta le
spalle, sorridendo.
“Buon
Natale,
Granger.”
Marzo
Essere
sinceri ha il prezzo da pagare che si resta soli.
Buon
compleanno.
E ti fermi. Ti
convinci che sia sufficiente. In fondo, se fosse per lui, non avreste
neppure
questi minimi contatti ormai. Pieghi il foglio in fretta, Ginny ti
guarda
curiosa; scrolli le spalle, come faceva lui, prima.
Ti dirigi a passo svelto dall’altra parte del castello: la
guferia.
È
tutto qui quello che
hai da dirgli? Un ‘tanti auguri’ sfilacciato? No. È
tutto quello che riesci a dirgli.
Lo
hai amato; lo hai amato per anni – lo
ami
ancora, forse? – e ora quello che vi lega
è solo un biglietto di ipocriti
auguri di compleanno e un amico sfiancato dalle vostre liti.
“Non
sei più tu, Ron!”
Ricordi le accuse, ricordi gli sguardi. E fanno ancora male. I tuoi
piedi
sembrano voler correre via dal passato, tanto scattano sulle scale di
marmo. Ti
fermi, affannata, solo quando arrivi in cima.
Cerchi un gufo a
caso,
uno della scuola. Eviti con cura di guardare oltre la finestra. Troppo in alto. Scegli un gufetto scuro;
sembra annoiato nelle sue palpebre gialle. Tenti di legare il biglietto
alle
zampe, ma ti pizzica l’indice e vola via.
Stringi gli
occhi, e
il dito sulle labbra. Una lacrima irriverente e solitaria ti scorre
sulla
guancia, ma una mano ruvida l’asciuga via.
“Dovresti
alzare lo
sguardo ogni tanto, Granger.” Ascolti sconcertata
l’inflessione acre e annoiata
che hai imparato a conoscere negli ultimi mesi – e sai per
certo di preferire
la vecchia arroganza a questa nuova amarezza.
Malfoy ti sta
asciugando le lacrime. Draco Malfoy ti sta accarezzando.
C’è
qualcosa di
sbagliato in questo. È uno spostamento dell’asse
terrestre, una congiunzione
stellare sballata, un sovvertimento delle leggi di Newton e Gamp. Draco
Malfoy
non tocca la Sanguesporco.
Cosa
stai facendo? Non glielo
chiedi, ma lo legge nei
tuoi occhi. Tira via la mano, come avesse appena sfiorato una fiamma
ardente; la
strofina contro i suoi pantaloni. Poi stringe il pugno.
Disgusto.
Questo ha più senso.
Raccoglie il tuo
biglietto da terra,e lo annoda alle zampe di un gufo più
paziente.
“Lenticchia,” sogghigna. “Weasley. Ronald
Weasley” chiarisce e il gufo prende
il volo. “C’è altro?”
Ti riscuoti.
“Adesso
sei l’addetto alla posta?” chiedi, più
sfrontata di quanto vorresti.
“Mi
piace stare qui.”
Risponde mentre ritorna alla sua finestra, senza degnarti di altra
considerazione.
Sì,
lo so. Vorresti dire. Non
viene mai nessuno qui.
Maggio
Non
c’è più dolore.
Ti fa ridere.
È
paranoica, e secchiona, e matta. E ti fa ridere.
È
accucciata vicino al
Lago. Arriccia il naso a qualche strampalato discorso di Lunatica
Lovegood, o
forse all’arditezza di Ginevra Weasley che si sta bagnando i
piedi a riva, e
sbuffa contro la sua voglia di
studiare.
Se non ci
fossero gli
sbuffi della Weasley probabilmente adesso sarebbe sommersa da
quarantamila
volumi di Magie Avanzate Grado Ottimale,
dietro una scrivania polverosa in Biblioteca, ma le due ragazzine
l’hanno
convinta a scendere in cortile portandosi dietro un
solo libro.
Ti vede, alza un
braccio a mo’ di invito. E tu l’accogli.
Ti fa ridere. E
ti fa
sentire a posto. Sono mesi ormai che hai smesso di chiederti
perché. A questo
punto, cosa importa sapere perché? Ridere insieme a lei
è l’unica cosa che ti
tiene lontano dai tuoi ricordi. E odi ricordare.
“Oh,
Granger. Stai
classificando tutte quelle assurde piante? Ancora?”
Alza gli occhi, e scuote la testa, rassegnata. Come fosse la centesima
volta
che qualcuno glielo dice, e non capisce i suoi sforzi. Forse è la centesima volta che
glielo ripetete.
Ha un Ordine di Merlino, per Morgana, a cosa le servono i M.A.G.O.?
“A lei
piace.” Strana
la Lovegood, ma ci becca sempre. Le
piace. È importante per lei. È tornata a
Hogwarts
per questo, ha lasciato il suo Lenticchia per questo.
“Non
avete caldo?” vi
domanda Luna, guardando alle vostre camicie perfettamente sistemate,
mentre si
alza per raggiungere l’uragano Weasley in acqua. Non hai
caldo, Draco? Ti
sfiori il braccio sinistro, quasi inconsapevolmente, mentre guardi il suo avambraccio, che rafforza la presa
sul libro di testo.
E lo fai.
Sbottoni il
polsino destro, e arrotoli il tessuto lungo il braccio. Esiti un
attimo, ma lei
non ti lascia finire. Si è accorta dei tuoi movimenti, e ha
posato il libro a
terra, afferra la tua mano e scopre, con calma insolente, il tuo marchio. Chiaro ora alla luce del
sole.
Poi tocca a lei,
e
questa volta sei tu ad accarezzarle piano la cicatrice, il suo marchio. Non ti fa più
tanta paura sfiorarla. Tremi al ricordo,
tremi di vergogna per te stesso, non per lei.
Il Mangiamorte e
la
Sanguesporco, seduti braccio contro braccio in riva al Lago Nero.
Strana
coppia.
Luglio
Casca il mondo e
anche noi due.
Piove.
È uno di quegli acquazzoni estivi che
profumano di erba e sole. Che
poi il sole ce l’ha un profumo?
Per una volta scegli di ignorare il filo buffo dei tuoi pensieri.
Hogwarts
brilla di una strana luce soffusa quando piove d’estate:
è incredibilmente
bella.
“Come
è andata?”
Stai per
scaricarti in una delle tue risposte
infinite, ma poi il suo sopracciglio alzato ti rivela quel sorrisetto
interiore
pronto a prendersi gioco delle tue manie da So-Tutto-Io Granger. E
allora
gliela neghi, la sua risposta.
Lo tiri per un
braccio: “Vieni, Malfoy.”
Ordini, e lo trascini nel bel mezzo del
nubifragio. Da inzupparlo dalla testa ai piedi. E lui ti lascia fare.
Ti guarda
come fossi completamente uscita di senno.
“Sapevo
sarebbe successo prima o poi.” Commenta.
Folle. Ti piace
sentirti del tutto folle, per una
volta.
Folle. Ti
avvicini. Lo avvicini. In punta di piedi,
gli accarezzi il naso col tuo. Lui ride. Gli mozzi quel ghigno infame
pizzicandogli le labbra coi denti. Ti stringe, non lasciandoti il tempo
di
scappare. “Sei pericolosa, Granger.”
E questa volta
lo baci davvero. E ti lasci baciare. Baciarsi,
verbo riflessivo reciproco. Si
fa in due, magnificamente in due.
“Sta
cascando il mondo, vero Hermione?”
“E tu
lascialo cadere.”
NdA:
Ebbene sì, l’ho fatto
anch’io: ho scritto una Dramione. Come suona male, Dramione.
Suona male,
accostato a me.
Questa
one-shot nasce dalla
canzone che incornicia il testo. Una purpettina impertinente mi fatto
notare la
Dramionicità di Non c’è più
e mi ha gentilmente invitato a scriverla. E io
potevo dir di no? Specie adesso che c’ho sto brulichio alle
mani che scrivo
tutto quello che mi passa per la testa? Ovviamente no.
Malfoy e Scanu
s’assomigliano, no?
Insopportabili ma se ti buttano un’occhiatina ironica e
t’acchiappano … Io non
faccio i salti di gioia per nessuno dei due, per questo sono molto
contenta di
esser riuscita a tirare fuori questo pezzo, nonostante quegli attacchi
di satira
crudele che minacciavano di rovinare l’ensemble.
Mi
dispiace non essere riuscita a
mantenere l’IC completo, ma onestamente parlando di Draco e
Hermione insieme,
come possono restare completamente IC? Deve esserci per forza un
mutamento in
uno dei due o in entrambi.
Grazie
a tutti quelli che … se
siete arrivati fin qui ne avete di pazienza! Spero vogliate lasciarmi
la vostra
opinione. E infine, un grazie immenso a Leeirel e a Virginia che mi
hanno
aiutato nella redazione finale.