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Autore: ethelincabbages    12/05/2011    15 recensioni
Sarà che basta un aggettivo a fare grande un uomo o a distruggerlo [...] Piovono ricordi come gatti e cani, come in Inghilterra, tutti giù per terra, giro girotondo, casca il mondo e anche noi due[...] Valerio Scanu - Non c'è più
Malfoy ti sta asciugando le lacrime. Draco Malfoy ti sta accarezzando.
C’è qualcosa di sbagliato in questo. È uno spostamento dell’asse terrestre, una congiunzione stellare sballata, un sovvertimento delle leggi di Newton e Gamp. Draco Malfoy non tocca la Sanguesporco.
Cosa stai facendo?
*Una song-fic a metà, nata per scommessa. Speriamo di vincerla. Sul finale i personaggi risulteranno piuttosto OOC*
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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A purpetta98

Ogni sfida è dovere, e ogni promessa è debito.

Aggettivi

Settembre

Accanto al nome mio c’è l’aggettivo stronzo e non si leva più.

Hai il passo diverso. O forse è il pavimento, le pareti attorno a te sono state completamente trasfigurate rispetto a qualche anno fa. La guerra rivoluziona tutto, e anche se lo sai, continui a chiudere gli occhi desiderando che non sia così.

Sei tornata tra le mura del vecchio castello con la speranza di risentire un po’ la leggerezza di prima. Prendere i tuoi M.A.G.O. Sì, come se ne avessi davvero bisogno. Della calma, hai bisogno. Della normalità. Di puntare il naso nelle pagine giallognole di un consunto manoscritto che solo nella tua Biblioteca puoi trovare. Di punzecchiare Ron e Harry fino a che non portano a termine la relazione di Erbologia.

Ron e Harry sono in Accademia. E Ginny e Luna le portano sempre a termine le relazioni.

Cammini piano. Hai cinque minuti per raggiungere l’aula di Pozioni, ma tanto Lumacorno pende dalle tue labbra: la più intelligente.

Due bambini, forse del primo anno, corrono con la divisa ancora svolazzante e non del tutto a posto. La loro più grande preoccupazione è quella di non arrivare in ritardo a lezione. Sorridi. Harry lo ha fatto per loro. Tutti insieme lo avete fatto per loro. Ne è valsa la pena.

Svoltando l’angolo, ti accorgi che uno dei due piccoli corridori è fermo, l’altro è a terra. Qualcuno gli porge la mano e la cartella, qualcuno che di certo non è al primo anno. Malfoy.

Non sai trattenere la tua occhiata incredula, mentre i due ragazzini borbottano qualcosa come ‘scusa’ e ‘grazie’ e vanno via.

Malfoy?

Malfoy non aiuta i bambini a rialzarsi: Malfoy si lamenta di essere stato sfiorato. Malfoy non alza lo sguardo – spento – verso di te, e ti fa un cenno – muto – : Malfoy ti guarda con disprezzo e ghigna i suoi adorabili appellativi – Sanguesporco.

Rispondi al cenno, e tiri dritto.

No. La guerra non può aver rivoluzionato anche questo.

Dicembre

Ti ho fermata in tante foto ma davvero non ti ho vista mai.

Sanguesporco.

Perché ti sembra di non ricordare più cosa voglia dire? Perché quando si siede di fronte a te in Biblioteca non hai la forza di sputare qualche vecchio insulto per mandarla via?

Sanguesporco. Rosso, come il tuo. L’hai visto scorrere dalla sua spalla, mentre metà di questo vecchio castello scoppiava e tu stringevi i pugni per afferrare quel piccolo brandello di sopravvivenza che scorgevi. Per afferrare la mano di Potter. Che sei sopravvissuto a fare? Per avere a vita un debito col fottuto Harry Potter? Per sfuggire Azkaban grazie a una parola di quel coglione?

Vorresti non farti tutte queste domande. Vorresti avere dietro Vincent e Gregory che ti spalleggiano a prescindere, vorresti alzare le sopracciglia ai ragionamenti di Blaise, e accettare le avances di Pansy. Ora le avresti accettate, le avances di Pansy.

Invece, passi i pomeriggi perso in qualche volume che parla di Pozioni, o Trasfigurazioni Avanzate, o Legge Magica. Quasi quasi ti piace, la Legge Magica. E la Granger si siede di fronte a te, in silenzio, con la sua mole impressionante di testi da analizzare. E tu non la mandi via.

Uno a un certo punto si abitua.

È l’abitudine. L’abitudine di alzare lo sguardo e trovarla lì a succhiarsi il labbro e aggrottare la fronte, mentre le sfugge qualcosa sul processo per assumere la propria forma Animagus. L’abitudine di incrociarne ogni tanto gli occhi scuri. Ha gli occhi strani, la Granger; marroni, quasi noiosi, ma poi si accendono, quando trova qualcosa che la soddisfa, o quando incontra Potter e Lenticchia a Hogsmeade.

Li hai osservati, quel pomeriggio, ai Tre Manici di Scopa, mentre ti riparavi dalla troppa neve; e ancora non ti sai spiegare come facciano quei due a farle risplendere lo sguardo.

Rimette a posto i libri e si avvia verso l’uscita. Ti guarda. “Buon Natale, Malfoy.” È un saluto?

Poi ti volta le spalle, sorridendo.

“Buon Natale, Granger.”

Marzo

Essere sinceri ha il prezzo da pagare che si resta soli.

Buon compleanno.

E ti fermi. Ti convinci che sia sufficiente. In fondo, se fosse per lui, non avreste neppure questi minimi contatti ormai. Pieghi il foglio in fretta, Ginny ti guarda curiosa; scrolli le spalle, come faceva lui, prima. Ti dirigi a passo svelto dall’altra parte del castello: la guferia.

È tutto qui quello che hai da dirgli? Un ‘tanti auguri’ sfilacciato? No. È tutto quello che riesci a dirgli. Lo hai amato; lo hai amato per anni – lo ami ancora, forse? – e ora quello che vi lega è solo un biglietto di ipocriti auguri di compleanno e un amico sfiancato dalle vostre liti.

“Non sei più tu, Ron!” Ricordi le accuse, ricordi gli sguardi. E fanno ancora male. I tuoi piedi sembrano voler correre via dal passato, tanto scattano sulle scale di marmo. Ti fermi, affannata, solo quando arrivi in cima.

Cerchi un gufo a caso, uno della scuola. Eviti con cura di guardare oltre la finestra. Troppo in alto. Scegli un gufetto scuro; sembra annoiato nelle sue palpebre gialle. Tenti di legare il biglietto alle zampe, ma ti pizzica l’indice e vola via.

Stringi gli occhi, e il dito sulle labbra. Una lacrima irriverente e solitaria ti scorre sulla guancia, ma una mano ruvida l’asciuga via.

“Dovresti alzare lo sguardo ogni tanto, Granger.” Ascolti sconcertata l’inflessione acre e annoiata che hai imparato a conoscere negli ultimi mesi – e sai per certo di preferire la vecchia arroganza a questa nuova amarezza.

Malfoy ti sta asciugando le lacrime. Draco Malfoy ti sta accarezzando.

C’è qualcosa di sbagliato in questo. È uno spostamento dell’asse terrestre, una congiunzione stellare sballata, un sovvertimento delle leggi di Newton e Gamp. Draco Malfoy non tocca la Sanguesporco.

Cosa stai facendo? Non glielo chiedi, ma lo legge nei tuoi occhi. Tira via la mano, come avesse appena sfiorato una fiamma ardente; la strofina contro i suoi pantaloni. Poi stringe il pugno.

Disgusto. Questo ha più senso.

Raccoglie il tuo biglietto da terra,e lo annoda alle zampe di un gufo più paziente. “Lenticchia,” sogghigna. “Weasley. Ronald Weasley” chiarisce e il gufo prende il volo. “C’è altro?”

Ti riscuoti. “Adesso sei l’addetto alla posta?” chiedi, più sfrontata di quanto vorresti.

“Mi piace stare qui.” Risponde mentre ritorna alla sua finestra, senza degnarti di altra considerazione.

Sì, lo so. Vorresti dire. Non viene mai nessuno qui.

Maggio

Non c’è più dolore.

Ti fa ridere. È paranoica, e secchiona, e matta. E ti fa ridere.

È accucciata vicino al Lago. Arriccia il naso a qualche strampalato discorso di Lunatica Lovegood, o forse all’arditezza di Ginevra Weasley che si sta bagnando i piedi a riva, e sbuffa contro la sua voglia di studiare.

Se non ci fossero gli sbuffi della Weasley probabilmente adesso sarebbe sommersa da quarantamila volumi di Magie Avanzate Grado Ottimale, dietro una scrivania polverosa in Biblioteca, ma le due ragazzine l’hanno convinta a scendere in cortile portandosi dietro un solo libro.

Ti vede, alza un braccio a mo’ di invito. E tu l’accogli.

Ti fa ridere. E ti fa sentire a posto. Sono mesi ormai che hai smesso di chiederti perché. A questo punto, cosa importa sapere perché? Ridere insieme a lei è l’unica cosa che ti tiene lontano dai tuoi ricordi. E odi ricordare.

“Oh, Granger. Stai classificando tutte quelle assurde piante? Ancora?” Alza gli occhi, e scuote la testa, rassegnata. Come fosse la centesima volta che qualcuno glielo dice, e non capisce i suoi sforzi. Forse è la centesima volta che glielo ripetete. Ha un Ordine di Merlino, per Morgana, a cosa le servono i M.A.G.O.?

“A lei piace.” Strana la Lovegood, ma ci becca sempre. Le piace. È importante per lei. È tornata a Hogwarts per questo, ha lasciato il suo Lenticchia per questo.

“Non avete caldo?” vi domanda Luna, guardando alle vostre camicie perfettamente sistemate, mentre si alza per raggiungere l’uragano Weasley in acqua. Non hai caldo, Draco? Ti sfiori il braccio sinistro, quasi inconsapevolmente, mentre guardi il suo avambraccio, che rafforza la presa sul libro di testo.

E lo fai. Sbottoni il polsino destro, e arrotoli il tessuto lungo il braccio. Esiti un attimo, ma lei non ti lascia finire. Si è accorta dei tuoi movimenti, e ha posato il libro a terra, afferra la tua mano e scopre, con calma insolente, il tuo marchio. Chiaro ora alla luce del sole.

Poi tocca a lei, e questa volta sei tu ad accarezzarle piano la cicatrice, il suo marchio. Non ti fa più tanta paura sfiorarla. Tremi al ricordo, tremi di vergogna per te stesso, non per lei.

Il Mangiamorte e la Sanguesporco, seduti braccio contro braccio in riva al Lago Nero. Strana coppia.

Luglio

                                                                                                                 Casca il mondo e anche noi due.

Piove. È uno di quegli acquazzoni estivi che profumano di erba e sole. Che poi il sole ce l’ha un profumo? Per una volta scegli di ignorare il filo buffo dei tuoi pensieri. Hogwarts brilla di una strana luce soffusa quando piove d’estate: è incredibilmente bella.

“Come è andata?”

Stai per scaricarti in una delle tue risposte infinite, ma poi il suo sopracciglio alzato ti rivela quel sorrisetto interiore pronto a prendersi gioco delle tue manie da So-Tutto-Io Granger. E allora gliela neghi, la sua risposta.

Lo tiri per un braccio: “Vieni, Malfoy.”  Ordini, e lo trascini nel bel mezzo del nubifragio. Da inzupparlo dalla testa ai piedi. E lui ti lascia fare. Ti guarda come fossi completamente uscita di senno.

“Sapevo sarebbe successo prima o poi.” Commenta.

Folle. Ti piace sentirti del tutto folle, per una volta.

Folle. Ti avvicini. Lo avvicini. In punta di piedi, gli accarezzi il naso col tuo. Lui ride. Gli mozzi quel ghigno infame pizzicandogli le labbra coi denti. Ti stringe, non lasciandoti il tempo di scappare. “Sei pericolosa, Granger.”

E questa volta lo baci davvero. E ti lasci baciare. Baciarsi, verbo riflessivo reciproco. Si fa in due, magnificamente in due.

“Sta cascando il mondo, vero Hermione?”

“E tu lascialo cadere.”


NdA: Ebbene sì, l’ho fatto anch’io: ho scritto una Dramione. Come suona male, Dramione. Suona male, accostato a me.

Questa one-shot nasce dalla canzone che incornicia il testo. Una purpettina impertinente mi fatto notare la Dramionicità di Non c’è più e mi ha gentilmente invitato a scriverla. E io potevo dir di no? Specie adesso che c’ho sto brulichio alle mani che scrivo tutto quello che mi passa per la testa? Ovviamente no.

 Malfoy e Scanu s’assomigliano, no? Insopportabili ma se ti buttano un’occhiatina ironica e t’acchiappano … Io non faccio i salti di gioia per nessuno dei due, per questo sono molto contenta di esser riuscita a tirare fuori questo pezzo, nonostante quegli attacchi di satira crudele che minacciavano di rovinare l’ensemble.

Mi dispiace non essere riuscita a mantenere l’IC completo, ma onestamente parlando di Draco e Hermione insieme, come possono restare completamente IC? Deve esserci per forza un mutamento in uno dei due o in entrambi.

Grazie a tutti quelli che … se siete arrivati fin qui ne avete di pazienza! Spero vogliate lasciarmi la vostra opinione. E infine, un grazie immenso a Leeirel e a Virginia che mi hanno aiutato nella redazione finale.

 

   
 
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