Di
caramello e zucchero filato- quando i sogni diventano realtà
Stella cadente
Le luci spente le avevano fatto capire che Charlie era
già andato a letto. Bella cercò di non fare troppo rumore nel salire le scale.
Erano quasi le 23:00. Edward non sarebbe venuto, almeno non dopo il modo in cui
si erano salutati, e aveva tutta la notte a disposizione per riflettere
sull’accaduto.
Sapeva che non avrebbe chiuso occhio e si era rassegnata
a una notte in bianco però, vigliacca com’era, aveva deciso di rimandare la
battaglia che la aspettava a dopo la doccia, quando sarebbe stata più rilassata
e stanca. Si lavò con estrema calma, finendo tutta l’acqua calda e indossò il
suo pigiama rosa a fiorellini. Il sonno non arrivava. Temperò tutte le sue
matite in modo che avessero le punte di uguale lunghezza e ascoltò il suo Cd
preferito intero per due volte. Niente. Disperata, si mise alla ricerca di
qualsiasi cosa potesse tenere occupata la sua mente, ma le scuse erano ormai
finite.
Alla fine, poco dopo l’1:00, distesa nel letto sotto le
coperte, si costrinse ad affrontare la sconvolgente verità che le aveva
consegnato quella che avrebbe dovuto essere una piacevole serata. Prese un bel
respiro profondo prima di buttarsi a capofitto tra le linee dell’esercito
nemico e iniziare a combattere.
Si era innamorata di Jasper.
Bella non riusciva a crederci, era semplicemente
ridicolo. In questo modo però il suo bizzarro comportamento diventava non solo
comprensibile ma anche giustificabile. Il fastidio nel vederlo felice con
Alice, il vortice di emozioni che aveva provato quando lui l’aveva toccata o
l’aveva guardata. Tutto tornava. Ok, vista dall’esterno era una tesi a dir poco
eccellente ma lei non poteva amare Jasper.
Lui era... Bè, era Jasper! Pensò al loro rapporto: era
notevolmente migliorato da quando lui l’aveva aiutata per la faccenda di James.
Aveva scoperto che non era affatto distante e freddo come le era sembrato
all’inizio ma, anzi, era simpatico, gentile e a volte anche divertente.
Parlavano spesso e le piacevano le loro chiacchierate. Bella aveva imparato
tante cose di lui e del suo passato e tante gliene aveva raccontate di lei. Il
pensiero che da vivo era stato goloso di brioches al cioccolato la faceva
ridere anche in una situazione del genere.
Ricordava perfettamente quando lui, guardandola negli
occhi e senza giri di parole, le aveva detto quello che era stato e cosa aveva
fatto. E la sua faccia stupita quando gli aveva risposto che non le interessava
minimamente perché per lei era una persona buona. Lui le aveva confidato anche
che gli era molto difficile non cedere alla tentazione del sangue umano. Il
tono della sua voce le aveva suggerito che non tutti a casa Cullen fossero a
conoscenza di quel dettaglio. Bella si era sentita importante. Gli aveva detto
era convinta che ci stesse riuscendo benissimo e che apprezzava il fatto che si
sforzasse di resistere. Per ringraziarla Jasper le aveva regalato un sorriso
favoloso, di quelli che ti sciolgono il cuore e ti confondono le idee.
Quando non stanavo insieme le mancava e quando era con
lei invece si sentiva sicura. Però pensava che fosse l’intensità della loro
amicizia a farle volere di averlo sempre vicino. D’altro canto aveva sempre
attribuito la sua sicurezza al suo potere, senza pensare che forse era la sua
sola presenza a farla stare bene. Si fidava di lui e gli avrebbe affidato la
sua vita senza alcun dubbio.
Bella non aveva mai pensato davvero a lui come ragazzo:
gli voleva bene ma era sempre stato il fratello di Edward, per giunta sposato
con la sua migliore amica, nonché sorella anche lei di Edward. Ora però
scopriva di esserne innamorata. Magari lo era da sempre, a giudicare da cosa
aveva provato quella sera, e non l’aveva mai capito. Credeva che il suo
sentimento per lui fosse solo affetto, e invece no. Era amore.
Come poteva meravigliarsene? Jasper era bello, molto più
di Edward. Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio sull’immagine che l’aveva
cullata per tutta la sera. Il suo viso. I suoi capelli, mossi come le onde
dell’oceano, erano colorati di sole e di miele. Gli occhi dorati, profondi e
misteriosi, le ricordavano terre lontane, spiagge deserte, mari sconfinati e le
parlavano di guerre vinte e perse, di sogni di libertà e di speranza, di
sacrifici e di rimpianti. La bocca, rossa di fragole, si allargava in splendidi
sorrisi e scoppiava in risate dolci e dissetanti come ambrosia.
Jasper. Bellissimo e dannato, un angelo biondo con le ali
sporche di sangue. Era stato cattivo, era stato un assassino. Ma lei non ne
aveva paura. Questa era una decisione presa da molto tempo, in effetti. Prima
ancora che lo facesse lui era stato Edward a parlargliene. Volendo seguire la
logica, sarebbe dovuta essere terrorizzata, e non ci riusciva. Non ce la faceva
proprio a vedere in lui il mostro che il suo ragazzo dipingeva. Il suo cuore si
rifiutava e lei non capiva il motivo. Adesso però era chiaro come il sole che
fuggivano con tanta tenacia perché aveva deciso che non le importava. Lo amava.
Già allora.
Jasper aveva ucciso tanta gente, ne aveva bevuto il
sangue ed era andato avanti così per decenni. Ma poi era cambiato. E Bella
avrebbe dato qualunque cosa per essere stata lei la causa del suo cambiamento,
fargli capire che quello che faceva era sbagliato, insegnargli ad amare,
salvarlo. Riaprì gli occhi, triste. Una realtà più grande di lei l’aveva
risvegliata dal suo sogno.
Quando lo aveva conosciuto qualcun altro aveva già fatto
tutto. Lui aveva incontrato una persona in uno squallido e sperduto locale di
Philadelphia. Aveva incontrato Alice. Lei lo aspettava da tempo, lo aveva
cercato tanto e finalmente l’aveva trovato. Jasper era stato la sua prima
visione dopo la trasformazione e aveva capito subito che sarebbero stati una
cosa sola. Era stata lei a salvarlo e
Bella non era nemmeno ancora nata. Poi, insieme, erano andati dai Cullen per
essere una famiglia. Anche se, prima di tutti gli altri, venivano loro due.
Jasper e Alice.
Le lacrime spingevano per uscire e lei cercò di
ricacciarle indietro. Non aveva nessun senso tormentarsi così, lo sapeva bene.
Il loro amore era un muro troppo spesso e sbattendoci contro si poteva fare
solo molto male. Però non poteva certo dimenticare lui. Anche lei ne era
innamorata e avrebbe custodito questo sentimento nell’angolo più piccolo e
nascosto del suo cuore, al sicuro.
Nessuno avrebbe mai capito o sospettato qualcosa.
Sì, era decisamente la cosa migliore da fare. Mentire.
Non ne era abituata e l’idea non la faceva impazzire di gioia, eppure era
proprio questo che stava scegliendo. Bella sorrise amara pensando a cosa
sarebbe successo se Jasper avesse saputo. Di sicuro un disastro. E questo la
convinse ancora di più che fare finta di niente era la strategia giusta.
Sospirando, dichiarò finita la battaglia e si volse verso
la sveglia sul comodino. Segnava le 3:27. Ebbe un sussulto. Credeva che fosse
molto più presto. Evidentemente pensare a Jasper le faceva perdere la
cognizione del tempo. Si alzò dal letto e aprì le finestre.
L’aria fresca della notte la investì in pieno e la fece
stringere nel pigiama. A Forks faceva freddo anche d’estate. Phoenix le mancava
ma non avrebbe mai scelto di restarci. Quella città senza sole le aveva
regalato la felicità, anche se in modi del tutto inaspettati. Rabbrividì. Il
cielo era bellissimo. Le stelle si vedevano chiaramente e c’era una luna
incantevole.
A un tratto, pensò a Edward. Lui aveva rischiato davvero
per salvarla in quella scuola di danza ed era più che sicura che avrebbe dato
volentieri la sua vita per lei. Ma non riusciva a sentirsi colpevole. Lo aveva
amato veramente, e tanto, ma ora non era più importante. Bella passò
scrupolosamente in rassegna tutti i loro ricordi. Da quel primo sconvolgente
incontro alla mensa scolastica fino alla sera precedente. Nessuno le provocava
particolari sensazioni. Sembravano appartenere a un'altra vita, distante
secoli. Un'altra Bella. Cosa era cambiato? Com’era possibile che, da un giorno
all’altro, si fosse innamorata di lui e non provasse più niente nei confronti
di Edward? Che casino!
Scosse la testa e in quel momento una stella cadente
attraversò il cielo. Chiuse la finestra e tornò a letto. Il sonno era arrivato
tutto insieme. Non si chiese perché, erano le 4:00. Prima di addormentarsi, non
poté fare a meno di sorridere. C’era una sola cosa che potesse desiderare al
momento. E quella cosa rispondeva al nome di Jasper Hale.