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Autore: andra    15/02/2006    1 recensioni
La macchina si blocca in mezzo al deserto ed ecco che incotri dei giovani ragazzi che ti aiutano, ma oltre all'aiuto ci sarà altro? leggete e scopritelo!! Ringrazio una mia amica per questa storia(chiedo scusa se l'ho rimessa ma era illeggibile)
Genere: Romantico, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Nuovo Personaggio, Sha Gojio, Son Goku
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Roba di Saiyuki...

(Non basta per attirare la vostra attenzione?)

 

E ancora una volta era finita la benzina.

« Uaaaah, non ce la faccio più, schifoso di un catorcio, ma ti rendi conto di dove mi hai abbandonata? Siamo in mezzo al deserto! »

La ragazza guardò con astio la jeep malmessa che aveva esalato il suo ultimo respiro pochi attimi prima.

« Aaaaah, sei uno schifo! Maledetta tu e chi mi ti ha venduta! »

La ragazza assestò un calcio poderoso al pneumatico mezzo sgonfio e tutto sforacchiato, procurandosi un’unghia rotta e diversi bolli.

« Non ce la faccio davvero proprio più!!! Ma vedrai, schifezza di una schifezza, vedrai se non riuscirò a trovare il modo di raggiungere una città in tre giorni al massimo! … ma a chi la do a bere, ho un senso dell’orientamento peggiore perfino di quello della Silvia! Ah, e adesso che faccio, continuo a parlare con te e mi faccio morire di sete[1]? No, forse è meglio di no, ho ancora a casa tre fumetti di GTO che non ho ancora letto, e non posso sopportare di morire prima di sapere come è finita! Forza, in cammino! »

 

---

 

E ancora una volta Goku aveva finito tutti i viveri.

« Goku, stupida scimmia, ma hai la più vaga idea del guai in cui ci hai cacciati? Adesso non abbiamo più neanche una briciola, e la prossima città chissà quando la raggiungiamo!!! » sbraitò Gojyo.

« Dai, Gojyo, non urlare così » mugugnò Sanzo.

« Giusto, Gojyo, Goku non si merita di venire strapazzato a quella maniera… » rincarò Hakkai.

« No, io intendevo di smetterla perché mi fa venire il mal di testa »

Alle solite, pensò Hakkai, e come al solito rischiamo di morire non sotto l’attacco di qualcuno, ma per mancanza di cibo. Ah, beata pazienza, ma si può?

Hakkai si voltò a guardare indietro, per trovare Goku che cercava di scappare dai pugni di Gojyo (cosa non facile, anche perché erano su Jeep), mentre quest’ultimo gridava:

« Oh, sì, benedetto il giorno in cui ti potrò riempire di pugni da chiuderti la bocca e non permetterti di mangiare per quattro mesi! »

Sogghignò ironicamente e stava per chiedere a Sanzo se poteva dare un’occhiata alla carta, quando proprio questi, abbandonato la sua espressione impassibile, iniziò ad urlare:

« Hakkai, fermati, stiamo per andare a sbattere! »

Infatti a pochi metri c’era un fuoristrada apparentemente vuoto, e loro stavano proprio per centrarlo in pieno. Hakkai schiacciò con tutta la forza che aveva sui freni e le ruote si fermarono, ma la sabbia sul terreno e la forza di inerzia sembravano lottare contro di loro. Per l’occasione Goku e Gojyo avevano addirittura smesso di litigare, e si erano uniti al coro di grida di Sanzo e Hakkai. La macchina sembrava non volersi fermare più, mancavano pochi metri, slittava ancora, ma rallentava, andava ancora troppo veloce, avrebbero sbattuto contro il veicolo di fronte, quando…

… la macchina si fermò, come se nulla fosse, a poco più di dieci centimetri dalla fiancata sinistra dell’altro veicolo.

« Non – farlo – mai – più! » ansimò ancora un po’ spaventato Sanzo.

« Sono – sono d’accordo… » disse una voce acuta da davanti al cofano.

Una ragazza spettinata spuntò dall’interstizio, con i capelli scuri resi chiari dalla sabbia che le frustavano il volto a causa del vento.

Dalle loro facce interrogative capì che non era stata esattamente un entrata azzeccata.

« Avete su un posto per darmi un passaggio? La mia jeep ha fatto cilecca, e ho perso il senso dell’orientamento… » chiese loro con un gran sorriso.

« Ma noi non abbiamo più cibo… » cercò di protestare Gojyo.

« Ah, questo non è un problema, ne ho per un reggimento. Ho appena lasciato la casa della Silvia, una mia amica, sapete, quella là mangia più di Goku… » disse quasi parlando tra se.

« E chi sarebbe questo Goku? » si intromise Hakkai.

« No, non fatemi caso, mi stavo riferendo al personaggio di un manga, Son Goku, un demone che mangia sempre a dismisura… » sorrise la ragazza, sventolando la mano con noncuranza.

« Ehm, credo che tu ti stessi riferendo a me » ridacchiò Goku.

La ragazza stette un attimo stralunata a fissare prima lui, poi gli altri tre.

« Quello che stai cercando di dirmi è… no, non è possibile… quindi » indicò il ragazzo al posto di guida « tu saresti Cho Hakkai, e tu Genjo Sanzo, e tu… » disse, indicando infine il quarto « … tu sei Sha Gojyo??? »

« Per quanto mi risulta, sì » le rispose Gojyo, sogghignando.

« A quanto pare, tu ci conosci; ma noi non conosciamo te… » disse Hakkai.

« Oh, hai ragione, io sono Francesca, Francesca Bondoni, e sono un vostra grandissima fan, Hakk… volevo dire, Cho-sama… »

« Ma no, non darci del lei, siamo amici! E comunque come fai a conoscerci? Hai parlato di un manga… »

« E anche un anime! Siete famosi, hanno scritto molto su di voi! »

I quattro si guardarono con espressioni stranite.

« E’ vero, giuro! E poi – »

« Ok, ma adesso che dire di rimetterci in marcia? Sennò non ci arriviamo più in questa maledetta città – » iniziò a dire Goku…

« Stupida scimmia, non si interrompe mai una signorina! » esclamò Gojyo, tirandogli un pugno in testa e porgendo la mano a Francesca, perché salisse. « Prego, sali pure! »

« Taihen arigatoo gozaimashita[2], molto gentili! »

« Doo itashimashite[3] » le sussurrò piano all’orecchio il ragazzo, scostandosi i lunghi capelli rossi, mentre Hakkai premeva a fondo sull’acceleratore, e la macchina ripartiva con un basso ronzio, che copriva agli altri la sua voce. «iYorokonde[4] »

E’ superfluo dire che Francesca era completamente cotta.

 

---

 

Finalmente il gruppo raggiunse la famosa “città”, che somigliava più ad un paese che ad altro. Ma c’era tutto quello che serviva: munizioni per Sanzo (gliele comprava sempre Hakkai, perché per Sanzo sembrava che la sua pistola ne avesse di un numero infinito…), cibo per Goku (che sbranò il triplo del buttafuori della locanda sotto lo sguardo attonito del proprietario), tutto il necessario per un’altra settimana di viaggio (Hakkai forse non comprò tutto, ma sicuramente ottenne ciò di cui avevano bisogno) ed infine un bel bar pieno di polli da spennare per Gojyo e per Francesca (che formavano una coppia pressoché imbattibile a poker, come gli abitanti del villaggio scoprirono a loro spese).

Se i gentili ascoltatori vogliono sperare che tutto si svolse per il meglio in perfetta pace e armonia, dovrò deluderli. Anzi, ci fu sicuramente armonia… e tempismo, oserei dire.

Quando gli altri giocatori di poker si accorsero che i nostri due baravano senza ritegno, si alterarono, ma quando persero tutti i loro soldi, si infuriarono di brutto. Quando tirarono fuori i pugnali, tenderei a pensare che fossero proprio arrabbiati. Gojyo forse avrebbe potuto batterli, se non avesse dovuto proteggere Francesca, ma con anche lei non voleva rischiare che le venisse fatto del male, perciò la prese per mano e la trascinò fuori dal pub.

« Hakkai, i signori non gradiscono la nostra presenza! » urlò ad Hakkai, che stava camminando in fondo alla strada polverosa, stracarico di cibo.

Il ragazzo si sbrigò a caricare tutto sulla macchina e vi saltò sopra, gridandogli:

« Gojyo, quante volte ti ho detto di non vincere proprio tutto? Forza, montate su, andiamo a raccattare gli altri due »

I due stavano correndo per raggiungere il veicolo, quando Gojyo inciampò e cadde. Francesca allora tornò indietro e lo aiutò a rialzarsi e a portarlo zoppicante sulla macchina.

« Vai! » disse allora la ragazza ad Hakkai, che non aspettava altro. Passò nella vietta secondaria dove aveva lasciato Sanzo e Goku i quali, vedendolo arrivare a tutto gas, capirono subito e balzarono senza domande sulla jeep.

Quando furono a qualche chilometro dal villaggio e Gojyo ebbe ricevuto una poderosa lavata di capo da Sanzo e Hakkai (Goku non riusciva a smettere di ridere), finalmente rallentarono un poco e ripresero il loro normale ritmo.

« Ehm » ridacchiò Francesca. « mi sa che non potrò più recuperare la mia macchina, l’ho lasciata al villaggio… Dovrete sopportarmi ancora per un po’ »

« No problem. Un po’ più di assennatezza in questo gruppo di scalmanati non farà male » le rispose Hakkai.

« Beh, allora grazie per il passaggio »

« No, grazie a te, se non mi avessi aiutato, ora sarei cibo per quelli squali giù al villaggio » le disse Gojyo, schioccandole un bacio sulla guancia, che divenne subito cremisi.

« Non… non è niente… chiunque lo a-avrebbe fatto… he he he… »

Gojyo notò che gli altri tre lo stavano guardando con aria ironica (compreso Hakkai: ma non guarda mai la strada, quello???).

« Ehi, che c’è? Non si può più neanche ringraziare un’amica perché ti ha salvato la vita? » esplose lui un po’ irritato.

Tutti si sbrigarono a girarsi noncuranti, mentre Francesca faceva un mezzo sorrisetto tra sé e sé, felice dell’inaspettata piega che aveva preso quel viaggio.

 

---

 

Il viaggio continuò senza ulteriori intoppi (a parte tre agguati da parte di un testardo gruppo di demoni, un paio di sparatorie, parecchi feriti, qualche morto e svariati occhi neri… ma questi non si possono catalogare come intoppi, al massimo come “ordinaria amministrazione”…). Tutto ciò che accadde di più emozionante fu uno spettacolo che fu riservato al solo Jeep.

Sera. Fuoco. Freddo. Voglia di calore.

Pancia piena.

Padrone con giallo e piccolo. Raccogliere legna. Fare guardia.

Due umani. Femmina. Rosso.

Voci. Parole.

Freddo. Tanto freddo. Più vicino a fuoco.

Femmina freddo. Movimento. Tremare. Dormire. Tremare. Freddo.

Rosso freddo. Tutti freddo. Rosso. Coperta. Coprire femmina.

Femmina tremare no. Rosso tremare. Tremare.Tremare.

Rosso tremare.

Rosso coprire femmina. Motivo. Motivo quale.

Padrone. Giallo. Piccolo.

Dormire.

Fuoco spegnere.

Sole piccolo. Sole basso.

Rosso svegliare nascosto.

Prendere coperta.

Rosso svegliare davvero. Fare finta. Prima.

Svegliare. Giallo. Piccolo. Padrone. Femmina.

Rosso proteggere femmina freddo. Solo Jeep sapere. Motivo quale. Motivo quale…

 

---

 

Le settimane passavano, e lo spirito naturalmente frivolo di Francesca addolciva serenamente le lunghe giornate di viaggio. Tutti la ritenevano un ottimo acquisto per il gruppo, e stava simpatica a tutti (perfino al bonzo, ma lui non lo direbbe mai, neanche sotto tortura psico-fisica, ndA ^^). Miglioramenti rilevanti si potevano apprezzare su tutti i fronti (incluso quello culinario… Goku: “Era ora che si mangiasse decentemente!”).

Quella sera toccava a Gojyo d’essere di ronda, perciò il ragazzo prese i suoi tre pacchetti di ultralight e iniziò a camminare mollemente, calciando i sassolini che si paravano sul suo cammino.

« Gojyo! Gojyo! Dove sei? Ah, ti ho trovato! »

Lui si girò, per ritrovarsi un’ansante Francesca che lo guardava con occhi scherzosi.

« Di ronda ci devo stare io, non tu! Perché non torni a  dormire? »

« Oh, stasera non ho sonno… Posso passeggiare con te? »

« Posso dirti di no? »

« No. »

« Allora, prego, posso avere l’onore delle tua presenza? »

La ragazza rise. « Ti accorderò questo enorme privilegio, principe Gojyo! »

« Ah, è così? Allora, mia principessa, puoi concedermi questo ballo? » replicò lui, circondandole con la mano destra il fianco.

« Come potrei rifiutare l’invito di un uomo così galante? »

Danzarono vivacemente al ritmo di note mute, al ritmo delle loro risate. Alla fine del loro folle ballo, caddero sfiniti sul terreno.

« Sei pazza da legare, mia principessa! »

« E tu non sei da meno, mio principe! »

Fingendo di fare l’offeso, Gojyo le tirò un pugno scherzoso sulla spalla, a cui Francesca subito rispose.

« Ehi, per essere una femmina, le cartelle le tiri…» disse lui, massaggiandosi la spalla.

« Per essere una femmina?!? Ma come ti permetti, o mio principe? »

Francesca cominciò a colpirlo (scherzosamente, certo, ma sono sempre bolli…, ndA) con una raffica di pugni.

« Ehi, calma, piccola! » ghignò lui, prendendola per i polsi e portandoli lontano dalla sua sfortunata spalla. Grazie a questo movimento, i loro visi si trovarono ad una distanza minima, misurabile in millimetri più che in centimetri. Si fermarono entrambi, incerti se l’idea che improvvisamente si era fatta strada impertinente nella loro mente era davvero da tenere in considerazione o se fosse invece da scartare immediatamente. Gojyo stava velocemente valutando il pensiero, quando, ancora prima che potesse anche solo formulare un piano d’azione, venne letteralmente investito da un appassionato bacio della ragazza, che egli ricambiò dopo una leggera sorpresa.

E finito quello, e ripreso il fiato, arrivarono i successivi, non meno intensi e coinvolgenti del primo. Gojyo si perse negli occhi scuri di Francesca, oblio di tutto, assenza di regole, l’inizio di una sola coscienza.

Quella notte non fu fatta una buona ronda.

 

---

 

Il mattino dopo Goku e Hakkai li videro rientrare nell’accampamento (Sanzo ronfava di brutto).

« Wela, ragazzi, è ora di ripartire! » esplose Goku (non capendo niente).

Hakkai notò che si tenevano per mano, non ostentatamente, ma in una forma che mostrava più di ogni altra un legame indissolubile. Sorrise (capendo tutto).

Goku scrutò i suoi silenziosi compagni con tutti i segni evidenti dell’incomprensione.

« Perché state tutti zitti? Pervertito di un kappa, logorrea infinita, perché oggi sei tutto zitto? »

« Mah, non so. Sarà il tempo... » sorrise Gojyo.

« Il tempo??? O.o Ma è sereno! Ma… Ma… Oh, va a capirlo! ‘Giorno, Sanzo! »

« Sparati » (Gli girano già di prima mattina, ndA ^^”)

« Dove andiamo oggi, di bello? »

« E che cavolo vuoi che ne sappia, io? » sbottò Sanzo, cominciando già a cercare l’harisen.

Effettivamente nessuno la sapeva. Neanche Gojyo. Ma sapeva che, dovunque la strada li avesse condotti, avrebbe avuto una persona su cui contare oltre ogni dubbio.

Qualunque cosa riservasse loro il fato, lui e Francesca l’avrebbero affrontata insieme, senza mai voltarsi indietro.

 

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Devi perdonarmi, mio sventurato lettore, ma non riesco a scrivere una fine per questa storia, forse perché conosco bene i personaggi e so che non farebbero mai qualunque cosa io pensassi, a costo di contraddirsi, pur di non darmi la soddisfazione di vederli obbedire ai miei pensieri; oppure forse perché sono un’inguaribile romantica e renderei la fine troppo sdolcinata, probabilmente non coerente con i personaggi. Vivranno per sempre insieme? Dopo qualche tempo capiranno che era solo un’infatuazione passeggera, vivranno da amanti, si sposeranno, sborseranno semi-illegalmente ogni casinò nei raggio di qualche continente? Non lo so, ma credo di non avere la più pallida idea in proposito perché i personaggi stessi sono i primi a non averla. Sono troppo coinvolta nella vicenda per riuscire a guardarla da un punto esterno, e se anche ci riuscissi, poi mi deluderei da sola scrivendo una conclusione troppo scontata, o troppo mielosa, o troppo inverosimile, o troppo, o troppo… Che devo dire? Non mi piacciono le conclusioni, né quelle tristi, né quelle liete, perché sono dei piccoli addii ad un mondo che ho creato con le mie stesse mani. E anche se potrò tornarvi, non sarà mai più come questa prima volta che lo ho esplorato, caratterizzandolo con una parte di me. Quindi ti chiedo scusa, caro lettore, ti chiedo di perdonarmi per questa mia mollezza, di questo mio capriccio. Non mi piacciono gli addii, perciò il mio sarà solo un arrivederci.

Arrivederci, allora, ad una nuova avventura.



[1] Si può anche dire “e mi faccio morire di Seto?”, ma il significato forse cambia un po’…

[2] “Grazie mille”

[3] “Non c’è di che”

[4] “Con piacere”, forma molto famigliare, intima.

  
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