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Autore: Shainareth    14/05/2011    3 recensioni
[Dragon Age: Origins] Brevi frammenti di vita del Custode Grigio Nimue Surana, antecedenti al suo incontro con Duncan e la partenza per Ostagar.
Attenzione: questa raccolta contiene anche alcune informazioni sui due romanzi di David Gaider, sceneggiatore del videogioco, e analizza determinati personaggi della cosiddetta Mage Origin.
Mi riservo di alzare il rating nel qual caso le prossime shot lo richiedessero.
01. Condivisione
02. Re
03. Proposta
04. Tormento
05. Forbici
06. Incontro
07. Incubi
08. Dicotomia
09. Fuoco
10. Separazione
11. Testamento
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nimue Surana'
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SEPARAZIONE


Pur essendo da lungo tempo una degli Incantatori Anziani della Torre, aveva già rifiutato il posto di successore di Irving quando era stato fatto il suo nome durante una delle ultime riunioni tenute dai più stretti collaboratori del Primo Incantatore. Non era quello a cui auspicava lei. Era sempre stata una donna autoritaria, combattiva, e solo gli anni avevano addolcito il suo carattere, rendendola saggia e quindi spesso indispensabile allo stesso Irving.
   Wynne, però, era di vitale importanza anche per qualcun altro. E se pure il Primo Incantatore aveva infine accettato la sua decisione, difficilmente l’avrebbe fatto quella ragazza che, dal basso dei suoi cinque piedi scarsi, affrettava il passo lungo le scale e i corridoi. Le era arrivata voce che Wynne sarebbe partita per la guerra. Assurdo! No, no, non poteva crederci. Perché, se fosse stato vero, Wynne glielo avrebbe detto, no? Eppure la serietà con cui Jowan glielo aveva raccontato – e Nimue ancora si chiedeva come dannazione avesse fatto a saperlo prima di lei – non lasciava adito a dubbi.
   Di guardia al piano in cui risiedevano gli Incantatori Anziani, Cullen la vide sfrecciare davanti a sé. Subito si tolse l’elmo, sorrise e fece per chiamarla; ma quella scheggia dalle orecchie a punta passò oltre senza neanche dar segno di averlo visto. Il soldato rimase fermo – e un po’ deluso – a fissarla mentre batteva il piccolo pugno contro la porta di una delle camere. L’uscio si schiuse, e la maga scomparve subito alla sua vista, come risucchiata dall’interno della stanza. Cullen grugnì sotto gli occhi divertiti di un gruppetto di apprendisti che si erano soffermati lì in attesa di un loro insegnante. Tornò a infilarsi nuovamente l’elmo e sbuffò: così non andava bene, altroché. Doveva togliersela dalla testa, o avrebbe finito per diventare matto e rendersi ridicolo davanti a tutti. Per lo meno, si disse schiarendosi la gola, c’era di buono che Nimue aveva bussato alla porta di Wynne, e non di un Incantatore – maschio. Un pensiero idiota e sconveniente, Cullen se ne rendeva conto mentre arrossiva; eppure, dopo tutto quel tempo, ancora non riusciva a venire a capo del proprio dilemma interiore.
   Anche l’oggetto dei suoi desideri ne stava vivendo uno, benché molto diverso. Quando Wynne le aveva aperto la porta, Nimue le si era gettata al petto, stringendola come non aveva più fatto da quando era bambina. Stupita da quel gesto, la donna ci mise un attimo prima di tornare padrona di sé e di ricambiare l’abbraccio. «Cos’è che vi porta qui?» Solo in quel momento la ragazza si riebbe, e chiese scusa per quel suo modo poco educato di invaderle la camera. Wynne rise. «Se fossero tutti così, gli studenti maleducati, ne vorrei a migliaia, credetemi.»
   Quindi le voleva ancora molto bene, si convinse Nimue. Non che avesse mai davvero dubitato dell’affetto della donna, solo che, dopo quanto aveva sentito, non sapeva più che pensare e le veniva spontaneo sragionare, come sempre le accadeva durante i suoi attacchi d’ansia. «È vero che partirete?» le domandò allora a bruciapelo, evitando di girarci troppo attorno per non farsi stupide illusioni.
   L’espressione di Wynne si fece più seria, e il suo sorriso perse di allegria. «Sì», ammise, pur sapendo di darle uno schiaffo. «Ve lo avrei detto più tardi. Mi si è presentata quest’opportunità, non posso rifiutare.»
   «Ma… Ma la spedizione del Re è pericolosa», obiettò Nimue, cominciando a sentire il naso pizzicare per il pianto.
   «È vero», le concesse l’Incantatrice, decisa a non nasconderle niente. «Bisogna però tener conto del fatto che Re Cailan, il suo esercito e i Custodi Grigi stanno lottando per tutti noi. Sarebbe egoistico non aiutarli se ne abbiamo l’opportunità, vi pare? E io non ho alcuna intenzione di rimanere immobile a letto con la coperta tirata fino al mento, in attesa che la morte mi reclami.» L’elfo avrebbe voluto ribattere, ma non trovando le parole per farlo, si limitò a stringere le labbra in una smorfia involontaria e disperata. Wynne sospirò. «Nimue», riprese con tono più dolce, cingendole il volto con le mani. «Prima o poi le nostre strade si sarebbero divise comunque.»
   «Questo non è detto», annaspò lei, con voce tremula.
   «Siete cresciuta abbastanza perché io possa affermarlo con una certa sicurezza», si sentì contraddire, suo malgrado. «Il mio unico rimpianto sarà quello di non potervi assistere durante il vostro Tormento.» Tanto bastò per paralizzare del tutto la fanciulla, che sgranò gli occhi pieni di lacrime, in preda al terrore. Ma non avrebbe pianto, no: se lo avesse fatto, le avrebbe dato un grande dispiacere, rendendole tutto molto più difficile. Wynne le lisciò viso con i pollici e le sorrise maternamente. «Ce la farete», le assicurò, talmente convinta che l’altra fu davvero tentata di crederle. «C’è molto talento in voi, e nessuno ha dubbi sull’esito della vostra prova, nemmeno il Primo Incantatore.»
   Avevano detto così anche per Winifred, pensò Nimue in un attimo di sconforto, sentendo il cuore stringersi in petto fino a fare male. Eppure lei non ce l’aveva fatta. «Tornerete?» si limitò tuttavia a chiedere all’anziana maestra. Sapeva quanto fosse testarda e quanto fosse difficile tentare di farle cambiare idea dopo che aveva preso la sua decisione.
   Per l’ennesima volta Wynne fu commossa dall’affetto dimostrato da quel piccolo elfo che aveva cresciuto quasi con lo stesso amore di una madre. Le baciò la fronte nuda. «Se il Creatore vorrà.» E tuttavia non se la sentiva di lasciarla così, in preda unicamente all’ansia e al dolore provocato da quella separazione che gravava sul loro rapporto così simile a quello che nasce fra genitore e figlio. «Voi però dovrete promettermi di continuare la vostra vita nel migliore dei modi: applicatevi sui libri con profitto e non trascurate mai le vostre amicizie.»
   Quanto alla prima cosa non c’era pericolo: Nimue si era sempre impegnata nello studio a causa del terrore che le incutevano il Tormento e i templari. Abbozzò un sorriso, consolata in parte dalla promessa che, se tutto fosse andato per il meglio durante la guerra, ogni cosa sarebbe tornata come prima. «È difficile scrollarsi Jowan di dosso.»
   Wynne avrebbe voluto ridere per quella battuta, ma dovette limitarsi a schiudere le labbra e ad inarcarle appena verso l’alto. «Lo immagino», commentò con un sospiro, passandole una carezza fra i corti capelli chiari. Non l’avrebbe lasciata con il dispiacere di farle sapere che nell’ultimo periodo il suo più caro amico era entrato nelle mire dei templari perché sospettato di interessarsi alla Magia del Sangue. Non dopo che Nimue aveva già perso Winifred. Di lei si fidava, e sapeva che, per indole, se anche Jowan avesse cercato di renderla partecipe del proprio segreto, la fanciulla avrebbe rifiutato con decisione di prendere parte a quei complotti maledetti. «Cercate di relazionarvi anche con gli altri, però», si sentì perciò in dovere di raccomandarle Wynne. Se Nimue avesse avuto qualcun altro su cui appoggiarsi, avrebbe di certo sofferto meno. «Magari potreste trovare qualche bravo giovanotto che…» L’elfo non la fece finire di parlare, perché il suo volto si contorse in una nuova smorfia dovuta all’imbarazzo. La donna questa volta rise di cuore. «Oh, avete ragione. Ogni cosa a suo tempo, anche se i vostri sono decisamente lunghi.»
   L’apprendista incassò stoicamente; dopotutto, era abituata a quelle battute da parte di Jowan. «Mi scriverete?»
   «Avete la mia parola.»
   «Vi voglio bene, Wynne.»
   «Ed io ne voglio a voi. Non immaginate quanto», le giurò, stringendola di nuovo al petto. E questa volta Nimue perse la battaglia contro se stessa, cedendo alle lacrime e ai singhiozzi. Cominciò allora a scusarsi per la sua debolezza, non potendo sapere che anche la sua Wynne aveva gli occhi umidi e che se non le aveva detto della partenza era stato soltanto perché temeva di ritrovarsi a piangere davanti a lei.












Oh, Creatore! Temo di essermi dimenticata come si postano le fanfiction su questo sito. XD Oh, e no, non temete, la presente shot non è un miraggio: è solo dovuta all'ispirazione arrivata così, all'improvviso. E finalmente, oserei aggiungere. Non ho mai voluto abbandonare quella sciocca della mia maga, e spero solo di riuscire a riprendere la long quanto prima, perché comunque ormai sono a buon punto (più della metà) e sarebbe stupido lasciare tutto in sospeso dopo la faticaccia che ho fatto per scrivere di Orzammar! @_@
In questa shot vi sono ben due citazioni: la prima la riconoscerete senz'altro, ed è quella che la stessa Wynne dice all'interno del videogioco; quanto alla seconda (a dire il vero involontaria), forse ci arriveranno soltanto coloro che hanno potuto leggere i romanzi di Gaider.
Detto questo, ringrazio quanti hanno avuto la pazienza di aspettare, e in particolar modo la mia amica e beta Atlantislux che, poveraccia, continua a subire le mie storie pur non conoscendo il fandom. XD
Shainareth



  
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