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Autore: feeltheromance    15/05/2011    3 recensioni
-William,- pronunciò il suo nome completo, lo fece apposta, per farlo sentire male, sapeva che odiava essere chiamato così –Se qualcuno chiede qualcosa, siamo usciti a fumare. È chiaro?-
 
E’ una AXL/DUFF!!!
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Mama, please, let me go to the show!
 
Erano una di quelle poche band che non si lasciavano intimidire dalle esibizioni live. Prima di un concerto non erano agitati, non erano in ansia, non avevano paura di nulla. L’istante prima di salire sul palco, per loro, era un momento come un altro, un ritaglio di tempo simile ad altri diecimila. I Guns N’Roses non avevano paura di niente, figurarsi di un fottuto live in uno schifosissimo pub di periferia.
Slash terminò di accordare la sua chitarra e furono pronti. Axl comparve per primo da dietro le quinte, seguito a ruota da Izzy, Duff, Slash ed infine Steven. Ogni uno prese posto, mentre lo show cominciava. Come ogni dannata volta, il loro pubblico era una vera merda. Le poche persone che non erano al bancone del bar, erano sdraiate sui tavoli, quasi in coma etilico. I Guns stavano suonando per nessuno, stavano suonando tra di loro, per loro stessi.
Axl cominciò a cantare, una canzone dopo l’altra, le melodie, una più veloce della precedente, si susseguivano senza interruzione, veloci come il vento.
Il cantante sentì caldo, ad un certo punto. Certo, aveva già caldo da quando era cominciato lo show, stava sudando come ogni volta e i lunghi capelli erano tutti appiccicati alla fronte madida di sudore, ma quel calore che lo avvolse da dietro era un calore nuovo, diverso, piacevole. Si voltò, curioso, mentre lanciava uno dei suo meravigliosi acuti, e si trovò avvolto in uno sguardo profondo e bollente.
Duff gli si stava strusciando contro la schiena e lo osservava da dietro la sua spalla. Axl rimase un momento intrappolato dagli occhi dell’altro, ma si riscosse quasi subito.
Duff voleva giocare? Bene, lui non era certo il tipo che si tirava indietro.
Si voltò verso di lui e gli si avvicinò pericolosamente, senza smettere di cantare. Il bassista gli sorrideva provocandolo, dall’alto dei suoi quasi due metri d’altezza.
Axl abbandonò il microfono e attaccò il collo pallido dell’altro. Lo sentì rabbrividire sotto le sue labbra e sotto la sua lingua. Sorrise, soddisfatto. Amava sapere di fargli quell’effetto, si sentiva importante, potente. Prese a strusciarsi lascivamente contro il corpo magro dell’amico, sfiorandogli appena il volto con la punta delle dita, quasi avesse paura di romperlo. Sentiva il respiro corto e affannato di Duff scompigliargli i capelli rossi, si sentiva il suo sguardo sporco addosso.
In quel fetido pub stava cominciando a fare davvero troppo caldo, troppo. Axl concluse velocemente l’ultima canzone e subito afferrò il biondo per un polso, tirandoselo dietro. Non si curò degli altri e nemmeno delle proteste –deboli, ma pur sempre proteste- di Duff e non smise di camminare fino a quando non si ritrovarono fuori, sul retro del locale. Il bassista, fortunatamente, era riuscito a lasciare il basso in custodia a Steven, prima che il cantante lo trascinasse fuori.
Erano in un vicoletto buio e desolato. Axl sentì improvvisamente un freddo pungente che lo investiva. Incrociò le braccia al petto, cercando di scaldarsi. Il sudore provocatogli dal concerto gli si congelò addosso, facendogli battere i denti.
-Si può sapere che cazzo ti è preso?- gli domandò bruscamente Duff.
Il giovane cantante alzò lo sguardo chiaro su di lui.
Aveva i capelli biondi cotonati completamente spettinati, alcune ciocche gli si erano incollate alla fronte o al collo, altre erano sparate in tutte le direzioni. Ansimava leggermente e aveva le labbra rosse e lucide. Le guance gli si erano colorate di rosso a causa del freddo pungente.
Quanto poteva essere bello e sexy, mmh? Quanto?
-Secondo te?- domandò il rosso, lascivo. Si passò la lingua sulle labbra. Sapeva di farlo impazzire con quel gesto, lo faceva apposta. Infatti negli occhi scuri di Duff passò un lampo di lussuria, che fece venire caldo al cantante.
Il biondo lo spinse per le spalle, contro il muro freddo di mattoni. Lo costrinse tra il suo corpo marmoreo e la parete, spalmandosi su di lui, facendo aderire il proprio petto al suo. Non lo baciò, però. Posò le sue labbra sulla guancia di Axl, che già aveva cominciato ad ansimare e a far scorrere velocemente le sue mani sui suoi fianchi magri. Axl sentiva già la testa che girava, avvertiva i pantaloni di pelle aderenti farsi sempre più stretti e fastidiosi, le labbra di Duff sul suo viso lo stavano facendo tremare. Chiuse gli occhi e si lasciò coccolare dalle labbra e dal tocco caldo dell’altro. La bocca del biondo si spostò sulla linea della sua mandibola, sul mento e Axl buttò indietro la testa per lasciargli libero accesso al collo. Gemette di piacere quando l’amico lo morse, poco sotto l’orecchio e subito dopo prese a succhiare e baciare quello stesso lembo di pelle, quasi volesse alleviargli il dolore provocatogli dal morso. Axl infilò una mano tra la sua criniera scompigliata, gli strinse i capelli, riportando la sua bocca sulla propria, non sopportando la lontananza con quelle labbra demoniache che l’avevano incantato fin dalla prima volta che si erano scambiati un piccolo bacio a stampo, per scherzo.
Sentì la lingua di Duff che gli lasciava una scia di fuoco che partiva dalla base del collo ed arrivava fino ad appena sotto l’orecchio, che prese a mordicchiare. Il cantante si morse a sangue le labbra tentando, invano, di trattenere dei gemiti ben poco casti.
-Mi vuoi.- sussurrò il bassista. Non era una domanda, ma soltanto una semplice affermazione. Sapeva che Axl lo desiderava da morire, lo capiva da come gli si strusciava contro, da come gli stringeva i capelli, da come ansimava.
-Ti voglio.- ansimò a mala pena sulle sue labbra bollenti, fronte contro fronte.
Duff sorrise malizioso. Adorava sapere di fargli quell’effetto, adorava sentirlo docile sotto il proprio tocco, sentirlo gemere tra le proprie labbra.
Il biondo gli slacciò e abbassò velocemente pantaloni e boxer, con un’unica mossa precisa. Axl boccheggiò in cerca d’aria, sentendosi nudo sotto il suo sguardo bruciante. Abbassò anche i propri pantaloni, inceppandosi un paio di volte a causa delle mani che tremavano. Duff si impossessò nuovamente delle sue labbra, gliele morse, mentre accostava la propria erezione alla sua apertura.
Il biondo non era uno che andava per la leggera, infatti non lo preparò, ma cominciò subito ad affondare in lui, con poche spinte feroci.
Axl strinse i denti e contrasse involontariamente tutti i muscoli. Non riuscì a frenare qualche lacrima di dolore.
Si sentiva aperto in due, squarciato a metà. Faceva male, faceva dannatamente male. Si sentiva quasi violato, usato. Sporco.
E gli piaceva. Dio, se gli piaceva.
Soffocò un gemito più forte degli altri sulla spalla di Duff, quando questi toccò quel fascio di nervi dentro di lui che lo faceva andare fuori di testa. Axl si sentiva impazzire, aveva caldo, troppo caldo, avrebbe potuto liquefarsi da un momento all’altro, gli girava la testa, si sentiva pieno, pieno di Duff.
Venne, con poche altre spinte, dopo quella che gli sembrò un’eternità passata a mordersi le labbra per non gemere come una verginella. Duff lo seguì, poco dopo.
Si accasciarono l’uno sull’altro, in un groviglio di gambe e pelle che aveva l’odore di sesso. Il bassista uscì da lui e si rivestì, in silenzio. Axl fece lo stesso, un po’ intontito per il precedente orgasmo, con la testa che ancora gli rimbombava dei gemiti del biondo.
Stava per rientrare, aveva già la mano poggiata alla maniglia, quando sentì il corpo caldo dell’altro che lo avvolgeva da dietro. Lo stava abbracciando, dolcemente. Gli cinse la vita con le braccia e lo strinse a sé. Axl sorrise, felice. Voltò il viso verso di lui e catturò le sue labbra rosse nelle proprie. Era un bacio diverso da quelli che si erano appena scambiati, quelli erano baci animaleschi, passionali, possessivi, questo invece era più una carezza, qualcosa di dolce, un batuffolo di zucchero filato.
Axl aveva il cuore che andava a mille. Sperava tanto che Duff non se ne accorgesse.
Si divisero soltanto quando entrambi sentirono i polmoni bruciare.
-William,- pronunciò il suo nome completo, lo fece apposta, per farlo sentire male, sapeva che odiava essere chiamato così –Se qualcuno chiede qualcosa, siamo usciti a fumare. È chiaro?-
Ed eccola. La solita domanda di sempre. Dopo aver fatto sesso, Duff si inventava sempre qualche scusa nel caso qualcuno avesse chiesto loro qualcosa. E alla fine della frase metteva sempre quel “E’ chiaro?” che pronunciava con quel tono che non ammetteva repliche.
-Chiaro, come sempre.- mormorò il rosso tra i denti. Rientrò, chiudendosi la porta alle spalle, lasciando fuori, al freddo, il suo amore più grande.
Avvertì una lama ghiacciata ferirgli il cuore, ormai pieno di cicatrici.
 
 

 



 
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Salveeeeeee X3
Avevo detto che Cacciatore sarebbe stata la sola ed unica Axl/Duff che scrivevo, invece eccomi ancora qui! XD Non ho resistito XDD Anche se quello che è uscito non mi piace proprio per un pene ç_________ç

AnyWay, la voglio dedicare a VickyDepp che è come me un’amante di questa coppia e come me pensa che Axl sia una tr**a XDDDDD capita, Axl, capita *patpatta*
E niente, mmh questa piccola shot è ambientata agli inizi dei Guns, quando ancora non erano famosi e quando ancora avevano la band intatta (bei tempi çVç) lol
(una recensione non fa mai male, dai dai *messaggi subliminali is the fuckin’Way!* XDD)
Bon, non credo di dover precisare più nulla XD and so, a presto, byebyee!
Ringrazio chiunque abbia letto! :)
 
Susan

  
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