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Autore: GingerHair    15/05/2011    5 recensioni
Tutti sanno come è finita la triste storia di Lily e James, loro che hanno inconsapevolmente dato il via a tutto quanto.
Nessuno però sa come la loro LoveStory sia iniziata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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1. Hide and Seek



Era una splendida mattina di agosto. Le strade di Diagon Alley erano, come al solito, stracolme di gente.
Mi ero recata lì per acquistare gli ultimi libri, che ancora mi mancavano.
Avrei, di lì a una settimana, frequentato il settimo ed ultimo anno ad Hogwarts. Con me c’era anche la mia migliore amica, Alice.
Mi sentivo strana. Avevo come un presentimento, riguardo a quell’anno.
Una piccola e irritante vocina dentro di me mi stava dicendo che mi mancava qualcuno. Qualcuno? E chi? Questa fastidiosa vocina mi stava dicendo anche chi. Ma non poteva essere. Perché mai dovrebbe mancarmi quell’arrogante pallone gonfiato di James-ho appena preso una scossa elettrica-Potter?
Non dovrebbe, e infatti, non mi manca neanche un po’!
Io e Alice eravamo arrivate alla libreria ‘Il Ghirigoro’ dove, una settimana prima, avevamo ordinato i nostri libri.
Uscimmo dalla libreria stracolme di tomi, non mi ricordavo di averne presi così tanti. Vabbè, poco male.

“Ehi Lily, guarda un po’ chi c’è!” mi disse Alice, mentre pensavo a tutte le meraviglie che avrei imparato quest’anno.

NO, no, no, no! Non lui, non oggi, non qui.
Eccolo lì, a fare il cretino con quell’altro scapestrato di Sirius-sono il più bello di Hogwarts-Black. Sono uno peggio dell’altro. Hmph.. ma guardalo. Cos’ altezzoso e sempre sicuro di sé.. con i capelli in disordine e quello stupido boccino in mano. Fortunatamente non si era accorto di noi, non ancora almeno.
Eh sì, perché quella simpaticona della mia ormai ex-migliore amica si stava praticamente sbracciando per fare in modo che si accorgessero della nostra presenza, cosa che, sfortunatamente per me, accadde.
Ed eccolo, di nuovo, che si scompiglia i capelli e che mi rivolge uno dei suoi soliti.. no aspetta.
Non è uno dei soliti sorrisetti di chi la sa più di te. No, perché?
E’ un sorriso più..
No Lily, insomma, cerca di rimanere in te, non puoi pensare che James Potter abbia qualcosa di bello. Bello?
Hmph, quel sorriso non è bello, no. E’… a dir poco… meraviglioso.
Lo fissai come una rincoglionita mentre si avvicinava ma, con mia grande sorpresa, non fece nessun commento a riguardo, cosa di cui gli fui grata.
CHE?
No.. proprio no. Essere grata di qualcosa a James Potter?
Beh.. Oh insomma, solo una.

“Ciao Lily, hai bisogno di una mano?” mi chiede con gentilezza, sorridendomi e guardandomi negli occhi con quell’aria di adorazione che ben conoscevo.

“No, Potter, posso farcela benissimo da sola..” risposi, cercando di essere fredda, con scarsi successi però.. “Grazie” aggiunsi.

COSA? Lily, ma a che cavolo pensi? Grazie?? Perché? Che fine ha fatto il tuo orgoglio, santo Godric? Dov’è?

So bene dov’è.. e purtroppo non penso se ne andrà di lì molto presto. E’ attaccato al mio cuore e al mio cervello come una cozza. Per quanto io provi a lasciarmi andare e a perdermi nei suoi bellissimi occhi color nocciola.. eccolo che arriva e che rovina tutto. Dannato orgoglio!

Mi guardò stupito. Probabilmente anche lui era sorpreso da quel mio ‘grazie’. Scrollò le spalle e fece la stessa domanda ad Alice, la quale accettò ben felice.
Dannazione!
Ma che mi prende?
Possibile che io sia.. NO, no, non può essere!
Perché dovrei essere gelosa?
'Perché sembra che il tuo caro James ti abbia dimenticata...' rispose quella stessa vocina così snervante.
No, impossibile, non può averlo fatto.. perché avrebbe dovuto? E perché dovrebbe importarmi poi?

“Dove dovete andare ancora?” chiese Sirius interrompendo quel torrente di pensieri che mi stavano affollando la mente.

“A casa da Lily, starò da lei per quest’ultima settimana di vacanza..” rispose Alice guardandosi intorno.

Sapeva che Frank Paciok si sarebbe trovato lì quello stesso giorno e, considerato che aveva una notevole cotta per lui, non faceva altro che sperare di vederlo.
Anch’io intanto mi guardavo in giro, ma non perché cercassi qualcuno, ma per non dover guardare James.
Ero sicura che se l’avessi guardato anche solo per un attimo, quei pensieri del tutto improbabili e insensati sarebbero riapparsi a ingombrarmi il cervello.

“Allora Evans, hai passato un’estate divertente?” mi chiese Sirius, per rompere il silenzio creatosi.

“Sì.. Sono state molte divertenti..” risposi senza guardarlo.

“Ah sì? E cos’hai fatto di divertente? I compiti magari?” disse, in tono canzonatorio.

“Anche. Invece immagino che tu non abbia neanche pensato di farli, o sbaglio?” risposi con assoluta freddezza.

“Wow, Evans. Mi conosci troppo bene..” disse in risposta sorridendomi e ammiccando.

Lo guardai male e poi mi girai per guardare male anche James che, ne ero sicura, stava imitando l’amico Sirius.
Quello che vidi però non fu un sorrisetto strafottente, ma uno sguardo perso nel vuoto, uno sguardo anche abbastanza triste.
Per qualche frazione di secondo mi sentii in colpa, ma non ci feci troppo caso.



Tornata a casa insieme ad Alice, ci sedemmo in salotto per il thè.
In quel momento però una grande civetta volò dentro casa e si poggiò sul bracciolo del divano su cui eravamo sedute. Senza pensarci un attimo, presi la lettera che era legata alla zampetta e, mentre Alice dava un biscottino al volatile, che apprezzava, io leggevo ad alta voce la lettera.



Ciao Lily,
Immagino ci sia anche Alice lì con te. Beh, ciao anche a te Ali.
Come state? Non vedo l’ora di rivedervi. A proposito di questo..
I miei genitori vi hanno invitato a passare l’ultima notte di vacanza da noi. Che ne dite? Vero che verrete?
Vi devo però avvisare che ci saranno anche Remus, Sirius, James, Peter e Frank (oltre che Marlene ovviamente).
Immagino che per Alice vada super bene.. per te Lily? Ti prego, ti prego, ti prego!
Spero vivamente che dirai di sì!
Un bacio enorme..
                                                        Emmeline.






“Sì, sì, sì, sì, sì, sì, sì. SI’!” incominciò ad urlare Alice, facendo spaventare il gufo che, indispettito, si appollaiò in cima alle scale. “Lily.. Sì! Noi ci andremo.. vero?” mi chiese con sguardo assassino.

“L’idea di passare la serata con voi ragazze mi alletta molto, ma non posso certamente dire lo stesso riguardo ai ragazzi.. lo sai bene.” Dissi, seria.

In realtà stavo mentendo.
L’idea di passare una notte insieme a James (eggià, cosa mi tocca dire) non mi dispiaceva neanche un po’, ma il mio solito orgoglio mi impediva di non farmi pregare.

“Ti prego Lily. Non devi per forza stare con James, o Sirius, anche se scommetto che stare un po’ con James non ti dispiacerebbe..” disse lei guardandomi con un sorrisetto che non prevedeva nulla di buono.

“E con questo cosa vorresti dire?” chiesi, con voce ferma ma terrorizzata che potesse aver capito qualcosa di quello che provavo veramente.

“Voglio dire, mia cara Lily Evans, che ho visto come lo guardavi, e come successivamente facevi di tutto per non guardarlo, questa mattina a Diagon Alley. Dai, non mentirmi.. lo so che ti piace” disse Alice, sedendosi accanto a me e battendomi una mano sulla spalla, come se volesse far uscire così una mia confessione.

“Che? Ahahahahahhaahha, ti prego Ali. Stai scherzando spero.. vero? Dai, a me.. ahahah.. piacere James-capelli spettinati, boccino in tasca, sorriso da idiota-Potter? “ le risi in faccia.
La mia risata però non sembrò convincerla molto perche strinse gli occhi, come per vedere la verità dentro la mia mente..
Non ce la potevo fare a mentire.
Non a lei.
Smettendo di sorridere abbassai la testa e farfugliai “Ok—kei.. magari Ja---es Po---r m- pia-- -n po-c-in-“

“Cosa?” mi chiese lei.

Sapevo che aveva capito, lo faceva solo per darmi fastidio. Non lo potevo, né lo volevo dire. Ammetterlo avrebbe significato solo cadere nelle grinfie di quel Don Giovanni da strapazzo, e non avevo nessuna voglia di rimanere ferita. Ma, inaspettatamente e inspiegabilmente, dalla mia bocca uscirono fuori parole ben scandite “Okkei, magari James Potter mi piace un pochino”.

Dannata boccaccia! Perché fai uscire parole senza il mio permesso?
Ah bene, ora non parli, eh?
Ora non urli ‘NO, non è vero, tutto uno scherzo!’..? Perché non lo fai? Perché?

“Ah, lo sapevo. Era talmente ovvio che vi stareste messi insieme..” incominciò a straparlare Alice.

Uff, lei e i suoi soliti film mentali.

“Ehi ehi ehi, non pensi di correre un po’ troppo? In più, non mi sembrava particolarmente interessato a me questa mattina.. Figurati! Con la fortuna che ho, magari, ora che ho ammesso che forse, e ripeto FORSE, James Potter mi piace, lui si dimentica di me!” dissi sconsolata.

Non volevo starci male, è per questo che lo avevo respinto così tante volte.
Eppure ora, nonostante lui non avesse fatto nulla per ferirmi, io mi sentivo male.
Soffrivo.
Tutto d’un tratto realizzai che ero io la causa di tutta quella mia sofferenza.
Io, e solo io, ero causa del mio dolore e, probabilmente, anche del suo. Di quello di James.
Potevo benissimo capirlo. Perché continuare a provarci con una così tanto stronza e fiera di sé quale ero io?

Improvvisamente, senza che potessi impedirlo, incandescenti e amare lacrime iniziarono a scivolarmi sulle guance e sul naso.
“Ehi, ehi ma che fai? Piangi? Lily stai piangendo?” chiese Alice abbracciandomi.

“No, figurati, sto ballando la salsa, non vedi!?” dissi tra le lacrime e i singhiozzi.

“Uff, tu e la tua solita ironia. Lily, ma che hai? Ti pare che James di dimentichi di te in così poco tempo.. dai non essere stupida. Caspita però.. non pensavo tenessi tanto a lui!” disse Alice, cercando di consolarmi.

“Non lo pensavo neanche io.. me ne sono accorta ora, e stamattina. Oggi sembrava diverso. Mi ha stupito, il fatto che non stesse a fare il coglione con Sirius.. Non lo so.. So solo di essermi comportata molto male.. Come posso rimediare?” chiesi, ancora piangendo, mentre mi facevo coccolare un po’ da Alice.

“Innanzitutto, andremo da Emmeline sabato sera. So bene che sei frenata molto dal tuo orgoglio quindi.. l’unica cosa che dovrai fare è divertirti e lasciarti andare. Ma, se lui dovesse avvicinarsi a te, tu non lo respingerai come sempre. Hai detto che lo hai visto cambiato, no? Bene, allora cambia atteggiamento anche tu. Dagli una possibilità! Ti prometto che se dovesse farti soffrire, sarei io la prima a fargliela pagare.. ok?” mi disse stringendomi in un abbraccio che racchiudeva tutto il bene e l’affetto che provava verso di me.

Ricambiai l’abbraccio e, cercando di ricompormi, corsi in camera a prendere carta e piuma.




Cara Emmeline,
grazie mille per l’invito. Verremo certamente, anche noi abbiamo voglia di vederti.
Ci vediamo sabato,
Un bacio
                                                 Lily e Alice.



Più velocemente possibile cercai la civetta e le porsi la lettera. Restai a guardarla mentre diventava un piccolo puntino all’orizzonte.

Pensavo alle sagge parole di Alice. James era cambiato? Bene! Allora anche io sarei cambiata.

Una settimana passò in fretta e, tra risate e uscite a Diagon Alley, sabato arrivò in un baleno!

“Aliiiii! Cosa mi devo mettere?!” urlai, in preda al panico.

“Uhuh.. perché non questo?” disse indicandomi un pigiama che avevo tirato fuori dall’armadio per puro caso.

Non l’avevo mai messo e un motivo c’era eccome.
Era composto da una canottiera grigia, stretta e corta con la scritta ‘Angel outside..’ e fin lì avrei anche potuto resistere, il problema erano i pantaloncini. Erano talmente piccoli che sembravano mutande, corti e semi trasparenti, in più, per completare la scritta sulla maglietta, c’era stampato sul sedere un ‘Devil inside’.
Me lo aveva regalato una mia amica babbana, sapeva che non lo avrei mai messo.. me lo aveva donato solo per ridere..

“Ahah, bella battuta.. io sto parlando seriamente!” dissi, gelida.

“Anche io.. ok, senti, facciamo che porti anche questo. Casomai, se proprio non te lo vorrai mettere, lo darai a Marlene. Lei ne sarà entusiasta!” disse ridendo.

Risi anche io. Marlene era la più scatenata di noi quattro. Alice era quella romantica. Io quella studiosa e giudiziosa e Emmeline.. beh, era un mix.

Alla fine optai per una maglietta larga, nera con disegnate delle scarpette da ballerina, e un paio di pantaloncini non troppo corti, bianchi.





Arrivammo a casa di Emmeline di pomeriggio, con i bauli pronti per l’indomani.

“Duuunque, mi caree.. novità?” ci chiese Marlene, che era arrivata poco prima di noi, sedendosi sul letto di Emmeline.

“Oh, sì. Ce ne sono molte di novità” disse Alice, guardandomi con il suo solito sorrisetto in faccia.

“Quali? Quali? Quali?” chiesero Marlene de Emmeline all’unisono.

“La nostra Lily ha finalmente ammesso di..” incominciò Alice.

“Alice, stai zitta!” la bloccai, acida.

“Ennò, io voglio sapere!” si lamentò Marlene.

“Sì, anche io. Lily, siamo tue amiche, abbiamo il diritto di sapere!” la incoraggiò Emmeline.

“Uff, okkei! E’ successo una settimana fa a Diagon Alley…” e incominciai a raccontare tutta la storia.

Una volta che ebbi finito, sui volti delle mie amiche si dipinsero tre sorrisi identici.

“Che vi dicevo? Grosse novità” esclamò Alice.

“Dio Lily, era proprio ora che ti svegliassi...”disse Emmeline dandomi un bacio sulla guancia.

“Già, che poi non ho mai capito cosa ti bloccasse. Voglio dire. E’ di James Potter che stiamo parlando. Sai quante ragazze vorrebbero essere al tuo posto? Troppe. Se non mi piacesse Sirius, io un pensierino su James ce lo farei eccome..” disse Marlene, con un sorriso malizioso e provocante sul viso.

“Oddio Mar, sei sempre la solita…” la canzonò Alice.

“Ti piace Sirius?” chiesi, sconvolta.

“Sì..” rispose la ragazza, arrossendo leggermente.

“E da quando?” domandò curiosa Alice.

“Da sempre! Ma non l’ho mai ammesso fino a quando non l’ho visto all’inizio di questa estate in un parco senza maglietta.. Ottima vista, devo dire!” rispose, continuando a sorridere al ricordo e perdendosi in pensieri un po' poco casti.

“Secondo me stareste bene insieme” affermai.. poi, ricordandomi.. “Anzi, sai che ti dico.. Ho un regalino per te. Io non lo metterei mai.. ma penso che questo a Sirius non dispiacerà” dissi tirando fuori dallo zaino il pigiama ‘in-indossabile da me’.

Appena lo vide, a Marlene si illuminarono gli occhi.

“Te lo avevo detto che le sarebbe piaciuto!” disse Alice, guardando divertita Marlene che mi strappava il pigiama dalle mani e se lo provava..

“Quando arrivano i ragazzi?” chiese Marlene, dopo cinque minuti che si rimirava allo specchio.

“Dopo cena..” disse Emmeline, guardando prima lei e poi noi e scuotendo leggermente la testa.
Era sempre la solita!



Io, Alice e Marlene eravamo tutte in camera di Emmeline, lei era andata ad aprire la porta ai ragazzi. Avevamo disposto i nostri sacchi a pelo, anche se dubitavamo davvero che li avremmo utilizzati. Eravamo tutte e tre abbastanza nervose. Sentimmo dei passi e delle risate. Prima fra tutte si distinse quella di Sirius, riconoscibile dal fato che sembrava uno strano latrato.

La porta si spalancò. E riuscimmo a vedere Emmeline, Sirius, Remus e Frank.

Oddio.. e James?

“Sirius, vedi di non rompermi la porta, grazie” disse Emmeline rivolta a Sirius.

“Scusa Em! Ciao a tutte..” si guardò un po’ attorno fino a che non puntò gli occhi su di me “Ehi Evans, non pensavo di trovarti qui!” disse sorridendo sfacciato. “Ciao Ali, come stai?”

“Bene.. Ciao Frank!” disse Alice, con voce sognante.

“Ciao Alice, ciao ragazze!” salutò Frank, guardando Alice con dolcezza.

“WOOW, Marlene!” disse Sirius, che finalmente si era deciso a guardarla. Quel pigiama non lasciava davvero spazio all’immaginazione.

Marlene, finalmente soddisfatta dell’impressione avuta sul ragazzo si alzò e, sculettando non poco, si diresse verso di lui.

“E’ un piacere veder anche te Sirius” disse e, dopo avergli stampato un bacio sulla guancia, andò fuori dalla stanza, per fare chissà cosa.

“Ehi amico, che succede? Il gatto ti ha mangiato la lingua?” chiese Remus sorridendo.

Evidentemente quella frase aveva per loro un significato particolare perché Sirius li limitò a fargli la linguaccia e a sbuffare. Dal canto suo, Remus sorrise e si voltò verso di noi.

“Ciao ragazze, come state?” chiese, cortese.

“Benone” disse Alice, guardando Frank di sfuggita.

“Bene” risposi io.
In realtà non stavo bene.
Perché non c’era James? Dove si era cacciato? Possibile che non fosse venuto? Possibile che non fosse venuto, a causa MIA?
Dubbi e domande, a cui non riuscivo a trovare risposta, mi affollarono la mente. Non mi sentivo così giù da quando avevo ammesso, una settimana prima, di essere interessata a lui. Dopo le parole di Alice mi ero rassicurata, ero sicura che sarebbe andato tutto secondo i piani..

“Buonasera!”

Oh, Mio, Dio! Grazie al cielo.
Era lui, lui aveva parlato.
Sembrava allegro. Di sicuro più allegro di quel giorno a Diagon Alley. Alzai lo sguardo verso di lui.
Wow. Certo che Marlene ha proprio ragione. James è davvero un bel ragazzo.
Cercai di non mostrarmi troppo felice del suo arrivo. Notai che dietro di lui, Marlene sogghignava.
Che cosa aveva fatto? Mi ripromisi di scoprirlo quando saremmo state sole.. ora dovevo concentrarmi sul piano.

“Wow, Lily. Non pensavo proprio di trovarti qua” disse accigliato sedendosi vicino a Sirius.

“E’ esattamente quello che le ho detto anche io..” gli disse Sirius mentre fissava Marlene che si sedeva vicino a me.

“Beh.. se vi do così fastidio posso anche andarmene” dissi sorridendo.

“Woow. Lily Evans che fa una battuta? Che ti è successo, ragazza, l’acqua di mare ti ha dato alla testa?” chiese Sirius smettendo solo per un momento di guardare Marlene.

“Sirius? Che hai? Perché continui a fissarmi?” chiese Marlene, al settimo cielo, con un sorrisetto malizioso stampato in faccia.

“Che??.. No, io.. Stavo solo.. Guardavo il pigiama.. E’ davvero.. Carino!” disse arrossendo e deglutendo pesantemente.

Più lo guardavo e più non riuscivo a crederci. Sirius Black stava arrossendo.
Caspita. Marlene sì che è brava in questo gioco!
“Davvero ti piace? Me lo ha prestato Lily” disse Marlene.

Quelle parole sconvolsero tutti.
Me compresa.
James, che stava prendendo in giro Sirius si voltò di scatto verso di me.
Aveva una faccia strana. Sembrava spiazzato dalla rivelazione. Fulminai Marlene con lo sguardo e lei mi fece l’occhiolino.

“Ehm.. e perché te lo ha prestato Lily?” chiese James, ancora mezzo imbambolato a fissarmi.

Era come se stesse cercando di..di.. di immaginarmi con indosso quel pigiama.

“Perché” iniziai con calma apparente, sorridendo all’uno e all’altra, “ io non lo indosserei mai. Mi sta troppo piccolo” conclusi, cercando di trovare una scusa, per non dover rivelare la vera ragione, ovvero la vergogna.

“In effetti è un po’ piccolino..” disse Remus, appoggiandomi come sempre.

“A me sta alla perfezione..” disse Marlene, ravvivandosi i capelli.

Nella stanza cadde il silenzio più totale. Tutti si guardavano in giro, a parte Alice e Frank che si guardavano negli occhi, senza però né avvicinarsi o parlarsi. Li guardai per un poco, poi scossi la testa e sorrisi.
Mi voltai verso James, mi sentivo osservata e sapevo bene che in quella stanza l’unica persona che poteva farmi sentire così era solo lui.
Come volevasi dimostrare.
Mi stava guardando, ancora imbambolato, forse, da prima. Lo guardai a mia volta e, prima di rigirarmi verso Alice gli sorrisi. In qualche modo dovevo pur fargli capire di essere cambiata.

“Beh allora ragazzi. Che si fa?” chiese Emmeline dopo un po’..

“Non lo so.. Em, sei tu la padrona di casa.. dovresti proporre tu qualcosa” disse Remus.

“Uh, io ho un’idea!” disse Alice, illuminandosi improvvisamente. “Lily, perché non giochiamo a quel gioco.. quello.. quello che abbiamo fatto con la tua cuginetta piccola qualche giorno fa…” propose guardandomi.

“Nascondino?!” le chiesi, incuriosita. Non capivo perché volesse fare una cosa del genere.

“Ecco! Con il buio, in una casa così grande sarebbe divertentissimo, no?” disse, allegra.

“Di cosa si tratta?” chiese James, guardandomi.

D’un tratto tutti nella stanza lo imitarono. Stavano tutti fissando me.

“Dunque.. ehm.. c’è una persona che deve contare fino a 100, gli altri intanto si devono nascondere. L’obbiettivo per colui che conta è trovare gli altri. L’obbiettivo per coloro che si devono nascondere è trovare un nascondiglio sicuro. In più, tutti quelli che si sono nascosti devono cercare di raggiungere ‘la tana’, ovvero il luogo dove chi doveva contare ha contato fino a 100. Chi ci arriva senza farsi scoprire da colui che ha contato è salvo, chi invece si fa scoprire o non è abbastanza veloce, perde, se quello che ha contato arriva alla tana prima di lui. Non so.. mi sono spiegata?” chiesi. Non ero sicura di essere stata chiara a dovere.

“Ti sei dimenticata di dire che per ‘salvarsi’ bisogna toccare la tana gridando il proprio nome, invece colui che conta, ‘cattura’ quelli che si erano nascosti gridando ‘tana per (e poi il nome)’…” aggiunse Alice.

“Già, è vero..” dissi io.

“Mmmh.. non mi sembra male.. Voi che dite?” disse James, con uno strano sorriso sul volto.

Tutti annuirono e la partita cominciò.
Per il primo turno, Emmeline, la padrona di casa, dovette contare fino a 100.

Ero uscita dalla stanza.
Non sapevo dove andare, girai un po’ per il piano, per poi andare a quello superiore.
La casa era vuota. I genitori di Emmeline erano al lavoro quella notte e non sarebbero ritornati se non per accompagnarci a King’s Cross.
Stavo vagabondando per il terzo piano, la stanza di Emmeline era al secondo, quando mi sentii tirare per un braccio da una mano grande e calda in una stanza buia.

“Che cos..” provai a dire ma fui interrotta da Emmeline.

“STO ARRIVANDO” gridò, in modo che tutti, o quasi, sentissero.

“Shhh” mi sussurrò James.

Era abbastanza vicino a me e, se non avessi ammesso una settimana prima di essere interessata a lui, e se non mi fossi ripromessa di cambiare atteggiamento, e se quella vicinanza non mi avesse mandato completamente in tilt, probabilmente lo avrei scacciato in malo modo. Ma così non avvenne. Al contrario, senza ovviamente fare in modo che lui potesse capirlo, desideravo che si avvicinasse di più e che magari provasse anche a.. baciarmi.

Lo so. Sembra abbastanza strano anche a me. Però era quello che sentivo.
Il suo profumo mi stava completamente mandando fuori di testa. Aveva ancora la mano sul mio braccio e non sembrava volesse toglierla. Io ero appoggiata al muro adiacente alla porta ma eravamo ad una distanza tale per cui non ci avrebbe potuto vedere, se non accendendo la luce o la bacchetta.

Sentii dei passi e poi gli sbuffi di Emmeline che, a quanto pareva, non si stava divertendo in quel momento. I passi e gli scricchiolii del pavimento in legno si facevano sempre più vicini fino a che non sentii Emmeline dire.. “Mmmh nah”.

Poi, d’un tratto, tutto buio. Emmeline aveva chiuso la porta senza neanche guardarci dentro. Provai a parlare ma fui di nuovo bloccata, questa volta però dalla mano di James che mi aveva tappato la bocca dolcemente.
Non vedevo niente. ma potevo certamente intuire che stesse ascoltando i rumori dei passi di Emmeline. Quando questi scomparvero, tolse la mano dalla mia bocca.
Non sapevo né cosa fare, né cosa dire.
Avevo una voglia matta di sentirlo più vicino a me, di abbracciarlo e di.. baciarlo, ma il mio orgoglio mi impediva di fare tutto ciò. L’unica cosa che riuscivo a fare era guardarlo, per quando potessi, visto il buio, e sperare che lui trovasse qualche modo per rompere il ghiaccio.

“Per un pelo, eh?” mi disse in un sussurro. Non sembrava assolutamente intenzionato ad allontanarsi da me o a cambiare posizione, cosa di cui fui grata, ma riuscivo anche ad intuire un certo imbarazzo. Come se avesse paura di rovinare qualcosa.
E ci credo! Con tutte le volte che l’ho respinto, chissà come doveva sentirsi.

“Già.. Ehm.. Grazie per.. ehm.. avermi aiutata” dissi.
Fortuna che era buio, altrimenti avrebbe di sicuro notato le mie guance color porpora e i miei occhi. Non so descrivervi il modo in cui lo ‘guardavo’ (sempre come possibile, data la poca luce). Penso che lo stessi osservando esattamente come lui faceva con me.

“Caspita. E’ la seconda volta in una settimana che mi ringrazi. James, fai passi da gigante!” disse, a bassa voce soffocando una risata. “Cosa sta succedendo alla Lily scontrosa e orgogliosa di qualche mese fa?” chiese poi semi-serio.

“Diciamo che sto cercando di migliorare il mio atteggiamento nei tu.. ehm… nei confronti di qualcuno” dissi, correggendomi all’istante. Stavo per dire ‘tuoi confronti’.. In realtà non so esattamente cosa ci fosse di male ma mi sembrava più divertente lasciarlo un po’ sulle spine..
Ah, come se non lo avessi fatto per sei anni!

“Ah, capisco. Quindi.. devo dedurre, che tra questo gruppo di ‘eletti’ ci sia anche io..” disse sorridendo.

“Sì.. beh io.. in realtà..” balbettai abbassando lo sguardo “ Ecco.. beh.. mi dispiace per come ti ho trattato in questi anni. Alla fine in realtà io non ti conosco, ti ho sempre giudicato male senza mai anche solo pensare di poterti conoscere meglio… quindi.. beh.. mi dispiace” dissi.
Ecco, ora lo sapeva. Cioè, sapeva metà della storia, ma diciamo che l’altra metà era perfettamente intuibile.

Lui, che aveva ancora la sua mano sul mio braccio, la spostò fino ad afferrare la mia. Poi, con l’altra, mi sollevò la testa, alzandomi il mento.

“Ne è valsa la pena” disse sorridendomi e stingendomi la mano. “ A questo punto, quindi, posso considerarti prenotata per la prima gita ad Hogsmade?” aggiunse, guardandomi con occhi da.. cerbiatto.

“Bene, a patto che tu e il tuo caro amico Sirius non facciate nessun danno da qui fino ad allora!” dissi, al settimo cielo per quello che stava succedendo.

“Ah già, dimenticavo di trovarmi di fronte al Prefetto..”

“Caposcuola” lo corressi.

“Ah già, pardon, alla Caposcuola Evans. Comunque, vedrò di impegnarmi a non fare nessun danno fino ad allora. Bene.. ora mi sa che dovremmo andare però” disse, spostandosi, con mio grande dispiacere, da quella posizione, e trascinandomi silenziosamente fuori dalla stanza. Ci dirigemmo giù e, dopo aver controllato che la via fosse libera, ci fiondammo alla ‘tana’ gridando i nostri nomi.




  
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