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Autore: blue_moon93    16/05/2011    2 recensioni
Cosa succedrebese Draco Malfoy fosse un vampiro forte, bello, presuntuoso egocentrico... insomma Draco; ed Hermione Granger fosse una bella strega cacciatrice di vampiri che s'imbatte nel nostro "doooolce principe azzurro"? S'innamorerà e mollerà tutto per lui? O forte del suo coraggio farà la scelta giusta e salverà il mondo?... Lo scoprirete solo leggendo!MUAHAHAHAHAHAHAHA... coff, coff... scusate, è riuscita male... comunque fatemi sapere.
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Danze dall’inferno
 
La musica pompa al ritmo del mio cuore.
Sento i bassi pulsarmi nel petto, all’altezza dello sterno: tu-tump, tu-tump.
         Guardo la pista da ballo con aria preoccupata. Non ricordavo perché mi fossi lasciata convincere da Ginny a portarmi a quel ballo.
         Ok, ero appena stata promossa all’Accademia di Caccia e Mistero come cacciatrice di vampiri, ed ero uscita con i voti più alti di tutti. Eppure, anche se sapevo che dovevo festeggiare, non capivo perché proprio a quella festa. Soprattutto ora, non riuscivo a capacitarmi di essere lì, mentre la mia grande amica se la spassava con il suo ragazzo Harry Potter.
         “Buona sera a te, Granger”
Fui costretta ad interrompere i miei pensieri per salutare il “grande” e sfrontato Blaise Zabini. Così mi voltai verso di lui con un sopracciglio alzato.
         “Che cosa vuoi, Zabini?”     
         “Salutare la mia cara amica, Mezzosangue” rispose Blaise con un sorrisetto enigmatico. “Ho saputo che ti sei diplomata all’Accademia di Caccia e Mistero”
         “Cosa vuoi, Zabini?” domandai ancora, questa volta con un pizzico di rabbia nella voce. “Te l’ho detto, Mezzosangue, solo salutarti e sapere come te la cavi. In cosa ti sei diplomata? Vampirologia? Caccia agli uccellini? Misteri già scoperti?” e la sua voce passò da un suono dolce e suadente a una risata gutturale che, però fu attutita dalla musica che continuava incessante: tu-tump, tu-tump. La sentivo ancora pulsarmi nel petto.
         “Cacciatrice di vampiri, Zabini?”
Blaise sorrise, di un sorriso triste, poi mi si avvicinò di più, le labbra a pochi centimetri dalle mie. A dividerle il soffio di un respiro.
Avrei voluto muovermi, ma non ci riuscii. Ero immobile sul posto a contemplare i suoi occhi di zaffiro.
         “Mi dispiace, ma è il mio lavoro”
Un sussurro. Il suo fu un sussurro lieve sulle mie labbra… poi un bacio.
Non fu un bacio passionale o rabbioso.
Non fu neanche un bacio.
Solo uno sfioramento di labbra che mi avrebbe segnata a vita.
In quel momento sentii il braccio sinistro bruciare, ardere come se andasse a fuoco.
Blaise si allontanò e sorrise, di nuovo, tristemente.
         “Maledizione, Zabini”
Mi guardai il braccio. Naturalmente era scoperto.
         Quella sera, per quel ballo avevo indossato un semplice abito nero, senza spalline e sotto un paio di stivali argentati che si abbinavano con la giacchetta in jeans.
         Sul braccio era apparsa una croce, rossa, fatta di sangue. Lo guardai negli occhi.
         “Sei un cacciatore d’anima”
         “Sono un amico” e se n’andò.
         Mi lasciò lì a pensare. La sua frase che mi rimbombava nelle orecchie.
Sono un amico.
Sono un amico.
Sono un amico.
Ma che intendeva? Era amico di chi? E questa croce? Che significava? Dovevo saperne di più.
         Senza pensarci due volte partii alla ricerca della mia migliore amica.
Mentre la cercavo mi sentivo osservata e spesso mi voltavo, ma non vedevo niente.
Dopo una decina di minuti, finalmente la trovai.
         “Gin, devo andare a casa… ho una ricerca da fare”
         “Ma Herm, oggi devi festeggiare. Dai. Vieni a ballare con noi.”
         “No, Gin. È urgente”
         “Eddai, Herm” e iniziò a ballarmi vicino, muovendo i fianchi ed ammiccando verso Harry.
Non era possibile, davvero non voleva lasciarmi andare? Maledizione, avrei trovato un altro modo. Dopo una decina di minuti mi voltai e stavo per andarmene, ma Ginny mi trattenne per il braccio destro.
         “Dove vai, Herm?” Mi chiese con una domanda secca.
La guardai, sorridendo falsamente
            ”Solo a bere, Gin. Solo a bere.”
Mi lasciò il braccio e mi guardò sorridendo.
         “Bene. Non cercare di scappare, Granger, ti tengo d’occhio”
         “Cosa, gin?” Le chiesi in un sussurro spaventato. Mi era parso di sentire non la sua voce, ma il suono strascicato di un uomo che purtroppo conoscevo bene. Ero sicura, quella era la voce di Malfoy.
         “Ho detto che ti aspetto qui, Herm”
Le sorrisi e mi allontanai. Mi avvicinai al mini-bar e ne presi un “white lady”. Bevvi qualche sorso e comunicai a guardarmi intorno. C’era un’unica uscita, ma era controllata da due body-guard e a vista da due ragazzi smilzi. Erano maghi, tutti e quattro. Me lo confermava l’area argentea che ricircondava.
         A distrarmi dai miei pensieri arrivò una voce dolce, suadente, fredda… strascicata.
         “Granger, che piacere… rivederti”
Intorno a me sentii un buon odore di mandorle. Mi voltai cercando l’origine del suono e la trovai nel volto pallido di Draco Lucius Malfoy.
         “Malfoy!”
         “Troppo scontato, Granger. Pensavo fossi più intelligente!” terminò la frase con un sorriso a labbra aperte e mentre lo guardavo emozionata come sempre in sua presenza, notai i canini sporgenti che non tentava neanche di nascondere.
         Mentre capivo cosa avevo di fronte, un brivido scese lungo la spina dorsale.
         “Come hai potuto?”
         “È colpa tua. Non avresti dovuto lasciarmi. Ti avevo avvertita.”
         “Sapevi cosa stavo facendo. Lo sapevi. Lo sapevi e hai fatto questo. Perché?”
         “Perché se non posso essere il tuo sogno, sarò il tuo incubo…”
         “…Ed io il tuo, lo sai questo?”
Il cuore in gola, ormai batteva più forte della musica nello sterno.
Lui non rispose, ma mi prese il braccio marchiato e lo leccò.
         “Che fai?”
Non avevo neanche la forza di allontanarmi da lui.
         “Questo segno è la prova che sei mia. Non potrai più andartene se prima non mi uccidi…”
         ”NO. No, non posso. Non costringermi…”
Con uno scatto veloce, senza poter finire la frase, mi trovai con la schiena schiacciata contro il suo torace, un suo braccio a stringermi la gola, dove la sua lingua sensuale passava lasciva.
         “Hai sempre un buon sapore. Complimenti”
         “Non combatterò contro di te. Draco non ci riesco. Uccidimi se vuoi, ma non combatterò, non lo farò perché io…”
         “NO. Non dirlo. Non dirlo se almeno ci tieni alla mia salute mentale… non dirlo”
         “Perché, maledizione? Perché?”
         “Perché se tu mi… se ci tenevi a me… non mi avresti lasciato. Non dovevi lasciarmi”
Lo disse senza lasciare la mia gola. Il suo respiro mi solleticava e mi spaventava allo stesso tempo. Poi sentii le labbra aprirsi e i canini sfiorarmi.
         “Mi ucciderai?”
         “Devi essere tu ad uccidere me…”
         “Uccidendoti… uccidendoti libererei il mondo di un mostro…?!?”
         “Si!”
         “ Allora… devo ucciderti?!”
         “No, se non vuoi!”
         “Ma, non sarei libera… se non ti uccidessi”
         “No, non saresti libera. Per essere libera devi uccidermi “
         “Ho capito”
Lentamente mi girai verso di lui, lo baciai e lascia vagare la mano lungo la mia coscia fino allo stivale, dal quale velocemente liberai un coltellino argentato.
         “Se non riesco ad uccidere te, ucciderò me stessa… perché ti amo
Guardandolo negli occhi lasciai che il coltellino mi trapassasse la pelle e arrivasse al cuore.
Lo baciai di nuovo e tutto divenne nero…
 
Pov.Draco
 
Mi lasciò li con il suo corpo tra le braccia, le sue labbra sulle mie, e il coltellino di lei impiantatole nel cuore.
Erano così fragili i mortali.
Così stupidi.
Ed io lì.
Non l’avevo neanche fermata.
Mi dispiace, Amore mio.
Lasciai che il mio sguardo vagasse sul suo corpo e dal solco dei seni vidi uscire un oggetto marrone. Lo presi tra le manie prendendolo sfiorai la pelle del mio unico amore.
Possibile che il suo corpo fosse ancora caldo?
Prima di posarla per terra la baciai ancora.
No, le sue labbra erano fredde, ghiacciate…
         L’oggetto in legno era un paletto. Non dovetti pensarci due volte, mi stesi vicino a lei e con le labbra sulla sua gola lasciai che il paletto mi trapassasse il cuore. Il dolore non lo sentivo perché era attutito da un dolore più grande e dalla certezza di averla persa per sempre…
         “Ti amo anch’io, Amore”
 
 
 
 
 
 
Spazio autore:
Ciao a tutti, spero che la storia sia piaciuta… mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate.
Dato che vado di fretta, volevo ringraziare tutti colore che hanno letto “Sogno di diamante”.
Grazie… blue_moon93
  
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