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Autore: Dark_eclipse    16/05/2011    5 recensioni
Salve a tutti!
Eccomi qui alla mia seconda fan fiction ^^
Questa volta ho scritto di una data importante per la nostra Chibiusa: il suo compleanno ^^
Sarà un giorno particolare e, soprattutto, speciale, dove vedremo la nostra protagonista un pò diversa da come l'abbiamo sempre vista! ubr />
Ma non voglio dirvi altro, starà a voi scoprire cosa accadrà ;D
Spero vi piaccia ^^
Buona lettura a tutti!
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chibiusa, Endymion, Serenity, Usagi/Bunny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Ed eccomi qui alla mia seconda fan fiction! ^^
Questa è nata dall'ispirazione che mi è venuta dopo aver letto una fan fiction della mia amica Kate_88 ^^
Narra di una Chibiusa un pò diversa, ma non vi svelo nulla, toccherà a voi scoprire il perchè ;D
Spero di leggere le vostre recensioni e consigli, ma, soprattutto, che vi piaccia!
Buona lettura!
Dark_eclipse




 



 


Nel trentesimo secolo, la vita scorreva felice e spensierata a Crystal City.

Neo Queen Serenity era bellissima come sempre, avvolta nel suo abito bianco e carezzata sui capelli da quella preziosissima corona che non le pesava mai.

Svolgeva con amore tutti i suoi doveri di Regina, affiancata, come sempre, dall’amore della sua vita: Endymion.

Dall’unione di quell’amore, quattordici anni prima era nata una dolcissima bambina dai capelli rosa. Crescendo, quella bambina iniziò ad acconciare i suoi capelli con dei buffi odango, facendola somigliare sempre più a sua madre.

La sua crescita fisica, però, si bloccò all’età di sette anni e nessuno sapeva il perché.
 

Tuttavia, adesso quella bambina non c’era.

Serenity cercava di coprire la mancanza di quella buffa ma tenera bambina dai capelli rosa, con i mille impegni che c’erano a palazzo; la sera, però, quando si ritirava nella sua stanza e passava davanti alla porta della camera di sua figlia, i suoi occhi diventavano lucidi. Lei stessa, tre anni prima, aveva preso quella decisione: farla stare per un po’ di tempo nel ventesimo secolo in modo che avrebbe imparato a sbrigarsela da sola.
 

 
Tokyo – ventesimo secolo
 
«CHI-BI-U-SAAAA!!!!! Ti vuoi sbrigare? Le ragazze ci aspettano tutte al tempio! »

« Uffa Usagi! Cosa c’è da urlare? Vale per tutte le volte che hai fatto tardi tu, no? »

« Quella bambina è una piccola peste! » disse Usagi a voce bassa per non farsi sentire.

« Ti sbagli, Usagi. Chibiusa è sì una bambina un po’ capricciosa e viziata, ma lo è anche la mamma, non dimenticarlo! » rispose Luna, mentre scendeva le scale. « Comunque è pronta, sta scendendo. » Aggiunse, poi.
 

 
Crystal City – trentesimo secolo

« Queen Serenity, cos’avete? È da un po’ di tempo che il vostro viso non è più radioso come una volta… è successo forse qualcosa? »

« Ami! No, non preoccuparti… »

« Vi manca la Piccola Lady, vero? »

« Il fatto è che tra qualche giorno è il suo compleanno e, oramai, sono tre anni che non la vedo… Però allo stesso tempo, sono contenta perché so che è in ottime mani ed è felice. » Rispose Serenity con un dolce sorriso, cercando di nascondere la tristezza che avvertiva nel suo cuore.
 

Era sera a Crystal City e Serenity, seduta davanti allo specchio della sua stanza, pettinava i suoi lunghi capelli biondi liberati, finalmente, da quei buffi odango; d’un tratto qualcuno da dietro le cinse i fianchi con estrema dolcezza: era Endymion.

Anche lui si era accorto dello sguardo triste di sua moglie. Nonostante facesse di tutto per renderla felice, il suo volto aveva sempre quell’ombra di tristezza.

« Ti manca, vero? »

« Sì. Pensavo che non sarebbe stata così dura. Mi mancano i suoi capricci, i suoi regalini pasticciati, mi manca tutto di lei »

A quelle parole, Endymion la baciò dolcemente prendendola, nel frattempo, in braccio.

«Endymion, non ce la faccio più, quando passo davan… »

« Shh. Non dire nulla. » La baciò nuovamente.

Si addormentò tra le braccia di suo marito, in quel letto così grande dove, qualche anno prima, ospitava anche la piccola bambina dai buffi odango rosa.
 

 
Tokyo – ventesimo secolo

Era notte, dalla piccola finestra della soffitta, dove vi era la camera di Chibiusa, filtravano dei luminosi raggi di luna che cadevano dolcemente su quella graziosa coperta su cui erano disegnati dei coniglietti e delle lune, la stessa che aveva Usagi.

Chibiusa non riusciva a dormire. La sua Crystal City le mancava.

Perché era lì e non poteva ritornare nel futuro?

« Forse non mi vogliono più bene, forse si sono dimenticati di me. » Troppe cose si chiedeva, ritrovandosi a parlare da sola. Non era la prima volta che si ritrovava a parlare da sola, da quando Pegasus era andato via.

Così, con gli occhi lucidi e scalza scese le scale senza far rumore.

Si fermò davanti alla porta della stanza di Usagi; l’aprì piano e, con delicatezza, si intrufolò nel letto della ragazza. Usagi se ne accorse e, invece di sgridarla, le fece spazio e l’abbracciò forte.

In quell’abbraccio Chibiusa ritrovò sua madre.
 

La mattina seguente, Usagi si svegliò insolitamente presto, seppur domenica.

Era il compleanno di Chibiusa e le stava organizzando una festa a sorpresa insieme alle sue amiche.
 
« Buongiorno Chibiusa! »

« Ciao Usagi… »

Usagi notò che Chibiusa aveva lo sguardo triste. «Chibiusa, cosa c’è che non va? »

« Mi è appena arrivata questa » disse, mostrandole una busta rosa chiaro.

« Ma è una lettera di tua madre! Che cosa aspetti ad aprirla? »

« Perché già so cosa c’è scritto! Usa-chan, sono sicura che la mamma voglia che torni nel trentesimo secolo, ma io non voglio! Anche se, una parte di me le manca Crystal City »

Eppure Usagi, pensando alla notte appena trascorsa, credeva che a quella bambina le mancasse la sua città e, soprattutto, i suoi genitori. Invece, a quanto pareva, non era così.
 

 
Crystal City – trentesimo secolo

« Ben svegliata mia dolce Regina » sussurrò Endymion all’orecchio di Serenity, mentre le porgeva una rosa.

La splendida Neo Queen Serenity lo rispose baciandolo dolcemente, poi esclamò: « Oggi è il compleanno di Chibiusa! »

« Lo so, ma vedrai che Usagi e le altre la faranno felice come sempre, fidati! »

Rispose Endymion, senza far trapelare nessuna emozione, poichè stava ideando qualcosa per far felice la sua consorte.
 

 
Tokyo – ventesimo secolo

Era pomeriggio.

Al tempio, Ami, Rei, Makoto e Minako stavano finendo gli ultimi preparativi per la festa; Usagi, dopo che aveva letto la lettera di Endymion, avvisò le ragazze. Quindi, quel pomeriggio, oltre ad esserci una festa di compleanno, ci sarebbe stata anche una festa di “arrivederci”.

« Mi mancherà Chibiusa » Esclamò d’un tratto Minako.

« Anche a me mancherà, ormai eravamo abituate a vederla tutti i giorni » Disse Rei.

« Ragazze, anche a me mancherà. Ma è giusto così. È giusto che, adesso, stia un po’ con i genitori » Esclamò Ami con le lacrime agli occhi.
 

«Ragazze? Dove siete? Uffa!! Per una volta che siamo in orario, non vi fate trovare! » Urlò Usagi, mantenendo la sorpresa. « C’è anche Mamo-chan! » continuò.

« BUON COMPLEANNO CHIBIUSA!!!! » Esclamarono tutte all’unisono.

« Auguri piccolina! » disse Usagi, porgendole uno zaino a forma di coniglietto. « Questo ti servirà per metterci tutti i tuoi regali ora che ritornerai nel trentesimo secolo »

« IO NON SONO PICCOLA! HO QUATTORDICI ANNI! »

A quelle parole, la stanza s’illuminò, il bagliore era talmente forte che nessuno riusciva a vedere Chibiusa.

La luce durò solo pochi minuti, dopo di che, tutto tornò alla normalità o quasi; tutti guardavano sorpresi Chibiusa che, a sua volta non capiva cosa era appena successo.

« Chi – Chibiusa, s – sei cresciuta » disse Usagi con voce tremante.

Chibiusa si guardò allo specchio e notò che il suo corpo aveva le forme di una giovane donna. Quelle forme che lei tanto desiderava e non capiva perché, fino a un attimo prima, non aveva ancora, seppur avesse ormai quattordici anni.

Era cresciuta.
 

Alta quasi quanto Usagi, i lunghi capelli rosa raccolti in quei buffi odango, Chibiusa asciugò le lacrime con la t-shirt prestata da Rei, poiché i suoi indumenti si erano strappati durante la rapida crescita.

Erano tutti nel parco vicino al laghetto.

« Chibiusa, ricorda che devi tornare presto per restituirmi la maglietta! È la mia preferita! » disse Rei con le lacrime agli occhi.

« Adesso che sei cresciuta, possiamo andare a fare shopping insieme! Quindi, devi per forza tornare presto!» Esclamò a sua volta Minako piangendo.

« D’accordo, ragazze! Vi prometto che tornerò presto » promise Chibiusa continuando a piangere. Poi, guardò Mamoru e Usagi, abbracciando quest’ultima le sussurrò: « Grazie. »
 

 
Crystal City – trentesimo secolo

« La Piccola Lady ha oltrepassato il confine spazio-tempo, tra poco sarà qui, Endymion »

« Grazie Pù »

 
Endymion chiamò Helios, che subito arrivò; poi, con una scusa, trascinò Serenity in giardino.

« Helios! Che piacere vederti! Ma a cosa dobbiamo questa tua visita? » esclamò la Regina.

« Mamma! Papà! Sono a casa! »

Chibiusa correva verso i suoi genitori vestita con una gonnellina e una t-shirt di Rei. Anche loro rimasero sorpresi nel vederla così… grande.

« Endymion! Ecco cosa stavi tramando alle mie spalle! » esclamò felice Serenity.

«Buon compleanno Chibiusa! » dissero all’unisono, poi si spostarono e alle loro spalle, la ragazza vide il suo Helios.

Era da tanto che Chibiusa non lo vedeva e le mancava davvero tanto, forse troppo.

« Questo è il nostro regalo di compleanno » disse Endymion, rivolgendosi alla figlia.

« Mi raccomando, fate i bravi. Noi rientriamo, così prepariamo tante cose buone da mangiare! » disse Serenity, baciandola dolcemente sulla guancia.

 
« Sei… bellissima… » sussurrò Helios all’orecchio di Chibiusa.

« Grazie… » rispose la ragazza, arrossendo.

A quella visione, Helios non potette resistere e la baciò; donandole, inconsapevolmente, il suo regalo di compleanno.

Oramai, erano entrambi realmente grandi e nessuno avrebbe impedito loro di stare insieme per l’eternità. 
  
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