Cercando un senso…
Sally cammina per la
strada senza nemmeno....
....guardare per terra
Sally è una donna che non ha più voglia
....di fare la guerra
Sally ha patito troppo
Sally ha già visto che cosa....
"ti può crollare addosso"!
Sally è già stata "punita"...
per ogni sua distrazione o debolezza...
per ogni "candida carezza"...
"data" per non sentire....l'amarezza!
Cammina. Cammina per
strada e non conosce la sua metà, non conosce la via che sta seguendo, non
conosce il motivo che l’ha spinta lì. Non conosce queste cose e nemmeno vuole conoscerle
ormai. Ormai che tutto si è perso nel nulla…
Le manca la voglia, la
volontà di fare e disfare che un tempo l’ha portata a vivere avventure di cui
solo lei, in questo anonimo giorno d’autunno, conserva nitido il ricordo. Ma anche
questo ha iniziato a consumarsi, a divenire vecchio e sfatto. O forse è solo
lei che, arrivata a questo punto, preferisce l’oblio. Preferisce dire “basta”. Non
ha più la forza di un tempo, di quei giorni che sembrano solo stracci di sogni
rubati dalla fantasia di un bambino. E lei, purtroppo o per fortuna, bambina
non lo è più da molto.
E comunque, si chiede
con gli occhi vacui che osservano tutto e niente, a cosa giova lottare ancora? Ha
una qualche utilità dissotterrare quelle antiche armi chiamate volontà e speranza e alzare la testa pronta ad una nuova battaglia? Un tempo
avrebbe detto “si, sicuramente!”. Oggi invece preferisce non darsi una
risposta. Ma è costretta a farlo, perché in fondo è qualcosa i cui segni saranno
per sempre indelebili nel corpo e nello spirito. E bruceranno sempre, come
ferite impossibili da cicatrizzare.
Ma le sta bene così: è
la sua punizione quella! Sopportare! È la punizione che altri hanno scelto per
lei, ma che lei stessa ha reso ancora più dolorosa attraverso quell’autoesilio
fatto di ricordi ed emozioni, di felicità passata e di sogni disincantati. È per
questi ultimi che è stata punita. Per i suoi – per i loro – sogni. Per quella
speranza che non ha mai smesso di bruciare di fuoco vivo, e li ha portati dove
nessuno avrebbe mai dovuto spingersi.
Si accarezza piano un
braccio e un freddo innaturale la pervade fin dentro le viscere. Quelle braccia
erano tiepide chissà quando, scaldate dai raggi del sole e dai loro due cosmi,
uniti insieme oltre l’eternità. Ora, invece, il gelo si è appropriato di lei, e
di quelle antiche carezze non rimane che un ricordo ormai sbiadito. E la
tristezza le mozza il respiro una volta ancora, facendo reclamare aria ai
polmoni. Vorrebbe piangere, ma sa che non può farlo; anche le lacrime le hanno asciugato,
in quel giorno di giudizio divino.
Sally cammina per la
strada sicura
senza pensare a
niente!
....ormai guarda la
gente
con aria
indifferente...
....sono lontani
quei "momenti"...
quando "uno
sguardo" provocava "turbamenti"..
quando la vita era
più facile...
e si potevano
mangiare anche le fragole....
perché la vita è un
brivido che vola via
è tutt'un equilibrio
sopra la follia....
..........sopra
follia!
Continua in quella sua
camminata senza meta, ma ha alzato lo sguardo su chi le passa affianco. Osserva
le centinaia di visi intorno a lei, e ogni qualvolta i suoi occhi si posano su
uno di essi, subito una smorfia d’indifferenza le contrae il volto: non sono
quelli gli occhi e i sorrisi che sta cercando! Ed è cosciente che, benché
continui imperterrita nella sua ricerca, questa la porterà solo al nulla. Sa che
non ritroverà più ciò che cerca, perché un potere troppo grande glielo ha
portato via. Un potere che per quegli stessi volti che ora la circondano loro
hanno sfidato.
Sposta lo sguardo
improvvisamente, quasi scottata dalla vanità di quel desiderio. E nel farlo è
il suo stesso sguardo riflesso in una delle tante vetrine a colpirla. Si,
quello è il suo riflesso, ma la persona che vede non è più lei da molto. Quegli
occhi non le appartengono più.
Risplendevano, un tempo.
Ora sono opachi, spenti. Morti. È stata la vita a fare ciò. La vita è un
destino che ha cercato di combattere fino alle sue origini; un destino che ha
vinto, e che per punizione l’ha privata di tutto ciò che amava. L’ha privata di lui.
E ricorda i suoi, di
occhi. Occhi scuri ma lucenti. Occhi ch’erano capaci di leggerle dentro, di
sondare la sua anima nei più reconditi angoli; occhi un po’ giocosi e un po’
seri, un po’ bambini e un po’ adulti, un po’ ribelli ma molto determinati. Ed è
proprio da quella determinazione e da quel senso di ribellione che è stata
contagiata. Dalla forza di quello sguardo che l’ha dolcemente turbata, e l’ha
resa diversa. Forse migliore.
Ma era un altro tempo,
quello. Ora non rimane che il ricordo. Il resto è volato via come le foglie di
quest’autunno anonimo. È volata via la sua vita, la sua vita insieme alla loro. E non tornerà indietro. Il tempo non
riavvolgerà i suoi secondi per darle un ultimo attimo di gioia. Patirà prima
che questo avvenga, perché il filo della sua vita nelle mani delle Moire non è
che ad una delle due estremità ancora. Troppo lontano dalla fine.
Ma forse Sally è proprio questo il senso...il senso...
del tuo "vagare"...
forse davvero ci si deve sentire....
alla fine....un Po' male!....
Forse alla fine di questa "triste
storia"
qualcuno troverà il coraggio
per affrontare "i sensi di colpa"...
e CANCELLARLI da questo "viaggio"....
per vivere davvero ogni momento.....
con ogni suo "turbamento"!....
e come se fosse l'ultimo!
Alza lo sguardo su quel
cielo grigio attraverso le cui nubi i raggi del sole non riescono a penetrare,
e si chiede se davvero la sua
esistenza sarà ancora lunga come quel filo. A volte, ne è cosciente, le Moire
non seguono le regole imposte. E allora spera. Spera che Atropo recida
prematuramente il suo filo. Spera che “Fato” decida, almeno lui, di graziarla
di un po’ di pace. Ma sa che anche questo suo desiderio sarà vano. Coloro che
dominano non conoscono la “grazia”; coloro che dominano faranno il possibile
per rendere la sua punizione sempre più atroce. È il prezzo da pagare, forse troppo
alto.
Che sia questo, allora,
il motivo di quella camminata che come unica compagna ha la solitudine che da
troppo tempo cova nel suo cuore? Il senso sta solo nella sua punizione? Forse è
così. O forse lei sta ancora cercando qualcosa – forse una porta che possa
aprirsi e farla tornare da loro, da lui – per tornare ad essere quella che ha
dimenticare d’essere stata. Non può saperlo. Non vuole saperlo. E allora non le
resta che sperare. Nell’arrivo di qualcosa – di qualcuno – ha deciso di riporre le sue ultime speranze. Che venga
qualcuno, non le importa chi, a tenderle quella mano che tanto brama.
Abbassa nuovamente lo
sguardo sulla strada e, sospirando pesantemente, si da della sciocca. È cosciente
che tutto quel dolore è più auto inferto che inferto. Ma ha deciso di soffrire,
per espiare le colpe che sa macchiarla nel profondo, per lavare via i peccati
che ha commesso in nome di qualcosa di giusto, di puro. Ha deciso di soffrire
per rendere meno pesante il marchio impresso a fuoco e sangue; non cancellarlo –
non sarà mai possibile! – solo renderlo un po’ più leggere. Solo questo. Niente
più.
Sally cammina per la strada..."leggera"...
ormai è sera...
"si accendono le luci dei lampioni"...
"tutta la gente corre a casa davanti alle
televisioni"..
ed un pensiero le passa per la testa
"forse la vita non è stata tutta
persa"...
forse qualcosa "s'è salvato"!!...
forse davvero!...non è stato "poi tutto
sbagliato"!
"forse era giusto così!?!"....
........eheheheh!.........
forse ma forse ma si....
È arrivata alla fine del
cammino; davanti a lei si snoda un incrocio che le impedisce di proseguire. E allora
non le resta che alzare lo sguardo nuovamente sulle persone che la circondano.
È calata la sera. È ora
di cena. E il buio prematuro portato dalla stagione inizia ad avere la meglio
sul fioco sole del giorno. E allora la gente se ne, svuotando le strade, e
perdendosi in rivoli che entrano in questa o quella abitazione. Probabilmente,
si dice con gli occhi che vagano qua e là, i bambini si fionderanno davanti
alla televisione mentre le madri cucineranno aspettando il ritorno del marito. Nonostante
tutto, continua imperterrita, è una bella visione. La visione monotona di un
mondo che oggi conosce la pace.
E allora sorride – l’unico
sorriso da molto – e scuotendo la testa respira a fondo. Va bene così. Quella breve
parentesi di pace anonima, donatale da persone che non conoscerà mai veramente
le basta. Forse è un po’ poco per quanto lei e gli altri hanno fatto per loro,
ma è abbastanza per farle affermare che ciò che si è fatto, ciò per cui si è
lottato, è stato giusto. È stato degno. Gli uomini, nonostante le mille
affermazioni degli Dei che ora le tornano in mente, hanno saputo dimostrare la
loro riconoscenza. E a lei tanto basta per rendere quella sua punizione
affrontabile una volta ancora.
cosa vuoi che ti dica io
senti che bel rumore
Allora… Salve a tutti!!! Grazie mille per aver letto questo mio
delirio dato dall’ultimo periodo di scuola xD
Ora, per chi non lo sapesse faccio una piccola precisazione: le
Moire greche sono conosciute anche come Parche e Norme e sono tre: Cloto,
che significa “io filo”, ed è colei che tesse le trame delle vite; Lachesi, che
significa “destino”, ed è colei che lo svolgeva sul fuso; Atropo, che significa
“inevitabile”, ed è colei che con le cesoie recide il filo della vita. Sono figlie
di Zeus e Temi (in alcune versioni sono invece figlie di Zeus e Ananke). Hanno
l’aspetto di tre donne vecchie e sono al servizio di Ade; mostrano totale
indifferenza verso la vita degli uomini nonostante ne siano le tessitrici. Nonostante
siano figlie di Zeus, il Padre di tutti gli Dei deve a loro totale obbedienza –
e così anche tutte le altre divinità – in quanto dal loro operato, e la loro
esistenza, a garantire l’ordine dell’Universo. Spesso, le Moire, disubbidiscono
a Zeus e si divertono a intrecciare fili e trame che, inevitabilmente, portano
guai per gli Dei e per gli Uomini.