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Autore: Rain e Ren    16/05/2011    2 recensioni
E comunque, si chiede con gli occhi vacui che osservano tutto e niente, a cosa giova lottare ancora? Ha una qualche utilità dissotterrare quelle antiche armi chiamate volontà e speranza e alzare la testa pronta ad una nuova battaglia? Un tempo avrebbe detto “si, sicuramente!”. Oggi invece preferisce non darsi una risposta. Ma è costretta a farlo, perché in fondo è qualcosa i cui segni saranno per sempre indelebili nel corpo e nello spirito. E bruceranno sempre, come ferite impossibili da cicatrizzare.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cercando un senso…

 

Sally cammina per la strada senza nemmeno.... 
....guardare per terra 
Sally è una donna che non ha più voglia 
....di fare la guerra 
Sally ha patito troppo 
Sally ha già visto che cosa.... 
"ti può crollare addosso"! 
Sally è già stata "punita"... 
per ogni sua distrazione o debolezza... 
per ogni "candida carezza"... 
"data" per non sentire....l'amarezza! 

 

 

Cammina. Cammina per strada e non conosce la sua metà, non conosce la via che sta seguendo, non conosce il motivo che l’ha spinta lì. Non conosce queste cose e nemmeno vuole conoscerle ormai. Ormai che tutto si è perso nel nulla…

Le manca la voglia, la volontà di fare e disfare che un tempo l’ha portata a vivere avventure di cui solo lei, in questo anonimo giorno d’autunno, conserva nitido il ricordo. Ma anche questo ha iniziato a consumarsi, a divenire vecchio e sfatto. O forse è solo lei che, arrivata a questo punto, preferisce l’oblio. Preferisce dire “basta”. Non ha più la forza di un tempo, di quei giorni che sembrano solo stracci di sogni rubati dalla fantasia di un bambino. E lei, purtroppo o per fortuna, bambina non lo è più da molto.

E comunque, si chiede con gli occhi vacui che osservano tutto e niente, a cosa giova lottare ancora? Ha una qualche utilità dissotterrare quelle antiche armi chiamate volontà e speranza e alzare la testa pronta ad una nuova battaglia? Un tempo avrebbe detto “si, sicuramente!”. Oggi invece preferisce non darsi una risposta. Ma è costretta a farlo, perché in fondo è qualcosa i cui segni saranno per sempre indelebili nel corpo e nello spirito. E bruceranno sempre, come ferite impossibili da cicatrizzare.

Ma le sta bene così: è la sua punizione quella! Sopportare! È la punizione che altri hanno scelto per lei, ma che lei stessa ha reso ancora più dolorosa attraverso quell’autoesilio fatto di ricordi ed emozioni, di felicità passata e di sogni disincantati. È per questi ultimi che è stata punita. Per i suoi – per i loro – sogni. Per quella speranza che non ha mai smesso di bruciare di fuoco vivo, e li ha portati dove nessuno avrebbe mai dovuto spingersi.

Si accarezza piano un braccio e un freddo innaturale la pervade fin dentro le viscere. Quelle braccia erano tiepide chissà quando, scaldate dai raggi del sole e dai loro due cosmi, uniti insieme oltre l’eternità. Ora, invece, il gelo si è appropriato di lei, e di quelle antiche carezze non rimane che un ricordo ormai sbiadito. E la tristezza le mozza il respiro una volta ancora, facendo reclamare aria ai polmoni. Vorrebbe piangere, ma sa che non può farlo; anche le lacrime le hanno asciugato, in quel giorno di giudizio divino.

 

 

Sally cammina per la strada sicura

senza pensare a niente!

....ormai guarda la gente

con aria indifferente...

....sono lontani quei "momenti"...

quando "uno sguardo" provocava "turbamenti"..

quando la vita era più facile...

e si potevano mangiare anche le fragole....

perché la vita è un brivido che vola via

è tutt'un equilibrio sopra la follia....

..........sopra follia!

 

 

Continua in quella sua camminata senza meta, ma ha alzato lo sguardo su chi le passa affianco. Osserva le centinaia di visi intorno a lei, e ogni qualvolta i suoi occhi si posano su uno di essi, subito una smorfia d’indifferenza le contrae il volto: non sono quelli gli occhi e i sorrisi che sta cercando! Ed è cosciente che, benché continui imperterrita nella sua ricerca, questa la porterà solo al nulla. Sa che non ritroverà più ciò che cerca, perché un potere troppo grande glielo ha portato via. Un potere che per quegli stessi volti che ora la circondano loro hanno sfidato.

Sposta lo sguardo improvvisamente, quasi scottata dalla vanità di quel desiderio. E nel farlo è il suo stesso sguardo riflesso in una delle tante vetrine a colpirla. Si, quello è il suo riflesso, ma la persona che vede non è più lei da molto. Quegli occhi non le appartengono più.

Risplendevano, un tempo. Ora sono opachi, spenti. Morti. È stata la vita a fare ciò. La vita è un destino che ha cercato di combattere fino alle sue origini; un destino che ha vinto, e che per punizione l’ha privata di tutto ciò che amava. L’ha privata di lui.

E ricorda i suoi, di occhi. Occhi scuri ma lucenti. Occhi ch’erano capaci di leggerle dentro, di sondare la sua anima nei più reconditi angoli; occhi un po’ giocosi e un po’ seri, un po’ bambini e un po’ adulti, un po’ ribelli ma molto determinati. Ed è proprio da quella determinazione e da quel senso di ribellione che è stata contagiata. Dalla forza di quello sguardo che l’ha dolcemente turbata, e l’ha resa diversa. Forse migliore.

Ma era un altro tempo, quello. Ora non rimane che il ricordo. Il resto è volato via come le foglie di quest’autunno anonimo. È volata via la sua vita, la sua vita insieme alla loro. E non tornerà indietro. Il tempo non riavvolgerà i suoi secondi per darle un ultimo attimo di gioia. Patirà prima che questo avvenga, perché il filo della sua vita nelle mani delle Moire non è che ad una delle due estremità ancora. Troppo lontano dalla fine.

 

 

Ma forse Sally è proprio questo il senso...il senso... 
del tuo "vagare"... 
forse davvero ci si deve sentire.... 
alla fine....un Po' male!.... 
Forse alla fine di questa "triste storia" 
qualcuno troverà il coraggio 
per affrontare "i sensi di colpa"... 
e CANCELLARLI da questo "viaggio".... 
per vivere davvero ogni momento..... 
con ogni suo "turbamento"!.... 
e come se fosse l'ultimo! 

 

 

Alza lo sguardo su quel cielo grigio attraverso le cui nubi i raggi del sole non riescono a penetrare, e si chiede se davvero la sua esistenza sarà ancora lunga come quel filo. A volte, ne è cosciente, le Moire non seguono le regole imposte. E allora spera. Spera che Atropo recida prematuramente il suo filo. Spera che “Fato” decida, almeno lui, di graziarla di un po’ di pace. Ma sa che anche questo suo desiderio sarà vano. Coloro che dominano non conoscono la “grazia”; coloro che dominano faranno il possibile per rendere la sua punizione sempre più atroce. È il prezzo da pagare, forse troppo alto.

Che sia questo, allora, il motivo di quella camminata che come unica compagna ha la solitudine che da troppo tempo cova nel suo cuore? Il senso sta solo nella sua punizione? Forse è così. O forse lei sta ancora cercando qualcosa – forse una porta che possa aprirsi e farla tornare da loro, da lui – per tornare ad essere quella che ha dimenticare d’essere stata. Non può saperlo. Non vuole saperlo. E allora non le resta che sperare. Nell’arrivo di qualcosa – di qualcuno – ha deciso di riporre le sue ultime speranze. Che venga qualcuno, non le importa chi, a tenderle quella mano che tanto brama.

Abbassa nuovamente lo sguardo sulla strada e, sospirando pesantemente, si da della sciocca. È cosciente che tutto quel dolore è più auto inferto che inferto. Ma ha deciso di soffrire, per espiare le colpe che sa macchiarla nel profondo, per lavare via i peccati che ha commesso in nome di qualcosa di giusto, di puro. Ha deciso di soffrire per rendere meno pesante il marchio impresso a fuoco e sangue; non cancellarlo – non sarà mai possibile! – solo renderlo un po’ più leggere. Solo questo. Niente più.

 

Sally cammina per la strada..."leggera"... 
ormai è sera... 
"si accendono le luci dei lampioni"... 
"tutta la gente corre a casa davanti alle televisioni".. 
ed un pensiero le passa per la testa 
"forse la vita non è stata tutta persa"... 
forse qualcosa "s'è salvato"!!... 
forse davvero!...non è stato "poi tutto sbagliato"! 
"forse era giusto così!?!".... 
........eheheheh!......... 
forse ma forse ma si.... 

 

È arrivata alla fine del cammino; davanti a lei si snoda un incrocio che le impedisce di proseguire. E allora non le resta che alzare lo sguardo nuovamente sulle persone che la circondano.

È calata la sera. È ora di cena. E il buio prematuro portato dalla stagione inizia ad avere la meglio sul fioco sole del giorno. E allora la gente se ne, svuotando le strade, e perdendosi in rivoli che entrano in questa o quella abitazione. Probabilmente, si dice con gli occhi che vagano qua e là, i bambini si fionderanno davanti alla televisione mentre le madri cucineranno aspettando il ritorno del marito. Nonostante tutto, continua imperterrita, è una bella visione. La visione monotona di un mondo che oggi conosce la pace.

E allora sorride – l’unico sorriso da molto – e scuotendo la testa respira a fondo. Va bene così. Quella breve parentesi di pace anonima, donatale da persone che non conoscerà mai veramente le basta. Forse è un po’ poco per quanto lei e gli altri hanno fatto per loro, ma è abbastanza per farle affermare che ciò che si è fatto, ciò per cui si è lottato, è stato giusto. È stato degno. Gli uomini, nonostante le mille affermazioni degli Dei che ora le tornano in mente, hanno saputo dimostrare la loro riconoscenza. E a lei tanto basta per rendere quella sua punizione affrontabile una volta ancora.

 

 

cosa vuoi che ti dica io 
senti che bel rumore

 

 

 

 

Allora… Salve a tutti!!! Grazie mille per aver letto questo mio delirio dato dall’ultimo periodo di scuola xD

Ora, per chi non lo sapesse faccio una piccola precisazione: le Moire greche sono conosciute anche come Parche e Norme e sono tre: Cloto, che significa “io filo”, ed è colei che tesse le trame delle vite; Lachesi, che significa “destino”, ed è colei che lo svolgeva sul fuso; Atropo, che significa “inevitabile”, ed è colei che con le cesoie recide il filo della vita. Sono figlie di Zeus e Temi (in alcune versioni sono invece figlie di Zeus e Ananke). Hanno l’aspetto di tre donne vecchie e sono al servizio di Ade; mostrano totale indifferenza verso la vita degli uomini nonostante ne siano le tessitrici. Nonostante siano figlie di Zeus, il Padre di tutti gli Dei deve a loro totale obbedienza – e così anche tutte le altre divinità – in quanto dal loro operato, e la loro esistenza, a garantire l’ordine dell’Universo. Spesso, le Moire, disubbidiscono a Zeus e si divertono a intrecciare fili e trame che, inevitabilmente, portano guai per gli Dei e per gli Uomini.

 

   
 
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