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Autore: emmevic    16/05/2011    2 recensioni
Cit. "Sasuke, vieni qua" disse seria Mikoto.
"Arrivo subito!" strillò Sasuke dalla propria camera.
E non appena mise piede in salotto s'ammutolì, il marmocchio, perchè una vocina nella testa gli suggerì di scappare. Perchè sì, aveva di certo compiuto l'errore più grande di tutta la propria breve vita.

Collegata a Auguri.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Itachi, Sasuke Uchiha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
- Questa storia fa parte della serie 'Ieri'
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Promesse


«Sasuke, vieni qui» disse seria Mikoto.
«Arrivo subito!» strillò Sasuke dalla propria camera.
E non appena mise piede in salotto s'ammutolì, il marmocchio, perchè una vocina nella testa gli suggerì di scappare. Perchè sì, aveva di certo compiuto l'errore più grande di tutta la propria breve vita. Mamma arrabbiata faceva davvero paura, pensò.
«Cosa c'è?» mugolò allora, tentando di ispirarle dolcezza. Dopotutto con nii-san riusciva sempre a spuntarla, perchè non provarci con mamma?
«Sasuke, pensi forse di cavartela in questo modo?» domandò la donna. Dopo qualche secondo, indicando per terra, aggiunse «guarda cos'hai fatto.»
I cocci azzuri di quello che un tempo doveva essere stato un vaso e che, sparsi un po' ovunque, giacevano inerti al suolo, risplendettero quando un raggio di sole li colpì.
«Non sono stato io!» si difese Sasuke, alzando le mani.
Mikoto, incrociate le braccia, si lasciò sfuggire un sospiro.
«E chi sarebbe stato, di grazia?»
Il moccioso tentennò.
«È stato, è stato...»
Si strofinò le mani, nervoso. Doveva inventarsi qualcosa.
«Itachi!»
La donna non potè evitare d'alzare gli occhi al cielo, scuotendo la testa. Guardò poi sconsolata il bambino e disse «Sasuke, non si dicono le bugie. Non importa se hai paura delle conseguenze, ma alla mamma non si dicono mai le bugie. Capito?»
Gli occhi del figlio si spalancarono, beccato.
«Allora, pensi che l'abbia rotto ancora Itachi?»
Silenzio. Cos'avrebbe dovuto rispondere?
«Sai, non dovresti stare in silenzio... Chi tace acconsente» disse seria la donna e Sasuke corrugò le sopracciglia, vagamente preso in contropiede, poi sbuffò.
«Posso andare di là adesso?»
«Va bene, basta che d'ora in poi non mi nascondi più niente. Promesso?»
«Promesso.»
"Bravo, e adesso vai!" e fingendo di colpirlo scherzosamente sul didietro con la scopa, Mikoto guardò il bambino dileguarsi, nella mente forte la speranza che Sasuke avesse compreso la lezione.

«Niisan, mi porti dalla Neko-baa? Voglio completare l'enciclopedia della Zampa!» proruppe Sasuke, interrompendo il silenzio.
«Otouto, mi piacerebbe, ma non ho tempo.»
Uno sbuffo.
«Perdonami, sarà per la prossima volta.» aggiunse in fretta Itachi, con un sorriso dispiaciuto sulle labbra.
Gli sarebbe piaciuto accompagnarlo da Neko-baa, ma la casa dell'adorabile vecchia distava più di qualche ora dal villaggio e il tempo per raggiungerla sarebbe inevitabilmente stato insufficiente.
Oltretutto aveva altri impegni a cui pensare, pensò rattristato.
Ciononostante per lui come per Sasuke la storia dell'enciclopedia della Zampa era una bel ricordo, uno di quelli che rimangono per sempre e tornano in mente quando meno te lo aspetti.
In un giorno di Maggio era cominciato tutto, era cominciato quando si era recato per la prima volta da Neko-baa in compagnia di Sasuke e per completare una missione avevano dovuto raccogliere impronte di gatto.
Una missione di livello D, riflettè, li aveva avvicinati come non mai.
Da quel giorno, infatti, lui e il suo otouto avevano cominciato a collezionare impronte di gatto, di ogni gatto, fra risa e scherzi.
«Itachi! Sei cattivo! Cattivo e cattivo!» la voce di Sasuke ruppe nuovamente il silenzio.
Itachi, riscosso dai propri pensieri, lanciò uno sguardo a Sasuke, prima di alzarsi e muovere qualche passo.
«Scusa, ma adesso devo andare.»
Così, dopo essersi congedato, si allontanò pensando che, no, quell'espressione che aveva in viso Sasuke non era affatto convincente.
Quel piccoletto stava di certo architettando qualcosa.

«Itachi?»
Nessuno rispose.
Sasuke sembrò particolarmente soddisfatto di ciò, nonostante solitamente odiasse essere ignorato.
Guardingo, osservò il letto.
Il maggiore vi era riverso e dormiva. Ringraziò il cielo che non si fosse ancora svegliato, Sasuke.
Si avvicinò furtivo. Perchè quello, quello era il segreto per la riuscita della missione: non svegliare niisan. Non svegliarlo e mantenere il più assoluto silenzio.
«Nii-san?» domandò nuovamente.
Non accadde nulla.
Stava proprio dormendo. Doveva essere davvero esasusto per essere crollato in un sonno tanto profondo, riflettè.
Ma ciò a conti fatti non gli importò granchè.
«Nii-san, mi prometti che domani mi porti da Neko-baa
Quando non giunse nessuna risposta al sussurro, Sasuke credette di svenire.
Sorrise incredibilmente felice poi, serafico, disse «Itachi... Chi tace acconsente.»
Dette queste quattro parole, con le guance smisuratamente gonfie per la gioia, gongolando uscì dalla cameretta del nii-san e si diresse con passo deciso verso la propria, di camera, aspettando con ansia indicibile l'indomani.


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