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Autore: Panda_chan    16/05/2011    7 recensioni
“Andiamo nella saletta del tè” conclude papà. “Raggiungiamo Yuki.”
È la cosa più sensata che io abbia sentito in questa giornata tremenda.
Apro la porta cercando di non farla scricchiolare troppo, ed appena metto piede nella stanza cerco con lo sguardo la mia sorellina.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaname Kuran, Yuki Cross
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve!
Questo breve racconto parla di Kaname e Yuki da piccoli.
È la prima volta che mi cimento con Vampire Knight, ma spero possa piacervi lo stesso.
Buona lettura!

 

SWEET DREAMS, YUKI

 
Dopo un’estenuante uscita con mio padre Haruka, posso finalmente rientrare assieme a lui a casa, nella nostra villa.
Davvero, non vedevo l’ora di tornare; sono stanco e l’unico mio desiderio ora è potermi riposare un po’.
Non appena entriamo dalla porta del salone, la mamma corre incontro a me e a papà; abbiamo fatto un po’ tardi, e sicuramente si è preoccupata.
“Haruka! Kaname! Che sollievo. Non vi vedevo tornare, temevo che potesse esservi successo qualcosa!”
Papà la abbraccia, dolcemente, per tranquillizzarla.
A volte invidio il suo carattere, più spontaneo del mio pur se altrettanto calmo. Io riesco ad essere così emotivo solo con la mia sorellina.
Yuki…
“Yuri, dov’è la piccola?”
“Di là, nella stanzetta del tè. Voleva a tutti i costi aspettarvi alzata, ma era talmente sfinita che si è addormentata come un sasso su una delle poltroncine.”
“Comprensibile direi.”
Papà sorride dolcemente. “È molto tardi, e se c’è una cosa che Yuki non regge è il sonno. Mi ricorda qualcuno, in effetti…” aggiunge retorico, squadrando scherzosamente la mamma, e sapendo benissimo che pagherà cara l’insinuazione. Il carattere della mamma è imprevedibile.
“Haruka,
tesoro. Non potevi stare fuori un altro po’ già che c’eri…?”
Appunto.
Fortunatamente è troppo felice di averci visti tornare sani e salvi, quindi decide di sorvolare limitandosi ad una non troppo credibile occhiataccia, a cui mio padre risponde con uno degli sguardi più innocenti del suo repertorio.
La loro complicità mi fa quasi male. Non perché sia fastidiosa , ma perché è l’esatto modello del rapporto che vorrei con Yuki, una volta che saremo adulti, e che temo di non raggiungere.
“Andiamo nella saletta del tè” conclude papà. “Raggiungiamo Yuki.”
È la cosa più sensata che io abbia sentito in questa giornata tremenda.
Cercando di non fare rumore per non svegliarla, ci avviamo verso l’altra stanza, io davanti, mamma e papà dietro, tenendosi per mano.
Apro la porta cercando di non farla scricchiolare troppo, ed appena metto piede nella stanza cerco con lo sguardo la mia sorellina.
Finalmente, la individuo; e alla sua vista il cuore mi si riempie della tenerezza che solo lei sa evocare in me.
È adagiata sulla poltroncina color panna, la sua preferita.
Una persona normale potrebbe tranquillamente accomodarvisi , ma di certo non stendersi: lei però è così piccina che è tranquillamente sdraiata, una specie di fagottino vestito di tulle azzurro chiaro.
Appoggia la testolina su di un cuscino che sicuramente le ha messo lì la mamma poco prima, e su cui si sono sparse, scompostamente , alcune ciocche di capelli scuri sfuggite ai codini.
Le piccole mani stringono vicino al corpo il suo peluche preferito, da cui non si separa mai.
Scorgo dietro di me la mamma e il papà che la osservano con amore, e sono quasi spaventato dalla fitta fulminea di gelosia che sento per un brevissimo attimo, anche nei confronti dei nostri stessi genitori, anche se la stanno solo guardando.
Perché la sorellina è mia.
“Dovremmo portarla nel suo letto, così riposerà meglio. Non credo stia molto comoda su una poltrona…”
interviene sottovoce la mamma, dubbiosa.
Probabilmente ha ragione. Papà fa per muoversi, ma intervengo:
 “Lascia stare, Nobile Padre. Siediti pure un po’ a riposare con la Nobile Madre. Posso portare io Yuki a letto.”
Con un cenno papà acconsente, così io mi avvicino a mia sorella.
Con cautela sfilo il cuscino da sotto la sua testa, sostenendola delicatamente con la mano perché non sbatta sul bracciolo; poi, sotto lo sguardo vigile di entrambi i nostri genitori, infilo l’altra mano sotto la sua schiena e la sollevo, portandomela in braccio senza nessuno sforzo.
D’altronde io sono già forte, è lei è minuta come un uccellino.
Dorme un sonno talmente profondo che a malapena sospira un po’ più forte quando la alzo, comunque ben lungi dallo svegliarsi.
“Mettila  pure a letto così com’è, tanto le avevo appena fatto il bagnetto quando si è addormentata, e anche il vestitino è pulito. Attento a coprirla bene.” raccomanda la mamma, sussurrando protettiva.
Annuisco, diligente, e con calma la porto nella sua cameretta, dove il suo letto è già pronto per accoglierla.
La adagio delicatamente sul materasso morbido, che scricchiola; forse per quello, oppure per via del lenzuolo più  freddo della sua pelle, Yuki apre un po’ gli occhi, ancora assonnata.
“Nobile Fratello…” mormora piano. “…Bentornato.”
“Grazie, Yuki.”
sussurro di rimando io. “Adesso però rimettiti a dormire. È molto tardi.”
“Ma io voglio il bacio della buonanotte, prima!”
“Va bene, ma poi ti riposi.”

Si solleva, felice, quasi come se non fosse stata praticamente il letargo fino a pochi secondi fa.
Avvicina il suo visino al mio e mi guarda con pura gioia prima di sfiorare le mie labbra con le sue, più piccole.
Anche se vista la mia stanchezza lo credevo impossibile, mi sento ancora più spossato , perché attraverso i baci lei riceve la mia energia spirituale; ma non mi importa, per lei posso sopportarlo, dovessi anche cadere svenuto.
Per lei tutto è sopportabile.
Soddisfatta, mia sorella si riadagia sul cuscino.
Sussurrandole un “Adesso dormi davvero, Yuki”  le regalo un altro bacio sulla fronte, poi le rimbocco ben bene le coperte e le sciolgo i codini perché non le diano fastidio.
Mi siedo un poco sul bordo del suo letto, tanto per accertarmi che si sia riaddormentata davvero; quando sento il suo respiro nuovamente lento e regolare, mi alzo ed esco chiudendo piano la porta.

Sogni d’oro, tesoro mio.

 

 

Puff, che fatica.
Kaname è proprio difficile come personaggio, davvero.
Spero comunque che vi sia piaciuta.
Sono gradite le recensioni! ^^
Panda

  
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