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Autore: SkyIsBlueck    16/05/2011    3 recensioni
QUARTO CLASSIFICATO AL "CONTEST DELLA PIZZA" INDOTTO DA IVOLA
Il dialogo tra una madre e sua figlia può sembrare inesistente. Ma bastano un paio di domande e una canna per sciogliere il ghiaccio.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Mamma, vuoi entrare nella mia vita? Accomodati.
Autore:
__Flipper__
Rating:
Giallo?
Generi:
Introspettivo e generale
Avvertimenti:
One-Shot
Introduzione:
Il dialogo tra una madre e sua figlia può sembrare inesistente. Ma bastano un paio di domande e una canna per sciogliere il ghiaccio.
NdA (facoltativo):
Dedico questa storia a Sibilla, perchè prima che la conoscessi era peggio, molto peggio della ragazza che ho descritto qui, quindi ho preso spunto da lei. Francesco è il suo ragazzo e Marica la sua sorellina, anche nella realtà, ma i personaggi ne prendono solo il nome. Anna e Roberto invece sono di mia invenzione (anche se lei ha certi tratti vagamente somiglianti a mia madre. Molto vagamente) e mi appartengono. La droga dell’amicizia esiste davvero, solo che è a pasticche, quindi non si fuma... Just
saying. Niente fini di lucro eccetera.
Prompts: 
Pizza Margherita (Specchio, Mamma, Libro, Cielo, Affascinante, L’abito non fa il monaco)



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Mamma, vuoi entrare nella mia vita? Accomodati.

 

-Mamma, sono a casa!- la voce di Sibilla interrompe bruscamente la magia creata da García Márquez. Anna poggia il libro sul tavolinetto accanto al divano e prende un bel respiro. È ora di fare quello che, in quanto madre con un briciolo di autoconservazione, non vorrebbe mai fare: provare a parlare con sua figlia.

-Sib, sono andata ai ricevimenti con i tuoi professori- comincia, non sapendo come spiegarsi

-Stupendo, che c’è per cena? Marica dov’è?- la ragazza totalmente disinteressata infila la testa verde fluo nel freezer, tirando fuori due pizze surgelate -Facciamo queste?-

Anna si appoggia allo stipite della porta e sospira –Tua sorella dorme da nonna...Non sei interessata neanche un po’ a quello che mi hanno detto?-

-Hey, a scuola ci vado io o ci vai tu? Lo saprò come vado, no?- Sibilla accende il microonde e sistema le pizze, i passi rimbombanti per i pesanti anfibi

-Sib, sono tutti preoccupati- insiste Anna, sapendo che questo porterà all’ennesima discussione. La ragazza infatti si vota di scatto, accompagnata dal tintinnio di decine di catenelle attaccate ai passanti degli shorts strappati

-Oddio, ancora con questa storia? Finchè ho i voti alti non dovrebbero rompere per come mi vesto! L’abito non fa il monaco, non te l’hanno mai detto?-

-Sib, non è solo per questo! Certo, mi hanno chiesto in molti se questi capelli verdi fossero proprio necessari, ma il problema è che non socializzi! In classe stai sempre da una parte, mi hanno detto...- la donna si avvicina cautamente a sua figlia, la voce preoccupata

-Certo che non socializzo, sono un branco di mocciosi!- scatta Sibilla –E non lo dico solo perchè sono un anno più piccoli, proprio no! Sono bambini in testa, non hanno vissuto un solo giorno e...-

-Certo, perchè tu invece hai tutta l’esperienza del mondo!- la interrompe Anna adirata. Non la sopporta quando si atteggia a donna vissuta –Solo perchè ti fai le canne e quell’idiota del tuo ragazzo ha trent’anni non significa che puoi permetterti di bocciare chi non si comporta come te!-

Sibilla scoppia in una risata falsa, alzando gli occhi al cielo –Ma ti senti come parli? Sembri una mia amica, non mia madre. E lascia Francesco e le canne fuori da questa storia, anche senza di loro mi troverei in una classe di mocciosi- aggiunge tirando le pizze fuori dal microonde.

Madre e figlia si siedono al tavolo e mangiano in un silenzio carico di tensione e di cose non dette. La più giovane riesce solo a pensare che dopo cena andrà sul tetto a contare le stelle, magari con un po’ di quel fumo buono che le ha regalato Fra prima, l’altra si chiede perchè sua figlia debba essere così uguale al padre.

-Lava i piatti- ordina Anna finita la sua pizza, tornando a leggere il suo libro in salotto. Tra qualche mese tornerà a parlare coi professori, che la informeranno di avere una figlia sociopatica e le chiederanno il perchè del prossimo taglio o colore strambo di capelli. E lei risponderà che è l’adolescenza, sentendosi invece semplicemente troppo debole per imporsi anche solo su una ragazzina con la metà dei suoi anni.

Si immerge sconsolata tra le aspre parole che Amaranta rivolge alla sua sorellastra Rebeca, conscia che viaggiare tra i drammi altrui le farà scordare almeno per un po’ i propri.

Finisce un capitolo, poi quello successivo e quello dopo ancora. Ma qualcosa non va, non va proprio. Il suo istinto materno vince sulle sue debolezze, facendole posare l’adorato libro e conducendola in camera della figlia. Vuota ovviamente. Dal lucernaio aperto si vede uno spicchio di cielo puntato di stelle, annebbiato da una nuvola di fumo denso in via di diradazione.

Il sospiro di chi ancora una volta ha fallito e pochi passi accompagnano Anna fino all’armadio. Presa una coperta di pile, la donna cerca di arrampicarsi sulla scala di corda che la porta sul tetto. Eccola qua la sua piccola Sib. Addormentata sul fianco in posizione fetale, come sempre. Solo quando dorme sembra ancora la dolce bambina che in ogni frase aggiungeva “grazie” e “per favore”.

Anna stende la coperta sulla figurina magra della ragazza e si siede accanto a lei. Uno sgradevole sentore di rosmarino la avverte che quella sul posacenere lì accanto non è una mezza sigaretta fatta a mano. La donna la spegne stando attenta a non rovinarla troppo, altrimenti chi la sente Sib domani, e la sposta più lontana.

-Tesoro, che devo fare con te?- chiede alla sua piccola, immersa in un sogno al sapore di oppiacei –non posso farti fare quello che vuoi, sei ancora una bimba. Ma non riesco nemmeno a contrastarti, come non sono mai riuscita con tuo padre. Siete talmente uguali...-

-Non paragonarmi a Roberto- sbadiglia la ragazza assonnata, aprendo appena un occhio –e la prossima volta che non vuoi svegliarmi evita di camminare come un elefante. Grazie per la coperta.- aggiunge girandosi dall’altra parte

-Sib, non possiamo proprio parlare io e te? Intendo una conversazione vera, da madre a figlia. Senza litigare-

-Mamma, non solo mi sono appena svegliata, ma ho pure fumato! Non possiamo rimandare?- protesta la ragazza senza voltarsi

-No tesoro, dobbiamo parlarne adesso, altrimenti continuerai a svicolare-

-Ho capito, è una cosa lunga- sbuffa la ragazza mettendosi a sedere e passandosi una mano tra i corti capelli fosforescenti –posso almeno finire la canna?- azzarda, venendo però fulminata dallo sguardo di Anna –Nemmeno? Oddio, allora è sul serio un discorso serio!-

-Sibilla! Io vorrei proprio sapere che c’è di marcio in te! Sei intelligente, hai voti altissimi e non ti vedo mai aprire libro, ha un sacco di amici fuori da scuola...- che io non sopporto, vorrebbe aggiungere, ma si trattiene –perchè non provi ad essere un po’ più...tradizionale?- esita un attimo facendo vagare lo sguardo sulla figlia, evitando accuratamente di posarsi sui capelli

-Mamma...- inizia la ragazza fissando il cielo –Le vedi quelle stelle lassù? Sono tutte bellissime, ma non ne troverai una uguale all’altra. E quando ci sono le nuvole? Anche loro sono divertenti da osservare, ma non esiste una coppia di nuvole identiche. Perchè dovrei essere uguale a qualcun altro per andare bene? Non chiedo di essere una stella, mi basta essere una nuvoletta. Una nuvoletta con gli anfibi che si fa le canne, vabbè.-

-Sibilla ascolta...- tenta Anna

-No mamma, ascolta tu: da piccola ero diversa da così, ero com’è adesso Marica, no? Poi tu e papà avete cominciato a litigare e tirarvi i piatti, e mi avete costretta a passare le notti fuori-

-Costretta?? Ma se chiamavamo la polizia ogni volta!- la donna sgrana gli occhi

-Mamma! Costretta in senso lato! Comunque sia, trascorrendo le notti fuori ho incontrato le persone più svariate. Non puoi immaginare quanta gente passi per la stazione dopo il tramonto. Poi Roberto è andato via con quella brasiliana, e io potevo tornare a starmene in casa-

-Ma non l’hai fatto- sospira Anna

-Non ho pensato mai neanche per un minuto di farlo. E sai perchè? Perchè la mia vita...chiamiamola “notturna” mi affascinava. E tanto!-

-Ti affascinava?? Era spaventosa! Quali sono gli aspetti positivi del passare una notte su una panchina tra i barboni e con il rumore dei treni in sottofondo??- trasalì la donna, notando una scintilla di passione negli occhi ancora da rana pazza della figlia

-Mamma, quando cresci con una vita totalmente piatta com’era la mia, poi qualunque cambiamento diventa affascinante! Ti ritrovi a sbirciare le persone, immaginando la loro storia, oppure progetti di prendere un treno a caso, cambiare destinazione un paio di volte e vedere dove sei arrivato...- Sibilla gesticolava freneticamente, stupendo ogni secondo di più Anna. Non la vedeva così entusiasta nel raccontare qualcosa da tempo

-E poi?- le chiese per spronarla a continuare. Stava scoprendo cose su sua figlia che mai avrebbe pensato –Se davvero era tutto così fantastico perchè hai smesso? ...Non che mi dispiaccia, ovvio!- si corresse subito

-Ho smesso perchè un giorno ho incontrato Francesco. La prima volta che l’ho visto credevo fosse pazzo, ho saputo poi che era semplicemente strafatto-

-Cioè?- ecco un’altro pezzo della vita di Sib, per mesi tenuto nascosto e che stava per essere rivelato

-Cioè stava seduto sulla prima sedia, accanto alla porta, e teneva un pezzo di specchio in mano. Un pezzo piccolo, quindi non riusciva a vedersi tutta la faccia. Quando si specchiava la bocca rideva, come un matto, ma appena spostava lo specchio e si inquadrava gli occhi urlava “PERCHÉ?”- Sibilla raccontava tutto fissando il cielo, sorridendo dolcemente. Anna si chiese se lei avesse mai avuto la stessa espressione parlando di Roberto. Probabilmente no.

-Mi sono avvicinata e gli ho chiesto che stava facendo...E lui con tutta la naturalezza del mondo mi ha risposto che la sua bocca era felice, ma gli occhi erano sorpresi. Come tu saprai mà, la cannabis dà ilarità e dilata le pupille. Mi ha fatto fare un tiro, e dopo poco mi sono ritrovata anch’io a ridere o stupirmi davanti a quel pezzo di specchio. Per qualche settimana abbiamo continuato ad incontrarci così, poi una notte Fra è arrivato e...non aveva fumato. Gli ho chiesto il perchè e mi ha detto “perchè volevo capire se eri vera o solo un bellissimo effetto delle canne” e mi sono innamorata-

-Vi siete messi insieme quella sera?- chiede Anna curiosa, ormai anche un po’ partecipe, se vogliamo quasi invidiosa. Il suo matrimonio riparatore di diciassette anni prima le appariva ancor più squallido del solito...

-Oh, no, no! La settimana dopo ancora Fra ha portato un tipo di erba strana chiamata “dell’amicizia”- e qui Anna è costretta a chiedersi quanti tipi di marijuana ci siano e quali abbia provato sua figlia. Per curiosità, mica per altro! Tanto ormai... –e l’effetto è praticamente di farti dire ogni cosa che pensi. Non puoi tenere neanche il minimo pensiero per te, nè tantomeno dire bugie. E sotto l’effetto di quella roba ci siamo detti che ci amavamo, quindi dev’essere vero per forza.- Sibilla si apre in un grande sorriso luminoso, voltandosi verso la madre.

-Sai che se fossi una madre come tutte le altre a quest’ora non usciresti di casa per...minimo tutta la vita?- chiede Anna ancora un po’ scombussolata dalla facilità con cui la figlia le ha raccontato tutto

Ma tu non sei una madre come tutte le altre!- risponde Sib, allungandosi verso il posacenere e riaccendendo la mezza canna rimasta –vuoi?-

-Mi prendi in giro ragazzina?-

-Mamma! È come fosse un calumet indiano! Un segno di pace!-

-Spegni quell’affare, senti che puzza di rosmarino! E vai a letto che domani c’è scuola-

-Non ci vado- alza le spalle Sibilla

-E perchè, di grazia?-

-Perchè domattina vado dal parrucchiere. Voglio tornare mora. E poi mi accompagni a comprare qualcosa. Tipo un paio di scarpe da ginnastica, una maglietta rosa, pantaloni senza catene...-

-Wow, a cosa devo questo cambiamento così drastico??- si stupisce Anna. Sarà l’effetto della canna, di sicuro!

-Oh andiamo, l’hai detto prima! Qualunque altro genitore mi avrebbe ucciso dopo tutto quello che ti ho raccontato, tu invece ti sei limitata a venirmi incontro... Ora tocca a me.-

 

 

 

 

Quarto posto: Mamma, vuoi entrare nella mia vita? Accomodati.

Grammatica:
9/10 Non ho notato particolari errori di grammatica, la storia mi sembra scorrevole e senza nessun “intoppo”. Ti ho tolto un punto solo per la punteggiatura. Il doppio punto interrogativo non si utilizza. Se vuoi esprimere una domanda di autentico stupore si usa ?!
Al termine di alcune frasi manca il punto e in certi casi, la virgola.
Lessico: 10/10 Lessico ampio, ma allo stesso tempo giovanile e vitale, che rende particolarmente piacevole la narrazione. Punteggio pieno!
Stile: 9/10 il tuo stile mi è piaciuto davvero, davvero molto. Come ho detto per il lessico, hai uno stile molto giovanile, quindi attuale e familiare che ho apprezzato molto. Ti ho tolto un punto solo a causa di come hai impostato la narrazione. Il fatto di mettere in corsivo i dialoghi, di attaccare il tutto anche al limite della pagina, è stata una cosa un po’ disordinata, che effettivamente mi ha un po’ confuso le idee.
Originalità: 8.5/10 Ad essere originale, è originale, ma forse avresti potuto dare di più. Interessante, si può dire. Nella nostra società abbiamo quasi vergogna, timore di parlare con i nostri genitori. Per di più se siamo “diversi” come Sibilla, che a mio parere è caratterizzata molto bene, insieme alla madre. Ma la trama ha qualcosa di già visto, non so. L’8.5, comunque te lo meriti appieno, per tutto il resto della storia.
Caratterizzazione dei personaggi: 9.5/10 Come ho già detto sopra, sia Sibilla che Anna sono caratterizzate benissimo, non ho nulla da aggiungere. Forse solo, avrei voluto qualche sfaccettatura in più del carattere di entrambe. Comunque, brava!
Utilizzo dei Prompts: 8/10 Per lo più sono stati utilizzati bene. Ora ti spiego il perché dell' 8:
Specchio: il modo in cui l’hai utilizzato è stato carino, divertente. Ma a livello di significato poteva decisamente avere più spessore.
Mamma:
Su questo prompt non ho alcun dubbio. Ovviamente, utilizzato egregiamente.
Libro: e qui è il problema. Non vedo il significato di rilievo, purtroppo.
Cielo: qui l’utilizzo è ottimo.
Affascinante: utilizzato molto bene, poiché riguarda la vita notturna di Sibilla.
L’abito non fa il monaco: Anche se il proverbio non era obbligatorio, è stato l’elemento nella storia che mi è piaciuto di più nel modo in cui l’hai inserito. Ottimo!
Gradimento personale: 8/10 Certo, la storia mi è piaciuta, ma secondo me ci manca quel qualcosa che l’avrebbe fatta volare in alto. Comunque 8 è un buon voto, meritato appieno.
Giudizio complessivo: 62/70 Non ho niente da ridire. Complimenti.

   
 
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