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Autore: MaTiSsE    17/05/2011    11 recensioni
Una piccola one - shot, scritta nel 2002. Ve la propongo così, esattamente com'è stata scritta ben 9 anni fa, all'epoca dei miei 17 anni...Benchè il mio stile sia notevolmente cambiato non ho voluto modificarla. E' una storia che amo molto e riguarda la prima (ed unica volta) tra Oscar e Andrè. Niente riferimenti espliciti, soltanto molto amore. Buona lettura.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è stata scritta nel 2002 e pubblicata su un altro sito (all'epoca ignoravo l'esistenza di Efp...Anzi, non so davvero se esistesse già). Ad ogni modo la pubblicai con lo pseudonimo di Magda, che è la tag con cui mi firmo ancora oggi, usualmente. Matisse è davvero recente e lo conoscete solo qui, su Efp. Come già detto nell'introduzione, non ho voluto modificarla. Ve la ripresento esattamente com'era all'epoca...Era una Matisse diversa quella che scrisse questa one - shot e quella Matisse usò il suo cuore: non volevo mortificarla cambiando particolari o forma della storia. 
La ripropongo solo per un motivo: mi dispiaceva vederla così, nascosta, senza considerazione da anni. 
Spero vi piaccia :)

Ad ogni modo, se vi dovesse mai piacere questa storia e siete curiosi di conoscere altri miei deliri e se siete inoltre appassionati di storie riguardanti Twilight o originali un po' drammatici...Beh, vi chiedo di passare anche a dare un'occhiata alle altre mie storie (le trovate tutte elencate nella mia pagina personale di Efp)..Mi farebbe tanto piacere un vostro parere! :)
Buona giornata
Matisse.








Una. Due.

Le vedo, nonostante tutto. Piccole fatine luminose ballano attorno a noi un valzer suonato a Versailles.
Bocca di rose, il tuo sapore dolce amaro sulle mie labbra.
Tre. Quattro.
Zaffiri sorridenti e nostalgici i tuoi occhi nella nera oscurità di questa notte.
Cinque. Sei.
Fili d'oro, la seta delle tue chiome ondulate, avvolgenti. Intrecciano le mie braccia, vogliono imprigionarmi in questo amore desiderato e temuto. Sofferente e passionale. Ardente e implacabile. 
Boia senza pietà nella mia vita, hai reciso le mie speranze una ad una, le hai gettate tra lo schiamazzo ed il fastidio della folla, noncurante del mio dolore. 
Ora cosa fai? Sorridi? 
Sorriso di perla. 
Il boia non c'è più. Hai curato una ad una le mie ferite profonde e sanguinanti, in brevissimo tempo.
Il boia si è trasformato.
Ora è la mia bella, che mi dona una carezza e non più il suo sguardo tagliente e corrucciato.
"Ti amo Andrè."
Sette. Otto.
"Perdonami".
Perdono. Perdono. Perdono.
Una mano tremante sul tuo viso di porcellana. Le guance scarlatte di quand'eri bambina. Sei cresciuta?
Perdono…. È pesante come un macigno questa parola, è una spada di Damocle sulla tua testa.
Ho dimenticato il boia, il dolore, il sangue.
Non c'è nulla da perdonare, sei un Angelo.
Gli Angeli sono creature di Dio, vivono in pace, non hanno bisogno del perdono.
"Ti amo, Oscar."
La tua risata pura e cristallina, acqua di sorgente su di me. Mi bagna, mi inonda. Non lo vedi? Non sono più un uomo, sono essenza estranea a questa terra. E tu con me. Siamo un'unica cosa, unico spirito ed unico corpo. La tua evanescente figura mi circonda, mi avvolge, mi ama, mi illumina l'aureola dei tuoi capelli luminosi su di me. È troppo terreno e crudele questo mondo per assaporare le lacrime calde ed i sorrisi dolci del nostro amore, mia Oscar.
Le nostre memorie. Torniamo indietro? Voglio rivederti bambina, voglio farti innamorare di me da quell'istante, amore mio. Una vita diversa. La vuoi? Te ne faccio dono. Ora siamo insieme.
Davanti a noi c'è l'Eternità.
Quant'è grande? Voragine splendente e colorata dell'azzurro dei tuoi occhi, senza inizio né fine, profonda, spaventosa, rassicurante. Ci apre la sua porta, la Dea che la sorveglia. Avrà pena di noi, questa Creatura silenziosa e bellissima? Di due amanti travolti dalla loro passione, dalle convenzioni, da una battaglia che non è nostra, ma ci appartiene?
Chiudo gli occhi. Chiudi gli occhi. Mi vedi aprire il tuo cuore, la vedi la chiave dorata e brillante nelle mie mani? Io vedo te.
"Andrè, andiamo a giocare con le spade".
Quanti anni avevi allora? Sette? Otto? Nove?
Quanti anni sono passati da allora? Venti? Trenta? Cento? Mille? Non lo so, non ricordo.
Per me sei immutata, bellezza fantastica ed innaturale, tocco gentile di donna soldato, la pelle bianca, sbocciano le rose al tuo passo, profumo di latte e di fiori emana ogni centimetro di te. Il sole che illumina la mia esistenza, ogni giorno. 
Sono luce riflessa di te, amore mio.
"Andrè, voglio fare una passeggiata. Sella i cavalli".
Quand'è stato? Ieri? L'altro ieri? Un anno fa? Forse due. Buio, silenzio. Sento solo i tuoi dolci sospiri.
La tua bocca rosea è la mela nel Giardino dell'Eden. Sei il serpente tentatore, le tue spire avvolgono il mio corpo e i miei sensi, li sento, intrecci di rami, di foglie, di petali, pioggia colorata, delicato sogno che si apre su di me, i tuoi occhi senza fine, li guardo, mi perdo. Profondi come un lago di montagna, splendenti come le sue acque al tramonto, invitanti, amorevoli, supplichevoli. 
Sento il fruscio delle fronde. Gli alberi ci parlano, Oscar, muti testimoni del nostro amore.
Ascoltali anche tu, Oscar. 
Raccontano favole di innamorati, prima di noi, su quest'erba bagnata.
Felici come noi.
Disperati come noi.
Legati come noi.
Non spaventarti, amore mio.
Sono felice. Felicità, prendi per sempre possesso di me e non abbandonarmi, mai più. Non lo fare mai, non lascerò che tu fugga da me, ora. Felicità, felicità, gioia, questa sensazione esiste, non è un pensiero astratto, inconcepibile, irrealizzabile. È qui, con me, la tocco con le mani, è morbida e bellissima, ha il tuo nome, Oscar.
Lo sento Oscar, anche tu ti stai dissetando; ti rinfresca, ti rigenera la coppa dell'Amore che ti ho donato, sei rinata, amore mio. Più teneramente infantile, più bella, più dolce, più sovrannaturale di prima, ti vedo. Incorniciano i tuoi boccoli il viso splendente, bianco, luminoso.
Desiderio di te.
Mi guardi e sorridi. Accarezzo la seta delle tue braccia, delle tue mani, del tuo viso. Mi parli, cosa mi dici Amore? Le parole sono superflue, so già tutto di te.
Credevi d'aver amato un altro. Era stato un miraggio. Un illusione. Non era amore, era meschino, egoistico desiderio di sentirsi donna, di sentirsi amata, protetta. Stupida, ti dai della stupida, perché la tua anima ha cercato l'Amore che ti camminava accanto da trent'anni?
Perché cerchiamo, travolti da un'insana energia, andiamo alla disperata ricerca di qualcosa che non c'è, apparentemente? Qualcosa che ci appaghi, perché la vita è vuota.
Poi, ti svegli, una mattina. Il sole filtra appena dalle persiane chiuse. Guardi bene, strabuzzi gli occhi azzurri. Cercavi, ma non ce n'era bisogno, tutto ciò che desideravi era lì.
Cieca. Dici che sei stata pazza e cieca.
Silenzio, amore mio.
Non parlare, voglio udire la voce nel silenzio dire cose dolci di me e di te.
Non queste.
"Avremmo potuto amarci da tanti anni".
Ma cosa importa amore? Ora ci amiamo, non pensiamo al passato, ho te ora e solo te voglio avere. Tutti gli anni racchiusi in una notte. Le stelle, le senti?
Bacio. Casto, dolcissimo sul tuo braccio. Mi circondi il collo. Mi ami.
Le onde del mare. Le sento scaraventarsi sugli scogli, impetuose e magnifiche. Spuma bianca dell'oceano, sei nata dal mare, anche tu, come Afrodite?
Rosso porpora, il sangue che ribolle e scivola in me, la passione del nostro amore.
Cercami dentro di te, ogni volta che non ci sarò. Sono parte di te. Sei parte di me.
Prega.
Affonda le tue mani nel terreno. La senti la passionevole, disperata voglia che ho ancora di te?
Incantesimo.
Non sento il mondo.
Dì Oscar, tu lo senti?
Fruscio di foglie, bagliori argentei di luna eterea e candida, vento calmo e impetuoso, non placare il tuo animo, questa notte è dolce. Stelle. Contale, una ad una.
Occhi ridenti.
Labbra dolcissime.
Sempre uguale, amore mio.
Nove. Dieci.
Le fatine scompaiono, luminose lucciole senza nome né origine, come noi. 
D'improvviso.
I primi bagliori del sole, tenue e assonnato al di là della collina.
Bianco, rosa, giallo….azzurro, blu.
Il cielo, amore mio.
Dormi abbracciata a me, il viso delicato sulla mia spalla. Ti contemplo, ancora, all'infinito, per sempre. Istanti che sono un'eternità. Occhi chiusi, sorriso. Bionde chiome come macchie dorate su di noi. Sei felice.
Lentamente. Luce azzurra velata di gioia. Mi guardi.
"Buongiorno amore. È ora di andare."
Sapore di fragole.
Andare dove, Oscar? Restiamo qui. Ti amo.
La realtà qual è? Lo senti, quest'incantesimo che ci avvolge?
Immagino. La dolce maga che l'ha realizzato per farci amare. Ti somiglia.
Ancora più rosa di prima. Le stelle scompaiono, come i tratti a matita su un foglio man mano cancellati.
Le fronde, le querce, non narrano più le loro favole.
Rumori assordanti. La città è sveglia.
È l'alba di nuovo giorno, mia adorata Oscar.
Dammi un altro bacio, ne ho bisogno.
Di nuovo il tuo sapore.
È l'alba del 13 luglio, Oscar.
Sii felice, come lo sono io: da oggi, amore mio, avremo tutta la vita davanti per amarci.
   
 
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