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Autore: ElseW    17/05/2011    8 recensioni
Ci tengo a puntualizzare che io in questa storia avrò un ruolo ben diverso da quello della tipica ragazzina da salvare.
Solitamente infatti sono gli altri che vogliono essere salvati da me.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Shadow
Capitolo 2:
I Geni diversi
 
-
 
< Il Primo Ministro Marcus Aironi è deceduto ieri, il 7 Marzo dell’anno 20 della Era Luce, alle ore 22;45.
Il suo corpo è stato ritrovato senza vita nel privé della Sala delle Feste, nel Palazzo del Presidente Alchimista Orion; causa della morte: soffocamento.
L’unica certezza è che l’assassina altri non è se non Ombra, il celeberrimo sicario che da quattro anni getta nel panico la popolazione e incute terrore ai burocrati più in vista, preoccupati dall’idea di poter essere loro le prossime vittime. >
 
Richiudo il giornale e lo lancio sul tavolino.
Sono comodamente seduta sul divano del mio salotto, in mise casalinga e e con una tazza di caffè-latte in una mano.
Sospiro: questa Ombra è proprio una cattiva persona, sì.
I miei occhi blu si soffermano sui pasticcini posati sul vassoio, a metà tra il divertito e l’amareggiato.
Perché lo faccio? Perché uccido politici e nobili?
Per prima cosa perché quelli a cui miro in realtà sono delle carogne che di nobile hanno solo il titolo e poi perché, diciamocelo: alla società non faccio altro che bene;
In ultimo: vendetta.
Mi vergogno ad ammetterlo ma inizialmente esisteva esclusivamente quest'ultimo, di motivo. Proprio a causa di questa consapevolezza so di non essere la buona in questa storia.
I buoni non uccidono per vendetta.
È anche questa sorta di piacere perverso che provo nel togliere la vita a delle persone - per quanto cattive e corrotte - che non mi permette di definirmi buona.
In una storia non potrei mai interpretare la parte dell’eroina bianca, senza macchia; la mia anima ormai è sporca quanto la loro, corrotta da un altro veleno.
La vendetta è un veleno: ti striscia dentro, ti penetra nelle ossa, entra in circolo insieme al tuo sangue e se non lo tiri via subito ti trasforma... come ha fatto con me.
Io non sono l’eroina in questa storia.
Io sono l’assassina.
Sento dei passi provenire dall’ingresso.
Poso la tazza sul tavolino, afferro un pasticcino e lo mangio rapidamente, quindi corro alla porta.
Un uomo con i capelli castani e gli occhi grigi, sui cinquanta anni, mi attende con un cappotto sul braccio e un’espressione corrucciata. “Ho letto il giornale,” esordisce e io annuisco.
Sì, anche io.”
Torniamo in salotto e io riprendo la mia tazza tra le mani.
Mi avevi detto che una guardia ti aveva inseguita fino alla corriera.”
Annuisco ancora. “Sì Brayden, infatti.”
L’uomo avvicina ulteriormente le sopracciglia, rendendo più profonde le rughe sulla sua fronte. “Eppure nell’articolo non è stato nominato.”
Non credo abbia parlato.”
Brayden picchietta la spalliera del divano con le dita, sospira e chiede con tranquillità, “Per quale motivo?”
Scuoto le spalle. “Perché a differenza degli altri buzzurri che compongono il corpo delle guardie, lui è un uomo onesto… o quantomeno, lo è nel profondo.”
Brayden scoppia a ridere. “Ti ricordo che stai parlando con una ex-guardia.”
La mia bocca si incurva in un ghigno sbilenco. “E questo conferma la mia tesi.”
Ricevo in risposta una falsa occhiataccia. “Probabilmente è l’unica persona ad essere rimasta viva dopo averti vista nei panni di Ombra.”
Bevo un sorso di caffè-latte. “Già… ma sono certa che non riferirà a nessuno alcun tratto del mio aspetto.” Sogghigno. “In quattro anni di me si è scoperto soltanto che sono una ragazza e che nessuno è mai sopravvissuto ad una mia visita.”
Brayden mi guarda, inespressivo.
Proprio per questo devi tornare da quella guardia e assicurarti che non dica nulla.”
Il mio cuore si ferma. “Non vorrai che io lo uccida.”
L'idea di togliere la vita ad un innocente mi turba più di quanto mi aspettassi.
Fortunatamente scuote la testa. “Non necessariamente… trovalo e convincilo a non farsi scappare una sola parola,” i suoi occhi mi trafiggono. So dove vuole arrivare. “Ma se dovesse rifiutarsi, sai cosa fare.”
 
La guardia si chiama Simon Myers.
Dopo una breve ricerca sono riuscita ad ottenere il nome del sorvegliante del privé e ho scoperto che è anche il responsabile dell’addestramento delle reclute.
Covo la speranza che in questo modo escano almeno tre o quattro guardie oneste, nonostante la maggioranza saranno sempre un'accozzaglia di porci.
La mia mise naturalmente è nera e opaca; aborro il lucido nelle missioni: è riflettente, sarei più visibile di un fanale in autostrada.
Sono esattamente davanti la caserma, due guardie armate controllano l’entrata dell’area militare e so già che diverse telecamere sorvegliano il perimetro.
L’unico modo per entrare è attraverso i camioncini che ogni ora escono carichi di soldati che attaccano il turno e poi rientrano, trasportando i soldati che hanno appena staccato.
Corro verso la fine della strada e affaccio la testa; uno dei camioncini è ad una decina di metri dall’ultima svolta, quindi mi accuccio per terra e mi preparo a scivolare sotto il mezzo.
Attendo e poi, sfruttando le ombre svicolo nella parte inferiore del veicolo, per poi rimanere più immobile possibile, irrigidendo ogni parte del mio corpo in modo da rimanere ancorata al telaio.
Il camioncino frena e sento che la guardia alla guida scambia qualche parola con uno dei soldati all’entrata, quindi viene gridato un ordine e il passaggio viene aperto.
Il veicolo si dirige verso il posteggio e io rilasso leggermente le braccia, pronta a lasciarmi cadere per terra.
Sento i passi delle guardie che si allontano, lo sportello del camioncino sbatte e qualche minuto dopo: il silenzio.
Lascio la presa e dopo essermi assicurata di essere sola affaccio la testa.
Ci sono telecamere solo all’entrata e una dalla parte opposta del veicolo.
Rimango piegata, passando dietro la fila di piccoli camioncini, fino ad arrivare a pochi metri dall’uscita, quella che conduce ai locali militari.
Solo tre metri mi separano dalla porta, ma la telecamera mi riprenderebbe e non posso permetterlo.
Ombra è famosa per la sua capacità di sparire e rendersi invisibile e, nonostante i trucchi da mago funzionino con gli esseri umani, la tecnologia non può essere ingannata.
Mi guardo intorno, cercando qualcosa che possa farmi da scudo durante la mia passeggiatina.
In questa sala ci sono solo i camioncini e i bagagli d'emergenza dei soldati nel retro dei…
Oh.
 
L’uniforme mi viene leggermente larga, ma la cosa non mi tocca.
Il cappellino mi copre metà del viso, la maschera quindi passa inosservata, i capelli sono raccolti sotto il berretto, nascosti e la mia andatura è naturale e disciplinata. Un soldato nervoso e rigido attirerebbe l'attenzione.
Ho raggiunto la zona delle reclute, priva di telecamere.
Mi infilo in uno stanzino e mi libero in pochi istanti della divisa che piego con cura e infilo in un secchio.
Adesso, mentre impiego qualche secondo per pensare a cosa fare, mi prendo il disturbo di chiarire qualche interrogativo.
Domanda: come ha potuto un solo uomo assumere il controllo del mondo intero?
Risposta: è stato il primo a nascere con il gene della Nuova Generazione. Da quel momento in tutto il mondo cominciarono a nascere donne e uomini con dei Geni diversi, mai visti prima. Unici, fino ad allora.
Esistono tre tipi di geni.
Il gene dell’Alchimia: uomini e donne capaci di riportare in vita quest’arte perduta nel tempo.
Il gene del Guerriero: chiamato così perché non esistono uomini normali al mondo capaci di sostenere una lotta contro questi esseri straordinari (quando si dice 'nati per lottare').
Il gene della Magia: quelli che comunemente vengono chiamati Maghi.
A loro volta i Maghi si suddividono in:
Maghi della Luce: lampi, luce solare, luce lunare, luce elettrica e luce pura. Pochi sono in grado di evocare l’ultima e se doveste trovarvi davanti ad un Mago della luce, non lasciatevi ingannare dal nome... pochi sono luminosi quanto il loro potere.
Maghi dei fluidi: acqua, magma, cemento fresco e qualunque cosa sia allo stato liquido; anche la cioccolata calda e il caffè, se ve lo state chiedendo. Sono in grado di estrarre fluidi da qualunque corpo, anche la più piccola particella, sfruttandola poi per crearne altri.
I telecinetici: in grado di spostare ogni genere di oggetto di qualunque dimensione, purché solido.
I Vedenti: capaci di vedere ogni cosa: le anime delle persone, le loro intenzioni, i loro pensieri; riescono ad avvertire ogni essere vivente, per quanto nascosto esso sia. Sono ottimi per le ricerche e per gli interrogatori. Grazie a Dio ne esistono pochissimi in tutto il mondo; renderebbero il mio lavoro troppo complicato.
E poi per ultima è nata una nuova categoria: gli Ombra.
Sono l’unica della mia razza per il momento - sì, ci hanno diviso in razze, come animali – e sono in grado di sfruttare la minima pozza di ombra, per quanto minuscola, per rendermi totalmente invisibile. Posso rendere solide le tenebre, incarnare i peggiori incubi di ogni essere vivente, oscurare la luce e sparire soltanto ritirandomi in un angolo buio.
Vi state chiedendo perché non ho sfruttato questa mia capacità per superare le guardie e entrare nella zona delle reclute?
Beh, con la tecnologia il mio potere non funziona. Non sono totalmente invisibile.
Nelle riprese si sarebbe visto un alone nero a spasso per il posteggio e idem per il cortile e l’entrata.
Non sarei passata inosservata.
Adesso invece, senza telecamere a mettermi i bastoni tra le ruote, posso smettere di inventare stratagemmi.
È a causa di ciò che sono se ho perso i miei genitori; ma questo ve lo racconterò un’altra volta.
 
La camera del Maggiore Simon Myers, Responsabile dell’Addestramento delle Reclute del Corpo Militare del Regno di Lume, si trova al secondo piano.
Facile scoprirlo se il Maggiore in questione non fa altro che entrare e uscire dal suo ufficio.
Unico problema: la porta è sorvegliata da una telecamera.
Al momento sono comodamente seduta per terra, nella zona relax di questi giovani in uniforme, assolutamente invisibile a chiunque.
Mi porto una mano ai capelli e li scuoto. Posso prendermi tutto il tempo che voglio per entrare, potrei anche aspettare che le reclute vadano a dormire.
Mi alzo in piedi e scivolo in mezzo ai tavoli e ai divani, per andarmi ad appollaiare in cima ad una libreria.
Consigliabile aspettare in un luogo dove non c’è il pericolo, seppur minimo, di farsi notare.
Sento la porta della sala che si apre e, spinta da un basilare istinto ancestrale, alzo gli occhi: la soglia viene varcata da due ragazzi e una ragazza - non sapevo ci fossero reclute donne.
Lei ha i capelli castani, la pelle olivastra e gli occhi nocciola, un fisico asciutto ma con muscoli evidenti sotto la divisa. Il ragazzo alla sua destra ha i capelli biondi, la pelle quasi trasparente e gli occhi azzurri: sembra più un potenziale cucciolo indifeso che un futuro soldato del Regno di Lume.
Il ragazzo che invece cammina un passo dietro di loro ha la pelle color caramello, occhi azzurro non-ti-scordar-di-me e capelli castano chiaro.
Sto per abbassare lo sguardo quando quest’ultimo alza gli occhi e li posa su di me. No, non sulla libreria. Su di me.
Sposto la testa di lato, sorpresa.
Rimango immobile e il ragazzo continua guardare da questa parte, fino a quando non distoglie improvvisamente lo sguardo.
Tiro un respiro di sollievo. Probabilmente sono solo estremamente paranoica.
 
Il tempo passa e dopo solo un’ora la sala relax è completamente vuota e avvolta nel buio: il mio elemento.
Scivolo giù dalla libreria e atterro con leggerezza sul tappeto. Esco in corridoio e percorro quel piccolo spazio che mi separa dalla porta dell’ufficio di Myers.
Sto per fare qualche altro passo avanti quando mi ricordo della telecamera.
È buio, buio pesto, ma se la telecamera fosse a visione notturna resterei fottuta pesantemente, facendo la figura dell’idiota. Brayden mi ucciderebbe.
Mi gratto la testa, indecisa sul da farsi quando lo vedo: lo sportello della posta riservata alle missive di Orion. Queste fessure sono sempre tenute al di fuori del raggio d'azione delle telecamere perché l'identità dei postini rimanga segreta, per evitare che qualcuno li riconosca. La loro divisa è identica a quella dei normali postini, ma il loro compito è molto più arduo.
Orion infatti affida i suoi telegrammi personali solo ed esclusivamente a questi postini addestrati allo scopo e nessuno ne conosce la loro identità, se non Orion stesso e i suoi ministri più fidati.
No, non è uno sportello spazioso ma io sono Ombra, mi basta uno spiraglio e un po’ di ombra per passare inosservata e qui non si vede ad un palmo dal naso.
Scivolo all’interno della stanza e mi guardo intorno. Questo è l’ufficio, ma io mi dirigo verso la porta che conduce in camera da letto... o quantomeno vorrei farlo, ma un braccio si è appena serrato attorno al mio collo e un altro mi blocca le braccia.
Non muoverti.”
Altrimenti?”
Non muoverti o sarò costretto a farti del male!”
La tua mamma non ti ha insegnato ad essere gentile con le donne?”
Con le donne sì, con le ladre no.”
Tu pensi che io sia una ladra?”
Non lo sei?”
Non direi.”
Chi sei?”
Me lo chiedono in molti.”
Non giocare!”
Non sto giocando.”
Piantala e dimmi che cosa vuoi!”
Non volevi sapere chi sono? Una domanda alla volta”
Mi stai facendo arrabbiare.”
Hai una voce molto sexy, non vedo l’ora di vederti in viso, se sei attraente come sembri potrei anche non farti del male.”
Farmi del male? Senti ragazzina sai dove ti sei infiltrata?”
Perfettamente.”
Dovresti quindi sapere che sei nella caserma delle reclute”
Ovvio.”
Sai che siamo addestrati ad uccidere?”
Io pensavo vi addestrassero a proteggere la popolazione e perseguire la giustizia, ma forse mi sono persa qualche passaggio.”
“…”
Ed ecco l’esitazione che aspettavo: neutralizzare.
Il ragazzo si dibatte sotto di me che lo tengo premuto contro la moquette, seduta sulla sua schiena e con le ginocchia sulle sue braccia. “Teoricamente dovrei ucciderti, ne sei consapevole?”
Sento i suoi piedi che tentano di afferrarmi i fianchi ma io mi spingo un po’ più avanti e gli afferro le caviglie con le mani. “Fermo o rischio di spezzarti la schiena.”
E allora uccidimi! Non ti permetterò di rubare niente!”
Mi acciglio, per niente preoccupata. “A proposito ci questo... come ho fatto a non sentirti entrare?” chiedo, mentre la recluta risponde continuando a dibattersi.
Sono entrato un’ora fa… sapevo che saresti venuta.”
Spalanco gli occhi, sorpresa. “Ah sì? E come?”
Ti ho vista.”
Dove?”
Nella Sala Relax. Eri appollaiata sopra la libreria, nessuno sembrava vederti, allora ho capito che in qualche modo eri invisibile e se qualcuno è invisibile, vuol dire che ha qualcosa da nascondere e io ho solo cercato di capire cosa stessi nascondendo… ho capito che volevi entrare nell’ufficio del Maggiore e mi sono appostato qui dentro dopo che lui è andato a letto.”
Rido, dissimulando il mio disappunto per essere stata intercettata. “Complimenti soldatino… sei un Vedente!”
Non risponde ma continua a muoversi, senza ottenere alcun risultato.
Sto per porre un’altra domanda quando mi ritrovo improvvisamente scaraventata contro il muro.
Scuoto la testa, confusa: è stato come essere travolti da una slavina.
Alzo gli occhi e vedo che una montagna scura sta aiutando la recluta ad alzarsi, controllando il suo stato fisico.
Ehi! Stavamo facendo quattro chiacchiere, non gli ho torto un capello.” Stiamo parlando al buio, ma io non ho bisogno della luce per vederli in faccia: lui è il ragazzo di oggi - come avevo già dedotto da me - e lui è la guardia; quella guardia.
Alto, massiccio (molto massiccio), con la carnagione scurissima e gli occhi neri.
Il Maggiore Myers si volta verso di me, cercando di distinguere la mia figura nel buio dell’Ufficio. “Sei tu, vero?”
Mi metto comoda, appoggiandomi al muro, stendendo una gamba sul pavimento e reggendomi un ginocchio con un braccio. “Perché mi chiedete tutti chi sono? Mi sono appena infiltrata nella Caserma delle Reclute, nell’Accademia che sforna giovani soldati! Dovreste farmi una standing ovation o quantomeno chiedermi perché sono qui, non fare inutili domande sulla mia identità: indosso una maschera. È piuttosto ovvio che non ve lo dirò mai.”
Myers fa uno sbuffo che assomiglia ad una risata dissimulata. Un ghigno mi increspa le labbra.
Il ragazzo invece sembra meno incline a buttarla sul ridere. “Signore, si è intrufolata qui da più di un’ora, l’avevo già vista nella Sala Relax seduta sopra la libreria. Nessuno la vedeva, Signore, quindi credo si sia resa invisibile con qualche Magia… credo sia una Alchimista, è l’unico modo con cui poteva rendersi… ”
Scoppio a ridere, interrompendolo. “Alchimista?! Io non sono uno di quei vecchi matusalemme che si entusiasmano per lo sputo curativo di un babbuino, non ci tengo a diventare il nuovo Nicholas Flamel, né a scoprire la formula dell’immortalità; la vita è già abbastanza lunga di per sé, l’idea di prolungarla ulteriormente non mi entusiasma.”
Sei così cinica con tutti o solo con chi cerchi di derubare?”
È un attimo.
Rapida mi scompongo diventando una fumosa ombra, ricomponendomi poi dietro di lui.
Mi accosto al suo orecchio e sussurro, “Ti ho già detto che non sono una ladra... ”
Si volta di scatto tentando di afferrarmi ma io sono di nuovo al mio posto, come se non mi fossi mai mossa. L’espressione della recluta è dura e lievemente frustrata.
Sorrido; poi la luce mi acceca.
Ecco… così la smetti di fare i tuoi trucchetti con il buio.”
Arriccio le labbra, contrariata, mentre Myers allontana il dito dall’interruttore. “Peccato… era divertente spaventarlo.”
Un muscolo si contrae sulla guancia del ragazzo.
È più alto di quanto ricordassi, fisico asciutto, ben tenuto, avvolto dalla tuta mimetica del corpo militare.
Non lo do a vedere ma sono nervosa. Convincere Myers poteva essere fattibile ma questo qui... questo qui è un ostacolo.
So che sei tu.”
Alzo lo sguardo sul Maggiore. “Ah sì?”
Lui annuisce. “I tuoi occhi sono inconfondibili, ragazzina.”
Li chiudo per un secondo, per poi riaprirli. È uno dei motivi per cui tutti quelli che mi hanno vista nei panni di Ombra dovrebbero morire, ma solitamente sono politici o nobili che avrei fatto fuori comunque, non una Guardia che mi ha dato una mano e una recluta un po’ zelante.
Beh, vedi di cominciare a confonderli perché sono venuta ad avvertirti che se ti scapperà qualcosa con chiunque, sarò costretta a tenere fede alla mia reputazione.”
Il ragazzo è confuso.
Quale reputazione? Chi sei?”
Myers gli mette una mano sulla spalla. “Non vuoi saperlo.”
Sì che voglio saperlo!”
Credimi, no.”
Sì!
Ho detto no!”
Ma io…!”
Sono Ombra, soldatino.”
Silenzio.
Il ragazzo si volta a guardarmi con un’espressione di puro terrore. Quindi rabbia.
TU!” Si lancia verso di me, ma io mi alzo in piedi e mi sposto. Lui afferra l’aria.
Dorian! Dorian, fermati subito!”
Faccio qualche passo verso la prima ombra disponibile, ma poi ricordo che lui può vedermi.
Tu hai ucciso mio padre!
Myers mi guarda, quasi compassionevole. “Era per questo che non volevo dirglielo.” Lo sta trattenendo per le braccia, senza mostrare il benché minimo sforzo. Probabilmente è un Guerriero.
Come faceva di cognome?”
Sei un mostro, un mostro!
Carline”
Il senso di colpa che stava insinuandosi ai limiti della mia coscienza, svanisce. Mi avvicino di qualche passo mentre Myers continua a tenere la recluta per le braccia.
Il tuo caro papino era un porco pedofilo, lo sapevi?” Lo sconvolgimento che gli attraversa il viso è evidente, ma lo maschera subito e continua a tentare di liberarsi.
BUGIARDA!”
Abusava di ragazzine! RAGAZZINE! Le recuperava per le strade, povere, impaurite, indifese e poi le circuiva, dando loro da mangiare e dove abitare solo per far di loro ciò che voleva.” Il mio sguardo è di ghiaccio. “Non ho fatto fuori il tuo caro paparino perché mi andava, ma perché questo mondo non conosce giustizia ed è arrivato il momento che qualcuno gli dia una ripulita.” Abbasso ulteriormente la voce, rendendola tagliente. “Io sarò anche un mostro… ma ho sacrificato la mia anima e la mia vita per questa causa e non sarà il tuo cuoricino spezzato da figliolo ignaro che crede suo padre un eroe a farmi cambiare idea.” Mi volto verso Myers, ogni genere di sentimento spinto da qualche parte, nelle ombre del mio cuore. Sì, ci sono ombre anche lì. “Non aprire bocca su nulla che mi riguardi e tappala anche al signorino qui presente, oppure verrò io a tapparvela… per sempre.” La voce non è più tagliente, si è ormai ridotta un sibilo ferino.
Spengo l’interruttore e sparisco, sfruttando uno spiraglio della finestra.
 
 
Il ragazzo è evidentemente sconvolto.
Un incontro ravvicinato con l’assassina più celebre e letale della Tirannide probabilmente lascerebbe tutti un po’ sconvolti. O morti. Dipende dalla situazione.
Maggiore… ?”
Sì, Dorian?”
Quello che… quello che ha detto l’assassina è… ” chiude gli occhi e deglutisce “… è vero?”
Cosa dire? La verità, gettandolo nel mondo reale, o illuderlo ulteriormente, creando il mito di un padre perfetto, facendo sprofondare Ombra ancora più in basso? Perché pur essendo un Maggiore, io sono dalla sua parte.
Poi ricordo la frase che quella ragazza mi disse alla festa a Palazzo: “Se si vuole sopravvivere, bisogna crescere in fretta. La Tirannide non è un ambiente consigliato per rimanere giovani e innocenti.”
Lo guardo negli occhi e annuisco.
Mi sembra quasi di leggere il dolore e lo sgomento in quelle iridi color del cielo; troppo innocenti, troppo pure. Al servizio della parte sbagliata.
Le confronto con quelle di Ombra: cupe, impenetrabili, inquietanti. Eppure lavora per il bene.
Ha un che di spaventosamente comico il Destino.
Dorian si libera dalla mia presa e fa un passo indietro, con rabbia, facendo un rigido saluto e prendendo la porta senza dire una parola.
Sospiro.
La Tirannide è veramente un ambiente schifoso per rimanere giovani e innocenti.
 
Le ombre mi avvolgono mentre con l’agilità di un gatto salto da un tetto ad un altro, sfruttando il buio e modellandolo a mio piacimento.
Non alzo il viso a guardare il cielo, no. Le stelle oggi sono mie nemiche, la luna è mia nemica.
Creano le ombre sì, ma rischiarano il buio e io in questo momento vorrei essere nelle tenebre più profonde, a covare il mio rancore e avvelenare il mio cuore.
Raggiungo il tetto della mia casa, tolgo il mantello che ho recuperato uscendo e, protetta dalle ombre, scivolo silenziosamente all’interno.
Arrivo in cucina e finalmente mi rilasso.
Accendo la luce e Brayden è lì, seduto sulla sedia, con una tazza di caffè in mano e una ancora fumante, poggiata sul tavolo. È un Vedente anche lui.
Il tuo disappunto l’avranno avvertito anche i Guerrieri più stupidi dell'emisfero opposto.” Cerco di sorridere ma esce una specie di smorfia stropicciata. Grugnisco qualcosa e mi accascio sulla sedia accanto a lui. “Com’è andata?”
Faccio spallucce. “Diciamo bene, ho fatto quello che dovevo fare. Se dovesse trapelare qualche informazione, farò il mio lavoro.” Tengo gli occhi sul liquido scuro che naviga nella tazza.
Una mano si posa sul mio polso. Alzo lo sguardo e gli occhi grigi di Brayden trafiggono i miei. “Il tuo lavoro è fare giustizia. Nient’altro. Non sei una comune criminale, vedi di ricordarlo sempre.” Annuisco nervosamente. “Lo so, ma sai anche tu che inizialmente l’unica cosa che mi spingeva ad andare avanti era la sete di vendetta.”
Anche ora è questo a spingerti?”
La sete di vendetta riemerge solo con una persona, con tutti gli altri è solo giustizia.”
È triste che tu debba sacrificare te stessa per fare giustizia al posto di coloro che dovrebbero lavorare per assicurarla a chiunque ma... ”
Sì, è triste.”
Necessario, ma triste.”
Lo so.”
Lo farei io al posto tuo se solo... ”
Ne abbiamo già parlato.”
Lo so… ”
Silenzio.
Bevo l’ultimo sorso di caffè e mi alzo, spostando la sedia senza emettere rumore. “Vado a letto.”
Brayden annuisce. “Buonanotte Shine
Sorrido amara.
Buonanotte Bryden.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
________________________________________________
Spazio Autrice:
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E rieccomi!
In questo capitolo svelo il nome della protagonista e inserisco altri due personaggi fondamentali, quindi teneteli d'occhio ;)
 
È la prima storia che RI-pubblico, quindi non so cosa dire, né ricordo cosa ho scritto nello spazio autrice la prima volta che l'ho pubblicata quindi probabilmente scriverò sempre una sequela di cretinate... vi consiglio di non prendermi sul serio xD
 
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto (nel caso vi fosse piaciuto il precedente, ecco).
Besos*

 
 
Moony
   
 
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