Libri > Il diario del vampiro
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Autore: nuvoledifango    17/05/2011    1 recensioni
Ero una ragazza normale,finchè non arrivai a Fell's Church.Non ho mai creduto alle creature soprannaturali,fin quando io stessa diventai un vampiro.Da allora,mi servo sempre di Argento e Lapislazzuli;
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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01. Arrivo a Fell’s Church


Eccomi qui. Chi sono io? Sono una semplice ragazza. No, forse non proprio semplice. Mi chiamo Crystal Morgana Altajreva. Vengo da Katowice, una fredda città della Polonia, ma adesso sono qui, a Fell’s Church, una piccola e squallida cittadina della Virginia. Giravano voci che qui ci siano creature del male, demoni, streghe, fantasmi, persino vampiri. Ma per me, queste sono solo sciocchezze. Quella mattina, mi ero sentita stranamente a mio agio. Cosa che non dovrei essere, dato la lontananza da casa. Perché mi ero trasferita a Fell’s Church? Perché i miei genitori erano divorziati, ed ero venuta con mamma qui. Non so perché avesse scelto Fell’s Church, o gli Stati Uniti in generale, perché lei sapeva che adoravo la mia Europa. Ma penso che volesse proprio stare il più lontano possibile da papà. Ma del resto, non m’importa più di tanto. A ottobre avrei compiuto 20 anni,e sarei ritornata in Polonia. Non da papà, ovviamente. E così,eccomi qui,seduta su una sedia in cucina della mia nuova casa,a mangiare latte e cereali. Era il mio primo giorno di scuola. Il mio primo giorno al College. Misi in fretta tutti quei dannati libri nel mio zaino, e uscii in fretta, senza neanche salutare mia madre. Appena uscii dalla porta di casa, un’ondata di calore mi travolse e ricordai che qui non eravamo in Polonia, e quindi a settembre ancora venticinque gradi. Sussurrai un’imprecazione, io odiavo il caldo. Oh, come mi manchi,Polonia mia,pensai. Ricordavo tutti i bei momenti vissuti lì, e mi accorsi di essere già arrivata a scuola. Notai che tutti mi fissavano. Cosa avete da guardare,stupidi statunitensi?, borbottai tra me e me. Le ragazze che mi passavano accanto mi guardavano con uno sguardo derisorio, solo per essere l’ultimo arrivato. I ragazzi,non mi notavano nemmeno. Perché io, non ero la solita ragazza promiscua dai capelli biondi e occhi azzurri che usano i ragazzi come giocattoli. Perché io non ero la solita ragazza di cui i ragazzi si innamorano. Entrai in classe, maledicendo tutta l’America. La prima lezione era molto noiosa, e prendevo la scusa di non essere ancora molto pronta con la lingua. L’inizio fu un disastro. Il professore mi chiamò ad alta voce pronunciando il mio orribile nome. Ragazzi, vi presento Crystal Morgana Altajreva, sento ancora pronunciare nella mia mente. Avevo sussurrato qualcosa simile a un “Chiamatemi solo Crystal” ed ero ritornata al mio posto. Dopo tre lezioni di cui non avevo nessun interesse, era l’ora di andare a pausa pranzo. Uscii dall’aula seccata ancora per gli sguardi ridenti dei ragazzi che mi guardavano, e andai a sbattere contro una ragazzina dai capelli rossi.
«Attenta a dove vai, ragazzina!» urlai quasi e tutti si girano a guardarmi. Vidi le lacrime spuntare dai suoi occhi. «Scusa, non volevo…» iniziò e un’altra ragazza alta dai capelli scuri la strinse a sé e mi fulminò con un’occhiata. Non hai nemmeno un amico, Crystal, fa amicizia con qualcuno, mi dissi tra me e me guardando la ragazzina che stava quasi per scoppiare a piangere. Sbuffai silenziosamente e le strinsi la mano.
«Scusami. Adesso smetti di piangere, per favore» le dissi anche se la mia voce uscì roca e sforzata.
La ragazzina dai capelli rossi mi guardò. Poi lentamente accennò un sorriso. Ma non era un sorriso derisorio come quelli che avevo visto nei volti degli altri. Era un sorriso…sincero. La ragazza strinse la mia mano e disse: «Sono Bonnie, Bonnie McCullough. Lei invece è Meredith Sulez» aggiunse guardando la ragazza dai capelli scuri,che ancora mi guardava con una punta di amarezza.
«Crystal Morg…lascia perdere il mio nome completo. Chiamami solo Crystal» dissi e la ragazza annuì sorridendo. Sentii un sorriso fiorire sul mio volto, e questo non sarebbe dovuto accadere. Io non sorridevo da anni. Ma sentivo qualcosa cambiare. Dopo aver visto il viso di quella ragazza, Bonnie…mi sentivo come…completa. Bonnie mi guardò meglio e con una mano sfiorò la collana che portavo al collo da quando mia sorella era morta.
«È bellissima…» disse osservando il ciondolo a forma di mezzaluna di platino, tempestato di piccoli rubini. Toccando la collana, sfiorò anche la mia pelle, e avvertii una specie di scossa elettrica dentro di me. Quella ragazza non è quel che sembra,mi disse una voce nella mia mente. Ma la ignorai. Bonnie mi stava fissando, non riusciva a capire perché avessi quell’espressione sbalordita. Mi ripresi e le sorrisi. Per tutta la pausa pranzo parlai con loro, specialmente con Bonnie. Era una ragazza speciale, dopo un’ora già la adoravo. Quando finalmente quel fatidico giorno a scuola finì, Bonnie tornò da me.
«Crystal! Ah, eccoti qui! So che sei nuova e non conosci nessuno…quindi volevo invitarti a venire a un picnic con dei miei amici» disse sorridendo Bonnie. Meredith la guardò con sguardo incredulo, per una ragione che non capii. Ma accettai. Dopo di tutto, devo farmi dei nuovi amici. Andai con Bonnie e Meredith, che mi portarono ad una specie di pensionato. Appena scesi dall’auto intravidi delle figure in fondo, e vidi Bonnie correre ad abbracciare una figura dai lunghi capelli biondi, probabilmente una ragazza.
«Elena,Stefan! Guardate. Lei è Crystal e, ehm, è nuova a scuola. Ho pensato…che potrebbe stare un po’ con noi…per un picnic» disse, e una ragazza e un ragazzo,mano nella mano,apparvero dal giardino. La ragazza, dai capelli biondi e gli occhi blu, mi guardò, poi sorrise. Il ragazzo, dai capelli scuri e gli occhi verdi come foglie, sorrise prima a Bonnie, poi mi scrutò dalla testa ai piedi. Quello che mi colpì dei due era che entrambi erano bellissimi. Di sicuro non erano fratelli, era evidente che tra i due c’era qualcosa, visto come si guardavano. Con un cenno della testa e un sorriso, salutai i due, Elena e Stefan, che sembravano i moderni Romeo e Giulietta. Proprio allora, spuntò un altro ragazzo. Oddio. Se Elena e Stefan mi erano sembrati bellissimi, non avevo ancora visto lui. Lui,un ragazzo dai capelli scuri come quelli di Stefan,solo più lisci,e due magnetici occhi neri.
«Damon Salvatore, lieto di servirla» mi disse il ragazzo, e mi baciò la mano. Mi sentii stordita. Non so come trovai il coraggio, ma balbettai un “Io sono Cr-ry-stal” e sorrisi lievemente. Oh, quel ragazzo – Damon – era…stupendo. Aveva un non so che di…tenebroso. Notai la somiglianza di Damon e Stefan, loro si che probabilmente erano fratelli. Elena si avvicinò a me e porse la mano.
«Crystal, ti va un picnic in giardino?» mi chiese. Annuii, sperando che Damon venisse con noi. Stefan mi porse sorridendo una cesta colma di cose da mangiare e seguii Bonnie e Meredith dall’altra parte del pensionato, in giardino. Appena tutto fu preparato, Damon si sedette vicino a me.
«Benvenuta a Fell’s Church, Crystal» mi sussurrò e poi, mi persi nei suoi occhi scuri.

 

  
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