Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
Segui la storia  |       
Autore: ___CASYeSILVI___    17/05/2011    4 recensioni
"[...] Fuori era buio, ma appena il suo occhio (visto che l'altro era coperto da una benda) si abituò, cominciò a camminare, non sapeva nemmeno lui dove stesse andando. Si ritrovò dietro la villa.
«Oh! Guardate! Eccolo lì il piccolo conte Phantomhive!» sentì dire da dietro, Ciel non si ricordava di esser stato seguito da qualcuno. Gli uomini dietro di lui erano molto più grandi e grossi, ma non fece nemmeno in tempo a fare un passo, che gli tapparono la bocca e lo fecero svenire."
Prima storia scritta da sola. D:
Per favore siate gentili con me, anche se so che è noiosa e stupida. ._.
Buona lettura.
-Silvi-
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1.~ The feast...


«Buongiorno, Bocchan.» Sebastian sorrise al suo Signorino, come ogni mattina.
«Le ricordo che stasera deve andare alla festa a cui è stato invitato giorni fa.»
Ciel, di suo malgrado, si alzò dal letto.
«Ricordami da chi sono stato invitato.»
Il maggiordomo, intanto, iniziò a vestire il suo Conte.
«Mi sembra che si chiami Stevens...» rispose Sebastian, cercando di ricordare chi fosse. Non aveva mai sentito quel nome.
«Devo proprio andare ad una festa a cui sono stato invitato da uno sconosciuto?» disse Ciel freddamente, non aveva nessuna voglia di andare a quelle feste, non ci trovava niente di che, figuriamoci se non si ricordava nemmeno chi fosse il... tizio da cui era stato invitato.
«Sì, magari lì incontreremo qualcuno di sua conoscenza.» disse sorridente Sebastian, dopo aver finito di vestirlo.
«Io vado nello studio, devo finire di rivedere alcune carte...» disse Ciel uscendo, con aria annoiata. Non sopportava l'idea di andare a quella festa, ma non sapeva proprio come uscire da quella situazione. Béh, almeno avrebbe scoperto chi era questo Stevens.

Dopo 5 minuti Sebastian entrò nello studio con la colazione del Conte, ma non vedendolo si girò di scatto e se lo ritrovò difronte. Non avendolo nè visto e nè sentito, non sapeva della sua presenza dietro di lui, e quindi sbattè contro il Signorino rischiando di farlo cadere, ma impedì ciò prendendolo per un braccio e stringendolo a sé.
Ciel per quella situazione arrossì di colpo.
«S-Sebastian!» disse Ciel imbarazzato, non facendo nessun movimento e quindi, rimanendo in quello strano abbraccio.
«Stava cadendo, Bocchan...» rispose Sebastian, divertito dalla sua espressione. Teneva stretto Ciel con un braccio mentre con l'altro teneva il vassoio. Ciel stava con il viso sul suo petto.
«Béh, fa più attenzione la prossima volta!» Ciel si staccò facendo finta di non essere imbarazzato di quella situazione, ma gli riuscì difficile visto che era ancora rosso in volto.
«Comunque, le ho portato la colazione. Oggi abbiam-»
«Non ho fame.» rispose Ciel, bloccando il discorso del suo maggiordomo.
«Adesso và! Devo finire il mio lavoro.» disse Ciel, dando le spalle a Sebastian, che lo guardava curioso.
«Yes, my Lord.» Sebastian uscì dalla stanza, incuriosito da quell'atteggiamento, certo, non era molto diverso dal solito, ma c'era qualcosa di strano.
Ciel si sedette davanti alla scrivania piena zeppa di carte. Non gli andava proprio di lavorare quel giorno, infatti, a tutto pensò, tranne a quello che doveva fare.
Quell'"abbraccio" l'aveva fatto sentire strano, ma decise di non pensarci, ma di pensare piuttosto di ricordare chi era questo maledetto Stevens.

Il tempo era passato infretta, ed era già sera. Non aveva pranzato poichè non voleva essere disturbato, ma intanto, non aveva concluso niente.
«Bocchan? È ora di andare.» disse Sebastian da dietro la porta.
Ciel uscì e senza voltarsi gli disse che si sarebbe preparato da solo. Quel giorno, almeno agli occhi di Sebastian, era davvero curioso il suo adorabile Signorino.
Dopo essersi vestito, Ciel scese nella hall, dove Sebastian lo attendeva. Il più grande lo aiutò a salire sulla carrozza, e, come sempre, dopo essere salito, Ciel gli disse che poteva anche farcela da solo.
Tutto il tempo del viaggio lo passarono in silenzio. Ciel guardava fuori, la strada era tutta buia, e non ricordava di esserci mai passato.
Arrivati, si fermarono davanti ad un enorme cancello. Dopo essere entrati, dovettero fare una stradina piena di sassi per arrivare alla villa. Era a due piani, non molto grande, dipinta di giallo e con un enorme balcone al centro. Quando entrarono, la hall era piena di gente, alcuni mai visti prima, solo qualche persona che aveva visto ad altre feste riuscì a riconoscere il piccolo Conte, ma non vi era confidenza con loro. Alcune persone salutarono Ciel, ma per quanta gente c'era, altri non gli fecero caso.
Il resto della serata passò lento e noioso, questo Stevens non si fece vedere e la gente non faceva altro che parlare, ridere sguaiatamente e ballare, mentre Ciel e Sebastian, rimasero in un posto dove nessuno faceva caso a loro, così come voleva il Signorino.
«Sebastian, esco un po' fuori, mi sta venedo mal di testa a stare quì con questo chiasso.»
Sebastian annuì mentre lo guardava schivare le persone per uscire da lì: evitava quella gente come se fossero portatori di chissà quale grave malattia.
Fuori era buio, ma appena il suo occhio (visto che l'altro era coperto da una benda) si abituò, cominciò a camminare, non sapeva nemmeno lui dove stesse andando. Si ritrovò dietro la villa.
«Oh! Guardate! Eccolo lì il piccolo conte Phantomhive!» sentì dire da dietro, Ciel non si ricordava di esser stato seguito da qualcuno. Gli uomini dietro di lui erano molto più grandi e grossi, ma non fece nemmeno in tempo a fare un passo, che gli tapparono la bocca e lo fecero svenire.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler / Vai alla pagina dell'autore: ___CASYeSILVI___