La Morte a corte.

Nel silenzio della notte, nel grande castello, mentre i cortigiani dormivano, una figura minuta, triste, ammantata di nero, scivolò fuori dalla sua stanza.
Teneva le mani semichiuse davanti al petto, le braccia strette al corpo, scendeva giù per le scale, la sua boccuccia rossa da bambina illuminata dalla sua lampada a olio creava nuvolette grigie nell'aria; per il freddo delle segrete il fiato creava la condensa.
I piedini scalzi la trascinarono fino alla sua destinazione, la stanza delle torture.
E così spense la lampada con un soffio la piccola Claude, la posò a terra.
Si tolse il mantello nero la piccola Claire, con uno strattone al fiocco lo lasciò scendere dalle sue minute spalle.
Fremette il suo respiro della piccola Anne, per il freddo e per la paura.
Prese l'ascia sporca dalla rastrelleria, la piccola Lith, si tolse anche la vita.
Cadde a terra la piccola Morte, come un bocciolo troncato sul nascere, come un uccello con le ali spezzate, con un lamento strozzato in gola.

M Y S P A C E

Ok, ora vi spiego.
Questa storia è ambientata in Francia agli inizi del Settecento circa, al palazzo reale di Parigi.
La bambina che immagino è la figlia di un cortigiano, che vive a corte da quando è nata. In realtà, a insaputa di tutti, lei è la Morte, o meglio, una delle sue emanazioni.
I nomi sono tanti perché lei non è una bambina naturale, con un nome, un'identità, una famiglia, come si penserebbe. Lei è stata portata dalla Morte in grembo a sua madre, non è un frutto della natura.
E questa Morte, macabra e crudele ma con un briciolo di ambigua umanità, una notte si toglie la vita.
Il resto penso si capisca da sé, o anche no.
Fatemi sapere, i commenti sono sempre graditi :3
A presto,

A.