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Autore: fruttina89    17/05/2011    4 recensioni
Piccola one-shot particolare sul nostro Jacob Black.
Jack è scappato da Forks e sta cercando di costruirsi una nuova vita e di dimenticare Bella; ma forse questa sarà l'occasione per scoprire molte cose su sè stesso e forse capire un pò meglio la posizione del suo passato amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Buonasera! E' la prima volta che pubblico qualcosa su Jacob e spero che sarete clementi con me.
Premetto che questa breve one-shot non mi convince; so che è difficile introdurre un nuovo personaggio in così poche righe...
Leggerò volentieri i vostri commenti sia positivi che negativi!
Buona lettura
P.s. la mia ff si colloca a conclusione della saga di Twilight, ma con una piccola variazione: Jacob non subisce l'imprinting con Renesmee e fugge in Scozia per allontanarsi da Bella, ormai sposata con Edward.




-Isabel-
Mi guardava con quei suoi occhi profondi e tormentati  mormoranti una tacita scusa per un peccato commesso che proprio non riuscivo ad intuire. Era bello da togliere il fiato con l’espressione imbronciata che lo faceva somigliare ad un ragazzino e che donava alle sue labbra carnose una curvatura triste. Avrei voluto gettarmi tra le sue braccia e consolarlo, perdonarlo di quel torto di cui si accusava ingiustamente perché l’unica colpa che aveva era di avermi rubato il cuore.
Osservai sospirando  la scogliera che si ergeva impervia lungo la costa; le onde si infrangevano spumeggianti contro le rocce schiumando e perdendosi nuovamente nell’oceano; ecco io avrei voluto semplicemente che Jacob mi permettesse di  perdermi in lui per comprendere ciò che lo tormentava così tanto e dare sollievo alle sue ferite. Il vento soffiava scompigliandomi i capelli lungo le spalle e giocando con le sue ciocche scure e corte,  accarezzandole con la dolcezza di un’amante.
Mi avvicinai incerta, timorosa di venire allontanata da lui; non avrei sopportato di essere respinta bruscamente quando l’unica cosa che volevo era lenire la sua sofferenza. Se poi non mi avesse voluto l’avrei lasciato andare, ma non avevo più la forza di sopportare l’amarezza e il rimpianto agitarsi in quegli scuri occhi d’agata. Non si scostò da me permettendomi di appoggiare il viso al suo ampio petto. La sua pelle era bollente; calda e rassicurante come il sole estivo; il suo profumo era fresco e naturale, odorava di montagna, di fiumi e di radure, di luoghi mai visitati e che mi sarebbe piaciuto conoscere con lui. Che cosa ti è successo Jacob? Cosa ti hanno fatto in America?
-Jack- sussurrai talmente piano che quasi mi stupii che realmente mi avesse udito
-Isabel, ti prego, non chiamarmi così- rispose con le labbra poggiate sui miei capelli.
-Lei ti chiamava così?- domandai impudente, ma ero stanca di aspettare una confessione che non sarebbe arrivata. Jacob non rispose.
-E’ per questo che non lasci che mi avvicini troppo, non è vero? Sei innamorato di un’altra- quelle parole mi uscirono straziandomi il cuore come lame taglienti. Jack distolse lo sguardo.
-Si, l’amavo, è vero, ma ti tengo a distanza perché non voglio che tu commetta il mio stesso errore Isabel; non posso permettere che tu ti innamori di una persona che non può ricambiarti- le lacrime mi punsero gli occhi, premendo affinché le lasciassi scivolare lungo le guance.
-Ho capito, scusa, non ti infastidirò più- mi divincolai dalla sua stretta, ma lui mi trattenne.
-No, non hai capito niente, io ti vorrei con tutto me stesso, ma non posso, io non posso più amare nessuno-
 
-Jacob-
Non riuscii a sostenere il suo sguardo dopo aver pronunciato quelle parole. Gli occhi di Isabel erano due profonde pozze cristalline adombrate dalla tristezza.
La stavo allontanando per non farle del male, per impedirle di innamorarsi di me, un essere che, per quanto simile a lei, era irrimediabilmente diverso. Avevo imparato a mie spese che donarsi ad una persona che viaggi su un binario così dissimile al tuo è rischioso e inutile. Non volevo che il suo cuore andasse in pezzi come era successo a me.
Isabella; anche il suo nome mi era parso sin da subito una beffa incomparabile. Isabella Harris mi aveva donato ciò che Isabella Swan mi aveva strappato; era riuscita a rianimare il debole calore del mio cuore, ormai ridotto ad una fiammella di candela, ridandomi la speranza di essere felice; ma proprio perché una piccola parte di me aveva cominciato ad amarla come non credevo più fosse possibile, dovevo lasciarla andare. Non ero così egoista da condannare quella dolce e ingenua umana ad una vita innaturale in mezzo al mio branco; costringerla alla paura di un pericolo costante quale quello dei vampiri che l’avrebbero fatta facile bersaglio della loro caccia per colpire me, o peggio ancora doverla proteggere da me stesso… dopotutto anche Sam amava Emily più della sua stessa vita, ma le cose avevano preso una piega tragica.
Isabella era fragile e orgogliosa, mentre alzava il mento in mia direzione, incurante di mostrarmi quelle lacrime versate per il mio rifiuto.
-Spiegami- sussurrò con voce fiera –o dovrò pensare che ciò che hai detto sono solo un mucchio di frasi di circostanza per non ferirmi con la pura verità… se davvero non provi niente per me abbi almeno il coraggio di dirmelo chiaramente guardandomi negli occhi-. Distolsi di nuovo lo sguardo.
-Se ti è più facile pensare questo…- lasciai in sospeso la frase incapace di continuare, uno schiaffo sonoro mi colpì la guancia...  sapevo che meritava molto di più delle mie stupide parole dopo quello che era successo fra di noi, dopo i balli, le risate e i baci rubati sotto la luna all’ombra della radura.
Si sfilò il braccialetto che avevo intagliato per lei, che le avevo regalato con la stupida speranza di esserle sempre vicino. Non ebbe gesti di ira, non lo scaraventò ai miei piedi, semplicemente lo appoggiò delicatamente al palmo aperto della mia mano con la delicatezza con cui una farfalla sfiora un fiore.
-Addio Jacob Black, hai appena rovinato tutto- mi voltò le spalle incamminandosi lungo il sentiero erboso. Il vento si alzò nuovamente danzando con i suoi lungi capelli scuri e portando il suo profumo di rose in boccio alle mie narici. In quel momento scioccamente compresi. Compresi ciò che Bella aveva sempre cercato di spiegarmi e che io, non ero stato in grado di capire… si può amare in tanti modi diversi. E io amavo Isabella, la mia Isabella… non dell’amore possessivo ed esagerato con cui amavo Bella, ma dell’amore delicato e tenero che era stata in grado di insegnarmi salvandomi dal tormento dell’indifferenza e della solitudine. Ero stanco di fuggire dai miei sentimenti; non avrei mai cancellato ciò che mi legava a Bella, ma avrei potuto a poco a poco emarginarlo, scolorirlo a favore di un amore vivace e vero, un amore che potevo finalmente vivere.
 La rincorsi e in poche falcate fui da lei. Le afferrai delicatamente un braccio, obbligandola a voltarsi verso di me e a trovare conforto contro il mio petto.
Sfiorai le sue labbra con le mie assaggiando il suo dolce sapore misto a lacrime salate e promisi che non ne avrebbe più versate per me. Sorrisi rovinando il bacio, allora me ne presi un altro, più profondo e intenso, accarezzando ogni centimetro della sua bocca, mai sazio di lei e della consapevolezza che quella certezza mi dava… avrebbe saputo tutto ed insieme saremmo stati bene, io sarei stato bene… dopotutto ero un egoista… dopotutto non ero tanto diverso da Bella Swan. 

Se foste curiosi di conoscere un pò meglio me o le mie altre ff vi lascio il link del mio gruppo facebook; sarei felicissima di aggiungervi!

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