Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: _Ayame_    17/05/2011    1 recensioni
Una comune mattina di un francese che dorme troppo, e un inglese troppo cocciuto per dar retta ai consigli che gli danno sulla cucina: ovvero, lascia perdere! Gli unicorni hanno bisogno di te!
[Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkalnd, nominati altri personaggi][Commedia, romantico] [Parole: 843]
{FrUk}
Citazioni: "Sognava di svegliarsi con il profumo dolce dei croissant caldi e magari un thé, o un caffè.
[...]
[...] simulando languidamente un sonno che le sue membra avevano ma che non erano disposte ad accettare.
Stava funzionando, quando qualcosa stuzzicò il suo olfatto.
"
Partecipa al The One Hundred Prompt Project.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
aph the one hundred prompt sentir mauvais

Sentir mauvais ~

Finalmente, dopo un UsUk, una FrUk *W* Yo, I'm so happy <3!
Pubblicata perché oggi è il Gay Day: perché l'amore non ha confini.
Ora la finisco con la serietà.
Partecipa al "The One Hundred Prompt Project"


[prompt olfatto, dall'argomento 3° : I 5 Sensi]

Autore:  _Ayame_

Titolo della storia: Sentir mauvais ~
Titolo del capitolo: Smell bad ~
Tipologia: one-shot
Genere: romantico, comico
Rating: Verde
Personaggi: Francia (Francis Bonnefoy), Inghilterra (Arthur Kirland
)
Avvertimenti: shounen-ai

Parole: 843


 Buona lettura~
 
Sentir mauvais ~

Sognava di svegliarsi con il profumo dolce dei croissant caldi e magari un thé, o un caffè.
Quella mattina, Francis era ancora a letto, buttato e affondato tra le voluminose lenzuola bianche, mentre nella stanza grande entrava quel poco di filo di luce che rendeva l’atmosfera davvero accogliente.
Si coprì gli occhi con una mano, non gradendo quando il sole si alzò e si puntò nei suoi preziosi occhi blu mare, mentre con l’altro braccio puntato in avanti invocava qualcosa per chiudere quel maledetto affare.
Si voltò, quando nessuno arrivò e decise di rimanere ancora un po’ tra la protezione morbida del suo letto.
Aveva sperato che il sonno tornasse, era disposto a tutto, purché lo facesse: chiuse gli occhi e con precisa lentezza e movimenti scanditi dai battiti del suo cuore e dai suoi respiri, chiuse gli occhi, simulando languidamente un sonno che le sue membra avevano ma che non erano disposte ad accettare.
Stava funzionando, quando qualcosa stuzzicò il suo olfatto.
Con un lamento, decise che era ora di alzarsi: sarà stato mezzogiorno all’incirca.
Si fece leva sul gomito per poi poggiare interamente il palmo sul materasso e iniziare a far leva con l’altro.
Una volta seduto, si avvicinò al letto e con un ultimo quanto sudato sforzo, si alzò.
Finalmente!
Raccolse i pantaloni messi accuratamente sulla poltrona di fronte al suo enorme letto a baldacchino.
Mentre li indossava lo contemplava: delle sbarre color dell’oro che esaltavano ancora di più i suoi occhi, era costretto ad ammetterlo.
Presa ed indossata una maglietta, non senza una certa difficoltà nella scelta e nel trovarla, andò in bagno ed accese la luce vicino allo specchio.
Si guardò il volto, come per scorgervi qualcosa: si era già scordato dell’odore e di tutto il resto.
Si stese la pelle, in cerca di qualche segno miracoloso; poi andò in cerca di una qualche molletta o fascia per reggergli i capelli: trovò solo la fascia rosa che Feliks aveva dimenticato una volta quando lui, Toris e Feliciano, insieme agli altri suoi due amici Antonio e Gilbert, avevano deciso di uscire con gli altri.
La mise e al vedersi riflesso con quel rosa sgargiante, da cui scappava qualche ciuffo biondo, ma si sciacquò la faccia, mentre assaporava il freddo sulla sua pelle.
Tornò a specchiarsi, sorridendosi, e preso un asciugamano, iniziò a tamponarlo delicatamente su tutto il viso, per non provocare sfregamenti di alcun genere.
Si levò la fascia rosa, che ripose su un pensile, sperando di ricordarsi di darlo a Feliks, oltre a chiedere dove l’avesse comprato: non gli stava poi così male!
Tornò alla sua routine quotidiana per svegliarsi definitivamente: impugnata la spazzola come la bella Natalia impugnava il coltello, iniziò a spazzolarsi delicatamente i capelli biondi, quando, ad occhi chiusi, mentre si concentrava su tutti gli altri sensi: sentì quell’odore, quello strano, stranissimo odore in casa sua.
Odore di bruciato!
Aprì di scatto gli occhi, posò velocemente la spazzola sul mobiletto del lavandino e corse verso la cucina, mentre con le mani cercava di farsi una coda.
Si chiese il perché amasse il roccocò con tutto se stesso, quello stile alle volte fin troppo pacchiano, che imponeva quei corridoi lunghi e pittoreschi nel loro stile simile al barocco.
Riconobbe la porta della cucina: come ogni venerdì, del fumo nero proveniva da lì.
Sospirò, chiedendosi quando quella cucina si sarebbe arresa, sotto gli insulti poco garbati di un inglese teinomane.
«Oh, no! NON l’avrai vinta!», gridava Arthur.
Una volta entrato, nella foschia, Francia poté distinguere Inghilterra alle prese con i fornelli, un grembiule rosso a quadrati bianchi sopra dei pantaloni verdi scuro, una camicia – ormai neanche tanto più bianca – e una cravatta nera.
Le sue enormi sopracciglia esprimevano vendetta.
«Arthur, s’il te pla
ît!», implorò il francese, avvicinandosi, e levando dalle mani alzate di Arthur le palette per le frittelle.
«What the …?»
«Non preoccuparti, ma chenille, sta mattina, je pense à le petit-déjeuner, toi, tu pense à manger!»
Arthur ovviamente non capì tutto il discorso del compagno, indi per cui, quest’ultimo con un sorriso gli slegò il grembiule e lo spinse a sedersi su una delle sedie lì presenti, mentre l’inglese borbottava improperi in tutte le lingue che conosceva: l’inglese!
Posò il grembiule ben ripiegato sul tavolo, e si diresse verso un mobiletto, estraendo da un cassetto un grembiule con più gusto.
Rise all’espressione di Arthur quando vide che su quel grembiule non c’erano altri che lui vestito da cameriere, e per giunta ubriaco, e Francis.
L’espressione quasi maniaca fece arrossire ancora di più il povero inglese, già rosso per la vergogna di aver bruciato mezza casa – però se è così che stanno le cose non mi dispiace, ragionò su quell’immagine – e per essersi fatto spodestare così dalle sue palette. Poi quel grembiule e ora pure lui!
Dannazione!
Francia tornò a sfoggiare il sorriso affabile di sempre, e, armato di padelle ungheresi – indiscutibilmente le più resistenti – e di gira-frittelle, pensò bene di iniziare a cucinare, mentre Arthur continuava a borbottare, con la schiena scivolata giù contro lo schienale, il mento sprofondato nella camicia e le braccia incrociate.
The One Hundred Prompt Project


Grazie per aver letto :D
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: _Ayame_