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Autore: essie    19/05/2011    29 recensioni
Che cosa succederebbe se il famoso attore Edward Cullen facesse irruzione - letteralmente - in casa di Isabella Swan, giovane ragazza come tante altre, per sfuggire ai fans?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Questa è una OS, ma se avrete voglia di leggere un altro capitolo basta dirmelo. Lo scriverò volentieri.

E' strana =) Spero vi piaccia! Ditemi cosa ne pensate, io mi sono divertita molto a scriverla.

 

Aggressioni, cloni ed Edward Cullen

 

 

Buongiorno, mondo.

Mi stiracchio con un vistoso sbadiglio, strizzando gli occhi a causa del sole che, anche se timidamente, dalla finestra mi colpisce in pieno viso.

Afferro il cellulare da sotto il cuscino e guardo l’ora: le nove del mattino. Strano che mi sia svegliata così presto, di solito la domenica dormo fino a mezzogiorno.

Sbadiglio ancora mentre mi alzo dal letto con attenzione. Vado in bagno, uscendone pochi minuti dopo con i capelli raccolti in una coda alta e l’aria decisamente più vigile grazie all’acqua fredda che ha colpito ripetutamente il mio viso, svegliandomi.

Con addosso solo una canottiera di cotone blu scuro e un paio di slip neri, mi dirigo in cucina per prepararmi una tazza di cornflakes come ogni mattina dopo aver aperto la porta di casa.

Vivo in una villetta a schiera a Notting Hill, Londra, ma sono nata in America, nello Stato di Washington.

Ascolto la televisione in soggiorno, mangiando i cereali, guardando la strada fuori dalla finestra. Mi ha sempre affascinato osservare le persone sconosciute; potrebbero essere chiunque, o avere una vita segreta di cui nessuno sa nulla…

Lavo la tazza vuota e vado in camera per rifare il letto e dare una spolverata ai mobili. Sono sempre stata indipendente, e trasferirmi a Londra (una città che ho sempre amato) da Phoenix non è stato molto difficile. Mi sono ambientata piuttosto bene, ma non credo perderò mai l’accento americano, anche se vivendo qui si è alleggerito.

Mi sono spostata in cucina, quando sento delle urla acutissime provenire da fuori, sulla strada, ma quando mi affaccio non vedo nessuno. L’immaginazione a volte gioca brutti scherzi.

Eppure, perché mi pare di aver udito la porta di casa aprirsi?

Mi blocco, interrompendo quello che stavo facendo, le orecchie drizzate. Niente.

Oh, bene. Torno a pulire il frigorifero.

“Oh, bene” prima di sentire la porta chiudersi, segno che è entrato qualcuno. Prima che il cuore inizi a battermi forsennatamente nel petto e mi si formi un groppo in gola. Prima che la parola “ladri” si formi nella mia mente. Prima di afferrare silenziosamente il mattarello dal terzo cassetto.

Prima che la paura si impossessi di me.

Oh mio Dio. Non posso credere che stia succedendo. E se ha una pistola, o un bastone, o un fucile con sé? E se mi spara? E… e se mi rapisce, portandomi in qualche luogo sconosciuto?

Oh mio Dio.

Le dita serrate sul mattarello, mi affaccio titubante fuori dalla cucina.

Oddio, lo sapevo! Lo sapevo!

C’è qualcuno davanti alla porta di casa. Un ragazzo, o meglio, un uomo… e… e parla!

‹‹C’è nessuno in casa?›› sta dicendo.

Ma che razza di ladro è? Fa irruzione in casa mia, non si preoccupa di nascondersi e chiede pure se c’è qualcuno?

Oh cazzo, ho capito: è un maniaco.

La paura mi stringe con maggior forza nella sua morsa.

Lancio un ultimo sguardo a ciò che ho attorno, e mi accorgo che la televisione è ancora accesa proprio mentre inizia il trailer del nuovo film di Edward Cullen, affascinante, sensualissimo, dolcissimo attore proprio di Londra. Adoro Edward Cullen. È così vero, quando recita, così incredibilmente emozionante!

Prendo un respiro profondo e comincio ad avanzare verso l’ingresso, il mattarello stretto tra le mani sudate.

L’uomo ha il volto coperto dal cappuccio della felpa grigia che indossa, sembra magro e abbastanza muscoloso. Ce la posso fare.

‹‹Aaaah!›› il mio grido di guerra rompe il silenzio, e il tipo ha solamente il tempo di sobbalzare prima che mi scagli contro di lui, brandendo il mattarello sopra la testa come se fosse una qualche potentissima arma e non un semplice attrezzo da cucina.

Lo calo su di lui e inizio a colpirlo con tutta la forza che ho. La spalla, il fianco, il braccio…

‹‹No… no… aspetta!›› continua a urlare, ma io non gli presto attenzione. Sta usando una strategia per farmi abbassare la guardia, lo so. Ne hanno anche parlato al telegiornale!

‹‹Maniaco!›› sbraito, beccandogli l’avambraccio. ‹‹Ladro!››. Altro colpo. ‹‹Credevi davvero di riuscire a farla franca?››. Altro colpo.

‹‹No!›› strilla, e allora mi accorgo che la sua voce non mi è sconosciuta. ‹‹Non sono quello che pensi!››.

‹‹Dicono tutti così!›› rimbecco io, e per poco manco la sua testa. E’ agile, il maniaco-barra-ladro.

In realtà non lo so, se dicono tutti così, ma cosa importa?

A furia di “lottare” siamo finiti in salotto, dove il trailer in TV continua allegramente.

‹‹Ehi, ferma, ferma!›› ulula.

‹‹Mai!›› dichiaro, rincorrendolo per la sala.

‹‹Io… io sono lui!›› grida. Sta freneticamente indicando la TV.

‹‹Sei un televisore?››

‹‹Sono Edward Cullen!››

Scoppio a ridere: se avesse affermato di essere una televisione sarebbe stato più credibile.

Per un attimo abbasso la mia fedele arma, e lui ne approfitta per sfilarsi la felpa e mostrarsi a me. Mi immobilizzo.

Il tizio davanti a me è assurdamente simile a Edward Cullen. Stessi capelli rossicci e spettinati, stessa corporatura, stesse labbra rosse e sottili, stessi occhi verdi.

‹‹Sei un sosia?›› domando curiosa.

Scuote la testa con quella specie di sorriso storto che spesso vedo in TV.

Inclino il capo di lato. ‹‹Un clone?›› riprovo, e lo sento ridere piano.

‹‹Guarda…››. Si fruga nelle tasche dei pantaloni. ‹‹Se con quel coso non me l’hai distrutto, ovvio…›› mormora, lanciando un’occhiataccia al mattarello.

Tira fuori un iPhone e muove le dita sul touch-screen per qualche secondo. Poi me lo porge.

‹‹Cosa dovrei farci?››. Non ho ancora abbassato la guardia.

Azzarda un passo verso di me. ‹‹E’ la mia rubrica›› spiega.

Lo fisso perplessa. Quanto è bello, però…

‹‹Chiama un numero a caso, quello che vuoi, poiché non credi che io sia Edward Cullen››

Non è una bomba, vero?

Titubante, schiaccio il tasto di chiamata del primo numero che trovo: Alice.

Risponde al secondo squillo. ‹‹Fratellinooo, finalmente ti fai sentire! Sei arrivato a Londra? Fa freddo? Hai già visto mamma e papà?›› cinguetta allegra, e la sua voce è così acuta che ho paura mi spacchi un timpano. Mi affretto a chiudere la chiamata.

So che Edward ha una sorella, Alice, che vive a Los Angeles.

Provo con “mamma”.

‹‹Edward, tesoro! Sei arrivato? Quand’è che vieni a pranzo qui? I paparazzi ti hanno dato fastidio?››

Tocco il tasto rosso e guardo Edward, meravigliata. Mi fissa incerto. Non sa cosa fare.

Che dolce.

Ed io corro ad abbracciarlo.

 

 

 

 La casa di Bella, se qualcuno volesse vederla =)

 

 

   
 
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