si vabbè, quest'immagine ci stava a pennello. Fonte: nefrytka Quanto tempo era passato, cinque - sei mesi? E ogni volta ci rimaneva secco, quando cantava, quando parlava, quando mangiava, sempre. L’unica cosa che riusciva a farlo rinsavire erano le dolci parole di Lauren Zizes che lo riportavano alla realtà, ovvero quella di ragazzo ormai assoggettato ad una giovane donna prestante che si mormorava avesse in pugno le sue palle… ma dopotutto da Jacob Israel ci si può aspettare di tutto, anche cose insensate come questa. Stava lentamente diventando un’ossessione, gli aveva chiesto più volte le cose più assurde e svariate, ma mai accettava, era una tortura vedere un “NO” uscire dalle sue labbra che si muovevano in quel modo così… così sfarzoso ecco. Ogni cosa che usciva da quella bocca era accompagnata da un loro movimento, movimenti lunghi ed espansivi, sembrava quasi di vedere una mucca ruminare. Una botta di coraggio lo colse mentre si stavano rivestendo negli spogliatoi, lo prese per il braccio e se lo portò via con una qualche scusa sul Glee club. Ora, devo levarmi questo peso!- aprì il suo borsone cacciando da una tasca laterale due contenitori chiusi di palle da tennis –fottiti Puckerman!- credeva fosse qualcosa di serio per averlo interrotto a metà nella sua solita specchiata di addominali pomeridiana –davvero Sam! Non riesco più a dormire, devo saperlo!- sospirò sconfortato mentre l’altro non dava segno di voler mollare il suo braccio –poi non voglio saperne più niente!- annuì con gli occhi lucidi, come se il sogno di una vita si stava avverando mentre guardava il biondino infilarsi in bocca la prima pallina gialla –sembra un mio testicolo!- a quell’affermazione rigettò subito quella prima palla iniziando a tossire –ma che schifo!- cambiò espressione: da speranzoso diventò leggermente irritato, ma si rese subito conto della gaffe che aveva detto –hai ragione… vabbè continua su- si rimise in bocca quella prima palla andando poi lentamente ad infilarne una seconda –Mike ha già perso, aveva detto che non ci arrivavi a due- il suo volto si contorse in un’espressione simile a quella di un cane ringhioso, e la bava scendeva da un lato della sua bocca –vediamo se arrivi a tre su!- gli lanciò la terza pallina della prima scatola aspettando con ansia che si infilasse in bocca anche quella, ma niente, ci provò almeno una dozzina di volte, non riusciva a tenerla in bocca più di qualche secondo –contento ora?- sputò fuori tutte e tre le palline apprestando a lasciarlo solo –contentissimo- annuì ancora sognante mentre prendeva coscienza del fatto che l’altro se ne stava andando –aspetta! Sicuro che non vuoi un gelato? Te lo offro io- si fermò girandosi e guardandolo con il sopracciglio inarcato –no adesso spiegami perché dovresti offrirmi un gelato- gli si avvicinò indicandogli le labbra –voglio, voglio vedere come mangi un gelato con queste labbra giganti- sospirò nuovamente lasciando cadere le braccia che prima si reggevano nelle tasche –riuscirò a liberarmi di te?- rise leggermente trattenendo il resto della risata, per la fine della giornata se continuavano su quella strada sarebbe riuscito a posare le sue labbra su quelle giganti labbra color ciliegia, l’unica cosa che lo tratteneva, era che lui fosse un ragazzo.

potete anche uccidermi! x°°D