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Autore: WhitePumpkin    20/05/2011    3 recensioni
Tra le mura di Hogwarts, si sa, nascono spesso storie d'amore. Questa, però, è un po' particolare...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mrs Purr correva per i corridoi di Hogwarts, gli occhi rossi accesi più che mai, le pupille dilatate per orientarsi tra la luce flebile di alcune fiaccole attaccate qua e là sulle pareti di pietra.

Erano le tre di notte e aveva un motivo preciso per girovagare a quell’ora: Gazza sospettava che i gemelli Weasley si dedicassero al traffico illecito dei loro scherzi proprio durante la notte, per non essere scoperti. Era probabile che si mettessero in contatto con gli studenti delle altre Case durante il giorno, per poi darsi appuntamento a quell’ora, con il buio, in qualche luogo appartato del castello. Prima i commerci non avvenivano alla luce del sole, ma neppure necessitavano di essere così impeccabilmente celati; ora, con l’avvento della Umbridge, qualsiasi porcheria da loro prodotta era considerata illegale all’interno del castello e la vendita ne era rigorosamente proibita. Ma Gazza sapeva che questo non sarebbe bastato a fermare quei due, così mentre pattugliava il secondo e il terzo piano, a lei toccavano il quarto e il quinto.

Quella sera, però, non si trovava affatto dove avrebbe dovuto essere: stava scendendo rapida le scale, per poi imboccare furtiva un corridoio che portava ad un’altra rampa di scalini, che a sua volta l’avrebbe condotta al piano terra.
Ci arrivò trafelata, un po’ per la corsa, un po’ per la preoccupazione di non farsi scoprire dal vecchio custode: di certo non l’avrebbe rimproverata, ma le avrebbe chiesto il motivo per il quale si trovasse da quelle parti, e a quel punto cos’avrebbe inventato?
Prima o poi avrebbe scoperto la verità, ma la gatta cercava di rimandare quel momento il più possibile.
Lui la adorava come se fosse una donna, un’umana. Una notizia del genere lo avrebbe sconvolto.

Guardandosi attorno per accertarsi di essere sola, varcò la soglia d’entrata.
Era buio, quel piccolo spicchio di Luna calante in cielo non bastava ad illuminare il giardino, ma grazie alla sua vista sviluppata riusciva a distinguere discretamente il paesaggio attorno.
Camminò silenziosamente fino ai dintorni del Platano Picchiatore. Quando giunse sotto il tronco dell’abete prestabilito, lo trovò già lì.

« Ti aspettavo » le disse, strusciando il muso contro la sua spalla. « Problemi con Gazza? »
« Sono di turno, ho dovuto fare molta attenzione » rispose, facendo le fusa.
« Sei riuscita a fare l’incantesimo? »
« Sì » disse emozionata.
« Allora? »
« Sono cinque. »
Grattastinchi le leccò il pelo delle guance facendo fusa rumorose.
« Cinque bei micetti, non vedo l’ora! »
  
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