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Autore: Spuffy93    20/05/2011    12 recensioni
Quante volte in quei mesi aveva pensato di chiamarlo?
Quante volte in quei mesi aveva alzato la cornetta del telefono?
Quante volte in quei mesi aveva composto il suo numero?
Quante volte in quei mesi aveva riattaccato senza aspettare la risposta troppo orgogliosa per cedere al suo bisogno di sentire la sua voce?
Molte. Troppe. E adesso lui non c’è più.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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The letter

Autrice: Sara (Spuffy93/Caskett93*)

 

 

 

Quante volte in quei mesi aveva pensato di chiamarlo?

Quante volte in quei mesi aveva alzato la cornetta del telefono?

Quante volte in quei mesi aveva composto il suo numero?

Quante volte in quei mesi aveva riattaccato senza aspettare la risposta troppo orgogliosa per cedere al suo bisogno di sentire la sua voce?

Molte. Troppe. E adesso lui non c’è più. Era morto. Il suo primo partner, il suo eroe, l’uomo che le era stato vicino nei suoi primi anni da poliziotta se ne era andato senza nemmeno sapere che lei lo aveva perdonato, che era fiera di lui e del suo percorso di redenzione, che lo aveva tenuto d’occhio in quei mesi senza però avere mai il coraggio di chiamarlo per parlargli.

L’ultima volta che lo aveva visto era stato quando l’aveva arrestato.

C’era stato un periodo in cui credeva di amarlo, poi lui l’aveva tradita, le aveva mentito e il suo cuore si era spezzato. Lo considerava quasi come un secondo padre, con lui aveva vissuto molte esperienze, lui la capiva e la sosteneva. Quando gli disse di sua madre fu l'unico a dirle di continuare la strada intrapresa, a non arrendersi, l'unico prima di Castle.

Aveva risolto il suo omicidio, aveva arrestato il bastardo che lo aveva ucciso ed era andata molto vicina a sparargli per vendetta. Voleva veder morire Ganz, voleva prendere la sua vita perché lui le aveva portato via la possibilità di poter parlare di nuovo con Royce, ma per fortuna era arrivato Castle e semplicemente chiamandola per nome l’aveva fermata, le aveva fatto capire che sarebbe stato un errore. Lei era in cerca di giustizia, non di vendetta. Se l'avesse fatto non sarebbe stata meglio di quell'uomo, una mera assassina.

Adesso era seduta sull'aereo che l'avrebbe riportata a New York, a casa sua, dalla sua squadra che l'aveva coperta anche rischiando di perdere il lavoro.

Kate mette una mano in tasca e prende quella lettera, unico ricordo rimastele di Royce e rilegge l'ultima parte tra se e se. Quasi le sembra di sentire la voce del suo mentore, quasi le sembra di vederlo scrivere quell'ultima parte con un sorriso sulle labbra.

 

"..And now for the hard part, kid. It's clear that you and Castle have something real, and you're fighting it.

But trust me, putting the job ahead of your heart is a mistake.

Risking our hearts is why we're alive.

The last thing you want is to look back on your life and wonder... If only..."

 

Kate ripone con cura la lettera, si gira alla sua sinistra e guarda Castle dormire tranquillo a pochi centimetri da lei. No, non avrebbe commesso lo stesso errore un'altra volta non avrebbe permesso alla paura e al dolore di fermarla, non avrebbe permesso ai rimpianti di rovinarla, questa volta avrebbe fatto la scelta giusta, quella che l'avrebbe resa felice.

 

 

Fine

   
 
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