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Autore: kishal    21/05/2011    1 recensioni
Dedicato all'Africa.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le Pezze Della

Nostra Storia

 

 

 

 

La matriarca solleva il suo antico volto dal lavoro di cucito che tiene fra le abili mani, posando i suoi saggi occhi d’ebano sul panorama a lei dinanzi. Non ha bisogno d’ispirazione, la storia intera del suo popolo risiede nelle sue memorie; eppure, non riesce a fare a meno di quel quadro di vittoriosa vita che con orgoglio si sofferma ad ammirare e scrutare.

Terra, terra rossa, rossa di sangue, il sangue della vita che è stata distrutta e di quella che ancora dovrà nascere. Alberi in lontananza, eremiti oscuri sullo sfondo del sole calante, immersi fra steppe rigogliose e circondati da animali che mai padrone alcuno conobbero. Neanche i diamanti più perfetti e l'oro più puro che si nascondono negli anfratti più reconditi del suo suolo potrebbero eguagliare l'estatica bellezza di quel paesaggio.

Sorride fiera di ciò che è, nera e africana. Poi china il capo, iniziando l’opera di tessitura riposta nel suo grembo. C'è molto da fare, ma è sicura di riuscire a portarla a termine prima dell’arrivo dei bambini, il giorno seguente.

 

Ecco la prima pezza. La ammira, studiandone per l'ennesima volta i mille colori vivaci, l'orgogliosa trama, il fascino vetusto. Quella pezza parla di ciò che era l'Africa secoli prima, quando ancora i bianchi non erano giunti nel suo cuore nero e palpitante, e le tante tribù vivevano nel rispetto di tradizioni nate col primo uomo. Si adoravano gli spiriti, si onoravano i vecchi saggi, si rispettava la natura.

Con un sorriso prende i suoi fili colorati, e inizia a ricamarne i bordi, preparando quella rete di decori che, come una strada, collegherà la prima pezza alla seconda. E' tutto un gioco di polso, di abilità manuale; tutto frutto di un sapere che si tramanda da secoli.

Il suo lavoro finisce insieme al calare del sole. Non è ancora notte, ma le ultime luci del tramonto iniziano a lasciare spazio all'oscurità notturna.

 

Afferra la seconda pezza, e dopo averla scrutata attentamente scuote il capo, il sorriso ormai un lontano ricordo sul suo viso improvvisamente amareggiato. Due colori le fanno da padroni, rosso come il sangue e giallo come l’oro, e i ricami duri, geometrici, grezzi, che sembrano rievocare grida di dolore e frustrazione mai assopite (e mai dimenticate), rimandano al primo periodo buio della lunga storia africana, la tratta degli schiavi. Allora il lucente metallo color del sole era considerato merce di scambio tanto quanto le genti che calpestavan la terra sotto cui stava, e i fratelli si vendevano a vicenda ai mercanti stranieri in cambio di inutili cianfrusaglie.

Con dolore immane costruisce la strada di pizzo che legherà quel triste panno al successivo, non meno mesto di quello.

Quasi percependo l’entità di quell’angoscia, la notte cala pesante sulla terra dei neri, cupa come non mai e priva di stelle. Perfino la luna pare essersi nascosta.

 

La terza pezza è formata da minuscoli ritagli di bianco tessuto tenuti assieme da fili colorati. E’ la colonizzazione, il periodo in cui i bianchi dell’Europa giunsero in quella patria che consideravan res nullius, smembrandone parti e instaurando governi propri, in nome di quella civilizzazione che altro non portò se non guerre, genocidi, incomprensioni, e che violò per sempre i dettami delle antiche tradizioni. Pochi sopravvissero vittoriosi, molti di più soccombettero sotto i fuochi stranieri, o si adagiarono al di sotto della loro ala ritenendo la propria salvezza più importante di quella dei fratelli.

 

Quando termina anche quel collage ed è ormai pronta a unire il prossimo spicchio di storia, il cielo d’improvviso s’illumina, risplendendo timido dei pallidi colori degli astri lontani. - assente, puntando gli occhi in alto - è ancora notte, ma almeno le prime luci iniziano a brillare.

 

Eccola lì, fra le sue mani, la pezza multicolore della decolonizzazione! E’ simile alla prima, quella più antica, ma i fili dorati intrecciati nella trama base rimandano a una tinta, quella gialla, sempre stata simbolo d’inganno, di falsità e ipocrisia. E, infatti, mero miraggio furono le promesse d’indipendenza fatte dagli stranieri che, andandosene, lasciarono indietro solo terra bruciata, lacrime e confusione, nonché un estremo bisogno d’aiuto che li rese di fatto dipendenti dall’altrui magnanimità.

Quanti figli fuggiron via di casa a quel tempo? Quanti tentaron la fortuna altrove, sperando in una vita migliore?

Alza di nuovo gli occhi al cielo: la notte oramai è passata, e una flebile luce all’orizzonte orientale annuncia l’alba incipiente.

 

E’ allora che, come macchie scure che si stagliano forti e sicure nel ben noto panorama, vede due figure avanzare nella sua direzione, accompagnate dal sorriso speranzoso dell’aurora.

Le lacrime le bagnano gli occhi nel vederli farsi appresso, ben più maturi di quanto, ancora in fasce, li aveva visti andare via.

“Bentornati a casa!” Li accoglie emozionata “L’Africa piangeva la vostra lontananza!”

“E noi la sua” Risponde l’uomo, mentre la donna al suo fianco annuisce.

“C’è tanto da fare, tanto da riordinare: la vostra casa ha bisogno d’aiuto

“Siamo giunti qua per questo”

“Allora prendete questa, è la storia del vostro popolo” Dice, alzandosi e sovrastandoli con la sua autorevole statura. Srotola la coperta fra le loro mani, e lascia che essi, commossi, la ammirino e ne intendano il significato. “Portatela sempre con voi, continuate a tessere le sue trame, donatela ai vostri figli e dite loro di fare altrettanto con i propri, e così per sempre, generazione dopo generazione. I colori della prossima pezza dipendono da voi”.

I due annuiscono e, felici, si accommiatano da lei, proseguendo per la loro strada.

 

La matriarca segue i loro profili finché l’orizzonte non ne discioglie le ultime ombre, felice di aver svolto il suo compito e colma di speranza per il futuro a venire.

Ora i suoi figli sono cresciuti, sanno chi sono, conoscono il loro passato, la loro storia e la loro cultura: insieme alla speranza che risiede nei loro cuori, riusciranno finalmente a riportare la gioia nella dimora degli antenati.

   
 
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