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Autore: MaxT    22/05/2011    4 recensioni
Una Elyon esuberante e sorprendente torna a cercare le sue vecchie amiche, che si troveranno presto coinvolte in avvenimenti più grandi di loro. Che spaventosa profezia ha pronunciato la Luce di Meridian? Vera è…vera? Dove sono andate le gocce astrali delle W.I.T.C.H.? E’ una storia dove i personaggi assumono diversi ruoli contrastanti, si muovono nel segreto e nell’invisibilità, e le loro motivazioni autentiche si delineano a mano a mano che la storia si avvicina alla conclusione. Note: qualcuno potrebbe considerare OOC Elyon e le gocce astrali. Da parte mia, penso che siano una evoluzione plausibile dei personaggi visti nel fumetto. Aggiornamento: I primi sei capitoli sono stati riscritti nell'ottobre 2008.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le profezie di Meridian'
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62-il giorno della svolta  
Ad personam:

Cara Atlantis Lux, grazie per la tua graditissima recensione.
La cosa più disastrosa che sarebbe potuto succedere in quel momento, a livello d'immagine, è che apparisse la vera Will a sbugiardare Wanda davanti a tutti. Ma come avrebbe potuto sapere cosa stava succedendo? Carol ha promesso di restare neutrale e ha i registratori di pensieri fissi ai lobi delle orecchie; per ulteriore precauzione, l'hanno pure addormentata.
Caleb ha ancora qualche libertà d'azione, ma non ha potuto venire a vedere la scena, la prima cosa che avrà pensato è che fosse una trappola per catturarlo. Inoltre lui non sa nemmeno che sulla Terra gli anni durano dodici mesi, quindi gli mancano le chiavi per capire l'urgenza di quanto sta avvenendo.
Vero che Irene è divertente? Aspetta di vedere cosa farà in questa puntata...

Un grazie anche a Kuruccha per le sue numerose recensioni sui capitoli arretrati. Ancora un piccolo sforzo, sei quasi alla pari!

Qualche parola su questo capitolo di svolta. Qui assisteremo a un'altra messinscena per ingannare il popolo di Meridian, e al tempo stesso cavalcare l'interpretazione che Vera dà alla profezia. Ma andrà tutto come ha previsto?
Per illustrare questo capitolo, ho deciso di scegliere la scena finale, il culmine del piano di Vera, al quale lei arriverà tutt'altro che in buone condizioni. Il serpentone è raccapricciante, mi fa quasi paura solo a guardarlo in faccia!

Buona lettura 
MaxT

 

PROFEZIE


Riassunto delle puntate precedenti 
Dopo un incontro misterioso con la Luce di Meridian, Vera ha convinto le Gocce a sostituirsi a Elyon a Meridian, impersonando la regina e le guardiane. 
A Meridian, la controfigura di Elyon e le finte guardiane esiliano Miriadel e Alborn, mentre Caleb sfugge alla cattura;  pur avendo assunto il potere, si 
rendono conto di non essere convincenti, e inventano la storia che le guardiane sono a palazzo per proteggere la Luce di Meridian da un complotto. 
A Heatherfield, Elyon spiega che quella che si sta realizzando è una sua profezia, che prevede che la tirannia duri un anno, che a Meridian dura diciotto mesi. Elyon è decisa a non tentare niente prima di questa scadenza.
Il nuovo piano di Vera prende rapidamente forma, basandosi sull'ambiguità del termine di un anno: prima simuleranno che Elyon diventi sempre più tirannica, screditandola, poi Vera, che ha comunque il rango di una principessa Escanor, la spodesterà dopo un anno terrestre di dodici mesi, facendo finire apparentemente la tirannia e realizzare la profezia; poi, dopo aver guadagnato il consenso della gente, si prepareranno per affrontare Elyon e  le Guardiane al loro ritorno dopo diciotto mesi, un anno di Meridian. 
Vera crea venti copie di Wanda, dette Nemesis, che avranno l'incarico di impersonare le guardiane, sollevando le gocce dal compito, e di sorvegliare la città restando invisibili o sotto falsa identità, o con l'aspetto di aquile. 
Come dal piano di Vera, le false Guardiane imprigionano Galgheitha e altri personaggi importanti, che potrebbero rendersi conto che la sempre più tirannica Regina e le Guardiane sono state impersonate da controfigure; la principessa Vera fa la parte della buona, facendo fuggire questi prigionieri dalla città.
Vera affida a Theresion l'incarico di realizzare un sistema di sorveglianza del sotterraneo basato sul contatto mentale con gli insetti che lo popolano, vincendo con i suoi sistemi l'aracnofobia della compagna.
Passano i mesi, e la situazione a Meridian si fa sempre più pesante. La falsa Elyon diventa sempre più tirannica e incoerente, isolandosi tra i mormoranti come già Phobos prima di lei, e perdendo ogni simpatia tra la popolazione, l'establishment e perfino l'esercito. La principessa Vera, per contro, finge di mitigare le conseguenze della follia della regina e delle Guardiane e si guadagna sempre più approvazione e credibilità nella città. Infine, si arriva allo scadere dei dodici mesi dall'arrivo delle Gocce e da quello che a molti appare come l'inizio della tirannia.

Cap.62

Il giorno della svolta






Meridian, palazzo dei veglianti, la mattina dopo

Mentre salgono con l’ascensore del Palazzo dei Veglianti, Vera alza lo sguardo. Sopra il cilindro di vetro monolitico che delimita il vano, un grande lucernario circolare diffonde il suo chiarore al centro dell’enorme edificio. Un giorno qualcuno in vena di facezie lo ha battezzato ‘l’occhio del cielo’, e da allora tutti lo hanno chiamato così.
Anche Paochaion e Theresion, accanto a lei, seguono il suo sguardo. Attraverso il grande oblò sopra di loro si intravedono plumbee nubi temporalesche che si alternano rapidamente ad altre bianche e iridescenti, inseguendosi in un balletto inquietante. E’ così fin da ieri pomeriggio.
Appena la piattaforma levitante si ferma al piano, un timido raggio di sole illumina il locale.
“Ma sei tu che…”, le chiede stupita Paochaion.
“E’ con il sole che voglio fare il mio ingresso, Pao”, le sussurra in risposta, poi si muove decisa verso il salone.

Il tappeto rosso, dritto e sottile. Il tavolone a ferro di cavallo. I consiglieri in piedi. Al di là del colonnato, le tribune del pubblico sono gremite da più di cento altri ascoltatori. Si avverte elettricità nell’aria.
“Ben arrivata, Principessa Vera”, la accoglie il capo consigliere Korgondor. Le sue parole sono accompagnare dagli inchini di tutti i presenti.
“Grazie. Sedetevi, vi prego”, dice Vera, girando attorno al tavolone per prendere il suo posto al vertice.
Resta in piedi, solenne, mentre inizia a parlare.
“Devo essere sincera con voi: ciò che sto per dirvi non è in nome della regina Elyon. In verità, sono molto preoccupata per lei. Innanzitutto, chiedo scusa se dovrò rivelare fatti che lei mi disse in confidenza molti mesi fa, ma credo che questi riguardino tutta la città”.
Studia gli sguardi dei consiglieri. Preoccupati. Impauriti. Interessati.
“Lei faticava molto ad adattarsi al suo ruolo nel nostro mondo. La differenza con la sua vita di ragazzina terrestre era troppo stridente, le responsabilità troppo pesanti, l’aspetto della gente troppo diverso. Si sentiva inadeguata, e talvolta temeva che la città si sarebbe presto sbarazzata di lei. Stava considerando di abdicare e tornare alla sua vita precedente, prima che… così temeva lei… la scacciassero in modo ignominioso”.
Vera fa una pausa ad effetto, studiando le reazioni dei consiglieri ai suoi lati, e del pubblico alle sue spalle. Non si sente volare neanche un kashipp, nota con soddisfazione.
“Quando Elyon espresse il suo proposito alle sue amiche guardiane, loro lo riferirono all’Oracolo di Kandrakar. Costui la convocò per dissuaderla; il Metamondo, disse, aveva un bisogno disperato della sua Luce. Le promise che le sue amiche guardiane sarebbero rimaste al suo fianco per incoraggiarla, consigliarla e proteggerla da ogni minaccia. Ma non lo faceva per l’interesse di questo mondo”.
Si interrompe di nuovo, guardando negli occhi i consiglieri, uno per uno. La luce che entra dalle finestre si fa, pian piano, sempre più grigia.
Un consigliere dalla pelata azzurrina alza la mano per domandare: “Altezza… potete chiarirci quali sono le finalità della Congrega di Kandrakar?”.
“Certamente, consigliere Kociop.  Kandrakar esiste per mantenere un qualche tipo di equilibrio tra i mondi, limitandone le interazioni secondo qualche loro criterio mai rivelatoci. Non si propone di portare la legalità nei mondi, né la pace o la giustizia. Questo l’ho appreso dalle stesse Guardiane”.
Un altro consigliere, facendosi coraggio, chiede: “Ma… il loro ruolo nella liberazione da Phobos non farebbe pensare tutt’altro?”.
“Verissimo. Però è interessante sapere che le cinque guardiane erano a scuola con Elyon, e ne erano diventate amiche, fin da molto tempo prima che lei sapesse chi era veramente. Può essere un caso?”.
Dopo una pausa a effetto, si risponde da sola: “Io dico di no. Per me, la cosa era accuratamente preparata da anni. E perché? Perché quello che loro chiamano Metamondo gioca un ruolo chiave per le loro finalità. Sia l’ultima discendente della dinastia Escanor, sia il nostro mondo nel suo insieme, sono depositari di poteri magici immensi. L’Oracolo temeva certamente che, senza il suo controllo, tutte queste forze avrebbero potuto creare un qualche squilibrio nell’universo”.  Vera tace di nuovo, scrutando i presenti. Fuori dalle finestre, le nuvole scure stanno nuovamente riprendendo il sopravvento, e la grande sala sta lentamente sprofondando nella penombra.
“Vi è chiaro, ora, perché l’Oracolo ha mandato le sue guardiane a combattere contro Phobos? Non per la libertà di Meridian, ma per mettere sul suo trono una sovrana che si fidasse ciecamente di lui”.
Qualche sommesso mormorio si alza dalle tribune del pubblico.
Vera riprende: “Dodici mesi fa, quando gli fu prospettata la possibilità che Elyon abdicasse, l’Oracolo vide nuovamente minacciati i suoi progetti. Da una parte non voleva perdere l’influenza su Meridian. Dall’altra non voleva che Elyon tornasse sulla Terra, con la possibilità che vi impiegasse la sua magia. Perciò fece trasferire qui le sue guardiane a tempo pieno, per convincerla a restare e, a loro dire, per proteggerla”.
Un altro consigliere obietta: “Ma risulta che davvero le Guardiane l’abbiano protetta da una rivolta”.
“Vero. Dopo la ribellione di un gruppo di guardie di palazzo vi fu un’epurazione. Molti furono incarcerati e poi esiliati. Poche settimane dopo, però, Elyon cominciò a sospettare che le guardiane avessero strumentalizzato, se non addirittura provocato, quell’episodio per aumentare la loro influenza. Forse cominciò perfino a temerle. Perciò decise di diventare più potente, in modo da riguadagnare la sua indipendenza”. Fa una pausa prima di scandire: “Io sono stata creata come una viceregina, con il suo stesso modello genetico, per sostituirla in tutte le sue mansioni pubbliche e lasciarla libera di approfondire i suoi studi di magia”. Mentre dice questo, per qualche secondo la luce dalle finestre torna a farsi più viva, poi a stanza torna a scurirsi.
“Ritirarsi così è stata una scelta sbagliata. Restando isolata, si è intristita sempre più”.
Vera è soddisfatta di sé: ha spiegato in modo plausibile la presenza delle Guardiane. Ora inizia la seconda parte.
Elyon fece una richiesta a Kandrakar: che le venissero restituiti i mormoranti creati da Phobos. Alcuni di questi giacevano ancora prigionieri della Torre delle Nebbie, la loro terribile prigione celeste. Dapprima l’Oracolo rifiutò sdegnosamente, poi dovette cedere quando Elyon minacciò di denunciare pubblicamente l’ingerenza delle Guardiane a tutta la città. Loro presero tempo, molto tempo. Forse cercarono di influenzare questi mormoranti, facendo credere loro che la condizione per essere liberati era che aiutassero le Guardiane a controllare i sempre più mutevoli umori di Elyon”.
Altra pausa. Un consigliere azzarda una domanda: “Ma tutto questo, Principessa, lo sapete per certo, o è …”.
“Una mia libera interpretazione, consigliere? Forse. Ma è comunque l’interpretazione di una che sa ben leggere i pensieri, e ha avuto undici mesi e cento occasioni per farlo”.
L’omino annuisce a disagio. Nessun dubbio sulla telepatia: la Principessa gli ha appena tolto le parole di bocca.
Vera riprende: “Invece, i Mormoranti hanno cominciato a influenzare mia sorella per delle finalità tutte loro. Probabilmente vorrebbero che si impieghi l’acqua magica per irrigare il giardino in cui vivono, e per creare altri come loro. E così, io credo che in più occasioni siano entrati in competizione con le Guardiane di Kandrakar per plagiare la mia povera sorella, sempre più debole e infelice. Lei, arenatasi nel suo proposito di approfondire lo studio della magia, ha preso ad annegare sempre più la sua infelicità nell’ozio e nel konnestras. Le guardiane, da parte loro, hanno cercato di riprendere la presa su di lei: le hanno prospettato scenari sempre più terribili di ribellioni e complotti dalle quali solo loro avrebbero potuto salvarla. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: il caos e la tirannia”. Breve pausa ad effetto. “Prima, nella mia attività di vice regina, mi scontravo spesso con gli ordini paranoici delle guardiane. Ma più di recente, anche i mormoranti hanno cominciato a imporsi per monopolizzare le risorse di energia magica della città, e impedirne…”.

D’improvviso, la doppia porta del salone si spalanca: al di là, un mormorante dalla pelle di foglia e lo sguardo di ghiaccio è alla testa di un drappello di spaventose sentinelle oscure. I loro piccoli occhi bianchi spiccano nella penombra del pianerottolo. Dal lucernario, il bagliore di un lampo disegna riflessi drammatici sulla scena.
Il tuono copre le esclamazioni di sorpresa che accompagnano l’ingresso di quegli esseri spaventosi.
Il mormorante calpesta il tappeto rosso fino ad arrivare fronte a fronte con Vera, separato solo dal tavolone. Non mormora, sibila: “Principessa Vera, la pazienza della Luce di Meridian si è esaurita. Siete in arresto!”. Poi, rivolto ai consiglieri: “E voialtri non provate neppure a mettervi in mezzo, viscidi vigliacchi!”.
Passa qualche secondo. Le parole del mormorante hanno cessato di rimbombare nella sala, ma non nelle menti dei consiglieri.
La principessa Vera lo ricambia con sdegno. “Come osi, ravanello ambulante? Non lo sai a chi stai parlando? Io sono la sorella della Luce di Meridian!”.
Il mormorante la squadra con disprezzo. “Una sorella? No, tu sei solo una sua creatura. Tu dovevi solo togliere a Sua Altezza il fastidio di stare dietro agli esseri disgustosi che abitano questa città, ma poi ti sei persa dietro ai tuoi progetti per loro. Noi invece sappiamo da che parte stare: dalla parte del vero potere”. Un lampo e un tuono sottolineano drammaticamente le sue parole.
“Quale vero potere?”, ribatte Vera, “Io ho gli stessi poteri innati di Elyon, niente di meno! Sei proprio sicuro di volermi affrontare?”.
“Quei mormoranti non hanno niente di umano!”, sbotta una voce defilata tra il pubblico.
In tutta risposta, il mormorante ghigna con disprezzo, poi si volta verso il drappello di sentinelle oscure, che sono rimaste immobili e impassibili alle sue spalle. “Arrestate lei, per l’intanto. Poi torneremo per questi altri vermi!”.
Mentre gli esseri massicci iniziano a farsi avanti minacciosi, un’ondata di paura e sgomento percorre la sala; qualcuno dei consiglieri, terrorizzato, è sul punto di buttarsi in ginocchio e implorare pietà.
Ma la principessa Vera non ha perso l’espressione risoluta. “Lo avete voluto voi!”, grida mentre protende le mani verso i suoi avversari. Da queste nasce una luminosità azzurrina che, in pochi istanti, si estende a tutto il suo corpo. Poi dai palmi si sprigionano una rapida serie di vampate, che avvolgono in rapida successione tutte le sentinelle oscure. Gli odiati esseri svaniscono tra grida raggelanti, lasciando sul pavimento solo qualcosa di simile ai resti inceneriti di grossi germogli.
Il mormorante, l’ultimo rimasto, grida: “Maledetta! Le guardiane ti faranno pagare…”.
Vera, sempre più decisa, protende le braccia verso di lui. “Le guardiane non mi fanno paura! E ora tocca a te!”. Un ultimo lampo dai palmi lo avvolge, facendolo ardere in un alone di fiamme e sgretolare.

Dopo di questo, la sala resta immersa in un silenzio surreale. Tutti i presenti guardano sgomenti le tracce di cenere e carbone sul pavimento, ultimi resti di quegli esseri che sembravano così potenti.
La principessa abbassa lentamente le braccia, e la luminosità azzurrina si ritrae lentamente dal suo corpo, verso le mani.
Appena l’ultimo lucore si è estinto, tutti i presenti cominciano a parlare assieme. “Avete visto?”. “E ora?”. “Ce la faranno pagare a tutti!”. “Lei potrà difenderci!”. “E’ potentissima!”. “E le guardiane?”. “E Elyon?”. “E’ diventata come Phobos”. “Ma forse…”.
Il capo consigliere si erge in tutta la sua altezza: “Silenzio! Silenzio! Per piacere, parliamo uno per volta!”. Deve constatare, però , che nessuno lo bada minimamente.
Ma quando la principessa Vera alza le braccia, ogni vocio si dissolve in un attimo.
“Cittadini di Meridian. Stimati consiglieri. Ciò che è appena successo non ha precedenti nella storia di questa città. Temo che siamo arrivati a un punto di non ritorno. Tra poco andrò a tentare un ultimo chiarimento con mia sorella Elyon. Cercherò di sottrarla all’influenza dei mormoranti e delle Guardiane per liberare la nostra città. Non so come andrà a finire, sono preparata al peggio. Però sappiate che, finché ci sarò io, nessuno di loro vi potrà più nuocere”.
Korgondor raddrizza la schiena: sente che non è più il momento di defilarsi. “Principessa Vera, siamo tutti con voi!”.
Tutt’attorno, i presenti cominciano a vociare tutti assieme. “Con voi!”. “Viva Vera”. “La nostra Principessa!”.
Il coro di voci continua a lungo a inneggiare a Vera,  fin anche dopo che lei è svanita dalla sala nell’ormai consueto baluginio.
Korgondor resta a guardare gli ultimi luccichii, combattuto tra il rimpianto per com’era una volta la Luce di Meridian e l’ammirazione per la nuova Principessa; tra la paura di un grande salto nel buio e la speranza di un cambiamento.
 

Meridian, sala del trono

Quando riappare dentro la sala del trono, Vera si guarda attorno. Bene: porta chiusa, nessuno sguardo indiscreto… Si porta lontano dalle grandi finestrature, dalle quali i lampi continuano a proiettare i loro bagliori sul Trono di Luce. “Ragazze, fatevi vedere!”.
Subito, tutt’attorno a sé si rivelano quindici Nemesis in divisa, tutte con gli sguardi soddisfatti. “Allora, siamo state brave?”.
“Bravissime!”, le complimenta con grandi pacche sulle spalle, “E io?”.
“Stupenda!”. “Un’eroina!”. “Se facessimo ora le elezioni, ci sarebbe solo Elyon a votare per sé”.
“E’ stato spaziale!”, esclama Paochaion, appena apparsa in un baluginio, “Avete recitato come attrici di professione!”
“E quegli effetti speciali, poi… E’ sembrato veramente che li avessi ridotti in cenere!”,  aggiunge Theresion, appena emersa dallo stesso alone della sua amica.
“Ah, Pao…”, fa una delle Nemesis con un tono di rimprovero, “Invece, tu sembravi proprio a teatro!”.
“Cosa?”, fa lei, presa in contropiede.
“Non hai mostrato paura o sorpresa neanche per un istante”, rincalza un’altra, “Sembravi quasi sul punto di applaudire a ogni battuta”.
“Stacci attenta, la prossima volta!”, ribadisce una terza. “Per fortuna i meridiani erano presi dalla scena, in quei momenti, se no…”.
Paochaion ci rimane male, richiudendosi in un silenzio imbronciato.

Bene”, riprende Vera, “Irene è pronta per il gran finale?”.
“Non si è mossa dal giardino”, risponde una delle Nemesis, “Andiamo in scena subito?”.
“Tra un paio d'ore”, risponde Vera, “Aspettiamo che la gente sappia cos’è successo al Palazzo dei Veglianti, e raccogliamo un po’ di spettatori”. Si volta verso la cinesina, ancora imbronciata. “Pao,  Terry, pensateci voi!”.
“Va bene”, acconsente Paochaion, ben decisa a riscattarsi. “Andiamo!”.
 

Meridian, ingresso del palazzo reale, due ore dopo

Dallo scalone esterno del palazzo, il cielo di Meridian si può osservare in tutta la sua drammaticità. Nubi grigio scuro sembrano lottare con altre nubi di un colore bianco iridescente, turbinando tra i lampi. Non piove, ma l’aria è elettrica, pervasa da un odore di ozono.
L’ufficiale tarchiato dalla pelle marrone arriva trafelato dalla città sottostante, salendo la grande rampa all’ingresso. Ha il fiato grosso: alla sua età, una corsa in salita è ai limiti delle sue possibilità fisiche.
Il portone è aperto, ma non c’è nessun soldato di piantone accanto ai battenti. Dall’interno, negli intervalli tra i tuoni, il cicaleccio arriva fin sullo scalone esterno. Ma cosa sta succedendo?

Appena entrato, vede una piccola folla raccolta attorno a due giovani donne variopinte.
Grida, con il poco fiato che gli resta: “Ma perché qui a palazzo… nessuno risponde ai miei tentativi… di contatto mentale?”.
I cinque soldati nell’atrio, con aria colpevole, lasciano il capannello e gli vengono di fronte scattando sull’attenti.
Lui li riconosce: tra tutti loro assieme, non fanno la capacità telepatica di un’anguria. Ma chi è l’incapace che ha stabilito i turni all’ingresso?
“Scusate, colonnello Tarkur”, dice il caporale, “Stavamo per venirvi a cercare: qui sta succedendo qualcosa”.
“Anche in città”, grugnisce, “Preannunciatemi alla Regina!”,
“Signore, non abbiamo il permesso di entrare nel giardino. Se invece volete essere ricevuto dalla principessa Vera, è nella sala del trono. Dobbiamo annunciarvi?”.
Il colonnello resta combattuto. Sono molti mesi che prende ordini da Vera, e si è sempre supposto che lei parlasse per la Regina, ma ora…

“Colonnello!”, lo chiama Lady Paochaion venendo verso di lui. “Lo sapete cos’è successo stamattina?”.
“Solo per sentito dire, signorina”, risponde questo. “Mi preoccupa soprattutto ciò che potrebbe accadere nelle prossime ore in città. C’è molta agitazione: centinaia di persone stanno scendendo nelle vie. Altri si sono serrati in casa. Tutti i negozi e le bancarelle stanno chiudendo in fretta. I miei uomini sono molto nervosi, e attendono ordini. E anch’io! Fatemi parlare con la Regina, quindi!”.
Si fa avanti Lady Theresion. “Colonnello, vi prego, usate il buon senso. La principessa Vera sta per tentare un chiarimento con lei. Lasciate che se la vedano tra loro, e pensate solo a impedire che venga sparso del sangue in città”.
Il colonnello aggrotta ancora di più le sue prominenti sopracciglia: nella sua educazione militare, il buon senso viene molto, molto dopo la linea gerarchica. “Io vado a parlare con la Regina, che lo vogliate o no!”.

Theresion lo guarda mentre scende lo scalone fino al piano inferiore, dove c’è l’uscita per il giardino. Lei sa già come finirà: il poveraccio sta andando a farsi prendere a calci nel didietro.
Mentre Pao continua a tenere banco raccontando gli avvenimenti recenti a sempre nuova gente che si raccoglie nell’atrio, lei osserva la scena dalla finestra.
Vede l’ufficiale uscire esitante, guardandosi intorno nel giardino che sembra deserto, finché due mormoranti emergono dalla corteccia degli alberi e gli si fanno incontro. Scintille minacciose sgorgano dai puntali dei loro bastoni elettrici. Dopo un breve scambio di battute ben facile da immaginare, il malcapitato torna indietro serrando i pugni per la rabbia.

Quando l’ufficiale risale le scale, lei gli chiede: “Convinto, colonnello?”.
Lui, in collera, non la degna di una risposta.
Terry insiste: “Se fossi in voi, raggiungerei i vostri soldati in città. Se dovessero scoppiare degli scontri e voi non foste lì a trattenerli, qualcuno potrebbe farsi male. Molto, molto male”.
Lui si morde il labbro, trattenendo una risposta lapidaria alla saccenteria di questa ragazzina. Però ricorda un lontano giorno di quattordici anni prima, in cui i selciati della città furono macchiati di sangue in circostanze molto simili a queste.

Nell’atrio sempre più pieno di gente, una nuova voce passa di bocca in bocca:  “La principessa!”.
Tutti gli sguardi si volgono verso lo scalone, dal quale Vera sta finalmente scendendo risoluta.
L’ufficiale si fa avanti.  “Altezza… Ho tentato di parlare con la Regina, ma è come se i mormoranti la tenessero prigioniera! Devo far venire qui delle truppe per…”.
“Aspetti, Colonnello”, gli risponde lei ad alta voce, in modo che tutti i presenti possano sentirla, “Vado a fare un ultimo tentativo di chiarire le cose con lei. Se qualche mormorante tenterà di impedirmelo, finirà presto di mormorare!”. Poi, dopo aver salutato con un cenno i presenti, continua a scendere lo scalone diretta verso il giardino.

Tutti i presenti osservano, attraverso le finestre, la Principessa camminare decisa verso il folto del giardino e gridare: “Elyon, sono Vera! Vieni fuori, e parliamo viso a viso!”.
Come prima, due mormoranti si distaccano dalla corteccia di alberi maestosi e le vengono incontro minacciosi, mentre scintillii accompagnati da un sommesso scoppiettio si producono dalle punte delle loro armi.
D’improvviso, altri due mormoranti sorgono da piante alle spalle della Principessa, e le si avvicinano furtivi da dietro.
“Attenta alle spalle”, risuona a più voci nelle sale, ma è tardi: i due esseri odiati le sono già addosso, afferrandola a sorpresa per le braccia e avvinghiandosi a lei.
Nessuno la vede fare alcun gesto, ma d’improvviso i due mormoranti vengono avvolti da vampate bianche; emettendo urla orrende, si consumano in un istante riducendosi a niente. Subito dopo lei protende le mani in avanti: un altro lampo, e i due armati vengono ridotti in cenere e fumo.
“Brava!”, grida con entusiasmo Theresion, sporgendosi coraggiosamente nel giardino. Qualche timoroso mormorio di approvazione si sente lungo il corridoio inferiore, mentre dai piani superiori, meno esposti, arrivano esclamazioni di entusiasmo più decise.

Tutte le voci si zittiscono di colpo, quando la Regina Elyon esce dal cuore del suo giardino.
Il suo vestito violetto, un po’ spiegazzato, è sporcato da degli aloni gialli e verdi, come se si fosse rotolata sui fiorellini di konnestras. Chi ha buona vista può notare vistose tracce gialle anche sui lobi del suo naso e sopra la bocca. Gli occhi lampeggiano follemente d’ira.
“Vera, traditrice! E’ così che vieni al mio cospetto?”, sbraita, evidentemente alterata, “Sei qui a sfidarmi, fiancheggiata dalla plebe? Hai incenerito i miei esseri eletti! Non sai quanta acqua magica mi costerà ricrearli?” .
L’altra cerca di assumere un atteggiamento conciliante, e scandisce con calma: “Elyon, parliamo. Ti sei resa conto di come sta degenerando la situazione in questi mesi?”.
“Degenerare? Sei tu che sei degenerata, Vera! Ti ho creata per togliermi un po’ di scocciature, e tu ti sei allargata sempre di più. Ti sei fatto amico tutto il popolino, i Veglianti, perfino i militari. Sei riuscita a farti amare da tutti loro. Contenta? Ma hai dimenticato il tuo vero scopo: servire me, non loro! La vera Meridian è la Luce, non è chi abita le quattro mura cadenti di questa città!”.
“Stai dicendo cose senza senso”, risponde Vera. “Sono stati i mormoranti a mettertele in testa, o le guardiane?”.
Elyon fa un ghigno cattivo. “Perché non glielo chiedi tu stessa?”.

Con un lampo accecante, le Guardiane di Kandrakar compaiono nel giardino alle spalle di Vera, che si volta a fronteggiarle.
La prima a colpire è quella dai capelli rossi. Traguarda la principessa col suo aggeggio fluttuante dai bagliori rosati, dal quale parte un lampo che la investe spingendola fin ai margini del bosco.
Mentre decine di spettatori trasalgono e gemono, le cinque aliene ridono sguaiatamente.

‘Lune sincrone, ma Wanda deve proprio colpire così forte?’, si chiede Vera districandosi dalle splendide foglie verde smeraldo di un cespuglio che, per l’occasione, ha scoperto essere assai spinoso. E pensare che è stata lei a darle il potere per farlo… Adesso dovrà ricambiare con gli interessi, decide guardando una manica lacerata del suo sontuoso vestito blu.
Ma prima che possa attuare qualcosa, è il turno di Cornelia, o Megan che dir si voglia, di colpire.
La guardiana è già chinata a toccare il terreno con le mani. Subito dopo,  i rami del cespuglietto si protendono verso Vera, spinosi come non mai, e la afferrano per un braccio, cercando di trarla a sé. Lei resiste, finché un rumore di strappo non rimarca che anche l’altra manica è completamente sbrindellata. Con un brivido, vede il suo avambraccio striato da graffi rosso vivo.
“Questa ve la metto in conto!”.
A questa battuta, le sue avversarie rinnovano le loro risate odiose.
Ora è Taranee a colpire con un ghigno soddisfatto, cominciando a scagliare sfere fiammeggianti.
‘Eh, no, non mi faccio arrostire!’, pensa Vera; a un suo gesto, tutte le sfere esplodono in aria molto prima di raggiungerla, spargendo fiammelle che si spengono rapidamente a contatto con l’erba umida.
A questo punto, messo in disparte il ghigno, le mani della guardiana sembrano avvolgersi di vampate di fiamme arancioni, mentre si prepara per colpire più forte.
Vera la previene: dalle sue mani sgorga un getto di finissima polvere da estintore biancazzurra che investe in pieno la sua avversaria, soffocando le fiamme e, per poco, anche la malcapitata.
Ora è Hay Lin a scendere in campo: a un suo gesto, si leva un vento fortissimo che ributta verso Vera il suo getto di polvere.
L’effetto non è proprio quello voluto: la nube biancazzurra turbina e si estende su tutto il campo di battaglia, dal quale si sentono provenire strilli e colpi di tosse strozzati.
Quando la povere si dirada, tutte e sei le protagoniste del duello sono bianche come statue, tossiscono e sputano poltiglia azzurra.
Poco distante Elyon, solo marginalmente sfiorata da quella buriana polverosa, si esibisce in un folle ghigno di sadico divertimento. “Ebbene, datele il colpo di grazia!”.
Le cinque, però, non sono nelle condizioni migliori. Cornelia, in particolare, non riesce a liberare le sue lunghe chiome impigliate in un cespuglio. “Uffa, ma perché queste cose nei fumetti non succedono mai?”, si lamenta la poverina soffiando polvere dal naso.
Vera è la prima a riprendersi: il suo corpo viene rapidamente percorso da aloni luminosi, che la rendono di nuovo pulita e in ordine.
Ma prima che possa colpire di nuovo, la guardiana dell’acqua riesce ad aprire gli occhi e fare un gesto come di richiamo verso il centro del giardino dove si trova il laghetto. Un attimo dopo, schizzando come uno tsunami, una massa d’acqua investe Vera da dietro, mandandola dritta distesa.
La Grande Sorella si alza in ginocchio dal suo letto di fango e poltiglia  azzurrina, masticando vendetta. Meglio lasciar perdere la polvere ABC, toglie troppa visibilità alla scena. Le cinque avversarie, ormai così impolverate da distinguersi a fatica tra loro, non stanno seguendo più il copione, e ormai neanche lei lo ricorda bene. Cosa veniva adesso… Non importa, tutto andrà bene. Le sue mani si fanno luminose mentre si prepara a colpire.
Ma Will la previene; con il Cuore di Kandrakar nuovamente luccicante in mano, la guardiana la investe con il suo lampo rosato, che la scaglia indietro di diversi metri.
La folle risata di Elyon accompagna il sempre più faticoso tentativo di Vera di rialzarsi.
Cornelia, nonostante i capelli ancora impigliati, è riuscita nuovamente a porre le sue mani a terra.
Subito dopo, l’erba cresce avvinghiandosi attorno alle braccia di Vera, che non riesce più a rimettersi in piedi.

‘Maledizione, queste si sono fatte prendere la mano! Se continuano così, mi ridicolizzeranno davanti a tutti!’. Una fiamma fredda le avvolge i polsi, incenerendo i viticci che la bloccavano.
Tende nuovamente le mani, che hanno ripreso la loro luminosità azzurrina, e colpisce le guardiane in successione, come birilli, sbattendole a terra. Qualche ciocca di capelli di Cornelia resta a sventolare tristemente sui rami spinosi del cespuglio, mentre la poverina si lamenta tentando di tirarsi su.
Solo Will fa in tempo a parare il colpo, facendosi scudo di una luce rosata, e tenta di contrattaccare... ma ad un tratto non vede più la sua avversaria. Dopo un attimo di esitazione, la guardiana decide di colpire esattamente dove ha visto Vera l’ultima volta; e infatti, un attimo dopo, ecco lì la principessa a gambe all’aria un’altra volta.
‘Così non va’, pensa Vera, svanendo in un alone. Chiaramente, il teletrasporto, l’invisibilità e l’influenza mentale sarebbero mosse chiave per vincere un duello del genere, ma questa volta loro devono fare una cosa coreografica a beneficio degli spettatori, non le solite operazioni occulte.
Un attimo dopo riappare, nuovamente pulita e ordinata, alle spalle della disorientata Will, e la colpisce da dietro, stendendola. Notando che il Cuore di Kandrakar le è sfuggito di mano,  usa la telecinesi per allontanarlo dall’avversaria.
Le altre guardiane, però, sono ad un passo da lei: Cornelia e Irma le saltano addosso, sbattendola a terra con grida selvagge.
‘Ma queste sono sceme! Stanno improvvisando, ormai!’, pensa lei mentre svanisce da sotto di loro per riapparire a qualche metro di distanza. Riflette rapidamente: inviare loro un messaggio telepatico significa rischiare che qualcuno dei presenti lo percepisca. Se toglie loro i poteri, rischia che si capisca in qualche modo, e impedirebbe di fare la loro sparizione finale. Resta solo da combattere, e combattere meglio di loro, sperando che una qualche lampadina si accenda nella loro testa dura.
A quel punto si accorge con disappunto che ha una parte del vestito a penzoloni, con uno strappo che le lascia vedere fin quasi al seno.  ‘Cavolo, che figura… davanti ai meridiani, poi!’.  Con un altro alone luminoso, il suo aspetto torna nuovamente ineccepibile.
Le Guardiane la studiano, minacciose, senza colpirla. Forse si sono rese conto che bisogna uscire da questo stallo.
O forse no. Taranee, d’improvviso, infiamma le mani, e due lingue di fuoco mancano per poco la testa di Vera, andando a infrangersi su un albero che inizia a bruciare.
“Il mio giardino!”, strilla istericamente Elyon, finora rimasta zitta in disparte ad assistere alla battaglia.
Una volta in più, Vera getta una sbuffata di polvere ABC verso le fronde in fiamme, spegnendole all’istante. Poi, approfittando di un attimo di confusione di Taranee, la punta con le mani. La guardiana inizia a vorticare finché non cade a terra stordita. Dopo di lei è il turno di Cornelia, quindi Will, Irma e… ma dov’è andata la Guardiana dell’Aria?
Quando la vede, è troppo tardi: Hay Lin sta svolazzando alle sue spalle e, a un suo gesto, è il turno di Vera di vorticare nell’aria. Dopo qualche secondo, il suo volo termina con una caduta sull’erba coperta di fanghiglia azzurra.
Mentre il mondo continua a girarle attorno, Vera è quasi presa dal panico: se restasse stordita non riuscirebbe più a usare i suoi poteri. La piega che la battaglia sta prendendo è sbagliata.
Dà un’occhiata storta alla Hay Lin ancora fluttuante, e la guardiana cade a terra come in un vuoto d’aria.
Prima che riesca a rialzarsi, Vera le punta contro le braccia e lascia partire l’incantesimo per teletrasportarla via. Ma sbaglia clamorosamente il colpo, facendo sparire un metro cubo di zolle accanto al suo bersaglio. Maledetto capogiro…
Mentre l’altra esita spaventata lei corregge il tiro, e questa volta è la Guardiana dell’Aria a svanire.
Si volta verso le altre, che si stanno faticosamente rialzando, alette e costumi stropicciati e scomposti.  Anche lei si tira in ginocchio sorreggendosi a una pianta, e punta le braccia contro la guardiana del Cuore. Dai suoi palmi sgorga un fascio di luce, ma anziché su Will si abbatte su Irma, che svanisce in un lampo.
‘Maledetto capogiro! Comunque fa lo stesso’, si dice Vera, sempre inginocchiata a terra. In rapida successione, il suo raggio colpisce dapprima uno sfortunato cespuglio che passava di là per caso, e finalmente le altre guardiane, che svaniscono con imprecazioni orribili in lingua terrestre.

'Non era esattamente così che doveva finire', sospira Vera boccheggiando per la nausea.
Volta lo sguardo verso Elyon, che ha assistito muta alla battaglia. La Reginetta sembra esterrefatta; si è resa conto che qualcosa non è andato com’era previsto.
A Vera viene male: e ora dovrebbe affrontare e sconfiggere anche lei? Eppure, se la Luce di Meridian non darà dimostrazione di qualche potere, la gente potrebbe davvero pensare che sia solo una qualche controfigura.
Vera si mette in piedi a fatica, barcollando come un’ubriaca. Recita qualche operazione mentale in modo fiacco e prende fiato, riuscendo solo a limitare un po’ il fastidiosissimo capogiro.

Dopo un lunghissimo silenzio Elyon, di nuovo fuori di sé, inizia a sbraitare: “Maledetta Vera! Hai sconfitto le Guardiane, ma non potrai farlo con la Luce di Meridian. Preparati a morire!”. Detto questo, il suo corpo viene percorso da aloni rossastri luminescenti, e lentamente si trasforma in una grande, orribile donna-serpente dalle braccia lunghe e adunche che sporgono per metà dalle maniche ormai lacerate.
Quando la trasformazione è completa, l’essere torreggia su Vera, che lo guarda boccheggiante e annichilita dal capogiro. Sibila forte: “Principesssa, presssto sssarai sssolo un ricordo molesssto!”.
L’essere mima il gesto di prepararsi a colpire, ma all’improvviso uno scintillio azzurrino avvolge il suo capo. Inizia a contorcersi, come preda di atroci spasmi, tenendosi la testa tra le enormi mani artigliate. “Nooo! Basssta! Cosssa mi ssstai facendo? Basssta!”.
Vera resta incredula davanti alla scena: lei non sta facendo proprio niente. Poi capisce: Irene le sta reggendo il gioco, come se fosse lei a colpire. Cerca di raddrizzarsi e assumere un aspetto sicuro. “Allora, Elyon, ne hai abbastanza?”.
“Sssì. Sssì. Sssmetti. Sssmetti, ti prego! Ti sssupplico, sssmetti!”.
“E sia!”, concede con tono magnanimo.
Dopo un istante, il serpentone smette di contorcersi, e giace ansante a terra per un po’. Un nuovo alone rimarca la sua lenta trasformazione nel corpo minuto della regina Elyon.

Ripreso l’aspetto umano, questa si alza in piedi, guardando truce a testa bassa la sua rivale.
“Hai vinto, Vera. Ma solo per adesso. Ora mi ritiro, il campo è tuo. Contenta? Non esserlo troppo. Tornerò, ci puoi giurare. Tornerò più potente che mai, per far pagare questo affronto a te e a tutte le lucertole che ti hanno sostenuta, e che ora mi credono sconfitta!”. Nota la Corona di Luce a terra, accanto ai suoi piedi, e la raccoglie. “Tieni anche questa. Ti servirà, quando sarai lassù a scaldare il trono col suo sedere”. La scaglia, facendola ruotare come un frisbee, contro la sua avversaria, che la riceve sul petto senza neppure tentare di afferrarla al volo.
“Goditi la tua vittoria, traditrice. Goditi il tuo trono, goditi il tuo regno. Ma sappi che non durerà!”. Detto questo, Elyon svanisce nel consueto baluginio del teletrasporto.

Per un attimo nel giardino regna il silenzio, incrinato solo da un leggero stormire di fronde.
Vera è incredula: è finito tutto nel miglior modo possibile.
“Vera!”, chiama Theresion dalla porta, “Hai vinto! Bravissima!”.
Alle sue spalle, si sente un coro di voci. “Brava!”. “Viva la Principessa Vera!”.
“Viva la Regina Vera”, aggiunge una voce da una finestra aperta, più in alto.
“Viva la nuova Luce di Meridian”, ripetono decine di persone, entrando festanti nel giardino non più proibito.
Quando Vera alza gli occhi, tutto riprende a girarle attorno più forte che mai.
Arrivatale vicino, Theresion raccoglie la corona ai suoi piedi e gliela porge. “Questa è tua, indossala!”.
“Grazie Terry”, boccheggia appoggiandosi alla sua spalla. “Ma non adesso. L’incoronazione è un atto ufficiale”.
Arriva anche Pao. “Bravissima, Vera”, le cinguetta abbracciandola.
Dietro di lei c’è anche Irenior. “Principessa, cosa mi dici?”.
Lei la stringe, e le sussurra piano a un orecchio: “Sei stata fantastica!”.
“Lo so bene”, annuisce l’altra orgogliosamente. Poi le prende il braccio, lo solleva in segno di trionfo e grida a squarciagola: “Viva la nuova Luce di Meridian!”.
“VIVA”, rispondono tutti a una voce, mentre lei barcolla e si affloscia a terra.
 

  
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