22/05/2011
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Cercavano di evitarsi il più possibile, quando House aveva bisogno di una firma per iniziare una cura, cercava di mandare un componente del suo team, Cuddy, si limitava a chiedere maggiori informazioni, e poi firmava. Lei preferiva ritrovarsi dei semplici occhi a fissarla, piuttosto che quelli di House...
Cuddy cercava di passare il meno possibile per l'ufficio di House, e quando doveva varcare quel corridoio per fare qualcosa di importante, sceglieva gli orari giusti.
Non incrociava il suo sguardo da quella maledetta sera.. E forse era meglio così, Wilson continuava a tartassarla, ma lei aveva preso una decisione, lei era sicura della scelta che aveva fatto, lei amava House, lo amava troppo, ma era troppo sbagliato amarlo!
Lui era ritornato al vicodin, logorava dentro, non voleva, si sentiva distrutto, impotente, fallito, ma l'unica certezza ormai era il Vicondin..
Quella sera pioveva a dirotto, erano mesi che i due non si parlavano, incrociavano, scherzavano, e ad entrambi mancava l'altro, ma entrambi stavano provando ad andare avanti.
Quella sera fu una strana sera.
Cuddy accettò l'appuntamente di un avvenente imprenditore alternativo, conosciuto al supermarket.
Quella sera Cuddy era agitata, stava per uscire con un altro uomo, che le piaceva, eppure sentiva qualcosa dentro di strano, era tardi, e l'uomo perfetto l'attendeva fuori alla porta da ormai una ventina di minuti, non trovava i suoi orecchini, quelli appariscenti, che amava tanto, quelli che indossava nelle migliori occasioni..
Rovistò in qualsiasi cassetto della sua camera, poi si spostò in bagno, e fu lì che aprendo un mobile, ritrovò il dopobarba di House, quel dopobarba che lei adorava tanto, che la inebriava nelle notti di passione, che la coccolava nelle serate tranquille. Si guardò allo specchio ripetendosi "Lisa, ti sta aspettando l'uomo dei tuoi sogni, muoviti raggiungilo!", si lasciò tutto alle spalle, lasciò stare gli orecchini e corse dall'imprenditore.
House si era tuffato nella musica, il Vicodin e le prostitute avevano iniziato a stancarlo, doveva trovare un'alternativa, doveva trovarla da solo. Suonava il pianoforte in un night, suonava dal jazz al blues, e ammaliava con la sua bravura anche i clienti più rozzi..
La sua serata era terminata, aveva tra le labbra una Marlboro Light, stava uscendo con degli amici dal locare, per lasciarsi alle spalle il ruolo di romantico musicista, e riprendere le vesti da cinisco dottore.
Fu un attimo, un 'istante, i suoi occhi incrociarono quelli di quella donna troppo perfetta per un locale del genere..
"Non ci credo il mitico pianista proprio davanti a me", esclamò l'uomo che affiancava Cuddy
House era evidentemente imbarazzato e Lisa lo era molto di più.Lei lo aveva notato dietro al pianoforte, suonare con estrema eleganza, con accurata precisione un inno alla gioia, era stato un tuffo al cuore rivederlo, era incantata da quell'uomo che sembrava del tutto diverso da ciò che aveva conosciuto lei. Da quell'uomo che le mancava terribilmente.
House sorrise delicatamente, lo ringraziò, non degnò neanche di uno sguardo quella donna, li superò con destrezza e si allontanò dai due..
Ci era riuscito, si era allontanato senza rovinare tutto ciò che aveva creato, era riuscito a resistere da quella sua irrefrenabile voglia di mettere sempre al primo posto se stesso. Si era fatto da parte.
Erano ore che camminava senza una meta, ripensando a quegli occhi, a quel volto, a quelle labbra.. Erano lacrime che volevano uscire, erano lacrime che però venivano fermate da quella barriera di orgoglio che ancora resisteva.
Il suo telefono squillò, era un messaggio.
Non aveva il numero registrato tra la rubrica, ma gli era familiare.
La mia anima non si rassegna di averti perso.
Tua Lisa.