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Autore: Elysion    22/05/2011    4 recensioni
Spoiler 3x23-24!!!
Finalmente il team del CBI ha una serata libera e, piuttosto della solita pizza, sceglie una nottata alcolica. Ma cosa succede se il locale scelto ha il karaoke?
Misto fritto di song-fic, Jisbon e Rigpelt con la pala!
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Grace Van Pelt, Kimball Cho, Patrick Jane, Teresa Lisbon, Wayne Rigsby
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Jane si vestì con calma, allacciò la camicia e la sistemò nei pantaloni grigi che gli erano stati restituiti, indossò il gilet e lentamente chiuse i bottoncini, sollevò il colletto della camicia e lo stropicciò con le dita, odiava che lo avessero inamidato. Arrotolò le maniche della camicia fin sotto il gomito e si sedette per allacciare le scarpe di cuoio, si guardò per qualche momento le punte dei piedi e si passò le mani sul volto.

Quegli ultimi mesi erano probabilmente stati i più faticosi della sua vita e allo stesso tempo i più rilassanti, a lui non interessava essere rinchiuso e avrebbe accettato qualsiasi condanna fintanto che aveva ottenuto la sua vendetta, ma non sopportava di vedere le persone che lo avevano aiutato ad raggiungerla soffrire così tanto.
Ogni volta che vedeva Lisbon per un'udienza la trovava sempre più stanca, quando i loro occhi si incontravano, un lampo di rabbia passava in quei pozzi verdi per poi essere sostituita da una profonda frustrazione.
Rigsby era quello che lo sosteneva di più in aula, rivolgendogli grossi sorrisi, ma quando l'accusa faceva suonare gli avvenimenti di quel pomeriggio come le azioni di uno psicopatico dal sangue gelido, a stento si tratteneva dal mollare un pugno al procuratore.
Cho lo passava a trovare spesso in carcere, ma non si faceva vedere in tribunale, dalla prima volta che si erano visti dopo la morte di Red John gli aveva reso chiaro che in alcun modo approvava le sue azioni e dunque aveva deciso di evitare l'argomento finchè il processo non si fosse concluso.
Infine, Van Pelt, la vera identità di O'Laughlin era stata un colpo duro per lei e così nei primi mesi solo una volta era venuta a trovarlo con il resto della squadra, per poi farsi rivedere solo all'udienza finale, la realtà era che non le interessavano più di tanto le azioni di Jane, ma il suo cuore puro non poteva non dispiacersi per un amico lontano.

Eppure c'era stata un cosa che l'aveva ferito di più in assoluto, che a tratti lo aveva fatto pentire del suo comportamento, l'assenza di Teresa.

Lisbon era passata a trovarlo una volta sola, con tutti gli altri, poi aveva accumulato scuse su scuse, arrivando a non farsi sentire per diverse settimane fino al giorno del verdetto.
Quella mattina in aula lui l'aveva cercata tra il pubblico speranzosa, i loro sguardi si erano incrociati e l'uomo si era aperto in un sorriso fiducioso sperando di mandar via la tensione che le affaticava i lineamenti, lei si era illuminata solo un istante prima di volgere gli occhi al giudice appena arrivato.
La giuria era stata clemente, assolvendolo dall'accusa di omicidio premeditato, il giudice lo era stato altrettanto, riducendo la pena a 3 anni di libertà vigilata, sfruttando ogni attenuante.
Jane era, infatti, al servizio del CBI al momento dell'omicidio, la vittima era armata e inoltre i servizi resi dall'uomo alla comunità tramite la collaborazione con le forze dell'ordine non potevano essere ignorati. Quando il verdetto fu dichiarato e l'udienza tolta tutta la squadra del CBI gli andò incontro festante, Rigbsy quasi lo mandò a terra con una pacca sulla schiena “Che ti dicevo? Non ti avrebbero mai tenuto dentro!”, Cho pur sorridendo felice della notizia gli fece segno che l'avrebbe tenuto d'occhio, Van Pelt lo abbracciò con slancio e gli sussurrò all'orecchio “Grazie di non avermi fatto sposare un folle!”. Jane sorrise e rispose a tutte le battute dei colleghi ma i suoi occhi rimasero fissi su Teresa che lo guardava a sua volta, tra il sollevato, il colpevole e l'arrabbiato.
Quando, infine, Grace si scansò lei si fece avanti, lo guardò un attimo ancora e gli tirò un pugno “Mi avevi promesso che non l'avresti fatto!” Patrick si portò le mani al volto e, nonostante gli occhi umidi per il dolore, le chiese scusa e sfoderò uno dei suoi sorrisi assassini, uno di quelli che la costringevano a perdonarlo ogni volta. Lisbon agitò la mano e scosse il capo, ormai rassegnata “Ti passiamo a prendere più tardi, abbiamo una “pizza da caso chiuso” in sospeso”.

Con delicatezza si toccò il naso, gli aveva fatto davvero un bel lavoro pur non rompendoglielo, immaginò che quello fosse il minimo per ciò che lui aveva fatto a lei.
Finalmente si decise ad alzarsi e a dare un'occhiata agli ultimi effetti personali rimasti nella pila: la giacca che indossava quel giorno, con la tasca bucata dai proiettili, non l'avrebbe messa neanche morto ormai.
Il vecchio e affidabile telefono nero, se lo fece scivolare in tasca senza pensarci.
A quel punto la vide scintillare sul tavolo. La sua fede. La fissò per qualche secondo, con la mente ripercorse il suo matrimonio, la nascita della sua bambina, tutti i loro momenti felici, fino alla fine.
Allungò la mano per prenderla, se la girò tra le dita, lesse piano l'iscrizione interna “Angela 20-4-1997...” la strinse per un istante nel proprio pugno e infine la fece scivolare nella tasca del gilet, ormai era tutto concluso, tutta quella solitudine lo aveva convinto che era il momento di darsi una nuova possibilità.


E Teresa gli era mancata così tanto.


Quando lo scortarono fuori i suoi amici erano tutti là, Lisbon nel suo SUV grande e grosso, Rigsby, Van Pelt e Cho nella berlina dell'asiatico.
“Avanti Jane!” lo incitò Wayne facendo segno verso l'auto del capo prima di continuare col suo vocione da gigante buono “Abbiamo deciso che per un caso del genere una pizza è troppo poco, ci vuole una signora sbronza! Forza sali in macchina!”.
Patrick, scuotendo il capo divertito, si arrampicò nel fuoristrada e sorrise alla piccola donna al suo fianco, lei rispose al sorriso poi lo guardò preoccupata “Scusa, ti ho colpito troppo forte!” lui, con un altro sorriso da seduttore le rispose “Tranquilla, hai colpito giusto” lei scosse la testa ridendo e seguì Cho mettendo in moto.

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Note dell'autrice:

Allora, è più di un anno che non pubblico ma l'incontro con questa stupenda serie TV mi ha ridato l'ispirazione :D recensite mi raccomando!!! Dal prossimo capitolo iniziano le song-fic! La prima sarà “Just the way you are” chi vi viene in mente dei nostri eroi :) ?


Un grazie speciale alla mia beta Faust_Lee_Gahan che si sorbisce tutte le mie fic da sempre XD

  
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