Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Astaroth Arslan    22/05/2011    4 recensioni
Che dire? Non c'è molto da aggiungere a questa storia. Non mi convince, ma è la prima cosa che scrivo dopo tanto tempo e son semplicemente stata contenta di aver avuto l'ispirazione anche se poi non ho saputo renderla come invece avrei voluto.
Genere: Erotico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Sanji/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aveva sempre pensato che la barba fosse tremendamente fastidiosa e irritante. Detestava quei sottili, ma pungenti aculei sul mento. La odiava a tal punto che considerava un sacrificio accettabile spendere quasi ogni giorno qualche minuto del suo tempo, altrimenti passato a dormire, ad eliminarne ogni traccia dalla propria cute. Era così forte il suo astio per lei che si stuiva di quanto invece gli piacesse sentirla strofinarsi contro la sua spalla. L’aveva sempre considerata inutile e priva di qualsiasi attrattiva, riteneva inoltre che fosse una scocciatura dover costantemente assicurarsi che non ricomparisse come i sintomi di una malattia appena sconfitta, ma addosso a lui la riscopriva invece piena di fascino. A Sanji donava. Era bello persino sentirla pungere mentre le loro bocche si scontravano o il cuoco strofinava la gota pungente sul suo collo o sul suo petto. Tutto era ammesso in quel disperato contatto di labbra ed epidermide, l’importante era imparare a conoscere i corpi dell’uno e dell’altro come fossero stati i propri. I respiri erano sempre più corti ed affannati man mano che l’amplesso si avvicinava, la barba di Sanji e il suo odore, altrettanto pungente, gli penetravano fin nelle ossa ottenebrandogli i sensi. Non si era accorto di desiderarlo così intensamente finchè non se l’era ritrovato addosso e ancora di più quando era entrato dentro di lui sentendo di aver finalmente trovato il proprio porto sicuro nella tempesta.


Si era svegliato di soprassalto, ancora ansante. Era stato un sogno, per quanto vivido. Fin troppo a giudicare dalla sensazione di bagnato in mezzo alle gambe. “Merda!” aveva bofonchiato a denti stretti mettendosi a sedere sulla brandina dondolante. Era inutile dare la colpa alla cena della sera prima, sapeva che non era il suo aver mangiato pesante la causa delle sue fantasie oniriche. Magari poteva esserlo all’inizio, ma non dopo tre volte di seguito! Si passò una mano sugli occhi e, dopo essersi cambiato, lasciò la cambusa per salire sul ponte. L’aria fresca del mattino lo colpì in pieno viso, scompigliandogli i capelli perennemente in disordine, ma non fu l’unica cosa che attirò la sua attenzione. La voce di Sanji non l’avrebbe confusa con quella di nessun altro. Non importava se stesse gemendo di piacere o di dolore o se si stesse prodigando in mille petulanti “Nami swan!”, l’avrebbe riconosciuta fra mille. Dannato cuoco da strapazzo! Non riusciva nè a togliergli gli occhi di dosso nè ad irritarsi per le continue avance di quest’ultimo alle ragazze della nave. Aveva passato la notte con i suoi ansimi nelle orecchie, per quanto fasulli, ed ora gli toccava pure ascoltarlo mentre ci provava con qualcun altro. Stava veramente iniziando a dargli sui nervi! Insomma, te ne vuoi stare un po’ zitto?” sbottò avvicinandoglisi e mollandogli un pugno sul capo. Sanji si girò verso di lui con sguardo omicida. “Vuoi ripetere, stupido marimo?” Zoro sorrise beffardo: si era immaginato una reazione del genere ed era proprio quello che cercava. “Certo! Ti ho detto di tacere!” ripetè. Il resto fu solo un susseguirsi di colpi. Lottare con lui lo eccitava quasi quanto sognare di farci l’amore e per il momento se lo sarebbe fatto bastare.
  
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