L' ultimo cappello a finire il suo volteggio nell'aria e a ricadere nella mani del suo proprietario fu quello di Finn, che se lo rimise in testa frettolosamente. Senza perdere un attimo, iniziò a cercare con lo sguardo l’unica persona che contava per lui: Rachel. E la vide, nella folla di adolescenti appena diplomati che scoppiavano in pianti nostalgici o risa e grida liberatori, che abbracciava Mercedes e Kurt, il quale stringeva forte la mano del suo ragazzo Blaine. Da sotto la toga di Rachel spuntavano le immancabili calze colorate lunghe fino al ginocchio, rigorosamente indossate con delle ballerine e una gonna a pieghe. In quel momento a Finn sembrò la creatura più bella e incredibile dell’universo: si rivolgeva ai suoi migliori amici con degli enormi sorrisi e il suono cristallino della sua voce arrivava fino a lui ( o forse l’amore gli causava questo tipo di allucinazione). Accortosi di avere un’aria sbadatamente trasognata, Finn tornò coi piedi sulla terra e si incamminò verso la sua ragazza, raggiungendola nel giro di pochi secondi.

" ... e quando Figgins ha letto l’ultimo nome della lista dei diplomandi? Aveva le lacrime agli occhi, gli dispiace cosìtanto vederci andare ... " diceva Kurt agli altri ragazzi. "
"Mi spiace l'intrusione nella vostra conversazione, ma potrei rubarvi un attimo Rachel? " esordì Finn.
" Tranquillo … in effetti anche io avevo intenzione di portarmi via Kurt.” disse Blaine, facendo arrossire il suo ragazzo, il quale però non esitò a lasciarsi guidare lontano dal gruppo. Anche Mercedes se ne andò, dicendo che andava ad informarsi sulla presenza o meno di un buffet.

A quel punto rimasta sola con Finn, Rachel fece per aprire bocca e iniziare uno dei suoi soliti discorsi, quelli che lasciavano agli altri poco spazio per le repliche. Ma Finn che ormai la conosceva molto bene, fu più veloce di lei: “Quando dopo le Nazionali di New York ti dissi che ti amavo e ti promisi che stavolta sarebbe davvero stato per sempre, non immaginavo che saremmo tornati in quella città per viverci insieme. E non pensavo che sarebbe stato così facile trovare dei college da frequentare che non fossero così distanti e che mio fratello e il suo ragazzo sarebbero venuti con noi, solo a qualche via di distanza. E soprattutto non pensavo di meritare tutto ciò … e di meritare te, ovviamente. Ma questo momento mi sembra semplicemente perfetto… e voglio che il tempo si fermi per un minuto. Ci siamo io e te e va tutto bene: niente delusione e problemi del passato, del liceo; niente incertezze e paure del futuro, del college, di New York. Ti amo, Rachel Berry.” Detto questo la baciò, stringendola in un abbraccio che gli permetteva di respirare il profumo dei suoi capelli. Era quella una delle rare volte in cui Rachel era rimasta senza niente da dire: perché Finn aveva già detto tutto. Soprattutto il loro amore.

Accanto alla porta della palestra anche Kurt e Blaine erano stretti in un abbraccio. Sarebbero andati a New York con Rachel e Finn, ognuno avrebbe seguito il proprio corso di studi, e si sarebbero finalmente lasciati alle spalle le ferite che il liceo aveva loro recato. Tutto l’odio che avevano coraggiosamente affrontato, Blaine addirittura lasciando la Dalton, suo rifugio dall’omofobia, e tornando in una scuola pubblica per seguire il proprio ragazzo, ormai apparteneva solo al passato. Il futuro era brillante ed entusiasmante. I due si guardarono negli occhi, sorrisero simultaneamente  e si baciarono dolcemente, ripensando al loro primo bacio, grati a quel qualcosa di magico e inspiegabile che aveva loro permesso di incontrarsi in quel corridoio.

Quello era ufficialmente l’ultimo giorno del liceo: durante quegli anni c’era chi aveva conosciuto se stesso meglio che in una vita intera ed aveva imparato ad amarsi e a rispettarsi, come Santana che aveva ufficialmente tagliato i suoi capelli e dichiarato che era lesbica; mentre altri come Dave non erano riusciti a trovare quel coraggio e avevano improvvisamente cambiato scuola, senza troppe spiegazioni. Ma ora che era finito, sarebbe davvero stato tutto più roseo?