Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: Phenex    23/05/2011    5 recensioni
Anya è una ragazza di diciotto anni con una madre ed una sorella estremamente religiose. Vive a Sea Paradise una città marittima invasa dai turisti e, negli ultimi periodi, anche da qualche male intenzionato.
La vita di Anya comincerà a trasformarsi in un incubo di stupri e violenze quando scoprirà che i demoni, al contrario del suo credo ateista, esistono e che sono il mezzo di alcune delle peggiori persone che vivono nella sua calma cittadina. La giovane adolescente dovrà presto armarsi di un credo religioso per proteggere chi ama, ma quale sarà il prezzo?
Genere: Azione, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando il bene ed il male si separarono, dando vita due luoghi opposti ed in eterna lotta tra di loro, gli umani cominciarono ad adorare con cerimonie, rituali e alle volte anche sacrifici, le entità che facevano da rappresentati delle due fazioni. Queste entità erano creature superiori ed incomprensibili, belle come angeli ma allo stesso tempo rivoltanti come i peggiori demoni.

Tuttavia, alcune delle entità decisero di non schierarsi ne con il bene ne con il male. Questa loro decisione spinse i maggiori esponenti delle due fazioni a condannarli ad una vita di reclusione nel mondo umano, dove non sarebbero stati in grado neanche di sopravvivere senza il potersi cibare delle emozioni mortali. Le creature non gradirono la punizione a loro inflitta e si scagliarono contro gli innocenti, prendendo possesso dei loro corpi e torturandoli con perfidia, sino ad ucciderli. Dopo innumerevoli e sanguinolente guerre contro le entità superiori del bene e del male, le creature furono sconfitte ed i loro leader, esseri estremamente più forti rispetto ai loro simili, furono imprigionati. Dopo essersi assicurati di aver disperso l'esercito nemico il bene ed il male crearono un clan di umani a cui sarebbe stato affidato il compito di esorcizzare futuri tentativi da parte dei mostri ancora in giro per il mondo di danneggiare la razza umana e di tramandare ciò di generazione in generazione.

 

SINNERS

 

Cap: 01

La domenica si va in chiesa!

 

14 settembre 2005

Ore 8:35

 

Il sole si fece largo nella stanza di Anya. Lei si raggomitolò tra le coperte, nel vano tentativo di far capire alla madre che la domenica è fatta per riposarsi e non per andare in chiesa, un vero peccato che questa non la pensasse allo stesso modo. Dopo qualche minuto Anya fu costretta a tirarsi su dal letto che, in quel momento, avrebbe tanto voluto prendere come marito per passarci l'intera esistenza.

< E' l'ultimo giorno di vacanze estive e non posso neanche rilassarmi? >

Sbottò, intenta a farsi la coda ai suoi lunghi capelli castani con un elastico in procinto di spezzarsi.

< Hai avuto tre mesi per rilassarti, adesso non fare storie e vestiti. Frozen è già pronta e sta aspettando te per fare colazione. >

Rispose la madre, gettando poi una pila di vestiti sul letto della pigra diciottenne. Lei sbuffò ancora, contemplò per qualche secondo il pavimento illuminato dalla luce solare ed infine si vestì con gli abiti che le aveva dato la madre. Qualche minuto dopo, ancora intenta ad abbottonarsi i jeans, entrò in cucina dove sua sorella sedicenne Frozen stava sorseggiando un tè caldo. I suoi corti capelli tinti di colore verde scuro quasi luccicavano sotto il bacio dei raggi del sole che filtravano dalla finestrella sopra di lei, mentre i suoi occhi azzurro chiaro la fissavano con la solita disapprovazione di ogni mattina.

< Ben alzata... >

Sussurrò la sorella minore, poggiando la tazza di tè sulla tovaglietta dove era stata ricamata dalla madre una rosa rossa.

< Vuoi farmi la predica? >

La aggredì Anya, già notevolmente innervosita dall'essersi dovuta alzare così presto.

< Scommetto che la signora perfettina si è alzata alle sette del mattino. >

Aggiunse poi, sedendosi a tavola e spalmando la sua marmellata preferita su una fetta di pane.

< Le sette e mezza... Io non mi alzo ne prima ne dopo... Sono semplicemente puntuale... >

Mugugnò Frozen ripiegando la tovaglietta con la stessa accuratezza che impiegherebbe una madre nel cambiare il pannolino al figlio.

< Ma sta zitta scheletro... >

La ammonì Anya, dando un morso alla sua colazione. Il suo non era un insulto sparato a caso, sua sorella minore era davvero uno scheletro! Infatti, nonostante l'estate fosse appena terminata, ella era pallida come un lenzuolo e se si aggiungeva il fatto che mangiava poco o niente allora si poteva ottenere un vero e proprio scheletro da laboratorio universitario.

Frozen non ribatté, si limitò a fissare la marmellata, giusto per far capire alla sorella che l'avrebbe fatta ingrassare a dismisura.

< .. E poi... Quando capirai che almeno in chiesa ci si deve andare vestiti decentemente?! >

Aggiunse Anya ridacchiando ed indicando con un dito i vestiti di Frozen. Lei era solita a vestirsi con abiti sgargianti e pittoreschi, questa volta si era messa un paio di lunghe calze a righe alternate rosa e rosse che coprivano tutte le gambe, una gonna corta e grigia alla marinaretta ed una t-shirt a maniche lunghe color rosso accesso.

< L'importante è andarci con lo spirito, ciò che tu non fai. >

Rispose quasi sussurrando per poi uscire dalla cucina.

Anya tirò un forte sospiro, prese il telecomando ed accese la televisione dove, come al solito, vi era il notiziario del mattino su tutti i maledetti canali.

 

< Una nuova sparizione si aggiunge alle altre quattro che durante questa estate sono diventate il vero e proprio mistero dell'anno qui a Sea Paradise!

Ancora una volta si tratta di una minorenne, Rebecca Anderson di dodici anni, sembrerebbe che la bambina sia scomparsa durante la notte di ieri mentre si trovava nel cortile di un amico a giocare a nascondino. La polizia già suppone che si tratti dello stesso autore e rassicura la famiglia dicendo che molto probabilmente la scomparsa è ancora viva, visto che degli altri ricercati non sono stati ritrovati i corpi si sospetta che il rapitore non uccida le bambine. Vi terremo aggiornati su ulteriori... >

 

Anya spense la televisione e divorò ciò che restava del suo pasto. Non dava più importanza a quelle notizie visto che era più di un mese che la assillavano ed una nuova sparizione non era una news sufficientemente succulenta per attrarre la sua attenzione. Quando uscì dalla cucina notò la madre e la sorella parlare a bassa voce, per poi interrompersi non appena si accorsero della sua presenza.

< Cosa avete da borbottare voi due santerelle? >

Chiese scherzosamente, tentando di non risultare irritante nei confronti della madre. Angela Saviour era una bella donna di trentotto anni, dai capelli biondi, lisci, non molto lunghi e con un ciuffetto che pendeva dalla frangia verso destra, gli occhi verdi come quelli di Anya ed un corpo che dimostrava meno anni della sua padrona.

< Nulla tesoro, problemi di cuore della tua sorellina! >

Esclamò Angela raggiante, come sempre del resto.

< Allora gli organi li hai anche tu scheletro. >

Commentò Anya ghignando. Tuttavia la sorella non la degnò di uno sguardo, aprì la porta di casa silenziosamente poi, a passi lenti, si avviò verso la macchina.

< Devi smetterla di chiamarla scheletro Anya. >

La ammonì la madre, senza però assumere un tono autoritario e mantenendo la sua innata allegria.

 

 

Ore 8:00.

 

< Un caloroso buongiorno a tutti gli abitanti di Sea Paradise! Nonostante l'estate sia oramai terminata il sole continua a battere nella città marittima e le spiagge sono ancora affollate dai turisti che... >

 

Kane spense la radio e si liberò delle lenzuola che lo stavano soffocando lanciandole a terra. Scese dal letto dopo circa cinque minuti, che utilizzò per capire dove esattamente si trovasse e che giorno fosse. Poco dopo si recò in bagno e fissò per qualche secondo la sua immagine allo specchio. I suoi corti capelli rosso rame erano totalmente scompigliati e bagnati a causa del sudore, i suoi occhi grigi, vuoti e stanchi e la sua bocca secca e disidratata. Con uno sbuffo annoiato si sciacquò la faccia con dell'acqua gelida, si diede una sistemata ai capelli e si vestì come solito faceva nei giorni dove non lavorava: una camicia color blu scuro con le maniche lunghe ed un paio di pantaloni bianchi e piuttosto larghi per le sue magre gambe. Qualche minuto dopo si recò in cucina e si riscaldò nel microonde una delle ciambelle che si era portato dal lavoro la mattina precedente. Mentre attendeva la cottura della colazione accese la televisione, dove ad attenderlo c'era la prima replica del tg mattutino che trattava la sparizione di diverse minori, un caso che aveva sconvolto la cittadina per tutto il periodo estivo.

Kane ascoltò le teorie dei poliziotti della scientifica intervistati ed i resoconti gonfiati dei media, ma lui attendeva solo la suppliche dei genitori dell'ultima scomparsa, perchè a lui piaceva che le persone lo supplicassero. L'intervista al padre della bambina scomparsa la sera prima non tardò ad arrivare, un uomo per niente nel fiore degli anni prese in mano il microfono, prese fiato e parlò.

 

< Mia moglie è distrutta e non vuole lasciare nessuna intervista, parlerò io quindi anche a suo nome. Io prego, anzi scongiuro, l'artefice o gli artefici di queste sparizioni di guardare dentro di se e chiedersi cosa stia o stiano facendo... >

 

L'uomo riprese fiato, sembrava notevolmente sconvolto e questo non poté non far comparire un sorrisetto sulle labbra di Kane.

 

< ...non parliamo di oggetti o di denaro, qui parliamo di bambine, anime innocenti che non meritano qualsiasi cosa gli stia accadendo in questo momento... quindi per favore ridateci la nostra Rebecca, lei non ha colpe... >

 

Il padre non riuscì a continuare, la sua voce iniziò a tremolare sempre di più ed i suoi occhi si sciolsero in lacrime che solcarono il suo viso rugoso ed avvizzito, infine l'intervista terminò. In quell'esatto momento Kane addentò la sua ciambella adornata di zucchero a velo lasciandosi sfuggire una risatina. Vedere il telegiornale durante l'ultima estate lo faceva ridere, questo perchè era buffo pensare a come le investigazioni della polizia, le supposizioni dei media e le idee pessimistiche dei genitori riguardo al destino delle loro figlie non si avvicinassero neanche lontanamente a ciò che lui faceva a quelle così dette "anime innocenti".

Si gustò la sua colazione fissando, come era solito fare, i gabbiani che si libravano liberi nel cielo dal suo terrazzo, poi il suo cellulare squillò riproducendo una tetra melodia. Kane lo ignorò, sapeva già chi c'era dall'altro capo del telefono: una ragazza.

Mentre la tetra melodia condiva lo stupendo volo dei gabbiani, lui colse la triste ironia in cui era coinvolto.

Kane, un ragazzo di ventuno anni molto amato dall'altro sesso perchè carino, dolce e gentile verso di esso. Kane, un ragazzo orfano che ha vissuto all'orfanotrofio fino alla maggiore età. Kane, un ragazzo che ama le bambine, le ama così tanto che non si accontenta solamente del loro corpo, ma incatena anche le loro anime.

 

 

Ore 9:25

 

Anya uscì dalla chiesa dopo che la messa era iniziata da circa quindici minuti. Ella aveva notato che la madre e la sorella la avevano fissata con pieno sguardo di disapprovazione, ma a lei non importava, in quel momento desiderava solo una cosa: fumare.

Si accese la sigaretta ed inalò il fumo con forza tenendo sott'occhio il portone della chiesa per assicurarsi che sua madre non sbucasse a farle la predica vedendo la sigaretta. Ovviamente Anya non chiamava lei e la sorella "santerelle" senza un motivo logico. Queste erano difatti due perfettine quasi insopportabili, in particolar modo Frozen che non perdeva mai l'occasione di torturarla per ogni fottuta cosa che non andava secondo l'etica morale, come il fumo per l'appunto.

< Bene bene... Sembra che qualcuno non sia venuto qui per pregare nostro signore... >

Anya sobbalzò e si voltò di scatto impaurita.

< Haha... Ti ho spaventata? Perdonami! >

Esclamò un ragazzino di quattordici anni dai capelli castani e gli occhi azzurri, con indosso una tuta da ginnastica rossa.

< S..Sì... Pensavo fosse il prete... >

Rispose Anya sforzandosi di sorridere.

< Bé, ci hai quasi preso. Sono il figlio del prete! Ma non preoccuparti, non sono uno spione! >

< Il figlio del... Ma come fai ad essere il figlio del prete? Che ne è del voto di castità e delle altre stronzate? >

Il ragazzino scoppiò a ridere allegramente.

< Non sono il figlio biologico... Semplicemente Padre Josep gestisce anche un centro di accoglienza per persone sfortunate. Ha ospitato mia madre durante il periodo della gravidanza e mi ha fatto da figura paterna per tutta l'infanzia. >

< Capisco... >

Sbottò Anya in tono neutro.

< Comunque piacere! Il mio nome è Zack e tu bella signorina sei? >

< Mi chiamo Anya... Tu non entri a seguire la messa? >

Zack portò lo sguardo verso la chiesa poi scosse la testa accennando un sorriso.

< No, non mi va oggi e poi papà non teme per me! Sa che starò lontano dal peccato! >

Esclamò ridacchiando.

Anya sospirò poi fece due ultimi tiri e gettò la sigaretta ai suoi piedi pestandola.

< E tu? Perché sei qui se non per seguire la messa? >

Chiese Zack mantenendo la sua espressione allegra e spensierata.

< Bé... La solita storia, mia madre mi costringe a venire a messa tutte le domeniche, ma oggi non ce la facevo a sopportarla e sono uscita. >

< Se tu fossi uscita più volte magari ci saremmo conosciuti prima! >

< Tsè... Abbassa la cresta piccoletto, sono già fidanzata. >

< Ma io non intendevo... O lascia stare! >

Zack superò Anya e si sedette sui scalini in pietra della chiesa.

< Come mai non vuoi seguire la messa? Ti annoia? >

Chiese, sgambettando e fissando il cielo.

< Non è che mi annoia... >

Rispose.

< ...Semplicemente mi sembra tutto tempo perso, io non credo in Dio, quindi che senso avrebbe per me mettermi a pregare? >

< Perché non credere in Dio? E' sbagliato! Se non credi in Dio allora come fai a sognare? >

< Si può sognare anche senza credere in Dio. >

Zack ridacchiò di nuovo poi si alzò e si voltò verso Anya.

< Ma tu pensi a Dio solo come chiesa, bibbia e quanto altro è questo il problema! Prova a pensare alle fantasie, alle idee che hai, ai tuoi pensieri! Quello è Dio! >

Anya guardò storto quel ragazzino che sembrava estremamente convinto di ciò che diceva.

< Sai, uno dei motivi per cui non credo in Dio è perchè mio padre è morto tempo fa, perciò scusami ma tentare di farmi cambiare idea è impossibile Zack. >

Disse in tono neutro.

< Oh! Mi spiace. Però sono sicuro che tuo padre ti sta guardando anche in questo momento! >

Anya si sforzò di sorridere a quella ultra risentita frase.

< Parli come mia madre. >

< Allora tua madre dice cose giuste! >

La campana della chiesa suonò ed il portone si aprì riversando anziani, bambini e fedeli vari sulla scalinata. Anya venne raggiunta dalla madre che le afferrò la mano strattonandola.

< Forza tesoro! Se non ci sbrighiamo si crea ingorgo al parcheggio! >

< Arrivo! >

Urlò Anya stressata per poi voltarsi verso Zack.

< Ciao, grazie della compagnia. >

Zack salutò la sua nuova amica con la mano poi sparì in mezzo alla folla.

< E' stato un piacere... Anya. >

< Quel ragazzino... >

Mormorò Angela.

< Mamma? Non dovevamo sbrigarci? Dove è Frozen? >

Angela scosse la testa, come se si fosse addormentata improvvisamente.

< Non lo so, ci siamo perse nella confusione, comunque ci aspetta alla macchina. >

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Phenex