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Autore: bababortola    23/05/2011    4 recensioni
“…E sarei orgogliosa di essere la tua ragazza, se non fosse per Artie.”
“Amo anche lui.”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Santana Lopez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“…E sarei orgogliosa di essere la tua ragazza, se non fosse per Artie.”

 

 

“Amo anche lui.”

 

-

 

 

Mi sveglio di nuovo di sopprassalto.
C’è buio.
Sistemo le lenzuola, tutte attorcigliate fra le mia gambe. La mia camera è la stessa di sempre.

Sono sicura di essere sveglia.

 

Ho paura di riaddormentarmi.
Non chiudo occhio da una decina di giorni, perché so che se mi riaddormentassi, ricomparirebbe.
Lei, il mio incubo peggiore.

 

-

 

E’ giorno. Sto camminando per i corridoi mano nella mano con uno dei ragazzi più brutti che abbia mai visto.
Ma il problema non è che lui sia brutto o meno, il problema principale è che è un ragazzo.
Ma anche se fosse una donna, e anche se fosse una donna bellissima, non sarebbe comunque lei.
Nessuna è bella come lei.
Lei è la più bella di tutte.
Ma anche se lei è la più bella e la più popolare, la gente troverebbe comunque più “normale” per me camminare per i corridoi con un ciccione viscido. E’ un ragazzo, e a loro basta solo questo.

Sto di nuovo tremando.

-

La vedo, l’ho vista di nuovo.
Ho cominciato ad appostarmi e a spiarla.
Com’è tenera.
Perché non mi hai voluto?

Perché?

Perché non mi ami anche tu?

PERCHE?

IO TI HO DETTO CHE TI AMAVO!
TI HO CANTATO UNA CANZONE!
E TU MI HAI RESPINTA!

 

-

Non so se sono sveglia, o se è un altro dei miei incubi.
Sono in infermeria, mi hanno detto che stavo urlando cose senza senso nell’aula del Glee Club, cose come “Perché… perché” …  che assurdità!
Loro non sanno nulla di me, qui nessuno sa come sono. Tutti sono contro di me.
Sono sdraiata sul lettino e non c’è nessuno.
Faccio per prendere fiato, ma mi accorgo che la gola mi fa un gran male e brucia.
Mi tocco le guance con le dita:  sono umide. Stavo piangendo. Sto piangendo anche adesso, ora riesco anche a sentire le lacrime.

Perché prima non le ho sentite? E’ un altro dei miei incubi?

Mi sento così sola.

-

Sono bellissima. Sono una strafiga. Chiunque darebbe un occhio per scoparmi.
E’ la sera del ballo e starò bene.
Stanotte sono riuscita a dormire, grazie anche a delle pastiglie che mi sono state prescritte… qualcosa per l’ansia, non mi ricordo bene.

Non mi farò rovinare tutto da lei. No. Non di nuovo. Ho chiuso.

Sto ballando. Non so esattamente quando ho cominciato. Ha l’aria di essere un ballo scatenato, ma tutti si muovono piano, come se fossimo tutti al rallentatore.
Anche quel ragazzo balla, sta davanti a me.
Tutto è lento.
Non sento la musica, è come ovattata, non riesco a riconoscere le parole della canzone.
Ma tutto sembra così normale.
Ad un tratto capisco di non essere sorda, perché guardo verso il palco e vedo e sento il preside che annuncia il re e la reginetta di quest’anno. Sono molto emozionata dato che sono fra i candidati.

Viene nominato il ragazzo che sta con me, sono tutti molto colpiti.

Il preside prende un’altra busta, dentro c’è scritto il nome della reginetta.
Apre la bocca per parlare ma non riesco a capire cos’abbia detto. I suoni sono tornati tutti ovattati e io sono di nuovo sorda.
Malgrado ciò, sono certa, sicurissima, di non essere stata nominata io.
Non sono stata scelta. Non sarò la reginetta stanotte.

Che umiliazione.

Per un lungo istante nelle mie orecchie risuona soltanto un fischio acutissimo.


“…E sarei orgogliosa di essere la tua ragazza, se non fosse per Artie.”

 

Per un secondo mi sento morire.

 

“… essere la tua ragazza...”

 

Morire tante volte.

 

“… se non fosse per…”

 

E ogni volta spero con tutto il cuore che sia l’ultima.

 

“… Se non fosse per Artie.”

 

-

 

Ho cambiato luogo.
I piedi mi fanno male, devo aver corso parecchio.

Sono nel corridoio della scuola. Davanti a me c’è lei.
Siamo solo io e lei.

E’ arrivato il momento di affrontarla, ma lei sta là ferma, mi guarda immobile e seria come una bambola, in attesa di qualcosa.

Apro la bocca per dirle qualcosa ma mi accorgo che sto di nuovo piangendo a dirotto.

“Perché…” riesco a dire fra le lacrime. “Brittany…”
Ma lei mi guarda e fa no con la testa.
Mi sento impazzire.
Stringo forte i denti e le unghie dentro i miei pugni, trapassano la carne ma non me ne accorgo.

Urlo. Sto urlando. Urlo e basta senza dire nessuna parola.
Cado in ginocchio, con le unghie mi graffio le braccia fino a farle sanguinare. Faccio lo stesso con la faccia, ho le guance piene di tagli, li sento pizzicare sotto le lacrime salate.

 

“Amo anche lui…”

 

Capisco che devo andarmene, correre. Mi alzo e comincio a correre, i tacchi non mi sono da ostacolo perché neanche li sento. Mi sento come se fossi scalza sulla sabbia.
Sto correndo. Corro. Corro.
Il corridoio è diventato infinito, è buio, non distinguo più quello che c’è intorno a me.
Tutto quello che voglio è guardare davanti a me continuare a correre, ma mi accorgo che quel corridoio ha una fine.

C’è una porta alla fine del corridoio. Una porta bianca. E’ socchiusa.
Aspetta che io la apra.

Dentro c’è una stanza tutta bianca.
C’è Brittany, seduta su una sedia che mi da le spalle. Guarda qualcosa.

Sta guardando me.
Sono sdraiata su un letto d’ospedale, con gli occhi chiusi e il viso coperto di graffi ormai cicatrizzati. Riesco a scorgere la mia cartella clinica, appesa a una sbarra del letto.
Santana Lopez. 17. Ricoverata per esaurimento nervoso.

Risco a vedere qualcos’altro: Brittany mi tiene la mano.
Nella stanza non c’è neanche un palloncino o un biglietto di pronta guarigione da parte di qualcuno. Ma lei c’è, e mi basta.
Mi sussurra qualcosa. Riesco a sentirla, come se fosse proprio accanto al mio orecchio.
“Sanny, mi dispiace tanto. Ti amo, non devi dimenticartelo.”
Piange, ma perché piange?


Non importa molto adesso.
Sto sorridendo.
Mi ama. Mi ama anche lei.
Mi ha tenuto la mano per tutto il tempo, e io non me ne ero neanche accorta.

 

La porta si chiude. Mi giro di nuovo verso quel buio. Tendo la gamba e salto.
Serenamente mi lascio precipitare in quel vuoto assurdo, tutto rallenta a davanti ai miei occhi riguardo tutti i momenti passati insieme a lei.
Sono tutti bellissimi, è bellissima lei.
Mi accorgo del suo sorriso, di quante volte mi aveva sorriso, quante volte non mi ero accorta di quanto amore mi esprimesse quando mi sorrideva.

L’oscurità mi circonda in un abbraccio.
La sua voce mi culla come una ninna nanna.

 

E io muoio dolcemente.


---









Note dell'autrice:

Non so esattamente cosa dire. Questa cosa mi è venuta in mente ieri notte e devo dire che sono abbastanza soddisfatta. So che è abbastanza malinconica, l'ho scritta dopo aver passato la giornata a leggere Creepypasta XD
Spero vi piaccia, scrivete quello che ne pensate nelle recensioni :)
Miao!

  
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